Giuseppe Di Vico

Cavallo Pazzo ovvero: L'Uomo che Ride

C'è una qualità che apprezzo nelle persone più d'ogni altra: il senso dell'ironia, quella sottile dote di saper prendere con leggerezza la vita, anche nelle sue manifestazioni più cupe.

Il mio collega di camerata si è guadagnato sul campo la nomea di: "L'uomo che ride", oltre a quella di "Cavallo Pazzo" per il suo modo di correre disarticolando la testa a destra e a manca e per la sua indole innata di contestatore e fomentatore di popolo. Non deve essere facile far valere le proprie idee per Giuseppe, collega di camerata di un "lobbista" sfegatato, bastian contrario per indole, contestatore per fede ed unico Comunista dichiarato del 48° Corso AUC. Cavallo pazzo accusa, attacca contrattacca e polemizza tutto quello che c'è e che si muove, se non respira meglio, è meno probabile che controbatta e non sarà distrutto.

Il buon umore lo salverà e salverà anche me dalla clinica psichiatrica che aspetta molti colleghi, completamente impazziti, alla fine del corso. Giuseppe è l'uomo che ride, ride chiedendo l'ora (perché l'orologio a lui in fondo non serve) ride in inquadramento, ride al contrappello, ride quando corre e forse anche quando dorme. Rise alle visite mediche, con quella sua risata tagliata sul volto di chi della vita ha visto già la fine ma tanto non te la viene a dire. Il primo giorno tra volti sconvolti, sguardi impauriti e anime perse nello sconforto, l'uomo che ride, abbozzò una delle sue sciabolate sulla guancia e scuotendo il capo ridendo a denti stretti disse: qui sono tutti pazzi, pazzi da legare. Sono passati due mesi, ora so che aveva ragione!

La mancanza dell'orologio lo rende ansioso, non lascia mai la camerata prima di me, e questo non mi sorprende dato che le giornate sono scandite in minuti e secondi andare a occhio e decisamente sconsigliato. A questa piccola assenza rimedia chiedendomi l'ora, sempre. "Che ore sono?" Quando mi sveglio, mentre mi rado, in bagno, sotto la doccia e quando mi vesto, mentre annodo la cravatta, sempre. Mi ha dato l'opportunità di imparare a leggere l'ora in maniera impeccabile in un tempo rapidissimo, in qualsiasi condizione ambientale e nello svolgimento delle più svariate attività quotidiane. Gliene sono grato. Dorme meno di me, è più ordinato e molto più diligente nello svolgere le mansioni quotidiane, ma è sempre in ansia. Credo che questo sia dovuto in parte alla mia superiore velocità e alla mancanza di orologio che fanno preoccupare per l'orario anche quando abbiamo margini enormi. E' un vero maniaco della pulizia personale, almeno in confronto a me e non manca un'occasione per lavarsi le mani i denti e farsi la doccia, quest'ultima sempre dopo di me perché io mi spoglio più velocemente e c'entro prima! Ama l'ironia viterbese del mio collega di banco Famà, alle battute del quale si sganascia dalle risate in maniera sonora e plateale. Ci sono nella vita dell'Allievoufficialedicomplemento alcuni punti saldi ai quali aggrapparsi per tornare alla realtà nei momenti di alienazione: "Che ore sono?" Il Sole che splende soprattutto anche quando piove, l'ironia (viterbese) e tante, tante risate. Come al solito da bravo lobbista ho fatto in modo che il mio collega di camerata abbondasse di questi lodevoli collegamenti con la realtà. Un viaggio liscio e spensierato, Cavallo Pazzo, solo due sconsiderati come noi potevano pensare di farlo qui nell'infernetto, patria dello sturm und drang, delle corse, delle urla e dei prendiamoci sul serio, sul serio che se no ci viene la crisi d'identità. Comandi Signorforse.....?

Luca Equizi