Chi me lo doveva dire

 

Signori il corso è finito. O meglio nel momento in cui scrivo, questo corso, il corso della svolta (noi non abbiamo avuto niente, voi tutto…), non è ancora finito. Manca ancora molto, anzi moltissimo! Quanti giorni mancano DiMarco?

Ora che leggete però non siete più Allievi Ufficiali di Complemento Nome e Cognome, ma sulla spalla avete una stelletta (se la prenderete…). Allora, che cosa lascia un Corso AUC di quattro mesi? Qual è l’eredità di un allievo diventato fresco Sten. Cpl.? Ne è valsa la pena? Ognuno di voi avrà la sua risposta. Ma che cosa rimane ad un Istruttore? Probabilmente ciò che è riuscito a lasciare ai suoi allievi. Credo che questa sia la personale ricompensa e la misura del valore di un Istruttore. E penso che l’intero Corpo Istruttori, chi in una maniera chi in un'altra, abbia dato tanto al Corso Aiace. L’impegno da noi profuso è stato notevole. Tra l’altro quest’incarico è stato per noi il primo, vero “impiego”, con i primi stipendi, le prime responsabilità, i primi “capiufficio” e tutti noi abbiamo cercato di comportarci, quando dovevamo, in maniera seria e professionale, cercando di differenziare i momenti in cui si doveva lavorare dai momenti in cui si poteva anche scherzare. Fare i Comandanti di uomini, (e non dare gli attenti alle fotocopie…), è stato difficile tanto quanto la cosiddetta “risocializzazione dalla vita civile alla vita militare”. Da un giorno all’altro si diventa un Comandante di sezione e si impartiscono degli ordini e magari fino al giorno prima l’unica volta che hai ordinato qualcosa è stato al ristorante. I ritmi di un Accademia sono così veloci che non ti lasciano abituare ai cambiamenti, il tempo stringe, si va veloci, si vola… E passa tutto velocemente: il corso da allievo, la scelta di quello che vorresti fare, la preparazione al servizio di prima nomina, il servizio di prima nomina. E poi quando vai al reparto non tutto è come pensi, come te l’aspetti. Pensi di fare l’Istruttore in una certa maniera poi lo fai in un’altra. Io, per esempio, pensavo sarei stato più severo, invece sono stato più preciso da allievo (stile Crida), che da Istruttore. Il lavoro poi è duro e faticoso, anche l’istruttore deve avere la schiena dritta, il petto in fuori, lo sguardo fiero ed orgoglioso, fuori la voce, ma soprattutto deve fare la barba bene, pelo e contropelo… E se chiudi un attimo gli occhi c’è sempre una macchina fotografica che ti fa sembrare che dormi…

Alla fine però ti accorgi che è stata un’esperienza piena di soddisfazioni, unica ed irripetibile. Perché hai creato qualcosa, hai creato un Corso con la “C” maiuscola, che ha sempre saputo rispondere alle sollecitazioni nel migliore dei modi possibili. Qui a CastelPorziano abbiamo avuto il piacere di conoscere non solo 80 Allievi Ufficiali di Complemento Nome e Cognome, futuri Sottotenenti della Guardia di Finanza, ma soprattutto 80 uomini. Essere stato uno dei vostri Istruttori mi ha riempito d’orgoglio.

Bene. Molto bene Aiace.

Che altro dire? Le chiacchiere sono a mille e i fatti stanno a zero…

Corso al postooo….Paciotta aggiusti il basco,

Corso A-ttenti. Rompere le righe, marsh!

 S.Ten.Cpl Giuseppe Calabrese