Oh montagne!
Oh montagne mie,
levate su nel cielo le bianche cime.
Fiori coglieremo per donarli a Te.
Quella nube candida brilla nel seren.
Oh montagne! ...
Gianni Malatesta
  

Questa mostra è dedicata a tutti coloro che cercano le solitudini delle Dolomiti e sanno soffermarsi a contemplarle, non importa se durante una semplice passeggiata o una più impegnativa arrampicata.
Come fotografo e alpinista ho voluto privilegiare l'ambiente di quota, tra pietre e sassi, lì dove rimangono gli ultimi alberi pionieri, con fiori ed erbe resistenti a tutto tranne che alla mano dell'uomo.
Sono ben individuabili alcuni temi: la montagna dolce e quella più severa ed aspra, "omini e ometti" e infine, dopo tante pietre grigie, i colori della montagna -l'azzurro del cielo, il rosso del tramonto e il giallo dorato dell'autunno.
La maggior parte delle fotografie è stata eseguita tenendo presente la loro destinazione finale, cioè la stampa di dimensioni intorno al 30x40 che è stata portata a termine personalmente in ogni sua fase.
Assieme alle stampe a colori presento delle lith print e dei bromoli: queste due tecniche, molto diverse tra di loro sia storicamente che nei risultati estetici, favoriscono una visione delle immagini alternativa a quella della riproduzione fin troppo realistica tipica delle diapositive, più vibrante ed emozionante per la riccezza dei sfumature e per l'apparente perdita della dimensione temporale.
Montagne ora aspre ora dolci, e uomini, se ci sono, piccoli come formiche. Questo è il mondo dolomitico di Alberto Novo, che in questo anno dedicato alle montagne mostra come sia possibile coniugare l'escursionismo e la fotografia, l'aria fresca del mattino e le notti in camera oscura.

Sua è la scelta dell'inquadratura, dell'ora e del luogo, sua la scelta di restituire la realtà dello scatto con le stampe a colori o di interpretarne l'essenza per mezzo della recentissima "lith print" o del vecchio bromolio. Le montagne mettono a disposizione il loro mondo fatto di guglie e di pareti, di prati e di alberi solitari, di pietra e di sassi, tutto un repertorio di solitudine che l'autore ha cercato con puntiglio o ha sapientemente ritagliato anche tra la folla di queste Dolomiti sempre più prese d'assalto.

Montagne dunque, vissute e assaporate in prima persona sia nei loro aspetti più sereni e pacati che in quelli più selvaggi, severi ed emozionanti, dove c'è spazio per il gesto fisico come per la meditazione.

Sembra quasi di vederlo, Novo, puntino semovente con una macchina fotografica in mano perduto tra le pietraie come le sue piccole figure umane, ritratte nell'ombra o stagliate contro il cielo, che sono lì per dare il vero senso delle dimensioni, ristabilendo il giusto rapporto di forze e invitando a una maggiore umiltà nell'avvicinarsi a quelle montagne che, in fin dei conti, sono un po' anche sue.


Bortolo De Vido
 

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