INNI E CANTI DELL'ITALIA FASCISTA
 
  1. GIOVINEZZA (1a versione-Il commiato)
  2. GIOVINEZZA (2a versione)
  3. GIOVINEZZA (3a versione- Inno dei sindacalisti nazionali corridoniani)
  4. GIOVINEZZA (4a versione-quella fascista)
  5. CANTO DEGLI ARDITI
  6. INNO FASCISTA (ALL'ARMI)
  7. SE NON CI CONOSCETE
  8. INNO DEI GIOVANI FASCISTI
  9. INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI
  10. DUCE A NOI
  11. CARO PAPA'
  12. FISCHIA IL SASSO
  13. L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA
  14. IMPERO
  15. L’INNO DEL CARRISTA
  16. LA DISPERATA
  17. MARCIA DELLE LEGIONI
  18. DIVINA PATRIA
  19. INNO A ROMA
  20. PREGHIERA DEL LEGIONARIO
  21. TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA
  22. ADUA
  23. FACCETTA NERA
  24. IL RITORNO DEL VOLONTARIO
  25. CANTO DEI VOLONTARI
  26. CANTATE DEI LEGIONARI
  27. MEDITERRANEO
  28. CIAO BIONDINA
  29. ADDIO MIA PICCOLA
  30. E' PARTITA UNA TRADOTTA
  31. LA SAGA DI GIARABUB
  32. LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI
  33. ADESSO VIENE IL BELLO
  34. VINCERE! VINCERE! VINCERE!
  35. CAMERATA RICHARD
  36. LILI MARLEN
  37. VECCHIA PELLE
  38. BATTAGLIONI "M"
 
GIOVINEZZA (1a versione-Il commiato-quella dei goliardi)
 
Son finiti i tempi lieti
degli studi e degli amori
o compagni in alto i cuori
il passato salutiam!
 
E' la vita una battaglia
è il cammino irto d'inganni
ma siam forti abbiam vent'anni
l'avvenire non temiam.
 
 Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Salve o nostra adolescenza,
te commossi salutiamo:
per la vita ce ne andiamo
il tuo riso cesserà.
 
Ma se il grido ci giungesse
dei compagni non redenti
alla morte sorridenti
il nemico ci vedrà.
 
 Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
 
 * * * * * * * *
 
 
GIOVINEZZA (2a versione-quella degli Arditi)
 
Allorchè dalla trincea
suona l'ora di battaglia
sempre primo è fiamma nera
che terribile si scaglia
 
Con la bomba nella mano,
con la fede dentro il cuore
egli avanza,và lontano
pien di gloria e di valor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Col pugnale e con la bomba
nella vita del terrore
quando l'obice rimbomba
non mi trema in petto il cuore,
 
la mia splendida bandiera
l'ho difesa con onore
è una fiamma tutta nera
che divampa in ogni cuor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Del pugnale al fiero lampo
della bomba al granfragore
tutti avanti, tutti al campo:
qui si vince oppur si muore!
 
Sono giovane e son forte,
non mi trema in petto il cuore:
sorridendo vo alla morte
pria di andare al disonor!
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
 
 * * * * * * * *
 
 
GIOVINEZZA (3a versione-Inno dei sindacalisti nazionali corridoniani)
 
 
Sventoliamo al sol di maggio 
il vessillo redentore:
su compagni, su coraggio
della lotta suonan l'ore.
 
 
Siamo giovani, siam forti,
non ci trema in petto il cuore;
siam le vigili coorti
di un'Idea che mai non muor.
 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
 
 
Corridoni, la tua schiera
è già pronta alla battaglia.
Con lo sguardo alla bandiera
sui nemici essa si scaglia.
 
 
Sul borghese che si stende
nel suo fango e nel suo oro
che ci sfrutta e ognor offende
i diritti del lavoro.
 
 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
 
 
Corridoni, o duce amato
sorgi, ormai, dalla tua fossa.
Vieni, esulta, è ormai spuntato
il gran dì della riscossa.
 
 
Scritto sta sopra i destini
l'avvenire sindacale,
l'alto sogno di Mazzini
la Repubblica social.
 
 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
GIOVINEZZA (4a versione-quella fascista)
 
 
Salve o popolo di eroi,
salve o Patria immortale,
son rinati i figli tuoi
con la fede e l'ideale.
 
Il valor dei tuoi guerrieri
la vision dei tuoi pionieri
la vision dell'Alighieri
oggi brilla in tutti i cuor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Dell'Italia nei confini
son rifatti gli Italiani,
li ha rifatti Mussolini
per la guerra di domani
 
Per la gioia del lavoro
per la pace e per l'alloro
per la gogna di coloro
che la Patria rinnegar.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
I poeti e gli artigiani
i signori e i contadini,
con orgoglio di Italiani
giuran fede a Mussolini.
 
Non v'è povero quartiere
che non mandi le sue schiere,
che non spieghi le bandiere
del fascismo redentor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
 nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
  
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CANTO DEGLI ARDITI
 
 
Mamma non piangere se c'è l'avanzata,
tuo figlio è forte paura non ha
asciuga il pianto della fidanzata,
chè nell'assalto si vince o si muor.
 
Avanti Ardito, le Fiamme Nere
son come simbolo delle tue schiere
scavalca i monti, divora il piano
pugnal fra i denti, le bombe a mano.
 
Fiamma Nera avanguardia di morte,
siam vessillo di lotte e di orror,
siamo l'orgoglio trasformato in coorte,
per difender d'Italia l'onor.
 
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
 
Una stella ci guida, la sorte,
e ci avvincon tre fiamme d'amor,
tre parole di fede e di morte:
il pugnale, la bomba ed il cor.
 
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
 
L'ardito è bello, l'ardito è forte!
ama le donne, beve il buon vin;
per le sue fiamma color di morte
trema il nemico quando è vicin!
 
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
 
Quante volte fra tenebre folte,
nella notte estraemmo il pugnal
fra trincee e difese sconvolte
dalla mischia cruenta e fatal!
 
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
 
 
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INNO FASCISTA (ALL'ARMI)
 
 All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti
 terror dei comunisti.
E noi del Fascio siamo i componenti
la causa sosterrem fino alla morte
e lotteremo sempre forte forte
finchè terremo il nostro sangue in cuor.
 
Sempre inneggiando la Patria nostra
che tutti uniti difenderemo
contro avversari e traditori,
che ad uno ad uno sterminerem.
 
 All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti etc...
Lo scopo nostro tutti lo sappiamo:
combatter con certezza di vittoria
e questo non sia mai sol per la gloria
ma per giusta ragion di libertà.
 
I bolscevichi che combattiamo
noi saprem bene far dileguare
e al grido nostro quella canaglia
dovrà tremare, dovrà tremar.
 
 All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti etc...
Vittoria in ogni parte porteremo
perchè il coraggio a noi non mancherà
e grideremo sempre forte forte
e sosterrem la nostra causa santa.
 
In guardia amici! ché in ogni evento
noi sempre pronti tutti saremo,
finchè la gloria di noi fascisti
in tutta Italia trionferà.
 
 All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti etc...
Del bolscevismo siamo gli avversari
perchè non voglion Patria nè Famiglia,
perchè sono rifiuti e fanghiglia
che disprezzando noi dobbiam scacciare.
 
Sempre gridando "Viva l'Italia"
e abbasso tutti i suoi rinnegatori,
in alto, in alto il tricolor
che sarà sempre il nostro amor.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
SE NON CI CONOSCETE
 
Se non ci conoscete guardateci dall'alto
Noi siam le fiamme nere del battaglion d'assalto.
 Bombe a man e colpi di pugnal.
 
Se non ci conoscete guardateci sul viso
veniamo dall'inferno, andiamo in paradiso.
 Bombe a man e colpi di pugnal.
 
E se l'artiglierìa fa il suo bpmbardamento,
gli Arditi vanno all'assalto veloci come il vento.
 Bombe a man e colpi di pugnal.
 
Ci han messo sul trofeo un cipressetto nero
e ci hanno riservato un posto al cimitero.
 Bombardier tira la bomba ben.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEI GIOVANI FASCISTI
 
Fuoco di Vesta che fuor dal tempio irrompe,
con ali e fiamme la giovinezza va.
Fiaccole ardenti sull'are e sulle tombe
noi siamo le speranze della nuova età.
 
Duce, Duce, chi non saprà morir?
Il giuramento chi mai rinnegherà?
Snuda la spada! Quando tu lo vuoi
gagliardetti al vento tutti verremo a te.
Armi e bandiere degli antichi eroi,
per l'Italia, o duce, fa balenare al sol.
 
E va,
la vita va,
con sè ci porta e ci promette l'avvenir.
 
Una maschia gioventù
con romana volontà
combatterà
 
Verrà, quel di verrà,
che la gran Madre degli eroi ci chiamerà
per il Duce, o Patria, per il Re,
a noi!
ti darem
gloria e impero in oltremar!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI
 
Siamo fiaccole di vita,
siamo l'eterna gioventù
che conquista l'avvenir
di ferro armata e di pensier.
 
Per le vie del nuovo Impero
che si dilungano nel mar,
marceremo come il duce vuole,
dove Roma già passò.
 
Bocche di porpora ridenti,
date amor, date amor,
e noi domani a tutti i venti
daremo il tricolor.
 
O nude stanze,
fredde, squallide nell'ora di studiar,
dove speranze,
sogni, canti pur ci vengono a trovar,
 
a noi veglianti
sui volumi d'ogni scienza e d'ogni età,
il dover gridi: "Per l'Italia e per il duce
eja, eja, eja, alalà!"
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DUCE A NOI
 
Nell'Italia dei fascisti
anche i bimbi son guerrieri,
siam balilla o moschettieri del regime il baldo fior.
 
con il Duce qui sul petto,
fa da scudo al nostro affetto
e l'orgoglio accende in cuor.
 
L'occhio del duce brilla
vivo nei suoi balilla,
siam la scintilla
d'amor che un dì
dal suo cuore usci:
Sì, Sì.
 
Duce dei tuoi balilla
alta la fede squilla
più dolce nome del tuo non c'è
Duce, Duce per te!
 
Noi abbiamo un bel moschetto
e l'Italia ce lo diede, moschettieri
l'arma al piede
il destino a preparar.
Se Balilla aveva un sasso
noi scagliamo il nostro cuore
dei piccini maschio ardore,
vuol la Grande Italia fa...
 
L'occhio del duce brilla...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CARO PAPA'
 
 
Caro Papà
ti scrivo e la mia mano
quasi mi trema, lo comprendi tu.
Son tanti giorni che mi sei lontano
e dove vivi non lo dici più.
Le lacrime che bagnano il mio viso
son lacrime di orgoglio, credi a me.
Ti vedo che dischiudi un bel sorriso,
e il tuo Balilla stringi in braccio a te.
 
Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra,
con fede con onore e disciplina
desidero che frutti la mia terra
e curo l'orticello ogni mattina,
l'orticello di guerra
e prego Dio
che vegli su di te
babbuccio mio.
 
Caro Papà,
da ogni tua parola
sprigiona un "Credo" che non si scorda più
fiamma d'amore di patria che consola
come ad amarla mi insegnasti tu.
Così da te le cose ch'ho imparato
le tengo chiuse, strette nel mio cuor
ed oggi come te sono un soldato
credo il tuo Credo con lo stesso amor.
 
Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
FISCHIA IL SASSO
 
Fischia il sasso, il nome squilla.
del ragazzo di Portoria,
e l'intrepido Balilla
sta gigante nella Storia.
Era bronzo quel mortaio
che nel fango sprofondò
ma il ragazzo fu d'acciaio
e la Madre liberò.
 
Fiero l'occhio, svelto il passo
chiaro il grido del valore.
Ai nemici in fronte il sasso,
agli amici tutto il cuor.
Fiero l'occhio, svelto il passo
chiaro il viso del valore.
Ai nemici in fronte il sasso,
agli amici tutto il cuor.
 
Su lupatti, aquilotti!
come sardi tamburini
come siculi picciotti
bruni eroi garibaldini!
Vibra l'anima nel petto
sitibonda di virtù;
freme, Italia, il gagliardetto
e nei fremiti sei Tu!
 
Fiero l'occhio, svelto il passo...
 
Siamo nembi di semente,
siamo fiamme di coraggio:
per noi canta la sorgente,
per noi brilla e ride maggio.
Ma se un giorno
la battaglia
agli eroi si estenderà
noi saremo la mitraglia
della Santa Libertà.
 
Fiero l'occhio, svelto il passo...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA
 
Siamo i figli della Lupa
dell’Italia il primo fiore
e donato abbiamo il cuore
al suo grande Condottier.
 
Noi di Roma siam Balilla
e del Duca il primo affetto.
Il Suo nome abbiamo in petto
e l’Italia nei pensier.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo seguir.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
La divisa che portiamo
sempre avrà la nostra Fede.
Mussolini ce la diede
le faremo sempre onor.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
cantiamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
IMPERO
 
 
Salve o Re Imperator!
Nuova legge il Duce diè
al Mondo e a Roma
il nuovo Imper.
 
Fecondato dal lavor,
Legionario orgoglio avrai
del tuo Imper.
Popolo fedel col Sangue lo creò.
 
Credere, Obbedir,
Combattere saprà.
Vittoriose  spiegherà
fulgide le Insegne della Patria al Sol.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
L’INNO DEL CARRISTA
 
 
Col carrarmato noi facciam la guerra
strumento che conosce sol vittoria
che perder fa al nemico la sua boria
che appena appena lo sente avanzar
Col carrarmato noi facciam la guerra
compagine noi siamo d’ardimento
che sorridendo affronta ogni cimento
che se ne frega se poi dovrà morir.
 
Baldo carrista
lancia al vento del tuo cuore la canzone
nell’impeto di fede e di passione
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce.
Se canta il cuore
l’accompagna col suo ritmo anche il motore
e dice a chi lo guida nel silenzio:
“Demone rosso, avanti!
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!”
 
Baldo carrista
lancia al vento del tuo cuore la canzone
nell’impeto di fede e di passione
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce.
Se canta il cuore
l’accompagna col suo ritmo anche il motore
e dice a chi lo guida nel silenzio:
“Demone rosso, avanti!
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!”
 
Baldo carrista
lancia al vento del tuo cuore la canzone
nell’impeto di fede e di passione
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce.
Se canta il cuore
l’accompagna col suo ritmo anche il motore
e dice a chi lo guida nel silenzio:
“Demone rosso, avanti!
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!”
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA DISPERATA
 
 
Squadriglia disperata che non si ferma mai.
Mai! Mai!
Con l’ala tricolor!
Come aquila indomata l’assalto sempre sferra.
Sferra! Sferra!
Al canto del motor!
 
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
[fischi]
La Disperata: eccola qua!
 
Il nero gagliardetto ha il motto “me ne frego”!
Frego! Frego!
E sventola lassù.
Dal sangue benedetto a tutti dice “guai!”.
Guai! Guai!
Non si ripiega più!
No!
 
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
[fischi]
La Disperata: eccola qua!
 
Nemici bianchi o neri.
Attenti! Chè son botte!
Botte! Botte!
E chi non l’ha, vien giù.
Sia oggi come ieri, contro i nemici, Dài!
Dài! Dài!
L’Italia vincerà!
Sì!
 
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
[fischi]
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
MARCIA DELLE LEGIONI
 
Roma rivendica l'Impero
l'ora dell'Aquile suonò.
Squilli di trombe salutano in vol
dal Campidoglio al Quirinal.
 
Terra ti vogliamo dominar
Mare ti vogliamo navigar.
Il Littorio ritorna segnal
di forza e di Civiltà.
 
Sette colli nel ciel.
Sette glorie nel sol.
Dei Cesari il genio e il fato
rivivono nel Duce liberator.
 
Sotto fasci di allor
nella luce del dì
con mille bandiere passa
il Popolo d'Italia trionfator.
 
Di Roma o Sol,
mai possa tu
rimirar più fulgida città.
O sol, o sol,
possa tu sempre baciar
sulla fronte invitti i figli dell'Urbe immortal.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DIVINA PATRIA
 
Un giorno il tambur
lontano rullerà
e le trombe squillino,
trillino, chiamino.
Se poi come un tuon
echeggerà il cannon
ci troverà ben pronti per marciar.
 
Patria nostra tu, divina Patria
sei più preziosa della nostra vita.
Noi darem per te
con un sorriso sulle labbra
come un dono il nostro ben.
Patria nostra tu, divina Patria
se chiami all'armi correremo uniti.
Premio non vogliam
con un sorriso "a noi" premio sarà.
 
E' bello morir
la Patria per salvar
la bandiera libera,
palpiti, sventoli,
sui monti e sui mar,
è bello guerreggiar
con dei fucili contro il nemico vil.
 
Patria nostra tu, divina Patria...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO A ROMA
AUDIO (completo): INNO A ROMA
 
Roma divina a te sul Campidoglio,
dove eterno verdeggia il sacro alloro,
a te, nostra fortezza e nostro orgoglio, ascende il coro.
Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte il sol che nasce sulla nuova           [storia;]
fulgida in arme, all'ultimo orizzonte, sta la vittoria.
 
Sole che sorgi
libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma,
maggior di Roma.
 
Per tutto il cielo è un volo di bandiere
e la pace del mondo oggi è latina;
Il tricolore canta sul cantiere, sull'officina.
Madre che doni ai popoli la legge
eterna e pura come il sol che nasce,
benedici l'aratro antico e il gregge folto che pasce!
 
Sole che sorgi...
 
Benedici il riposo e la fatica
che si rinnova per virtù d'amore,
la giovinezza florida e l'antica Età che muore.
Madre di uomini e di lanosi armenti,
d'opere schiette e di pensose scuole,
tornano alle tue case i reggimenti e sorge il sole...
 
Sole che sorgi...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
PREGHIERA DEL LEGIONARIO
AUDIO (completo): PREGHIERA DEL LEGIONARIO
 
Iddio, che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore
rinnova ogni giorno la passione mia per l'Italia.
 
Rendimi sempre più degno dei nostri morti, affinchè
loro stessi -i più forti- rispondano ai vivi:
"Presente"!
 
Nutrisci il mio spirito della tua saggezza
e il mio moschetto della tua volontà.
 
Fa più aguzzo il mio sguardo e più sicuro il mio piede
sui valichi sacri della Patria:
 
Sulle strade, sulle coste, nelle foreste
e sulla quarta sponda, che già fu di Roma.
 
Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi,
ch'io senta battere il suo cuore fedele.
 
Quando passano i gagliardetti e le bandiere,
tutti quanti si riconoscano in quella della Patria,
 
La patria che faremo più grande
portando ognuno la sua pietra al cantiere.
 
Oh Signore! Fa della tua Croce l'insegna che precede
il labaro della mia legione.
 
E salva l'Italia, l'Italia nel Duce,
sempre e nell'ora di nostra bella morte.
 
E salva l'Italia, del Duce, nel Duce,
sempre e nell'ora di nostra bella morte.
 
Così sia. Così sia.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA
 
 
Si formano le schiere e i battaglion
che van marciando verso la stazion.
Hanno lasciato il loro paesello
cantando al vento un gaio ritornello.
Il treno parte e ad ogni finestrin
ripete allegramente il soldatin.
 
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
Appena giunto nell'accampamento
dal reggimento ti scriverò.
Ti manderò dall'Africa un bel fior
che nasce sotto il ciel dell'equator.
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
 
Quel giovane soldato tutto ardor
c'è chi sul petto ha i segni del valor
ma vanno insieme pieni di gaiezza
cantando gli inni della giovinezza.
Il vecchio fante che non può partir
rimpiange in cuore di non poter dir.
 
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
Appena giunto nell'accampamento
dal reggimento ti scriverò.
Ti manderò dall'Africa un bel fior
che nasce sotto il ciel dell'equator.
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ADUA
 
Passa la vittoria
sfavillante in un baglior
nel cielo d'or
mille artili adunchi
si protendono a ghermir
non può sfuggir
ecco gli italiani già
che hanno preso la città
belli nel maschio viso
in un sorriso vogliono cantar:
 
Adua è liberata
è ritornata a noi,
Adua è conquistata
risorgono gli eroi.
Va, vittoria va,
tutto il mondo sa.
Adua è vendicata,
gridiamo alalà.
 
Rullano i tamburi
cessa il suono del cannon.
Quanta emozion!
S'alza tra le lacrime
di gioia e di passion
una vision:
sono i martiri che un dì
questa terra ricoprì,
ombre color di sangue
nel sol che langue
cantano così:
 
Adua è liberata...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
FACCETTA NERA
 
Se tu dall'altopiano guardi il mare,
moretta che sei schiava tra gli schiavi,
vedrai come in un sogno tante navi
e un tricolore sventolar per te.
 
Faccetta nera, bell'abissina
aspetta e spera che già l'ora s'avvicina
quando saremo vicino a te
noi ti daremo un'altra legge e un altro Re.
 
La legge nostra è schiavitù d'amore
il nostro motto è libertà e dovere
vendicheremo noi camice nere
gli eroi caduti liberando te.
 
Faccetta nera, bell'abissina...
 
Faccetta nera, piccola abissina,
ti porteremo a Roma liberata
dal sole nostro tu sarai baciata
sarai in camicia nera pure tu.
 
Faccetta nera sarai romana,
la tua bandiera sarà sol quella italiana,
noi marceremo insieme a te
e sfileremo avanti al Duce, avanti al Re.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
IL RITORNO DEL VOLONTARIO
 
 
Mamma ritorna ancora alla casetta
sulla montagna che mi fu Natale
son pien di gloria amata mia vecchietta
ho combattuto in Africa Orientale.
Asciuga il dolce pianto
ripeti al mondo intero
che il figlio tuo sincero
ha vinto e lotta ancor.
 
Italia va, con la tua giovinezza
per la maggior grandezza
il Duce sempre a vegliar sarà...
Veglierà il re, gloriosa Patria bella
tu sei la viva stella
che il Duce al Mondo ridonerà
 
Nella valigia t'ho portato un fiore
io lo raccolsi in mezzo alla battaglia
il suo profumo aspira con amore
se crepitasse ancora la mitraglia.
Bagnato è tutto intorno
del sangue d'un guerriero
che per crear l'Impero
vince e lotta ancor.
 
Italia va, con la tua giovinezza
per la maggior grandezza
il Duce sempre a vegliar sarà...
Veglierà il re, gloriosa Patria bella
tu sei la viva stella
che il Duce al Mondo ridonerà
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CANTO DEI VOLONTARI
 
 
Quando la bella mia m'ha salutato
piangendo m'ha donato il tricolore:
"Il bianco è tutto il pianto che ho versato,
il rosso è tutto il fuoco del mio amore,
il verde è la speranza
che un dì ritornerai,
e allor mi sposerai
s'io morta non sarò."   Bel morettin,/se il tricolor ti piace,/la libertà e la pace/Italia bella ti donerà;/bel morettin/solleva la tua mano,/saluta da Romano,/chè ti portiamo la civiltà.
 
Quando la bella mia m'ha salutato
coi tre colori della mia bandiera
un grande fazzoletto ha ricamato
da metter sulla mia camicia nera.
Speranza, fede, amore,
io porto sopra il petto,
accanto al mio moschetto
che strada mi farà.   Bel morettin...
 
Quando la bella mia m'ha salutato
ha colto tante rose nel giardino,
ne ha fatto un grande mazzo profumato
perchè lo porti in dono a un'abissino.
Le rose io te le porto
e te le voglio offrire
ma se vorrai le spine
le spine ti darò.    Bel morettin...
 
La mia bandiera porterai sul petto
allor che attaccherete l'invasore;
e la difenderai col tuo moschetto
e la difenderai col tuo valore.
Un bacio, un giuramento
e và'in combattimento,
e quando tornerai
la vita ti darò.    Ma non tornar/se per la Patria bella/di libertà la stella/in cielo/ancora non brillerà./E se avverrà/che in mezzo alla battaglia/ti colga la mitraglia/il bacio mio ti raggiungerà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CANTATE DEI LEGIONARI
 
 
Ce ne fregammo un dì della galera
ce ne fregammo della triste sorte
per preparare questa gente forte
che se ne frega adesso di morir.
Il mondo sa che la camicia nera
s'indossa per combattere e morir.
 
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
I morti che lasciammo a passo Uarieu
sono i pilastri del romano Impero.
Gronda di sangue il gagliardetto nero
che contro l'Amba il barbaro inchiodò.
Sui morti che lasciammo a passo Ureu
la Croce di Giuliani sfolgorò.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
"Ma la mitragliatrice non la lascio!"
gridò ferito il legionario al passo.
Colava sangue sul conteso sasso
il costato che a Cristo somigliò.
"Ma la mitragliatrice non la lascio!"
e l'arma bella a un tratto lo lasciò!
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
O Duce hai dato al popolo l'Impero
noi col lavoro lo feconderemo,
col vecchio mondo diventato scemo
ci sono sempre conti da saldar.
O Duce hai dato al popolo l'Impero
siamo pronti per te a ricominciar.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
MEDITERRANEO
 
Nizza, Savoia, Corsica fatal
Malta baluardo di romanità,
Tunisi nostre sponde monti e mar
suona la libertà, la libertà.
 
Va gran Maestrale
urla, romba, ruggi con furor
stranier, via!
Duce col rostro che Duilio armò
Roma fedele a te trionferà.
In armi camicie nere
in piedi fratelli corsi
voi ritrovate al fin
 
la Patria santa, la grande madre
che vi amò, che vi chiamò
con la spada Corsi, con la fede
l'invitto Duce vi rivendicò.
Di Malta lo strazio grida
nel cuore d'Italia,
l'audacia che irrompe e sfonda
Britannici navigli schianterà.
Noi ti riconquistiam con Garibaldi.
Nizza, Nizza col tuo biondo marinar
vinceremo, Duce, vinceremo
tu sei la gloria e l'avvenir.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CIAO BIONDINA
 
L'alba spunta già, e se devi andar
per le vie del mondo, non tardar.
Ogni studentin gaio soldatin
lascia i libri e l'Università
 
Ciao biondina, ci rivedremo
un bel giorno ci incontreremo
da lontan, quando resterò
solo col mio cuor ti penserò.
Sognerò di baciare ancor
la tua treccia d'or,
addio biondona.
Ciao biondina, è giunta l'ora.
Ciao biondina, un bacio ancora.
Con ardor il goliardo va
senza mai esitar combatterà.
Ciao mio caro amor
presto torna vincitor.
 
Sfila il battaglion, rombano i motor
sempre in alto il cuore tricolor.
Vincere o morir, questo è l'avvenir
della più gagliarda gioventù.
 
Ciao biondina, ci rivedremo
un bel giorno ci incontreremo
da lontan, quando resterò
solo col mio cuor ti penserò.
Sognerò di baciare ancor
la tua treccia d'or,
addio biondona.
Ciao biondina, è giunta l'ora.
Ciao biondina, un bacio ancora.
Con ardor il goliardo va
senza mai esitar combatterà.
Ciao mio caro amor
presto torna vincitor.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ADDIO MIA PICCOLA
 
Ci bacia la rugiada mattutina...
addio biondina... addio biondina!
L'armata degli eroi già s'incammina
verso la gloria si va... si va...!
Non c'è barriera al mondo che resistere potrà.
 
Addio mia piccola, partiamo intrepidi
contro il nemico che piegare si dovrà,
gli antichi barbari dovranno cedere,
per il trionfo di una nuova civiltà.
Addio mia piccola, nel sogno baciami
e vittorioso tornerò vicino a te
dobbiamo vincere e vinceremo
col nostro Duce per l'Italia e per il Re.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
E' PARTITA UNA TRADOTTA
 
E' partita una tradotta,
tutta piena di diciott'anni,
visi freschi, cuori spaccati
dalle granate dell'allegrìa.
Hanno preso la via del mare
questi giovani in grigioverde
col prurito nelle mani
e l'amore nei tascapani.
 
L'han chiamato "Il Battaglione
del figiol... di mamma mia!"
Fà una pernacchia e tira via
perchè c'è sempre qualche frescone...
 
Parapam...pam...pam...
 
Mamma mia, ma col moschetto,
bacio in fronte, te l'ho detto
salutando alla stazione,
questo è quello della mitraglia;
mamma mia, ma col pugnale,
chè la guerra non è finita,
scaglia l'anima nella partita,
lasciala andare dove vorrà.
 
I diciott'anni li consumiamo
tra la gavetta e le scarpinate,
poi verrà l'ora che batte il cuore
quell'ora santa delle legnate.
O Battaglione di primavera
dove si ferma nessun lo sa.
 
Per ora andiamo oltre i confini
Battaglioni di Mussolini!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA SAGA DI GIARABUB
 
Inchiodata sul palmeto
veglia immobile la luna,
a cavallo della duna
sta l'antico minareto.
Squilli, macchine, bandiere,
scoppi, sangue, dimmi tu,
che succede cammelliere?
E' la saga di Giarabub!
 
Colonnello non voglio il pane
dammi piombo pel mio moschetto,
c'è la terra del mio sacchetto
che per oggi mi basterà.
Colonnello non voglio l'acqua
dammi il fuoco distruggitore,
con il sangue di questo cuore
la mia sete si spegnerà.
Colonnello non voglio il cambio
qui nessuno ritorna indietro
non si cede neppure un metro
se la morte non passerà.
 
Spunta già l'erba novella
dove il sangue scese a rivi,
quei fantasmi in sentinella
sono morti o sono vivi?
E chi parla a noi vicino,
cammelliere non sei tu?
In ginocchio pellegrino,
son le voci di Giarabub
 
Colonnello non voglio il pane...
 
Colonnello non voglio l'acqua...
 
Colonnello non voglio il cambio...
 
Colonnello non voglio encomi,
sono morto per la mia Terra.
Ma la fine dell'Inghilterra
incomincia da Giarabub.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI
 
Sfiorano l'onde nere nella fitta oscurità, 
dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà.
Taciti ed invisibili partono i sommergibili!
Cuori e motori
d'assaltatori
contro l'Immensità!
 
Andar 
pel vasto mar
ridendo in faccia a Monna Morte ed al Destino!
Colpir
e seppellir
ogni nemico che s'incontra sul cammino!
E' così che vive il marinar
nel profondo cuor
del sonante mar!
Del nemico e dell'avversità
se ne infischia perchè sa
che vincerà!
 
Giù sotto l'onda grigia di foschia nell'albeggiar
una torretta bigia spia la preda al suo passar!
Scatta dal sommergibile
rapido ed infallibile
dritto e sicuro
batte il siluro
schianta e sconvolge il mar!
 
Andar, ecc... ecc...
 
Ora sull'onda azzurra nella luce mattinal
ogni motor sussurra come un canto trionfal!
Ai porti inaccessibili
tornano i sommergibili:
ogni bandiera
che batte fiera
una Vittoria val!
 
Andar, ecc... ecc...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ADESSO VIENE IL BELLO
 
 
Si scioglie la neve, la nebbia, la brina
quei turpi inglesi
che pernottano in cantina
tracannando bottiglie,
succhiando pastiglie
domandano ai topi
quando il tempo cambierà.
April non giunge col vol di colombe
lancia dai cieli pioggia di bombe,
lancia siluri a colpi sicuri
è l'Aprile d'Italia che gloria ci dà.
percossa e sconvolta
dal basso e dall'alto,
tu non resisti non resisti
al nostro assalto.
Malvagia Inghilterra tu perdi la guerra
la nostra vittoria sul tuo capo fiera sta.
 
     Adesso viene il bello,
     adesso viene il bello,
     isoletta di pescator
     a nord ritornerai.
     Adesso viene il bello,
     adesso viene il bello,
     Inghilterra, Inghilterra
     la tua fin segnata è già.
La flotta che muove
da Capoteulada
dando prova nell'Atlantico la strada
su navi guerriere
le nostre bandiere
si schierano al vento della
santa libertà.
Falsa Inghilterra per ogni naviglio
perdi una zanna, perdi un artiglio,
non c'è rimedio sei stretta d'assedio
è l'Aprile d'Italia che morte ti dà.
Dovrai per giustizia,
malvagia Inghilterra lasciare Malta,
abbandonare Gibilterra.
Dal cuor delle genti,
i tre continenti il nome d'Italia
benedetto salirà.
     Adesso viene il bello...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VINCERE! VINCERE! VINCERE!
 
Temprata da mille passioni
la voce d'Italia squillò!
"Centurie, coorti, legioni,
in piedi chè l'ora suonò"!
Avanti gioventù!
Ogni vincolo, ogni ostacolo
superiamo!
Spezziam la schiavitù
che ci soffoca
prigionieri nel nostro mar!
 
Vincere! Vincere! Vincere!
E vinceremo in cielo in terra in mare!
E' la paroloa d'ordine
d'una suprema volontà
Vincere! Vincere! Vincere!
ad ogni costo! nulla ci fermerà.!
I nostri cuori esultano
nell'ansia di obbedir!
Le nostre labbra giurano:
o vincere o morir!
 
Elmetto, pugnale, moschetto:
a passo romano si va!
La fiamma che brucia nel petto
ci sprona, ci guida: si va!
Avanti! Si oserà
l'inosabile!
L'inesorabile, l'impossibile
non esiste!
La nostra volontà
è invincibile!
Mai nessuno ci piegherà!
 
Vincere! Vincere! Vincere...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CAMERATA RICHARD
 
Camerata Richard, benvenuto.
Posa il sacco si scivola bada,
il nemico è al di là della strada...
...parla piano già t'hanno veduto.
Ventun anni, la stessa mia classe...
...questo vedi è il mio primo bambino...
e tu sei fidanzato a Berlino
e abitate alla Krausenstrasse?
Se mia madre a quest'ora pensasse
che ho trovato un amico vicino...!
 
Camerati d'una guerra,
camerati d'una sorte,
chi divide pane e morte,
non si scioglie sulla terra!
Camerati d'una guerra,
camerati d'una sorte,
chi divide pane e morte,
più nessun lo scioglierà!...
 
Camerata Richard, tre minuti...
...due minuti...un minuto...
si attacca!
...c'è il mio nome cucito alla giacca.
pronti? fuori!
che il cielo ci aiuti!
Camerata Richard,
come canta
la mitraglia di quella piazzola...
Tieni a mente Salvetti Nicola,
Vico Mezzocannone, cinquanta.
Oggi tutta la terra si schianta,
ma noi due siamo un anima sola.
 
Camerati d'una guerra,
camerati d'una sorte,
chi divide pane e morte,
non si scioglie sulla Terra!
Camerati, fuori il passo,
sulla strada della gloria
coglieremo la vittoria
per la nostra libertà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LILI MARLEN
 
Tutte le sere
sotto quel fanal,
presso la caserma,
ti stavo ad aspettar.
Anche stasera aspetterò
e tutto il mondo scorderò,
con te, Lilì Marlen,
con te, Lilì Marlen.
 
O trombettiere,
stasera non suonar.
Una volta ancora
la voglio salutar.
Addio piccina, dolce amor,
ti porterò per sempre in cuor.
Con me, Lilì Marlen,
con me, Lilì Marlen.
 
Dammi una rosa
da tener sul cuor,
legala col filo
dei tuoi capelli d'or.
Forse domani piangerai
ma dopo tu sorriderai.
A chi Lilì Marle,
a chi Lilì Marlen?
 
Quando nel fango
debbo camminar,
sotto il mio fardello
mi sento vacillar.
Che cosa mai sarà di me
ma poi sorrido e penso a te.
A te Lilì Marlen,
a te Lilì Marlen.
 
Se chiudo gli occhi,
il viso tuo mi appar
come quella sera
nel cerchio del fanal...
Tutte le notti sogno allor
di ritornar... di riposar...
Con te, Lilì Marlen,
con te, Lilì Marlen.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VECCHIA PELLE
 
Ci siamo fatti ormai la pelle dura
su tutti i fronti sotto ignoti cieli;
son già fioriti tante volte i meli
e il legionario è ancora a guerreggiar.
Ci siamo fatta la pellaccia dura
coi bolscevichi e i giuda d'oltremar.
 
Vecchia pelle cieli ignoti
Fiamme Nere dappertutto
nascerà da tanto lutto,
una nuova umanità.
Per i figli, pei nipoti,
ci battiam su tutti i fronti
solo agli ultimi orizzonti
la vittoria in armi sta.
 
Da un continente all'altro detta Roma
l'eterna legge dell'antica razza
col mitra, col pugnale e la ramazza
l'ordine nuovo noi vogliamo dar.
Ce ne freghiamo noi della galera,
ce ne freghiamo, adesso, di cantar.
 
Legionario tieni duro,
chè il tallon è quel degli avi
quando il mondo dominavi
con romanica virtù
metteremo giuda al muro;
con il duce in testa a noi
diveniamo tutti eroi
e la morte a tu per tu.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
BATTAGLIONI "M"
 
Battaglioni del Duce, battaglioni,
della morte creati per la vita,
a Primavera s'apre la partita,
i continenti fanno fiamme e fior.
Per vincere ci vogliono i leoni
di Mussolini armati di valor.
 
Battaglioni della morte,
battaglioni della vita,
ricomincia la partita,
senza l'odio non c'è amor.
"M" rossa uguale sorte,
fiocco nero alla squadrista
noi la morte
l'abbiam vista
con due bombe e in bocca un fior.
 
Contro l'oro c'è il sangue e fa la storia,
contro i ghetti profumano i giardini,
sul mondo batte il cuor di Mussolini,
a Marizai il buon seme germogliò.
Nel clima di battaglia e di vittoria
la fiamma nera a ottobre divampò.
 
Contro Giuda e contro l'oro
sarà il sangue a far la storia.
Ti daremo la vittoria, Duce,
o l'ultimo respir.
Battaglioni del Lavoro,
battaglioni della fede.
Vince sempre chi più crede
chi più a lungo sa patir.