Le biglie all'Uranio: oltre il limite

     Da diverso tempo, su eBay, vengono vendute delle biglie di vetro contenenti uranio e quindi leggermente radioattive. Carine anche da vedere: specie se eccitate da luce UV diventano fluorescenti, con una forte luminosità giallo verde.

Un gruppo di biglie radioattive sottoposte a luce UV.      E' un sistema utilizzato in america per smaltire le scorie dei reattori nucleari: il vetro di recupero viene fuso ed alla fusione si aggiunge in percentuali prefissate per legge le scorie radioattive da smaltire.

     Il vetro viene poi confezionato in sferette di vario diametro ed a questo punto viene venduto come materiale inerte per essere mescolato al cemento nella preparazione del calcestruzzo.
     In questo modo, due materiali di scarto, il vetro e l'uranio, vengono smaltiti in modo sicuro e conseguendo anche un modesto risultato economico.

Una biglia inserita nella cella di misurazione, luce UV.      Alcuni acquistano queste biglie in USA a costo quasi nullo e le rivendono in Italia ad una decina di Euro come campioni radioattivi per la verifica dei contatori Geiger degli appassionati di radioattività.

     Al riguardo vi sarebbero alcune cosette da chiarire: vero che le biglie sono radioattive, ma per i limiti della legge USA, lo sono in minima parte, tanto che il livello emesso è talmente basso da confondersi con la stessa radioattività naturale che ci circonda.
     Il vetro poi è un ottimo isolante, per cui sono bloccate tutte le radiazioni Alfa e buona parte delle Beta, lasciando fuoriuscire solo minime quantità di radiazioni Beta e Gamma.

La biglia pronta per la misurazione. Ma la striscia di carta, a cosa serve ?      Ecco quindi che l'interesse reale per queste biglie come campioni di radioattività è molto limitato, sono infatti ben pochi gli strumenti in grado di rilevare con sicurezza la loro radioattività.

     Tutti gli altri strumenti si limitano a continuare a segnalare la normale radioattività ambientale, magari con picchi leggermente più marcati, ma senza darci la certezza della loro attività, tanto meno sono in grado di quantificarla con precisione.

     Ma non tutto è inutile: le stesse biglie che sono una spesa perfettamente superflua per tutti coloro che hanno strumenti di origine militare o di origine russa, diventano invece molto interessanti per quei pochi appassionati di radioattività che sono dotati di strumentazioni valide e capaci di operare ai bassi livelli della radioattività naturale.

Particolare della cella di misurazione e della cella di isolamento.      Ho voluto fare alcune prove su queste biglie, in primis la loro precisa valutazione, pertanto me ne sono procurato alcune ed ho utilizzato per la misurazione uno scaler Eberline MS-2 con sonda gamma per bassi livelli di radioattività: uno scintillatore Ludlum 44-3 modificato con un rilevatore al Na(I) e dalla sensibilità verificata di 110 CPM per microR/h (solo per confronto: la sensibilità di una ottima pancake è di 3,3 CPM per microR/h).

     Per poter sfruttare al massimo l'elevata sensibilità della sonda Gamma, ho poi preparato una cella di isolamento schermata in piombo dello spessore di circa un centimetro.

Lo scaler Eberline al lavoro: la copertura in piombo protegge la cella di misura dalla radioattività ambientale.      Come prima cosa ho controllato la capacità di abbattimento della radioattività naturale, che nella mia stanza è abbastanza elevata, sui 19 microR/h.
     Utilizzando la cella in piombo viene eliminata tutta la radioattività indotta per cause naturali e resta solo una parte, quella più penetrante, della radiazione cosmica.
     Dalle misure fatte, la radioattività residua all'interno della cella è di soli 4 microR/h, quindi con un abbattimento di quasi 5 volte il valore iniziale.

     Se a questo punto inseriamo una biglia all'interno della celletta di misura e facciamo le misurazioni, otteniamo valori di radioattività emessa pari a 10 - 4 = 6 microR/h.
     Sappiamo ora che la emissione di una biglia di vetro all'uranio è di 6 microR/h ed è anche molto costante: su sette diverse biglie misurate il valore è andato da un massimo di 6,1 ad un minimo di 5,9 microR/h.

     A questo punto è chiaro il motivo della delusione di quanti hanno acquistato queste biglie per testare strumenti, sia pur diffusissimi, come il FAG SV-500, il CDV700 6b, il FH 40T, ecc. ecc.

     Una ultima considerazione: alcuni di noi rivolge le proprie ricerche allo studio ed alla valutazione dei raggi cosmici in relazione alla attività solare.
     Orbene, l'utilizzo costante di una cella di misura schermata come quella qui impiegata permette di isolare le radiazioni cosmiche dalle altre fonti naturali di contaminazione radioattiva, rendendo molto più precise le nostre valutazioni.


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