Sfasci si nasce e non si diventa. Ormai è una certezza. Nessuno
può riprodurre il fazzoletto alla
“John-Wayne-dopo-un-inseguimento-agli-indiani” tipico di Aliquò
Mazzei, nessuno è in grado di stare sul riposo assumendo dodici
angolazioni e quindici inclinazioni diverse come D’Addario; non esiste
essere umano in grado di passare dall’attenti al riposo e viceversa
disarticolando un maggior numero di muscoli di Landucci; nessun abitante
dello spazio tempo è in grado di accumulare un ritardo maggiore di
quello di Annibali nel compimento di ogni singola operazioni, compreso
il farsi traghettare in bagno. Solo
uno, l’A.U.C. Domenico De Nigris, costituisce la summa di tutto ciò…
e vi aggiunge pure qualcosa. Tanto per fare un esempio, Domenico, alla
rivista mattutina, è in grado di farsi rispedire in camerata per: a)
fazzoletto non annodato; b)
code slacciate; c)
spilla del suddetto fazzoletto attaccata tanto alta da sembrare
un piercing al sopracciglio; d)
camicia macchiata delle sostanze più imprevedibili (no, non
pensate male!!!) e)
nodo di cravatta stile sasso legato al collo; f)
varie ed eventuali. Ma
a tale sfascio, Domenico sa accostare un lodevole impegno, un
incredibile simpatia e, cosa che non guasta mai, una notevole cultura
generale: tutte qualità che lo hanno reso un elemento insostituibile
all’interno del quarantottesimo. Scusi l’impertinenza, ma finora lei ha vissuto in un harem dove le sue mille mogli facevano tutto per lei? Effettivamente
dopo aver conseguito la laurea mi sono impegnato assiduamente a “non
far niente”: vacanze di quattro mesi in cui la mia più faticosa
occupazione è stata quella di alzarmi dal letto. Di fronte ad amici
super occupati che mi raccontavano di aver cercato e trovato
immediatamente lavoro dopo la laurea, di aver partecipato ad iniziative
culturali di vario genere, di essersi
affettati a trovare professionisti presso cui fare pratica, io
rispondevo che in tutto quel tempo non ero riuscito neppure a schià
a schiena ‘n gop ‘o lett1. Il guaio è stato, dopo
aver seguito tanto assiduamente questa filosofia di vita giamaicana,
dovermi scontrare con l’efficientismo filoteutonico dell’Infernetto.
Sfido chiunque sia fedele alla massima io ho da parià, loro da lavorà2
a scontrarsi con una realtà del genere. E non a caso sono nato a Napoli
e non a Milano. Domenico, cosa vuol dire avere un fratello ex A.U.C. supercazzuto e, invece, arrivare primi alla categoria supersfasci? È
la prova inconfutabile che mio fratello è stato adottato!! La storia mi
dà ragione: appartengo ad una famiglia che annovera nel suo albero
genealogico svariati esemplari specializzati nel “ritardo
d’ufficio” e noti per aver utilizzato la cravatta solo ed
esclusivamente in occasione del matrimonio. Per quale
motivo qualsiasi cosa lei si metta al collo, sia essa fazzoletto o
cravatta, assume costantemente forme aliene, impossibili da correggere? Michele
Baccinelli |