Galeotta fu la doccia...

Uno dei pochi ricordi che ho del primo giorno, insieme alle

classiche domande del tipo “Ma chi me l’ha fatto fare? Ma perché sono qui? Ma perché la Juve ha preso Bachini? (eh sì, ero abbastanza confuso…)”, è una frase del Sig. Ten. Monaco che suonava più o meno così: Noi siamo qui per farvi toccare il fondo per poi ricostruirvi e rendervi veri uomini e veri sodati!!!”.

Bene, io, l’Allievo Ufficiale di Complemento Michele Baccinelli, non solo ho toccato il fondo ma mi ci sono spalmato e, non contento, mi sono munito di pala e piccozza ed ho iniziato a scavare.

Ecco come andarono i fatti.

Primi giorni di corso: dieci nanosecondi per andare dall’aula in camerata, lavarsi, cambiarsi e risudare di nuovo per correre fino al piazzale della libera uscita. Animato di immenso spirito di cameratismo, decido di lasciar fare la doccia per primo al mio collega di camerata: un tipo, al momento ancora sconosciuto, che rispondeva al nome di Francesco Balsamo.

“Vai, vai pure, tanto io metto via la roba sporca, preparo quella pulita e mi rado”. Purtroppo, per me ovviamente, il mio collega di camerata si rivelò di una lentezza esasperante, ma solo in bagno, dato che, e non ho ancora capito in virtù di quale meccanismo perverso vi riuscisse, era sempre il primo ad arrivare in camerata!!! Risultato: una doccia, per puro caso, nella prima settimana.

Puzzavo, ma con moderazione.

La situazione si aggravò nettamente con l’inizio delle lezioni, quando crebbe il numero delle libere uscite e iniziarono le famose Gallippiadi. Tutti i miei incitamenti ad una maggiore celerità non venivano ascoltati dal suddetto Balsamo.

Trovai altri modi per occupare il maggior tempo che gli istruttori ci concedevano per prepararci e che io non potevo ancora sfruttare per lavarmi!!! Iniziai a radermi con più cura, a mettere a posto armadi e cassetti, ma non riuscivo comunque a farmi la doccia: Balsamo era sempre troppo lento! Ad un certo punto mi ritrovai con la camerata in perfetto ordine ed il viso, il petto e le ascelle lisce come il culetto di un neonato, arrivavo sempre in perfetto orario, ma ormai puzzavo come un cadavere in decomposizione…

Va bene che la mia ragazza soffre di sinusite cronica e che l’odore generale degli AA.UU.C nei primi giorni di corso non è propriamente Chanel n°5, ma certi spostamenti di massa in metropolitana mi imbarazzavano un po’. Sicuramente non avevo problemi a trovare un posto a sedere!!!

Fin quando, un clamoroso giovedì 21 ottobre 1999, mentre stavo scaldando la ceretta per depilarmi le gambe, avvenne l’arcano. Non avvertii più lo scroscio dell’acqua dopo un tempo sufficientemente breve. Catapultatomi verso l’ormai mitico oggetto del desiderio, aperte le ante della doccia, mi ritrovai di fronte il “collega” che si stava allegramente insaponando. “CICCIOCHECCAZZOFAI!?!?!?!?!”. “Niente, così mi insapono meglio”. “AARRRGGHHHHHHH!!!!!”. Urlo tipo guerriero Masai durante la cerimonia della circoncisione e un attimo mi ritrovai anch’io nella doccia.

Finalmente mi potei lavare e la vita riprese a sorridermi… anche se non trovavo più posto in metropolitana.

Tutto scorreva tranquillo, fin quando l’ormai onnipresente Balsamo, approfittando di un mio riposo branda, decise che era cosa buona e giusta rendere edotto l’intero corso, Signori Tenenti compresi, della nostra doccia comune.

E la maledizione ebbe inizio… Ogni volta che in aula saltava fuori un argomento un po’ “alternativo”, i nomi Baccinelli e Balsamo risuonavano sulla bocca di tutti, puntualmente accompagnati da fragorose risate.

Il nostro destino era segnato: da allora la mia ragazza mi guarda con aria un po’ strana e in schieramento nessuno ci vuole più stare davanti…

Cosa non farebbe un AUC per non arrivare in ritardo…

 Michele Baccinelli