Strumenti utilizzati: Tornio in legno autocostruito da Nicola Ricci
Un bellissimo microscopio Zeiss di quelli di buoni, di una volta, tutto nero ed in versione leggera, uno Standard GFL.
Magnifico, lo provo e tutto va alla perfezione, ottiche pulitissime, meccanica scorrevole.
Poi aumento l'ingrandimento ed ecco che salta fuori la magagna: la messa a fuoco micrometrica ruota regolarmente, ma non è funzionante, non si sposta.
Dopo il primo disappunto, considerato che tutto il blocco dello stativo era stato acquistato su eBay per la modica cifra di 1 Euro, mi rimetto tranquillo e comincio a cercare il motivo del malfunzionamento.
Come in tutti i casi più difficili, mi avvalgo dell'esperienza dell'amico e microscopista insigne Nicola Ricci ed insieme cominciamo a smontare ed esaminare i pezzi del meccanismo di messa a fuoco.
Sul fondo del blocco di messa a fuoco vi è un cilindretto che, rimosso, contiene la meccanica che opera sulla micrometrica. Guardiamo gli ingranaggi, sembra tutto normale, salvo che ne manca uno.
Manca ! Manca del tutto !
Non è che si sia rovinato qualche dente o si sia spezzato, neppure è stato tolto, sul perno sono ancora ben visibili le tracce dell'intero ingranaggio.
Quindi l'unica spiegazione che riusciamo a darci è che per un cattivo montaggio si sia sempre più sgranato, consumandosi regolarmente fino a far sparire totalmente i denti e lasciando al loro posto solo un pizzico di polvere metallica.
A questo punto non sappiamo le dimensioni esatte dell'ingranaggio che non c'è più, ipotizziamo 10 denti solo perché le tracce dei residui sembrano confermarlo, ma come era fatto esattamente ?
Chiaramente non esistono più pezzi di ricambio, o facciamo senza micrometrica o dobbiamo rifare l'ingranaggio.
Anzi, correggo, Nicola deve rifare l'ingranaggio !
E' lui il mago del tornio, è lui che si accolla tutto l'onere della ricostruzione ex novo dell'ingranaggio.
Partenza !
Si studia per bene il sistema del movimento: un ingranaggio (1) riceve il movimento dalla micrometrica e trasmette il movimento all'ingranaggio scomparso (2), a lui coassiale.
L'ingranaggio che non c'è più trasmetteva il moto ad un settore dentato (3) che mediante una leva alzava od abbassava lo stativo.
Allora misurando i denti del settore dentato si ipotizzano le misure esatte dell'ingranaggio fantasma: soli 4,2 mm. x 3 mm. di larghezza..
Si passa al tornio, il magico tornio in legno che Nicola si è costruito da solo, e mettiamo sul mandrino un pezzetto di barra di ottone, da cui ricaveremo il pezzo.
Per prima cosa la barra viene riportata alle dimensioni esterne dei denti, anche la larghezza viene ipotizzata in circa 3 mm.
Ora bisogna fissare la posizione dei denti, 360 gradi diviso 10 da un dente ogni 36 gradi. Sul mandrino del tornio si preparano le 10 posizioni di fermo, bloccato da un robusto perno a vite il mandrino diventa una morsa stabilissima.
Si fissa come utensile una fresa con punta rotonda e diametro uguale alla larghezza massima della gola e si fanno le prime 10 fresature che abbozzano l'apice dei denti.
Poi si fissa la fresa ortogonale al pezzo, questa volta la rotante è un sottile disco che incide il fondo del dente, dove la gola è più stretta (circa 0,3mm.).
Una ripassata di nuovo ai 10 denti con una piccola mola permette di ripulire il tutto e rendere più regolare la rotazione e l'incastro dei denti.
Lasciando il pezzo sempre montato sul tornio, si fa la foratura dell'ingranaggio da parte a parte con una punta da 2mm e la spianatura della flangia di appoggio.
Il pezzo è ora pronto per essere calettato sull'ingranaggio portante (il n.1) a cui verrà fissato con tre piccole viti.
Tolto l'ingranaggio così finito, è ora di cominciare a lavorare sul pezzo ospite per prepararlo ad ospitare il nuovo ingranaggio.
Il perno deve essere completamente ripulito dai residui del vecchio ingranaggio, per farlo dovremo montarlo sul tornio, ma come fare con un pezzo così piccolo, da dove lo prendiamo ?
L'unica soluzione è costruire un tutore, una barra di PVC con l'impronta al negativo dell'ingranaggio 1, a cui questo può essere saldamente bloccato mediante tre belle viti.
A questo punto il pezzo può essere montato sul tornio, ripulito dai residui e riportato alla giusta misura.
Il pezzo è finito, rimontato e fissato nella giusta posizione e con i giusti giochi, tutto scorre a meraviglia senza particolari inceppi o attriti.
Ancora una volta Nicola, mastro di tornio, ha fatto il miracolo.
Ho voluto descrivere passo per passo questa lavorazione perché troppe volte si guarda solo al lavoro finito senza vedere quanta pazienza, quanto lavoro e quanto ingegno concorrono alla realizzazione di un pezzo, pur così piccolo, ma certo non insignificante.
Ora il nostro Zeiss Standard GFL è di nuovo in piena forma e la micrometrica funziona liscia che è un piacere.
Ha lavorato ottimamente per oltre mezzo secolo, certamente andrà avanti ancora altrettanto.