patriota e generale argentino (Yapeyú, oggi San Martín, 1778-Boulogne-sur-Mer 1850). È stato, insieme a Simón Bolívar, uno dei due grandi libertadores dell'America Meridionale: eroe purissimo e comandante audace, la sua figura è divenuta quasi leggendaria. Nacque da un'aristocratica famiglia spagnola nell'attuale provincia di Misiones. Suo padre era un ufficiale ed egli seguì la carriera paterna. A undici anni era già in Spagna per studiare nella scuola militare. Servì nell'esercito spagnolo per più di vent'anni e si distinse per il suo valore nelle guerre contro Napoleone.

Nel 1812 decise di tornare in Argentina, convinto della maturità dell'America spagnola per l'indipendenza. Si affiliò alla Loggia Lautaro, una setta segreta di tipo massonico costituita da militari che credevano nell'indipendenza, e offrì i suoi servigi al governo di Buenos Aires. Nel febbraio del 1813 colse la sua prima clamorosa vittoria contro gli Spagnoli a San Lorenzo, sul Paraná. Dopo la sconfitta delle forze patriottiche sostituì come comandante in capo il generale Manuel Belgrano. Riorganizzato l'esercito, concepì il piano di attaccare la roccaforte del Perú (chiave di volta del sistema militare spagnolo) sul versante del Pacifico. Si trasferì per questo a Cuyo e durante lunghi anni, superando incomprensioni e ristrettezze di mezzi, preparò un corpo di spedizione all'altezza dell'eccezionale impresa.

Nel 1817 si alleò con i patrioti cileni di O'Higgins e partì per la leggendaria traversata delle Ande attraverso gli impervi passi di Los Patos e Uspallata. Giunto in Cile, colti di sorpresa gli Spagnoli, guidò alla vittoria il suo esercito nelle due battaglie di Chacabuco (12 febbraio 1817) e Maipú (5 aprile 1818). S. si occupò allora di riorganizzare l'esercito. Nel 1820 partì per il Perú dove iniziò una cauta campagna di conquista che culminò con la presa di Lima e la proclamazione dell'indipendenza il 28 luglio 1821. S. fu nominato capo del governo con il titolo di Protettore.

Egli pose subito mano alla riorganizzazione dei Paesi liberati, istituendo organi democratici, abolendo la schiavitù e fondando enti culturali. Rimaneva comunque ancora in America Meridionale un forte esercito spagnolo da battere. Per questo S. concepì di unire le sue forze a quelle del liberatore della Colombia, Bolívar. I due grandi uomini si incontrarono a Guayaquil il 26 luglio 1822 ma la loro diversa valutazione della realtà politica del momento impedì un'intesa. Per non danneggiare la causa della libertà, dimostrando ancora una volta raro senso di integrità morale.

S. si dimise lasciando il suo ben organizzato esercito agli ordini di Bolívar. Incompreso in patria dove le fazioni politiche si dilaniavano, S. esulò volontariamente in Europa. Morì in Francia dove si era ritirato in dignitosa povertà.

Solo nel 1880 gli Argentini gli resero i dovuti onori riportando la sua salma in patria e seppellendola nella cattedrale di Buenos Aires.

 
 
 


Arenga de Santiago: "La revolucìon es la sola fuente de derecho; y el solo su intèrprete es el pueblo armado"