uomo politico e guerrigliero argentino (Rosario 1928-Higueras, Bolivia, 1967). Laureatosi in medicina a Buenos Aires, si avvicinò ai gruppi marxisti e lasciò la patria per mettersi al servizio di un ideale rivoluzionario.

Nel 1954 collaborò in Guatemala con il colonnello Jacob Arbenz, alla cui caduta riparò in Messico dove strinse amicizia con Fidel Raúl Castro Ruz.

Sbarcato a Cuba nel 1956, divenne il luogotenente di Fidel Castro nella lotta vittoriosa contro il dittatore Fulgencio Batista. Direttore della Banca Centrale dal 1959 e ministro dell'Economia dal 1961, contribuì a dare al nuovo regime un contenuto ideologico rivoluzionario.

Le sue tesi, imperniate sulla necessità di accendere numerosi focolai di guerriglia, come premessa alla rivoluzione contro l'imperialismo, e sulla priorità di un impegno internazionale di solidarietà tra i Paesi del Terzo Mondo, uscirono rafforzate dai viaggi compiuti nei Paesi afroasiatici e socialisti.

In una lunga lettera a Fidel Castro spiegò i motivi che lo spingevano a lasciare l'isola e ad abbondanare i suoi incarichi per dedicarsi all'organizzazione della rivoluzione negli altri paesi dell'America latina. L'esperienza maturata a Cuba gli permise di perfezionare una lotta armata basata sulla guerriglia organizzata condotta da piccoli gruppi addestrati.

Dopo un anno vissuto in clandestinità, nel 1967 si unì, sulle montagne della Bolivia, alla rivolta dei contadini e dei minatori contro il governo militare di René Barrientos. Ma la scelta della Bolivia, per fomentare la rivoluzione nel continente latinoamericano, si rivelò un disastro. Il paese aveva conosciuto alcune parziali riforme in seguito alla rivoluzione del 1952 ed era improbabile che la popolazione locale avrebbe seguito un bianco straniero di lingua spagnola. Catturato dall'esercito boliviano, venne ucciso il 9 ottobre 1967, e la sua esecuzione cancellò gli errori grossolani della sua campagna finale.

Egli è divenuto così il martire della rivoluzione; esempio per quanti vogliano emulare il suo spirito di sacrificio, ma non i suoi metodi.

Il suo rifiuto sia dell'ideologia capitalista sia di quella comunista più ortodossa lo fecero diventare un eroe della nuova sinistra radicale negli anni Sessanta.

Ha lasciato un Diario (1968) e saggi teorici sulla guerriglia (La guerra de guerrillas, 1959).



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