AUTORI: EN AMI & RIPLEY
DISCLAIMER: I
personaggi di Mulder, Scully e Skinner non ci appartengono, ne ci apparterranno
mai, ma sono di proprietà della Fox e di C. Carter e sono qui usati senza
permesso. Gli altri sono usciti dalla nostra fantasia e guai a chi ce li tocca.
RATINGS: NC-17,
per scene di sesso che non contempleremo mai nella realtà.
SUMMARY: ….
Durante una festa, Scully sparisce insieme ad un suo vecchio compagno di
Università.
COMMENTI:
Siccome siamo estremamente masochiste, li accettiamo, diteci la vostra, e se
vorrete farci anche qualche complimento, ne saremo contente; e-mail a : invisigoth28@hotmail.com
NOTE: Quando ho
iniziato a scrivere questa storia, non avevo la benchè minima idea di come e
dove sarei andata a finire, poi l’incontro con Ripley ed eccoci qua. E’ stata
un’esperienza divertente, speriamo lo sia anche la vostra lettura, da parte
nostra, ci abbiamo messo tutto l’impegno e la fantasia possibile. Per i
ringraziamenti, vi rimandiamo alla fine della lettura.
EN AMI &
RIPLEY VI PRESENTANO
OMBRE DAL
PASSATO
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L’aria dell’ufficio
nel seminterrato, già di per se claustrofobico, era particolarmente
irrespirabile quella mattina. Fox Mulder si aggirava come una tigre in gabbia,
non avrebbe saputo spiegarne l’origine, ma uno strano malessere lo attanagliava
da qualche giorno e come se non bastasse, appena arrivato al lavoro, alle 7.30,
come sempre, aveva trovato una comunicazione che lo informava di essere atteso
nell’ufficio di Skinner alle 10.00.
Guardò l’orologio,
erano le 8.00 precise, alzò gli occhi verso la porta e come da copione la vide
entrare, schifosamente puntuale, come al solito.
“ Buongiorno,
Mulder! “, Dana Scully, sua collega da ben sette anni, si appoggiò al bordo
della scrivania e lo fissò divertita. “ Qualcosa non va? “, gli domandò in
maniera diretta.
Mulder represse un
ghigno, lei lo conosceva come nessun altro al mondo e mentirle sarebbe stato
non solo pericoloso, ma inutile. “ Niente caffè stamattina? “, provò a
chiederle, lei aggirò la scrivania e gli si avvicinò.
“ Tu dimmi prima
cos’hai, poi ti porterò tutto il caffè che vuoi! “, Mulder non osò replicare e
come poteva? Quando lei lo fissava in quel modo, regrediva all’età di 12 anni!
“ Skinner ci ha
convocati nel suo ufficio per le 10.00….. “
“ Che hai combinato
stavolta? “, lo interruppe inarcando un sopracciglio.
“ Niente, che io
sappia “, rispose lui con aria innocente, si sentiva un po imbecille in quel
momento, ma non avrebbe saputo dirne il perché.
Scully scrollò la
testa, le stranezze del suo collega erano una costante nella sua vita, ma
ultimamente Fox Mulder stava tentando di battere tutti i record. Non solo era
strano, ma spesso sorrideva da solo, si perdeva dietro strane elucubrazioni e
come se non bastasse, un paio di volte lo aveva sorpreso a fissare il vuoto con
sguardo totalmente assente, che stesse male? Non trovando una risposta pronta,
uscì nel corridoio e andò a prendere un paio di tazze di caffè.
Fox Mulder rimase a
guardarla in silenzio e improvvisamente, senza ragione, si trovò a ripensare a
quel lontano giorno di sette anni prima, quando lei aveva fatto per la prima
volta il suo ingresso in quell’ufficio. Lui aveva provato dapprima diffidenza
nei suoi confronti, poi qualcosa in fondo ai suoi occhi lo aveva colpito nel
profondo e dal preciso istante in cui i loro sguardi si incontrarono, Mulder
capì che quella donna, per ragioni che gli apparivano oscure, non sarebbe mai
stata una donna qualunque nella sua vita, e quanto aveva visto giusto allora,
lo scoprì nel corso degli anni.
Scully tornò con
due abbondanti tazze di caffè tra le mani, ne posò una davanti al collega, poi
sedette di fronte a lui. Bevvero in silenzio, le parole sembravano
particolarmente pesanti quella mattina, nessuno dei due trovava qualcosa da
dire. All’improvviso Mulder si alzò.
“ Sai, Scully,
stavo ripensando al nostro ultimo caso “, esordì. Gli era tornato quello strano
sorriso ebete sulla faccia e Scully iniziò istintivamente a preoccuparsi.
“ E allora? “,
replicò spostando la tazza, ormai vuota, in un angolo libero dell’incasinata
scrivania del partner.
“ Pensavo a quanto
siamo stati bravi, eh?! “, le sopracciglia di Scully scattarono verso l’alto,
da quando Fox Mulder aveva preso l’abitudine di vantarsi dell’aver risolto un
caso?
“ Non mi pare che
abbiamo fatto chissà che! “
La raggelante risposta
della collega, allargò ancora di più il sorriso sul suo viso. “Andiamo, Scully,
abbiamo messo insieme una coppia che si rincorreva da anni senza riuscire a
trovarsi e tu osi dire che non abbiamo fatto niente?! “, rispose. Il sorriso
era diventato un ghigno.
Si, decisamente Fox
Mulder non stava bene!
“ E da quando ti
entusiasmi per cose di questo tipo? “, l’ironica risposta di Scully non intaccò
minimamente l’allegria di Mulder.
“ Chissà,
probabilmente sto solo invecchiando! “, rispose tornando a sedersi e inclinando
pericolosamente la sedia all’indietro. “ Sai, Scully, Holman era convinto che
noi due stessimo insieme……. “
“ Anche Sheila “,
proseguì lei. Mulder non ci avrebbe giurato, ma le era parso di cogliere una
nota di rimpianto nella sua voce.
E lui? Come si
sentiva lui?
Da quando erano
tornati da Kroner, Kansas, si sentiva strano, diverso, come se un’improvvisa
consapevolezza, che aveva tenuta celata per anni, premesse violentemente per
venire fuori. Ma consapevolezza di cosa? Questa domanda lo tormentava da giorni
e fintanto che era occupato in qualche attività, riusciva a non pensarci, ma la
notte….. Dio! La notte. Non ricordava neanche più da quando non dormiva.
“ Mulder?! “, la
voce di Scully, salita nel frattempo di un’ottava, lo scosse dal torpore nel
quale era sprofondato.
“ Stai bene? “,
aggiunse guardandolo dritto negli occhi.
Dannazione,
Scully, non così!!
La forza prepotente
di quel pensiero, lo spaventò facendolo scattare in piedi per allontanarsi
dalla sferzata di quello sguardo indagatore. Si sentiva come se un martello
pneumatico gli stesse trapanando il cranio, che accidenti gli stava succedendo?
Perché non sopportava che Scully lo guardasse così? E perché avrebbe dato
l’anima per leggere in quegli occhi qualcosa di diverso? La mano di lei premuta
dietro la sua schiena, lo fece sussultare.
“ Mi stai facendo
preoccupare, Mulder “, la voce di lei era bassa e cadenzata, terribilmente
sensuale, com’è che non aveva notato prima tutto questo? E com’è che lo stava
notando ora?!
Non toccarmi,
Scully!!!
“ Sto bene, è solo
che….. “
Solo che sono un
perfetto idiota, ecco cos’è!!!
“ Si, insomma, non
sono me stesso in questi giorni “, finì per dire. Scully, dietro di lui,
sospirò.
“ Tutto questo per
aver aiutato due perfetti sconosciuti a mettersi insieme? “, la domanda rimase
sospesa nell’aria a lungo, poi lo sentì ridere sommessamente.
“ Chi, io? Ma
figurati! “, si voltò, incrociò lo sguardo di lei e gli attorcigliarono le
budella. Era indecifrabile. Una sfinge. “ No, sono altre cose, altri pensieri
“, non sapeva se la sua arraffazzonata risposta avesse convinto la collega, nel
dubbio, tornò a sedersi alla scrivania, cominciò ad appallottolare fogli di
carta e a gettarli nel cestino. Faceva sempre così quando era nervoso o
preoccupato per qualcosa, questo Scully lo sapeva bene, sapeva ogni cosa di
lui, e il fatto che le stesse nascondendo qualcosa, le procurava una sensazione
di malessere. Odiava sentirsi esclusa dai pensieri di Mulder, era come se lui
la stesse tradendo con qualcuno.
Questo pensiero la
fece sorridere, quante volte era capitato negli anni che avevano rischiato di
saltarsi alla gola in preda ad improvvisi raptus di gelosia!
Gelosia. Che strana
parola. Eppure lei l’aveva provata, dura, violenta, nei confronti di Phoebe, il
primo grande amore di Mulder; di quella dannata entomologa dall’improbabile
nome di un cartoon, Bambi. Dio, quanto l’aveva detestata e quanto aveva
detestato Mulder per come la guardava, quasi che volesse possederla con gli
occhi, o più semplicemente aveva odiato Mulder perché non aveva mai guardato
lei così!
Ecco la verità nuda
e cruda, lei non era mai stata una donna davanti agli occhi di Mulder, ma solo
un’amica, una compagna di avventure, la sua collega; lui avrebbe dato la sua
stessa vita per lei, questo lo sapeva, ma Scully, almeno una volta nella vita,
avrebbe voluto sperimentare su di se lo sguardo che il suo collega aveva
riservato ad altre donne incontrate per caso nel corso degli anni.
Avrebbe voluto
leggere il desiderio di qualcos’altro in quegli occhi!!
“ Scully?! “, il
richiamo di Mulder la ridestò dai suoi pensieri e quasi arrossì sentendosi
addosso il suo sguardo a metà tra il serio e il divertito. “ Ti ho vista
sorridere, a cosa stavi pensando? “
Se te lo
dicessi, caro il mio collega, scapperesti a gambe levate attraverso il
corridoio!
“ Niente di
speciale “, mentì. “ Vogliamo prepararci ad affrontare Skinner? “, Però, era
diventata brava a fingere, si era perfezionata bene nel corso degli anni
passati con lui. Aveva dovuto imparare, questione di sopravvivenza!
“ Se dovesse
saltarmi al collo per un qualche motivo, ti avrò dalla mia parte, vero?! “, le
chiese infilandosi la giacca.
“ Dovrei offendermi
per il solo fatto che me lo hai chiesto! “, replicò Scully dandogli le spalle e
uscendo nel corridoio. La risatina di Mulder le procurò una scarica di
adrenalina nel corpo. Amava quell’uomo in tutto il suo essere, lo sapeva, ne
era cosciente e aveva imparato a conviverci; si sarebbe fatta sparare piuttosto
che farglielo capire, e fino a quel momento, ci era riuscita benissimo.
La porta del Vice
Direttore Skinner si aprì e lui fece cenno alla sua segretaria di far
accomodare i due agenti. Il primo ad alzarsi fu Mulder, seguito a ruota da
Scully. Nell’attraversare la porta, Mulder rimase colpito per l’ennesima volta
dall’immacolatezza dell’ufficio del suo capo; lui era seduto dietro la
scrivania e anche così appariva imponente, ex marine dalla testa ai piedi,
duro, inflessibile, ma anche amico in più di un’occasione. Nel rimettersi gli
occhiali sul naso, fece cenno ai due di accomodarsi.
“Grazie di essere
venuti “, esordì. “ Non vi ruberò molto tempo “, aggiunse fissando volutamente
Mulder, il quale cominciò istintivamente a sentirsi a disagio.
“ Perché siamo
stati convocati, signore? “, la domanda di Scully, non sorprese Mulder, sapeva
che l’avrebbe fatta.
“ Ci arrivo subito,
Agente Scully “, replicò Skinner aprendo un cassetto della scrivania e
tirandone fuori una busta. “ Qui dentro c’è l’invito ad un party, è inutile
sottolineare che dovrete esserci “
“ Un party? Questa
è bella! “, esclamò Mulder con sarcasmo, Skinner lo incenerì con uno sguardo.
“ Agente Mulder, le
faccio presente che se sta anche solo pensando di non andarci, la
prenderò personalmente a calci nel sedere! “, Mulder lo fissò a bocca aperta.
“ Mi scusi, signore
“, Scully, vista la tensione, intervenne prontamente. “ Perché ci tiene così
tanto? Cioè, quello che vorrei dire è….. “
“ Ho capito, Scully
“, la interruppe lui facendo passare lo sguardo alternativamente tra l’uno e
l’altra. “ Saprete che è stato nominato il nuovo Capo Sezione, bene, prima di
insediarsi ufficialmente, darà un party per poter incontrare in un colpo solo
tutti gli agenti che lavoreranno per lui….. “
“ Magnifico!! “,
esclamò Mulder ancora più sarcastico di prima, ricevendo in cambio l’ennesima
occhiataccia, da Scully stavolta. “ Non pensavo di essere diventato
improvvisamente così importante da ricevere un invito del genere! “, aggiunse
ignorando completamente i segnali di disapprovazione inviatigli dalla sua
partner.
“ Agente Mulder,
quello che pensa lei, è assolutamente insignificante! “, controbattè asciutto
Skinner. “ Il party è per sabato, anziché discutere, abbia la bontà di
procurarsi un abito adatto all’occasione! Potete andare “, li congedò. La prima
ad alzarsi fu Scully, Mulder lanciò un’ultima occhiata al suo capo, poi prese
la busta dalla scrivania e seguì la collega. Non avevano raggiunto la maniglia,
che furono bloccati da un richiamo.
“ Agente Scully?! “
“ Si, signore? “
“ La riterrò
personalmente responsabile in caso di defezione del suo collega, lo ricordi! “
“ Si, signore! “
“ Potete andare! “
“ Si, signore! “,
Scully uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e appena fuori, si
scagliò verbalmente contro Mulder. “ Accidenti a te! Qualche volta potresti
risparmiarti il tuo sarcasmo, no?! “, il suo sguardo era bruciante e Mulder se
ne sentì spaventato.
“ Sono rimasto
sorpreso, tutto qui “, tentò di minimizzare seguendola nell’ascensore.
“ Sorpreso? Solo
perché per una volta si sono ricordati di noi come facenti parte della
struttura operativa dell’FBI?! “, Scully lo fissò, tutto sommato la cosa
cominciava a divertirla, Mulder lo percepì dal tono della sua voce, dal colore
dei suoi occhi. “ Mulder, non starai pensando a qualche oscura trama
governativa, spero! “, questa volta lui non potè fare a meno di sorridere.
“ Se il lupo
cattivo ti invita nella sua tana, un motivo ci sarà! “, rispose. “ Scully, io
ho fame, ti andrebbe di mangiare qualcosa? “, lei lo guardò sorpresa, Mulder
che la invitava a mangiare qualcosa fuori per la pausa pranzo? Lui che non si
allontanava dal suo ufficio neppure per andare in bagno?
Si, c’era
decisamente qualcosa che non andava!!
Quel venerdì passò
in maniera assolutamente anonima, niente casi, niente novità, niente di niente
e Mulder detestava oziare, perché l’ozio lo portava a pensare e lui non voleva
pensare, perché quando lo faceva, i ricordi lo assalivano prepotentemente.
Quella mattina poi non si era neppure fatta viva Scully, gli aveva telefonato
dicendogli che si sarebbe presa una giornata di libertà per dedicarsi allo
shopping. Scully che si dedicava allo shopping gli suonava decisamente
divertente, aveva preso dannatamente sul serio l’invito al party, mentre lui
avrebbe dato dieci anni della sua vita per non andarci. Sentiva la strana
sensazione che si sarebbe trovato coinvolto in qualcosa e quando le sensazioni
erano così nitide, raramente sbagliava. Ed in ogni caso non poteva fare a meno
di presentarsi a quel dannato party, primo perché Skinner sarebbe stato capace
di prenderlo a calci per davvero, secondo perché Scully gli avrebbe
probabilmente sparato.
Scully, chissà
dov’era in quel momento, cosa stava facendo, se aveva trovato quello che stava
cercando. E lui, aveva trovato quello che cercava? Niente nella sua vita era
mai andato nel verso giusto, una famiglia a pezzi, suo padre coinvolto in
chissà quali oscure trame governative, sua sorella sparita misteriosamente 23
anni prima e mai ritrovata, la sua vita andata in pezzi e ricostruita migliaia
di volte ed ogni volta c’era stata Scully accanto a lui. Scully, ma davvero
sarebbe riuscito a sopravvivere senza di lei?
Scully,
l’enigmatica, la fredda, l’insostituibile Scully, che lo aveva coccolato come
un bambino quando ne aveva avuto bisogno e preso a calci quando lo aveva meritato. Scully che lo
aveva rimesso in carreggiata ogni volta che accennava ad andare fuori strada,
che lo aveva protetto, gli aveva salvato la vita.
Scully, la donna
che amava!
Ecco, lo aveva
ammesso, la donna che amava e alla quale non avrebbe mai trovato il coraggio di
dire ti amo,
perché se lo avesse
fatto lei si sarebbe messa a ridere, o più probabilmente avrebbe alzato gli
occhi al cielo e avrebbe esclamato un: “ Oh, signore! “, e se ne sarebbe
andata. Scully che non aveva mai minimamente sospettato lo sconvolgimento che
gli provocava ogni volta che lo fissava dritto negli occhi con quei suoi
dannati occhi azzurri, oppure quando gli regalava uno dei suoi rari sorrisi.
Scully……
Lo squillo del
telefono, lo fece sobbalzare. “ Mulder! “, rispose tentando di scacciare
l’immagine della collega dalla mente.
“ Ciao, sono io! “,
replicò una voce allegra dall’altro capo. “ Cosa stai facendo, Mulder? “
“ Tentavo di
ammazzare il tempo “, che risposta banale aveva dato, ma in quel momento non si
sentiva molto lucido. “ Tu piuttosto, dove sei? “
“ Davanti alle
vetrine di un negozio, sai, non pensavo fosse così difficile trovare un bel
vestito “, rispose lei con un sospiro che, attraverso la cornetta, arrivò
dritto nel surriscaldato cervello di Mulder.
“ Hai bisogno di
aiuto? “, le chiese. La risposta di lei, lo piegò in due.
“ Non serve,
Mulder, sono con un amico “
Con un amico?! E
chi diavolo poteva essere? Scully non frequentava molta gente!
“ Bene! “, rispose
digrignando i denti. “ Ci vediamo in ufficio più tardi? “, chiese speranzoso.
“ No, Mulder,
Darren mi ha invitata a pranzo e così…… “
“ Darren?! Lo
conosco? “, domandò lui con voce piatta sentendo il desiderio di strangolarla.
“ No, è un vecchio
compagno di università, l’ho incontrato per caso oggi e così….. “, Scully si
interruppe, si stava giustificando con Mulder, perché? “ Magari ti chiamo stasera, va bene? “,
tagliò corto alla fine.
“ Attenta ai vecchi
amici che non vedi da tempo “, scherzò lui. “ Spesso si rivelano potenzialmente
pericolosi! “
“ Per male che
vada, ho sempre la pistola con me, no?! “, ribattè lei chiudendo la
comunicazione. La pseudo
gelosia di Mulder
la fece sorridere, era sempre così attento, così protettivo nei suoi confronti,
peccato lo facesse con lo spirito del fratello maggiore. Quanto le sarebbe
piaciuto che fosse stato geloso di lei come donna, che per una volta avesse
perso la sua compostezza e si fosse scagliato contro qualcuno per lei.
L’immagine mentale di Mulder che picchiava un uomo davanti ai suoi occhi, la
fece sorridere ancora di più, primo perché non sarebbe avvenuto mai, secondo
perché non c’era motivo perché avvenisse, non stavano mica insieme in fondo,
no?!
Quest’ultima
considerazione le procurò una fitta allo stomaco.
“ Dana, penso che
quel vestito ti starebbe d’incanto “, la voce di Darren la strappò ai suoi
pensieri.
“ Quello dici? “,
chiese lei indicando un abito in vetrina. “ Ma è…… Santo cielo, Darren, quella
scollatura oserei definirla oscena!! “, aggiunse fingendosi scandalizzata, ma
l’idea di provarlo, si stava facendo strada nella sua mente, come avrebbe
reagito Mulder vedendola vestita così?
Questa banale
domanda, bastò a convincerla, guardò verso Darren ed entrò nel negozio.
L’appuntamento era
per le 8.00. Mulder sarebbe passato a prenderla a casa sua da dove avrebbero
raggiunto il locale dove si teneva il fatidico party. Strane sensazioni si
ingarbugliavano nella sua mente, ed ogni volta che andava vicino a prendere il
filo dei suoi pensieri, calava una cortina di nebbia che lo riportava
inesorabilmente al punto di partenza. Mentre si accingeva a bussare alla porta
della collega, un pensiero assurdo si delineò nella sua mente, e se invece di
andare a quel dannato party, l’avesse invitata a cena? Sarebbe stato carino,
no?! Desiderava farlo da sempre, ma non aveva mai trovato il momento giusto, o
forse non aveva voluto trovarlo. La sua mano esitava, sospesa a dieci
centimetri dalla porta della collega, perché no, si disse alla fine, per una
volta, una sola volta nella vita, voleva fare una cosa bella per lei. Si,
l’avrebbe invitata a cena, se ne sarebbe fregato del party, di Skinner, del
capo sezione, di…….
La porta si
spalancò all’improvviso e lui fece un balzo indietro. Era buffo stretto com’era
nel suo smoking e con il pugno chiuso sospeso a mezz’aria.
“ Mulder?! “, il
richiamo di Scully lo riportò al presente. “ Si può sapere perché non ti
decidevi a bussare? “, il tono di lei era di finto rimprovero, in realtà
l’espressione di Mulder la divertiva da morire.
“ Scully, io non
voglio andare a quel party! “, l’aveva detto tutto d’un fiato, poi si soffermò
a guardarla. Cazzo, era bellissima!
“ Ci risiamo! “,
protestò lei chiudendosi la porta alle spalle. “ Ho passato mezza giornata a
cercare un vestito, due ore dal parrucchiere e tu non vorresti andare al party?
“
Lui la sbirciò di
sottecchi, cercando di capire qualcosa del suo vestito, ma l’ampio mantello che
lei portava drappeggiato intorno al corpo, gli impediva di vedere, ma stava
benissimo con i capelli pettinati così, e con quel trucco appena accennato, il
rossetto color corallo che le rimarcava alla perfezione la bocca carnosa. Senza
rendersene conto, si passò la lingua sulle labbra. “ Scully, quella festa è una
trappola! “, la sua affermazione la fece sorridere.
“ Ecco il caro,
vecchio Mulder che conosco! “, lo canzonò entrando in macchina.
Lui non se la
prese, era abituato a discutere con lei. “ Avevo in mente un programma
alternativo, cioè, ho pensato di invitarti a cena, che ne dici?! “, le chiese
mettendo in moto e staccandosi lentamente dal marciapiede. Lei non rispose e se
la proposta di Mulder l’aveva colpita, non lo diede a vedere. “ Scully?! “, la
chiamò sollecitando una risposta.
“ In un altro
momento, la tua proposta mi avrebbe lusingata, oltrechè meravigliata “, rispose
lei rimarcando bene le parole. “ Ma stasera la risposta è no! “
“ Ma perché ci
tieni tanto a quel dannato party?! “, il tono di Mulder era diventato un po più
aspro, e non solo perché lei aveva rifiutato il suo invito.
“ E tu perché temi
tanto di doverci andare?! “, replicò lei nello stesso tono. Si stava
arrabbiando, Mulder era come un libro aperto, ma in questa occasione, proprio
non riusciva a capirlo.
“ Ok! “, ribattè
lui accelerando bruscamente. “ Togliamoci il dente, e non pensiamoci più! “,
aggiunse concentrandosi sulla guida. Lo seccava da morire che lei avesse
rifiutato così seccamente il suo galante invito,e il party era solo una scusa,
lei avrebbe rifiutato comunque. Questa certezza lo portò ad accelerare ancora
di più, tanto che Scully, seduta rigida di fianco a lui, dovette richiamarlo
all’ordine.
“ Mulder, vorrei
arrivarci intera al party, non a pezzi sparsi qua e la sul l’asfalto! “
Nonostante fosse
incazzato nero, non potè fare a meno di sorridere. Rallentò e si voltò a
guardarla. “ Manca poco, nel caso avessi cambiato idea…… “, il sopracciglio
inarcato di Scully lo fece desistere. “Come non detto! Spero almeno che tu
abbia un bel vestito!! “, rimarcò acidamente, poi tacque e non parlò più fino
all’arrivo.
Il salone dove si
teneva il party, era gremito di gente. Il nuovo Capo Sezione aveva fatto le
cose in grande ed ovunque si volgeva lo sguardo, si vedevano signore
ingioiellate, uomini eleganti nei loro impeccabili smoking e volti più o meno
noti a Mulder. Mentre si guardava intorno alla ricerca di Skinner, si sentì
poggiare una mano sulla spalla, si voltò e restò a bocca aperta a fissarla.
Quella non poteva essere Scully!! Dove diavolo lo aveva tenuto nascosto tutto
quel ben di Dio in tutti quegli anni?! Il suo abito nero, perfettamente
aderente al suo esile corpo, metteva in risalto la pelle chiara e la scollatura
lasciava ben poco spazio all’immaginazione.
Scully. La sua
Scully!! Era così dannatamente sexy quella sera da fargli domandare se in tutti
quegli anni non avesse vissuto con un clone!!
“ Mulder?! “
E il suo profumo…..
Sandalo? Si, forse…..
“ Mulder?! “
No, forse muschio,
si, forse…..
“ Mulder?!?! “
Tabacco! Si,
certamente tabacco. Che strano però, sembrava un profumo decisamente maschile!!
“ MULDER?! “, nel
chiamarlo per l’ennesima volta, gli poggiò una mano sul braccio e quel contatto
lo affossò definitivamente, tanto che Scully, solleticata nella più profonda
femminilità, non potè fare a meno di sorridere. Si, l’aveva decisamente steso!
Si avvicinò a lui fin quasi a sfiorargli il naso e inarcò un sopracciglio. “
Chiudi quella bocca, Mulder, ti stai sbavando sul vestito!!! “, gli sussurrò
divertita, poi gli voltò le spalle e si avviò verso il centro della sala.
Dopo un tempo che
parve lungo un secolo, Mulder sbattè gli occhi e si decise a seguirla, era in fibrillazione,
tutto il suo essere era permeato dalla presenza di Scully; come aveva fatto a
non accorgersi di che bella donna era diventata nel corso di tutti quegli anni
passati insieme? La domanda lo fece sorridere e la risposta che si diede, a mò
di alibi, lo fece ridere ancora di più, ma semplicemente perché non aveva mai
guardato la collega come una donna, perché si era imposto anni prima di
improntare il loro rapporto su un piano decisamente professionale, certo legato
da una solida amicizia, ma niente coinvolgimenti di nessun tipo. Questo aveva
imposto a se stesso anni prima, e a questo teneva fede ancora oggi, ma sarebbe
stato capace di tener fede ancora a lungo a questo frustrante giuramento?
Fox Mulder, che
aveva una teoria per qualunque cosa, non riuscì a rispondere!
La sala, nonostante
fosse immensa, faticava a contenere tutta la gente che vi si era riversata
dentro, Mulder cercò la collega con lo sguardo, bassina com’era, pensò con una
punta di sadico divertimento, sarebbe stato alquanto difficile notarla in mezzo
a tante persone. Il suo sguardo vagò in lungo e in largo e proprio mentre
pensava di averla individuata, si sentì toccare leggermente sul braccio, si
voltò e si trovò faccia a faccia con il Capo Sezione.
“ Agente Mulder! “,
lo salutò con enfasi esagerata, cosa questa che procurò a Mulder un attacco di
acidità allo stomaco. “ Finalmente la incontro! Sa, la sua fama, la precede “
Mulder fece
qualcosa che somigliava vagamente ad un sorriso, infine lo guardò dritto negli
occhi. “ Infatti, mi chiamano tutti ‘Lo Spettrale’!! “, replicò sarcastico.
“ Non mi riferivo a
questo, Agente “, rispose Edward Carter. “ Ma alla sua capacità analitica. So
che era considerato un genio alla Sezione Scienze Comportamentali, peccato che
abbia deciso di mollare tutto per quelli….. si, per i suoi dannati X Files! “
“ Cosa vuole da me,
signore? “, la durezza della domanda di Mulder non scompose Carter che si
limitò a sorridergli.
“ Sa, ho incontrato
la sua collega, gran bella donna e grande talento….. “
“ Sprecato anche da
lei negli X Files?! “, lo precedette Mulder. Quell’uomo non gli piaceva,
pensava che sarebbe stato un grosso ostacolo nel loro lavoro.
“ Non volevo dire
questo, Agente Mulder, quello che intendevo dire è che le vostre capacità
potrebbero essere sfruttate meglio, potrebbero essere una risorsa inestimabile
per l’FBI…… “
“ Piacere di averla
conosciuta, signore! “, tagliò corto lui. “ Ho altro da fare ora! “, aggiunse
senza guardarlo. Si, decisamente quell’uomo non gli piaceva, gli urgeva il
parere di Scully in merito, già, ma dov’era?
La cercò in lungo e
in largo per tutta la sala, ma non gli riuscì di vederla. Alquanto adirato, si
diresse verso Skinner che stava parlottando con alcune persone. Non lo salutò
neppure.
“ Signore, sto
cercando Scully, l’ha vista per caso? “, il Vice Direttore lo guardò, poi lo
prese per un braccio.
“ Ha incontrato il
Capo Sezione, Mulder? “
“ Non si risponde
ad una domanda, con un’altra domanda, signore! “, replicò a denti stretti. “ Le
ho chiesto se ha visto Scully! “
Skinner, che di
certo non si lasciava intimorire da Mulder, lo ignorò. “ Temo che ci darà
qualche noia per quanto concerne il vostro lavoro, non è molto avvezzo a teorie
fantascientifiche “, Mulder mugugnò a denti stretti, ma così piano, che Skinner
non riuscì a sentirlo.
“ Dov’è Scully!! “,
più che una domanda, era stata un’imposizione.
“ L’ho vista cinque
minuti fa, stava chiacchierando con un paio di colleghi…. “, senza aspettare il
resto della spiegazione, Mulder piantò Skinner in mezzo alla sala e si allontanò
in direzione della porta che conduceva in giardino, Scully stava rientrando
proprio in quel momento accompagnata da un tizio che lui non conosceva, ma che
lei mostrava di conoscere bene, almeno a giudicare da come scherzava con lui.
Con un cenno della mano, attirò la sua attenzione.
“ Ehi! Cominciavo a
preoccuparmi “, tentò di scherzare, ma la voce era stata alquanto dura.
“ Mulder “, rispose
lei avvicinandosi. “ Hai incontrato Carter? “, chiese.
Ignorando
completamente la sua domanda, la prese per un braccio e la trascinò via. “ Devo
parlarti! “, lei si piantò in mezzo alla sala.
“ Mulder, nel caso
non te ne fossi accorto, ero….. insomma, stavo parlando con qualcuno! “,
protestò. Certe volte le prepotenze del suo collega la infastidivano, si
comportava come se fosse il padrone della sua vita.
“ Anch’io devo
parlarti! “, rispose lui, come se questo giustificasse ogni cosa. Scully alzò
gli occhi al cielo, poi si voltò verso la persona che stava con lei.
“ Scusami, Darren,
ci vediamo dopo “
DARREN?!?!
“ Darren?! “,
Mulder si rese conto di aver dato voce a suoi pensieri, nel momento in cui
Scully si voltò a guardarlo.
“ Si. Ti ho parlato
di lui, mi pare “
“ Il tuo vecchio
compagno di Università, giusto? “, replicò Mulder con voce piatta. “ Mi domando
cosa ci faccia qui! “, aggiunse guardando colpevolmente Scully. Lei percepì
nettamente la sua rabbia e anziché far finta di nulla, come avrebbe fatto di
solito, si infastidì.
“ E’ una festa,
Mulder, chiunque ha un invito può venirci, o credi forse che sia solo una tua
prerogativa?! “
“ Scully, io non…..
“
“ Cosa dovevi dirmi
di tanto importante?! “, tagliò corto lei. I suoi occhi lo trapassavano come un
laser. Cazzo, si era proprio arrabbiata.
“ Nulla di
importante “, rispose Mulder. “ Torna pure dal tuo amico “, concluse rimarcando
bene la parola amico, quindi si allontanò. Sentiva che se fosse rimasto,
l’avrebbe presa a schiaffi.
Scully lo osservò
allontanarsi, poi scuotendo la testa, tornò da Darren. Gli attacchi di gelosia
di Mulder certe volte erano patetici. Geloso! Di cosa poi? E soprattutto,
perché?
Il suo amico la
accolse con un sorriso. “ Sbaglio, o stavate litigando? “
“ Sono fatti miei,
Darren, scusami! “, lui non replicò e poggiandole una mano dietro la schiena,
la condusse verso il buffet.
Il party andò
avanti in maniera penosa per Mulder. Quando si era allontanato da Scully, aveva
avuto l’impulso di andarsene, poi qualcosa gli aveva suggerito di restare,
anche se se ne stava pentendo sempre più con il trascorrere dei minuti. Quella
sera aveva realizzato, ed in maniera del tutto naturale, quanto tenesse a
Scully. Il vederla in compagnia di un altro uomo, lo aveva fatto andare fuori
di testa; ad essere sinceri però, era sempre stato geloso di lei, ma quella
sera, era qualcosa di diverso, qualcosa a cui non riusciva a dare un nome.
Aveva sempre dato per scontato che Scully fosse sempre a sua disposizione e
quell’improvviso ribellarsi ad una situazione consolidata negli anni, lo aveva
portato inevitabilmente a ripensare ad un episodio avvenuto anni prima,
quell’episodio aveva un nome e un cognome Ed Jerse, ed era il risultato
dell’unica volta in cui lei gli si era ribellata davvero.
Quanto aveva odiato
quell’uomo. Lo aveva odiato perché aveva avuto Scully tutta per se, perché
Scully era stata a letto con lui e perché nel pieno della sua follia, aveva
tentato di ucciderla. Il loro rapporto aveva rischiato seriamente di incrinarsi
per colpa di Ed Jerse, ed ogni volta che ci ripensava, come in quel momento,
provava un senso di smarrimento e di vuoto, da togliergli il fiato. Mentre
osservava Scully chiacchierare, un po troppo amichevolmente per i suoi gusti,
con il suo amico Darren, provò una sensazione di deja-vù. C’era qualcosa nello
sguardo di quell’uomo che non gli piaceva, il modo in cui guardava Scully, in
cui le sorrideva, come le sfiorava languidamente una spalla nuda, era tutto
dannatamente falso. Non erano i gesti di un uomo attratto da una bella donna,
era come se volesse inghiottirla in un sol boccone. I campanelli di allarme
presero a suonare tutti insieme nella testa di Mulder. Quell’uomo era
pericoloso per Scully, era come se Ed Jerse fosse tornato a reclamare vendetta.
Decise di
intervenire. Scully si sarebbe arrabbiata, lo avrebbe insultato, forse non gli
avrebbe rivolto la parola per un mese, ma doveva far qualcosa. La sua mente gli
aveva suggerito che non era casuale neppure l’incontro del giorno prima e la
sua presenza al party. Darren comecazzosichiamava, voleva qualcosa da Scully,
ne era assolutamente certo, ma mentre a passo svelto si dirigeva verso di loro,
si sentì bloccare da una vigorosa stretta. Si voltò di scatto.
“ Fox Mulder, ti
ricordi di me? “, l’uomo alle sue spalle aveva un paio d’anni più di lui e un
sorriso accattivante. Mulder nel vederlo, non potè fare a meno di sorridere a sua
volta.
“ Jack Bowman? Che
il diavolo ti porti, cosa fai qui? “, lo salutò stringendogli vigorosamente la
mano.
“ Hanno pensato
bene di invitarmi, sono o non sono il più grande analista dell’FBI?! “, fece
una pausa e lo guardò. “ Dopo ti te, ovviamente! “, Mulder rise a
quell’affermazione.
“ Gli anni passano,
ho sentito dire un gran bene di te “, gli rispose.
“ Le voci sono
arrivate fino al tuo seminterrato? “, lo provocò Jack, poi tornando serio, lo
fissò dritto negli occhi. “ Saremmo stati una coppia formidabile io e te, Fox,
non ho mai capito fino in fondo la tua scelta, anche se l’ho sempre rispettata
“
“ Avevo qualcosa da
cercare, risposte, verità, dovevo capire….. “
“ E hai trovato
quello che cercavi? “
“ No, non
completamente, le domande portano a delle risposte che inevitabilmente portano
ad altre domande. Sono nel girone
dell’Inferno, Jack, e più di una volta ho rischiato di perdermi “, la
sincera affermazione di lui, toccò profondamente l’amico.
“ Ho sentito
qualcosa sul tuo conto, voci più che altro, ma ti garantisco che mi sono sempre
tenuto informato su di te. I vecchi amici non si dimenticano mai! “,
quell’ultima frase fece scattare qualcosa nella mente di Mulder.
“ Scully!! “,
esclamò voltandosi e quando si rese conto che lei non era più dov’era prima, fu
colto da un attacco di panico.
“ Scully è la tua
collega, non è così? “, gli domandò Jack. “ L’ho intravista prima, gran bella
donna, come diavolo fai a lavorare con lei , non ti vengono mai strane idee in
mente? “, scherzò ricordandosi del Fox dongiovanni dell’Accademia.
“ Aiutami a
cercarla, Jack! “, la sua richiesta era stata imperativa.
“ Qualcosa non va,
Fox? “
“ Aiutami a
cercarla, ok? Le domande le rimandiamo a dopo. Io vado di la, e tu di la; se la
vedi, vieni a dirmelo subito “
Jack non chiese
altro e si allontanò nella direzione che gli aveva indicato Mulder, cominciò a
cercare nella sala, ma di Scully neppure l’ombra. Pensò di fare un giro
all’esterno, ma non era neppure lì, sconfitto, tornò verso Mulder.
“ Mi spiace, Fox,
ma da quella parte non c’è “
“ E non è neppure
di qua “
“ Mi spieghi cosa
succede? “, la domanda dell’amico non lo sorprese.
“ Sono preoccupato
per lei “, Jack lo guardò perplesso. “ Non mi piaceva il tizio che era con lei,
ho paura che possa accaderle qualcosa “
“ Geloso?! “, lo
canzonò l’amico. Mulder ignorò la provocazione.
“ Scusami, Jack “,
disse allontanandosi. “ Signore! “, chiamò all’indirizzo di Skinner. “ Ha visto
Scully negli ultimi dieci minuti? “, l’uomo lo fissò a lungo prima di
rispondere. Stava ponderando se era o meno il caso di dirgli che l’aveva vista
andare via in compagnia di un uomo pochi minuti prima.
“ Agente Mulder, è
la seconda volta stasera che mi chiede di Scully, non sono mica la sua balia,
sa?! “
“ L’ha vista o no?
“
“ E va bene,
Mulder, l’ho vista, credo sia andata via qualche minuto fa……. “
“ Andata via?! “,
Mulder era sbiancato, si sentiva come se il sangue fosse defluito fuori dal suo
corpo in un colpo solo. “ Andata con chi? Era venuta con me stasera! “
“ Era in compagnia
di una persona “, Skinner tacque, Mulder non stava prendendo troppo bene la
cosa. “ Mi stia a sentire, l’Agente Scully non le deve spiegazioni su quello
che fa al di fuori dell’ambito lavorativo, se lo ficchi in testa! “, le parole
erano state dure, ma il tono della voce molto amichevole.
“ Con tutto il
rispetto, signore, sono affari miei questi! “
“ Ma anche miei
visto che siete due miei agenti, che lavorate insieme e sa Dio che altro!! “,
replicò Skinner alzando gli occhi al cielo.
“ Signore, se sta
insinuando che tra me e l’Agente Scully ci sia dell’altro, le garantisco che
sbaglia di grosso! “,ribattè Mulder asciutto.
“ Ed è questo il
suo problema, Mulder, ma davvero crede che io sia stupido e cieco da non capire
che l’unica cosa che la trattiene dal far diventare un normale rapporto di
lavoro, qualcosa di più, sia solo la paura di essere respinto? “; lui lo fissò
incredulo. Skinner aveva capito molte più cose di lui, ma in fondo non lo
sorprendeva.
“ Signore, ciò non
toglie che siano fatti miei comunque, non le pare? “
“ Ora le racconto
una cosa, Mulder, quando ero ragazzo, c’era una bicicletta che mi faceva
impazzire, la vedevo sempre dentro la vetrina di un negozio, mi fermavo apposta
per guardarla, ma non mi decidevo mai a comprarla perché avevo paura che mio
padre me lo impedisse, così mi accontentavo solo di guardarla, tanto era sempre
li, nella vetrina, nessuno avrebbe potuto portarmela via. Poi un giorno trovai
il coraggio di chiedere a mio padre e lui mi diede i soldi per comprarla, ma
ebbi un’amara sorpresa, la bicicletta non c’era più, qualcuno più scaltro di
me, l’aveva portata via e così a me rimasero 100$ in tasca e l’amaro in bocca,
se solo mi fossi deciso prima, se solo non avessi avuto paura di chiedere…….
Rifletta, Mulder, le sto parlando da amico, ha rimandato per troppo tempo,
doveva immaginarlo che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato al posto suo! “,
le parole di Skinner aprirono dei solchi profondi nell’animo di Mulder.
“ Penso che ora
andrò a casa “, rispose a denti stretti. “ L’avevo detto che questo party, era
una pessima idea”
aggiunse
allontanandosi. Non aveva fatto che pochi passi, quando fu bloccato da Jack.
“ Fox, sei
dannatamente a terra. Di cosa avete parlato tu e il tuo Capo? “
“ Di biciclette!!!
“, fu l’acida risposta di Mulder.
“ Ho la macchina,
vuoi che ti accompagni? “
“ No, ho la mia “,
rispose Mulder. “ Mi ha fatto piacere vederti “, disse salutandolo.
“ Anche a me “,
rispose Jack, poi rimase immobile a guardarlo andare via. L’impressione che
ebbe, fu che Mulder era invecchiato di colpo di dieci anni.
L’aria nell’ufficio
del seminterrato dell’FBI era tetra quel lunedì mattina. Fox Mulder si aggirava
per l’ufficio come un’automa. Quella appena trascorsa, non era stata una gran
domenica per lui, aveva provato più volte a contattare Scully, ma aveva trovato
sempre la segreteria telefonica e al cellulare non rispondeva, semplicemente
perché lo teneva spento. Mulder era furente con lei, non tanto per averlo
piantato in asso nel bel mezzo di una festa ed essersene andata con un altro, ma
per il suo colpevole silenzio. Una telefonata per scusarsi, un messaggio di
qualunque tipo, e invece nulla, aveva spento persino il cellulare ed era questo
che gli faceva più male, lo faceva sentire tagliato inesorabilmente fuori dalla
sua vita. Non riusciva a sopportarlo.
Le otto erano
passate da un pezzo ormai e Scully sarebbe già dovuta essere in ufficio, alle
nove Mulder iniziò a preoccuparsi e alle dieci era convinto che le fosse
capitato qualcosa, anche perché continuava a non rispondere al telefono ed il
suo cellulare continuava ad essere muto. Si precipitò da Skinner.
“ Devo vederlo
assolutamente! “, impose alla sua segretaria.
“ Mi spiace, Agente
Mulder, è occupato “, lui la fissò e senza aggiungere altro, si spostò verso la
porta e la aprì con decisione.
“ Signore! “, disse
entrando, da dietro la scrivania Skinner lo fissò corrucciato.
“ Non si bussa,
Agente Mulder? “, lo rimproverò, ma vista la sua espressione preoccupata,
riagganciò il telefono e lo invitò ad accomodarsi. “ Che cosa vuole, Mulder? “
“ Sono preoccupato
per Scully, signore “, spiegò poggiandosi con entrambe le mani sulla scrivania.
“ Non la vedo da sabato, al telefono non risponde e stamattina non si è
presentata in ufficio “, Skinner sospirò e si massaggiò il naso nel punto in
cui poggiavano gli occhiali..
“ La sua teoria,
Agente Mulder? “
“ Temo che possa
essere in pericolo, signore! “
“ Non ha preso in
considerazione l’idea che Scully si sia semplicemente presa un giorno di ferie
non autorizzato, Mulder?! “, Skinner studiava attentamente le reazioni di lui,
ma questi si limitò a scuotere la testa.
“ Non Scully,
signore “, rispose con sicurezza estrema. “ Se anche avesse deciso di fare
follie durante il week-end, questa mattina sarebbe stata regolarmente in
ufficio alle otto! “”
“ Cosa pensa di
fare? “
“ Tutto quello che
posso, signore “, rispose Mulder avviandosi verso la porta. “ Credo che l’uomo
che era con lei sabato, centri in qualche modo con la sua sparizione, devo solo
cercare di capire come e perché! “
“ Conti pure su di
me, Mulder! “
“ Grazie, signore!
“, disse sforzandosi di sorridere “ Per il momento cerco di procurarmi qualche
informazione su questo misterioso Darren, la terrò informata, non si preoccupi!
“, disse ancora, poi si dileguò dall’ufficio richiudendosi la porta alle spalle
Continuava a
svegliarsi e a dormire, dormire e svegliarsi. Da quante ore era li, distesa su
quel letto, in un posto che non conosceva, con addosso solo un paio di jeans e
una canottiera?
Dana Scully
continuava ad entrare ed uscire da uno stato di dormiveglia che le impediva di
mettere a fuoco le cose e soprattutto le idee. Come era arrivata li?
Era andata via dal
party con Darren che si era offerto di accompagnarla a casa, poi tutto
diventava confuso, non ricordava molto altro degli eventi di quella sera. Una
macchina, la strada che sfilava veloce fuori dal finestrino, Darren era con
lei….. mani che la spogliavano….. Oddio!! Che diavolo era successo? Cosa aveva
fatto? E Darren dov’era? Perché non riusciva a ricordare nulla? Era stata a letto
con lui?
Non poteva essere!!
Forse l’aveva
drogata e poi….. Dannazione, se solo fosse riuscita a smettere di dormire!!
Un rumore di passi
nella stanza, voci che non le sembrava di conoscere……
“ Credo si stia
svegliando “
“ No, dorme ancora
“
“ Non avrai esagerato
con le dosi? “
“ No, c’era bisogno
che restasse tranquilla per un po, almeno questi erano gli ordini “
Quelle voci
arrivavano ovattate nella testa, dunque era così, l’avevano drogata! Perché?
Cristo, Mulder,
perché non vieni a prendermi? Mi stai almeno cercando?
L’hai fatto
arrabbiare!!!
Le suggeriva una
voce maligna nella testa. No, volevo solo farlo ingelosire un po,
Ti sei cacciata
nei guai per questo!!
La voce nella testa
tornò a farsi sentire. No, c’è una spiegazione, deve esserci, basta sapere dove
cercare.
Ti sei fidata di
Darren, e lui ti ha fatto questo!!
“ NO!!! “, l’urlo
riecheggiò nella stanza vuota. Scully si guardò intorno inebetita, poi scrollò
vigorosamente la testa per tentare di scacciare la nebbia che ancora
l’avvolgeva. Si lasciò ricadere sul letto e sentì il caldo calore delle lacrime
rigarle il volto.
Fox Mulder non era
tipo da fermarsi di fronte ad un ostacolo e soprattutto ora che era coinvolta
Scully, aveva centuplicato i suoi sforzi. Il risultato delle sue ricerche aveva
portato ad un indirizzo e a delle credenziali, la persona che stava cercando si
chiamava Darren Memet, era coetaneo di Scully, laureato in medicina e brillante
ricercatore. Abitava a Richmond, non era sposato e la sua fedina penale era
immacolata. Neppure una multa per eccesso di velocità. Sembrava un angelo, ma
Mulder lo riteneva colpevole della sparizione di Scully, lo sentiva nelle ossa,
nella testa. Lo sapeva e basta. Fermò l’auto davanti ad un’elegante villetta di
mattoni in uno dei quartieri più esclusivi di Richmond e scese. Percorse
lentamente il piccolo vialetto di ghiaia che lo separava dalla porta e bussò.
Una donna lo osservò dallo spioncino.
“ FBI! Apra la
porta per favore “, disse Mulder mostrando il tesserino. La serratura scattò e
la donna, probabilmente la cameriera, sorrise.
“ Cosa posso fare
per lei, Agente? “
“ Cerco il Dr.
Memet, è in casa? “
“ Si, glielo chiamo
subito “, rispose la donna allontanandosi.
Mulder, lasciato
nell’atrio, fece qualche passo verso l’interno della casa e iniziò a guardarsi
intorno. Doveva passarsela proprio bene il Dottore, almeno a giudicare da
quello che vedeva, forse il lavoro del ricercatore non era poi così scadente
come volevano far credere. Stava appunto fissando uno dei quadri alle pareti,
quando una voce alle spalle, catturò la sua attenzione.
“ Le piace? Sa, è
uno dei miei preferiti “, spiegò l’uomo portandosi di fronte a Mulder. “ Cosa
posso fare per lei, Agente? “
“ Rispondere a
qualche domanda “, replicò Mulder soppesandolo attentamente. Memet indossava un
paio di pantaloni neri ed un’elegante camicia di un bianco immacolato, aperta
sul collo.
“ Chieda pure,
Agente Mulder “, la viscida cortesia di quell’uomo, procurò a Mulder qualcosa
di molto simile ad un attacco di bile e dovette far forza sul suo autocontrollo
per non prenderlo a pugni.
“ L’Agente Scully è
scomparsa “, esordì Mulder. “ E siccome lei è stata l’ultima persona ad averla
vista…. “
“ Mio Dio! Ma che
dice?! “, esclamò Memet. “ Che significa scomparsa? “
“ Sabato sera, dopo
aver lasciato la festa, dove siete andati? “, lo incalzò Mulder.
“ L’ho
riaccompagnata a casa, mi ha indicato lei la strada perché io non sapevo dove
abitasse, poi le ho chiesto se potevo salire a bere qualcosa, ma lei ha
gentilmente rifiutato, è scesa dall’auto ed è andata via. Non l’ho più vista da
quel momento “, la risposta di Memet era stata lineare e pulita, molto
convincente, ma non per Mulder.
“ Sta mentendo!! “,
ringhiò guardandolo dritto negli occhi.
“ Agente Mulder,
perché dovrei mentirle? “, rispose lui senza scomporsi. “ Lo confesso, ci ho
provato con lei e se avesse accettato, probabilmente avremmo passato la notte
insieme, ma visto il suo rifiuto, l’ho lasciata davanti al portone di casa sua
e sono andato via. Se le è accaduto qualcosa dopo, non è certo colpa mia! “
“ Dove è andato
dopo? “
“ Sono tornato in
albergo, può controllare se vuole, saranno state circa le 23, 23.30, poi il
giorno dopo sono tornato qui “
“ Che ci faceva a
Washington? “
“ Ero li per un
Congresso, credo lei sappia che sono un ricercatore….. “
“ Da quanto tempo
non vedeva Scully? “
“ Da circa una
decina d’anni “
“ Le persone
cambiano dopo tanto tempo “, pontificò Mulder. “ E lei l’ha riconosciuta al
primo colpo? “, gli occhi di Memet si ridussero a due fessure.
“ Agente Mulder,
queste non sono due domande, ma un interrogatorio, non risponderò ad una
domanda di più. Se sono sospettato di qualcosa, si rivolga al mio avvocato! “,
disse avviandosi verso la porta. “ Se vuole scusarmi!…. “, aggiunse aprendola.
Mulder non obiettò,
varcò la soglia ed una volta all’esterno, armandosi del suo ghigno migliore, si
voltò a guardarlo. “ Ci rivedremo, Memet, ci conti!! “, poi senza aggiungere
altro, raggiunse la sua auto, vi salì e si allontanò a tutta velocità.
“ Quel bastardo,
figlio di puttana, mi sta addosso! Dobbiamo fare molta attenzione “, Memet
fissò con ferocia le persone che gli stavano intorno, nessuno fiatava. “ Lei
come sta? “, chiese alla donna di fianco a lui.
“ Se non vuoi che
ti salti alla gola, ti consiglierei di non farti vedere in giro “, rispose. “
stamattina c’è mancato poco che non cavasse gli occhi a Brian, ho dovuto
legarla! “
“ Andrò da lei più
tardi, ho bisogno delle informazioni che mi servono, altrimenti tutto questo
non avrebbe senso “, disse Memet rivolto alla donna.
“ Ma sei sicuro che
lei ti dirà quello che vuoi sapere? “, obiettò Patricia. “ E’ un tipo piuttosto
ostinato, Darren, ci darà filo da torcere e noi non abbiamo molto tempo, visto che ci sta addosso l’FBI! “
“ Troverò il modo
per farla parlare! “, rispose l’uomo con sicurezza. “ A costo di ricorrere a
questa! “, aggiunse mostrando il calcio di una pistola che teneva infilata nei
pantaloni.
“ Devi proprio? “,
replicò la donna, l’unica che sembrava avere voce in capitolo con lui. “
Giocare con le pistole è potenzialmente pericoloso…… “
“ Andiamo, Pat! Ma
davvero credi che alla fine lei uscirà da quella porta per andarlo a raccontare
in giro?! “, la donna lo osservò con timore, si era imbarcata in
quell’avventura, convinta da lui, ma ora cominciava a sentire i morsi della
paura. Non voleva essere complice di un delitto.
“ Darren, quando mi
hai illustrato l’idea, mi sembrava impossibile! Non potevo credere che avevamo
potenzialmente tra le mani una cosa del genere, ma l’idea di uccidere, non la
sopporto, sono una ricercatrice, non un’assassina! “
“ Questo è il
prezzo da pagare, Pat! Ma la contropartita non avrebbe eguali, ci hai pensato a
questo? “, la voce di Darren era suadente, e la sicurezza della donna, cominciò
a vacillare. Lui sapeva come convincerla. “ Bene! Ora vado a parlare con lei,
gradirei restare solo “, disse rimuovendo un tappeto dal pavimento, poi aprì
una botola e discese una ripida scaletta di legno. Appena toccato il pavimento
sotto di se, sul suo viso si allargò un sorriso perverso.
Mulder era appostato
fuori della casa da circa un paio d’ore. Aveva seguito Memet da casa sua fino
ad un villino seminascosto tra la vegetazione di un lago. Non era una casa
abbandonata, ma una villetta molto elegante davanti alla quale erano
parcheggiate un paio di auto di grossa cilindrata. Memet era entrato aprendo la
porta con la chiave, quindi, o quella casa era sua, oppure ci abitava qualcuno
che lui conosceva molto bene, forse Patricia Bennet, da tutti indicata come sua
fidanzata.
Mulder avrebbe dato
dieci anni della sua vita per poter entrare li dentro, aveva la sensazione
quasi viscerale di essere vicino a Scully, ma senza un mandato, sarebbe stata
violazione di domicilio e per quanto Skinner gli avesse garantito il suo
appoggio, sarebbe stato difficile ottenere un mandato, non c’erano prove di un
effettivo coinvolgimento di Memet, c’erano solo le sue sensazioni, e sarebbe
stato difficile ottenerlo con queste credenziali.
Improvvisamente la
porta si aprì ed uscì un uomo. Mulder, armato di un piccolo, ma potente binocolo,
lo osservò con estrema attenzione; quel volto non gli era del tutto
sconosciuto, doveva solo cercare di ricordare dove lo aveva già visto. Aveva
bisogno di riflettere, poi la sua eccezionale memoria fotografica, gli avrebbe
senz’altro fornito le indicazioni che gli servivano. Doveva solo avere pazienza
ed aspettare.
Memet aprì la porta
di fronte a se ed entrò nella stanza. Sul letto, con i polsi saldamente
ancorati alla testiera, c’era Scully. Indossava gli stessi vestiti da tre
giorni, aveva i capelli spettinati e il viso distorto dalla rabbia, aveva
giurato a se stessa che se fosse riuscita a mettere le mani addosso a Darren,
lo avrebbe fatto a pezzi. Vedendolo entrare, scattò a sedere sul letto, ma i
legacci le impedirono di muoversi, strappandole solo un inutile lamento di
dolore. Ormai aveva i polsi graffiati e scorticati e quello sinistro aveva
anche cominciato a sanguinare.
“ FIGLIO DI
PUTTANA, STAI LONTANO DA ME!!! “, gridò verso di lui.
“ Ehi! E’ così che
si tratta un vecchio amico? “, replicò fermandosi al centro della stanza.
Patricia aveva avuto ragione, se avesse avuto le mani libere, le sarebbe
saltata alla gola.
“ Che diavolo vuoi
da me? Perché mi hai sequestrata? “
“ Perché tu hai una
cosa che mi serve “
“ Cosa?! “, Scully
era furiosa, continuava a tirare le braccia nella remota speranza che una delle
corde si spezzasse, ma facendolo, si procurava solo ferite più profonde ai già
martoriati polsi.
“ Circa tre anni fa
ti sei ammalata di cancro, ti fu diagnosticato un cancro rinofaringeo non operabile
e incurabile “
“ Come fai a
saperlo? Chi ti ha dato queste informazioni? “
“ Sono un
ricercatore, Dana, sono molti anni che io e la mia equipe ci stiamo dannando
l’anima per trovare una cura efficace contro certi tipi di cancro ritenuti
incurabili, come quello che avevi tu. Sono venuto a conoscenza del tuo caso
clinico per puro caso, quando ho letto il tuo nome, non mi sembrava vero, Dana
Scully, la mia vecchia compagna d’Università, guarita miracolosamente da un
cancro in fase terminale. Come ricercatore mi sono incuriosito, così ho fatto
domande in giro per cercare di capire, ma nessuno era disposto a parlare di
questa strana guarigione, e più nessuno parlava, più mi insospettivo, anche
perché qualcuno si era fatta scappare qualche parola di troppo circa una
particolare cura alla quale ti sei sottoposta e che ti ha guarita. Ecco Dana,
voglio che tu mi parli di questa cura “, Darren tacque e la fissò, Scully aveva
abbassato gli occhi e guardava per terra.
“ Mi hai rapita per
questo, Darren? “, chiese con voce piatta. “ Non sarebbe stato più facile se me
lo avessi semplicemente chiesto? “
“ No, Dana, forse
non hai capito “, rispose lui avvicinandosi impercettibilmente al letto. “ Io
non voglio solo sapere, io voglio quella cura, farebbe la fortuna di qualsiasi
ricercatore “
“ Non esiste
nessuna cura, Darren, mi hanno fatto qualcosa e sono guarita. Se davvero
qualcuno ha studiato un sistema per curare il cancro, non è a me che devi
chiederlo!! “
“ Ti sbagli, Dana!
“, Darren ora era a pochi passi dal letto. “ Ho sentito parlare di una specie
di impianto, di qualcosa come un microchip, che ti sarebbe stato inserito da
qualche parte, facendo regredire la malattia. Io voglio quel microchip, Dana,
potrebbe valere miliardi!! “, Scully sentì un brivido gelido lungo la schiena.
“ Voglio sapere da
chi hai avuto queste informazioni riservate! “, sibilò a denti stretti.
“ I soldi possono
molto, Dana, basta pagare e si ottengono tutte le informazioni che si vuole! “,
rispose lui con un sorriso freddo. “ Credo che tu abbia conosciuto Brian, mi
hanno riferito che gli stavi cavando gli occhi…. “
“ Era uno dei
medici dell’ospedale dove sono stata ricoverata, ora capisco! “
“ Gia! Non è stato
difficile averlo dalla nostra parte, i soldi fanno gola a molti, Dana! “
“ Come ho potuto
fidarmi di te? “
“ Ero un vecchio
amico, non avevi nulla da temere, no?! “, Scully lo fissò con furia omicida.
“ Ti ucciderò,
Darren! Non so come, ma lo farò! “, la sua minaccia lo fece ridere.
“ Dimmi del
microchip, Dana, non costringermi ad estorcerti le informazioni con la
violenza, non costringermi a picchiarti! “
“ Prova a pagarmi,
Darren, forse i soldi potrebbero sciogliere la lingua anche a me!!! “, la mano
di lui si abbattè sul suo viso con violenza, spaccandole un labbro.
“ Tornerò, Dana, e
allora ti converrà parlare. Il tuo collega mi sta alle costole ed io devo
liberarmi di te al più presto. Pensaci! “, la minacciò lasciando la stanza.
Scully, rimasta
sola, scosse la testa e si tastò il labbro con la punta della lingua, il sapore
dolciastro del sangue le invase la gola e dovette sputare sul pavimento per non
vomitare. La situazione che stava vivendo, era da incubo. Darren avrebbe
ottenuto le informazioni che voleva in qualsiasi modo e Scully sapeva che se
fosse riuscito a mettere le mani sul microchip, la sua vita sarebbe ripiombata
nell’angoscia, ammesso che lui la lasciasse in vita. L’unica notizia positiva
era che Mulder la stava cercando, non che ne avesse mai dubitato, ma saperlo
alle costole di Darren, le era di conforto.
Sperava solo che
arrivasse in tempo.
Dopo essersi
riempito i polmoni di aria fresca, Brian era rientrato e si era seduto al
tavolo della cucina sorseggiando un caffè bollente, mentre Patricia si aggirava
per la stanza come una fiera senza scampo. Non era stata una grande idea rapire
un’Agente Federale! Ora era troppo tardi per tornare indietro, ma quanto
sarebbe costata questa roulette russa?
In palio c’era il
potere, la fama, ma era davvero questo cio a cui lei aspirava? Certo, era una
ricercatrice e la possibilità di scoprire la cura per il cancro valeva certi
rischi…. Ma la loro non sarebbe stata una scoperta personale, bensì un
trafugare la ricerca di qualcun altro, uccidendo per averla!
Era uno sbaglio, ne
era convinta, ma non poteva mettersi contro Darren, lo amava, lo avrebbe
assecondato in tutto.
Proprio in quel
momento Darren entrò in cucina e si diresse alla finestra guardando fuori alla
ricerca del suo inseguitore, anche se era convinto che non poteva essere
arrivato fin li.
“ Ti ha detto
qualcosa? “, chiese Brian.
“ Ancora no, ma
vedrai che parlerà, ho ancora molte carte da giocare! “
Udendo quelle
parole, Pat lo guardò e la luce che vide nei suoi occhi, la fece rabbrividire
maggiormente.
“ Vado a
controllare se ha bisogno di qualcosa “, con queste parole, Pat lasciò la
stanza.
I polsi mi stanno
facendo impazzire, ma sono sicura che se resisto ancora un po e continuo a
muoverli, riuscirò ad allentare i legacci.
Dio! Fa che ci
riesca e che possa spaccare la faccia a quel
bastardo!
Mi sento madida di
sudore, il labbro ha smesso di pulsare, ma credo che basterebbe un semplice
tocco brusco per farlo riprendere a sanguinare.
Non mi hanno messo
bavagli, ma sono sicura che non servirebbe a nulla gridare, questa stanza
sembra una di quelle cantine scavate sotto terra.
Ho voglia di
piangere.
Mulder, non mi
abbandonare, ti prego!!
Pat entrò nella
stanza e malgrado la penombra, si accorse immediatamente che il viso della
prigioniera era in parte coperto di sangue rappreso. Cristo, Darren!!
“ Ora ti ripulisco
“
“ Che bisogno c’è?
Tanto dovete uccidermi! Non è forse questo il piano? “
“ Io non….. forse
non lo faremo….. “
“ Non potete certo
lasciarmi vivere dopo che ho visto i vostri volti e so quello che volete fare!
“
“ E’ meglio se
collabori, Darren non è più lui da quando ha intravisto la possibilità di
questa scoperta, non so fino a che punto potrebbe spingersi per farti parlare!
“
Nel frattempo Pat
si era avvicinata e aveva iniziato a ripulirle il viso con un asciugamano
umido. Poco dopo, Darren irruppe nella stanza.
“ Lasciaci soli,
Pat! “, ubbidiente, la donna se ne andò.
“ Allora, Dana,
pensi di essere pronta a condividere con me il tuo segreto? “
“ Darren, avere il
mio microchip, non servirebbe a nulla per la tua ricerca “
“ Questo lascialo
decidere a me! “
“ Vedi, Darren, nel
corso delle indagini al fianco di Mulder, abbiamo scoperto l’esistenza di una
sorta di governo ombra, gente che non si fa scrupoli pur di raggiungere i loro
obiettivi, tra le fila di questo governo militano scienziati come te, senza
nessuna remora morale, pronti a tutto pur di arrivare al loro obiettivo. Nel
1994 questi uomini mi hanno rapita e sottoposta a test che hanno alterato il
mio DNA. In seguito scoprii che mi avevano impiantato un microchip, lo feci
asportare, ma, come è accaduto a molte altre donne che avevano subito i miei
stessi test e si erano fatte togliere il microchip, mi ammalai di cancro, un
cancro nato da quegli esperimenti, Darren, un cancro attivato probabilmente da
qualcosa di origine extraterrestre! “
“ Bella storiella,
Dana, potresti avere un futuro come scrittrice di romanzi di fantascienza, se
solo non dovessi morire! “
“ Darren, il mio
cancro, e di conseguenza la sua guarigione, non hanno nulla a che spartire con
il cancro che tu vorresti debellare! “
“ Dov’è il microchip,
Dana?! “
“ Fottiti, Darren!
Fattelo dire da Brian!!! “
“ Brian era solo un
tirocinante a quel tempo e non ha potuto fornirmi ulteriori informazioni,
perché non ne aveva accesso. AVANTI, PARLA!! “, la sua mano pesante si infranse
contro il viso di Scully e mentre il labbro riprendeva a sanguinare, lampi di
dolore e di luce scoppiarono dietro i suoi occhi chiusi.
“ Dana, ti ucciderò
comunque, sta a te decidere quanto vuoi soffrire prima!! “
“ Sono un’Agente
Federale, ti ritroverai sulla sedia elettrica prima di quanto te ne possa
rendere conto! “
“ Ah, la mia
piccola, ingenua fanciulla! Ho dei contatti molto potenti all’estero ed ho già
pronti dei passaporti falsi per me e per Pat….. con in mano una scoperta del
genere, avremo le porte aperte ovunque!!! “
“ E Brian?! “
“ Per quanto
riguarda lui, beh, l’ho pagato, ma non gli ho spiegato per quanto tempo poteva
godersi i miei soldi! “
“ Cadavere più,
cadavere meno, ormai non fa più molta differenza, vero Darren?! “, nella voce
di Scully tutta la repulsione che provava nei confronti di quell’uomo.
“ DIMMI DOV’E’!!!
“, urlò mentre la sua mano arrivò puntuale ad un nuovo violento incontro con il
viso di Scully.
Sono ore che non
succede più nulla!
Ho voglia di uscire
da questa macchina, precipitarmi in quella casa e liberare Scully….. so che è
la dentro, lo so, lo sento!
Non posso pensare
che quel bastardo le abbia messo le mani addosso, giuro che se le ha fatto del
male, gli sparo in testa, e al diavolo la prigione!!
Perché abbiamo
litigato?
Perché sono stato
così imbecille da lasciarmela portare via?
Ero così geloso!
Avrei dovuto essere
io a braccetto con lei quella sera!
Dovevo essere io il
destinatario dei suoi sorrisi!
Ero li solo per
lei, perché Skinner non la rimproverasse, come se lei fosse la mia balia!
Forse è destino che
non riusciamo a stare insieme!
Ho abbassato la
guardia, distratto da quello che provo per lei, e questo è il risultato. Non
sono stato in grado di proteggerla!
E’ la cosa più
preziosa che abbia al mondo, non posso permettermi di perderla!
Ho deciso,
tratterrò l’amore che provo, lo nasconderò come ho sempre fatto, solo così
potrò restare vigile e proteggerla!
Il trillo del
cellulare, lo distolse da quei pensieri.
“ Dimmi, Frohike,
scoperto qualcosa? “
“ Si, Mulder, ma lo
sai vero che questa conversazione non è sicura? “
“ Al momento non mi
importa, cos’avete trovato? “
“ Le ricerche del
Dr Memet sono incentrate sulle cure per certi particolari tipi di forme
tumorali senza speranza, troppo simili al cancro che aveva colpito Scully, per
non destare qualche sospetto di troppo. Ma senti questa, Mulder, Patricia
Bennet è addirittura la nipote del fresco Capo Sezione Carter, e questo spiega
la presenza di Darren alla festa. La nostra opinione è che il giovanotto abbia
abilmente orchestrato il tutto per rapire Scully “
“ Brillanti
deduzioni, ragazzi! Prendete sempre le vostre droghe?! “
“ Non essere acido,
Mulder! Sappiamo quanto lei conti per te! “
“ E per quel che
riguarda l’uomo che vi ho descritto? “
“ Siamo dei geni,
Mulder, non dei maghi!! Ti avevo detto di non aspettarti grandi cose da una
semplice descrizione telefonica “
“ Ok, ragazzi,
continuate a cercare….. queste informazioni sono scarse, se chiedessi un
mandato, mi riderebbero dietro! “
“ Ci daremo da
fare, Mulder! “, promise Frohike chiudendo la comunicazione.
Cazzo!!
Lei è la dentro, ed
io sono bloccato qua fuori!!
Perché?!
Darren si stava
chinando verso di lei per osservare meglio la sua opera, quando Scully con uno
strattone, che quasi sicuramente le avrebbe lasciato una cicatrice visibile sul
polso martoriato, riuscì a spezzare i legacci e lo colpì in pieno petto con
tutta la forza che le rimaneva dopo tre giorni di prigionia.
Darren si piegò a
terra tossendo, quasi certo che gli stesse collassando un polmone, Scully
avrebbe voluto proseguire con dei calci, ma appena si mise in piedi, la
debolezza, e più probabilmente le recenti percosse ricevute, le provocarono una
vertigine che non riuscì a dominare e si accasciò sul pavimento, gelido contro
la pelle nuda delle sua braccia.
Questo
inconveniente diede a Darren il tempo di riprendersi e più incazzato di quanto
non lo fosse già, la prese per un braccio e sollevandola con forza, la
scaraventò sul letto, le afferrò i polsi sanguinante e li legò strettissimi
alla testiera di ferro del letto. Poi frenando l’istinto di ucciderla
all’istante, si fermò a guardarla, piccola, indifesa, sanguinante, Scully non
riusciva a tenere gli occhi aperti, la stanza non smetteva di girare e il suo
unico pensiero, la sua unica supplica silenziosa era che lui non la picchiasse
ancora!
“ Potrei farti
molto male per questo, tesoro! “, ringhiò Darren indicando il punto in cui lei
lo aveva colpito poco prima. “ Avanti, dimmi dov’è!! “
Ancora seduto in
macchina, Mulder stava seriamente meditando di andare a bussare a quella porta
con una scusa che si sarebbe inventato al momento.
Fu allora che vide
Patricia uscire dalla casa, seguita dal tipo che non era ancora riuscito ad
identificare, ma….
Ecco dove lo aveva
già visto! Era uno dei tanti medici del reparto di oncologia in cui era stata
ricoverata Scully!
Il bastardo!!
Certamente era
stato lui a fornire informazioni a Darren.
Assurdo, non poteva
volere il microchip di Scully!!
Ma per quanto
assurdo potesse sembrare, forse era proprio quello il motivo. Forse Darren
sperava di diventare immortale con una scoperta del genere. Ma quella non era
la cura per il cancro, era la cura per il cancro di Scully!
Rabbrividì al
pensiero che glielo avesse tolto! Cristo! Fa che non sia vero, non posso
pensare di rivivere l’angoscia di vederla riammalarsi!
Dio non voglia che
l’abbia fatto!
Si riscosse da quei
pensieri grazie al rumore di un auto che si avvicinava. Decise allora che
sarebbe andato a guardare più da vicino, scese e si avvicinò di soppiatto
all’abitazione. Il giorno era arrivato al crepuscolo e la luce ormai scarsa,
favoriva il suo avanzare nascosto. L’auto che lui aveva sentito, svoltò in
direzione della casa e lui si buttò dietro un fitto cespuglio, sperando che i
fari non avessero illuminato il suo
movimento , si
Sistemò il meglio
possibile per scoprire chi fosse il nuovo arrivato.
JACK!!!
Probabilmente fu
qualche spirito buono a trattenerlo, perché il suo primordiale istinto era
stato quello di saltargli alla gola e liberare il mondo dalla sua ripugnante
presenza.
Le mani di Darren
si posarono su suo corpo, in maniera molto diversa dalle botte che fino a
qualche istante prima temeva tanto.
Dio no, ti prego!!
“ Sai, Dana, visto
che ti ostini a non dirmi dov’è, credo che lo cercherò da me….. molto
volentieri!! “
“ Toglimi le mani
di dosso, bastardo!! “
“ All’inizio non
avevo pensato a questa possibilità, ma come alternativa è decisamente
allettante. Quando ci frequentavamo all’Università, ho sempre desiderato
metterti le mani addosso e non sai che altro!!! “
“ LASCIAMI!!!!
AHHH!! MULDER!!!!! “
“ AH! AH! AH! Credi
davvero che qualcuno possa sentirti? Tanto più quel tuo…..collega?! “
Nel frattempo Jack
era entrato in casa.
“ Darren, dove sei?
“, sentendo quella nuova voce, Scully si sentì sollevata.
“ Peccato, Dana, mi
devo assentare per ora, sai è quella questione del cadavere più, cadavere
meno….. ma non disperare, il nostro discorso è solo rimandato!!! “, disse
scendendo dal letto e lasciando Scully nella stanza semibuia.
Dove sei, Mulder?
So che mi stai
cercando…..
Dio, ti supplico,
fa che arrivi presto!!
Voglio solo uscire
di qui e sentirmi stringere fra le sue braccia!
Perché abbiamo
litigato?
Certo, si è
comportato male, ma era solo geloso ed io sono stata una completa idiota a
volerlo fare ingelosire ancora di più!
Perché non sono mai
riuscita a confessargli che lo amo?
Voglio dirglielo!
So che sono così
decisa solo perché le probabilità di uscirne viva, sono scarse…… ma vorrei
poterglielo dire!
E immersa in questi
pensieri, si lasciò andare, permettendo alle sue lacrime di coprire
copiosamente il suo viso.
Darren si affacciò
alla porta del soggiorno dove trovò, comodamente sprofondato in una poltrona,
Jack Bowman.
“ Ciao, Darren! “,
lo salutò.
“ Ciao, Jack! Bel
lavoro con Mulder alla festa “
“ Grazie! Ma
malgrado la mia bravura, è stata solo fortuna! Mulder non si è lasciato
distrarre troppo dai miei discorsi, era troppo preso dal cercare quello
schianto di partner che si ritrova, poi, fortunatamente, si è diretto dalla
parte sbagliata, lasciando a me quella
dell’ingresso da dove avrebbe potuto vedervi andare via “
“ Già, la fortuna
sembra sorridermi! “, ammise Darren. “ E non credo di averti mai ringraziato
come meriti, se non fosse stato per la tua iniziale soffiata, non avrei mai
saputo di Scully, ma non ti ho mai chiesto cosa ti ha spinto a farlo, dubito
sia solo per i soldi, a chi volevi farla pagare? A Scully? A quel Mulder? “
“ Gli altri dove
sono? “, chiese Jack ignorando la domanda.
“ Ok, ho capito,
non sono affari miei! “, ridacchiò Darren. “ Pat doveva sbrigare alcune
commissioni e Brian l’ha accompagnata. Quel ragazzetto è spaventato a morte,
non credo avesse compreso la portata delle mie intenzioni! “
“ Io me sono reso
conto, invece, per questo il mio compenso è stato così succulento; c’è troppo
in ballo!! “
“ Non immagini
quanto! Vuoi qualcosa da bere? “
Dicendolo, Darren
si avvicinò ad un mobiletto e aprendo un cassetto, impugnò una Smith&Wesson
munita di silenziatore e voltandosi verso la poltrona sparò. Jack si portò una
mano al petto e prima che potesse rendersi conto di cosa fosse accaduto, un
secondo proiettile gli devastò la faccia.
“ Immagina adesso
cosa c’era in ballo, Jack! Volevi qualcosa da bere? Vedi se riesci a trovarlo
all’Inferno!!
Appena Jack era
entrato in casa, il cellulare di Mulder squillò.
Cazzocazzocazzocazzo!!!
Precipitandosi
verso la sua auto, estrasse l’apparecchio dalla tasca.
“ Pronto?! “
“ Agente Mulder,
dove accidenti si trova? “, Skinner era alquanto alterato.
“ Signore, ho
seguito Memet fino alla casa della sua fidanzata, si tratta di una certa
Patricia Bennet, che tra l’altro risulta essere nipote del Capo Sezione Carter,
entrambi sono ricercatori impegnati attivamente contro un particolare tipo di
cancro, molto simile a quello che colpì l’Agente Scully. La mia attuale convinzione
è che Memet abbia intravisto nell’Agente Scully la fonte ultima delle sue
ricerche, il suo personale Santo Graal!! “
“ Agente Mulder, su
quali prove basa questa sua teoria? Riesce ad immaginare a cosa porterebbe la
sua condotta, se queste illazioni risultassero false? Uno, violazione della
privacy, due….. “
“ Signore….. “,
tentò invano di interromperlo Mulder.
“ No, mi ascolti,
Mulder! Capisco la sua preoccupazione per Scully, ma non ci sono prove concrete
che avvalorino la sua tesi, se non vogliamo contare la sua sproporzionata
gelosia! “, Mulder masticò aria a questa parola. “ Per non parlare della seria
possibilità che, se le sua accuse si rivelassero infondate, scatterebbero seri
provvedimenti su di lei e sulla sua già precaria posizione negli X Files!….. “
“ Signore, con
tutto il rispetto, non so se il suo interesse sorga dai provvedimenti che
riguarderebbero me, o quelli che potrebbero gravare su di lei: Personalmente
non mi importa della parentela di Patricia Bennet con il Capo Sezione, inoltre,
si tratti di questa, o di un’altra qualsiasi occasione che veda in pericolo la
vita di Scully, mantenere la posizione negli X Files, sarebbe la mia ultima
preoccupazione!! “
“ Agente Mulder,
capisco il suo stato d’animo….. “
“ Comunque ho
appena scoperto una prova che rende plausibili i miei sospetti “, lo
interruppe. “ poco fa è arrivato da queste parti un altro degli ospiti della
festa di sabato, un certo Jack Bowman. Non lo vedevo da diversi anni e l’altra
sera mi ha praticamente bloccato mentre cercavo di raggiungere l’Agente Scully,
impedendomi di raggiungerla, un meschino tranello nel quale sono caduto
perfettamente!! “
“ Jack Bowman, ha
detto? “
“ Si, un’analista
dell’FBI “
“ Agente Mulder,
faccia bene attenzione a quello che le dico, perché non ho intenzione di
ripeterglielo, ne tantomeno venire a scoprire che non ha eseguito i miei
ordini. Non si muova da lì, finchè rimane dov’è, non correrà rischi e forse non
li farà correre neppure a Scully, nel frattempo cercherò di scoprire qualcosa
di più su questo Bowman “
“ Farò del mio
meglio, signore! “
“ Si limiti solo ad
eseguire gli ordini, Mulder! “, detto questo, Skinner chiuse la comunicazione.
Cazzo!
Come posso restare
qui quando so con certezza che lei è la dentro?!
Devo calmarmi!
Skinner troverà qualcosa che ci permetterà di ottenere un mandato.
Cercherò di
resistere ancora un po, ma poi, mandato o non mandato, io entrerò in quella
fottuta casa!!!
Darren chiuse la
porta del salotto, non era il caso che Brian vedesse prima del previsto quella
che sarebbe stata la sua situazione futura. Inoltre non sarebbe stato carino
lasciare la porta aperta e permettere a qualcuno di vedere quel lago di
sangue…… forse era stato eccessivo sparargli in faccia, ma ormai, che
differenza poteva fare?
Aveva cercato di
ripulire un po, ma il sangue era difficile da togliere, poi, siccome non
sarebbero più tornati in quella casa, lasciò perdere. Aveva impacchettato il
cadavere e lo aveva sistemato in un ripostiglio, in attesa che diventassero
due, poi tre….. non aveva ancora deciso come se ne sarebbe liberato,
inizialmente aveva pensato di zavorrare i sacchi e gettarli nel lago, ma mentre
sistemava Jack nel ripostiglio, aveva notato due taniche di benzina e gli era
balenata l’idea che bruciare la casa, sarebbe stato il tocco finale ideale. Una
sorta di taglio deciso con il passato.
Si rese conto che
era tardi, l’incontro con la piccola Dana era stato rimandato già troppo!!!
Entrò nella stanza
della sua ospite lasciando la porta spalancata in modo che il semibuio diventasse
meno tendente all’oscurità, si portò accanto al piccolo tavolo che sorreggeva
una lampada a petrolio e l’accese, poi senza troppe cerimonie, si sistemò sul
letto bloccando le gambe di Scully con il peso del suo corpo.
La mente di Dana
cominciò a sprofondare nel terrore più totale, l’unica cosa che riusciva a
pensare era che lo avrebbe ammazzato. Malgrado cercasse disperatamente di
divincolarsi, si rese conto che non avrebbe potuto nulla contro Darren.
“ LASCIAMI!! NON MI
TOCCARE, BASTARDO!! “
“ Oh, Dana, non ci
sperare, in questo momento l’ultima cosa che voglio fare è smettere di
toccarti, ho appena cominciato, tesoro!! E poi è perfettamente inutile che
gridi, ma se proprio vuoi sgolarti, non te lo impedirò, sarà ancora più
eccitante per me! “
“ AHHHH!!!!
NOOOOOO!!!!! “
Le mani di Darren
avevano cominciato a percorrere il corpo di Scully, le sue braccia, le spalle,
si chinò su di lei per baciarle il collo e l’incavo della gola che si muoveva
incessantemente per la faticosa respirazione dovuta allo sforzo di resistergli,
e mentre la sua lingua iniziò a toccare quella pelle morbida, le mani
procedettero il cammino intrapreso, passando pesanti sul suo seno e proseguendo
fino al bordo inferiore della canottiera e avanzando sotto la superficie del
tessuto, poi quelle dannate mani si posarono sopra i suoi jeans, cattive,
viscide, Scully era fuori di se dalla
rabbia per questa ultima umiliazione che lui aveva intenzione di infliggerle,
ormai stava armeggiando con la cerniera e……
“ DARREN!!!!! CHE
CAZZO STAI FACENDO?!?!?! “, Patricia era davanti alla porta aperta, in piedi,
con il volto contratto dalla sorpresa che stava velocemente tramutandosi in
rabbia, bloccata dallo stupore di vedere il suo uomo, l’uomo che amava, addosso
ad un’altra donna.
“ PAT!!! “, la stretta
con cui Darren intrappolava Scully, fu immediatamente sciolta. Cercando di
ricomporsi, ma ancor più una scusa accettabile, si mise in piedi di fianco al
letto.
“ Oh Dio, Pat! Oh
mio Dio….. mi dispiace! Non so cosa mi sia preso, sai che non avrei mai fatto
una cosa del genere, non potrei perché ti amo. Lo sai che ti amo! Volevo solo
costringerla a parlare! “
“ Come hai potuto?
Sei solo un bastardo!! “, ringhiò la donna, poi si girò di scatto e uscì dalla
stanza e ad ogni passo le fiamme dell’odio esplodevano più violente nel suo
petto.
Vaffanculo, pensò
Mulder, non resisto! Non resterò un minuto di più in questa macchina!
Scully è nelle mani
di quel figlio di puttana e sa solo Dio cosa le sta facendo, o cosa le abbia
già fatto!
Non posso aspettare
un dannato mandato, devo fare qualcosa. Lei se lo aspetta da me, lei si fida di
me!
Cazzo! E’ colpa mia
se si è ammalata di cancro. E’ colpa mia se ha quel dannato microchip e per
ultimo e per colpa della mia dannata debolezza, se si trova in questa
situazione!!
In quel momento il
cellulare trillò!
“ Pronto?! “
“ Agente Mulder,
sono felice che sia ancora vivo, questo vuol dire che per una volta ha obbedito
ai miei ordini “
“ Ha scoperto
qualcosa, signore? “
“ Ho fatto delle
ricerche su Jack Bowman, è stato difficile, il suo operato risultava
impeccabile, ma era troppo sospetto il fatto che lavorasse per l’FBI, e grazie
a dei controlli incrociati sono riuscito a scoprire che figurava anche lui sul
libro paga della ROUSH, sufficiente per ottenere un mandato! Attenda i
rinforzi, Agente Mulder, non tarderanno ad arrivare! “
“ Certo, signore,
grazie! “, rispose chiudendo la comunicazione.
Certo! Col cavolo,
signore, che resterò qui come un’idiota ad aspettare la cavalleria! Soprattutto
ora che so da chi erano pagate le ricerche di Darren Memet, fottuti bastardi!!
Tutti quanti!!
Mulder volò fuori
dalla macchina e correndo verso la casa, estrasse la pistola dalla fondina.
Arrivata nel
salotto, Patricia si bloccò, la vista di quella immensa macchia di sangue, era
agghiacciante. Ora si spiegava perché la porta fosse chiusa!!
Irrefrenabili
pensieri gridavano nella sua mente, si contorcevano, si levavano in alto,
tramutando l’affamata incredulità in odio.
Non poteva essere
vero!
Darren, che diavolo
ti è successo? Che persona sei diventato?
Eravamo così felici prima, avevamo le nostre vite, il nostro lavoro, il
nostro amore!
No! Non amavi me,
ora lo so!
Fottuto bastardo!
Ti ho dato tutto, ti avrei dato anche la mia vita!
Patricia uscì dalla
stanza con passo deciso, impugnando tra le mani una cosa che mai avrebbe
immaginato di dover usare.
Aveva speso anni
alla ricerca di una cura per recuperare la gente alla vita, ma questo
apparteneva al passato, un ricordo troppo felice per la sua attuale agonia!
Darren rimase
immobile per alcuni minuti, incapace di decidere come comportarsi, poi al colmo
della rabbia, si voltò verso Scully.
“ Puttana! E’ solo
colpa tua!! “, le urlò colpendola alla mascella con un violento pugno.
Il dolore fu
accecante, Scully sentì in sangue scorrerle dal labbro verso il fondo della
gola, lasciando esplodere tutto il suo sapore dolce-salato. Avrebbe voluto
morire in quel momento, ma la sua mente, la sua forza erano ancorate ad un
unico pensiero: MulderMulderMulderMulderMulderMulder…….
“ LASCIALA STARE,
DARREN!!! “, l’uomo si voltò di scatto al suono di quella voce, e ciò che vide,
lo sconvolse.
Patricia era in
piedi, e i suoi occhi traboccanti di furore, non erano l’unica cosa che gli
stava puntando addosso.
“ PAT!!! “
Lo sparo, partito
dalla Smith&Wesson, coprì il suo disperato richiamo.
Un proiettile
carico d’odio, era appena esploso nel suo ventre.
Darren cadde in
ginocchio, e mentre il sangue lasciava il suo corpo, trascinando con se vita,
guardò verso la donna che fino a quel momento aveva sempre fatto tutto per lui.
Gli spasmi dell’agonia stavano ormai invadendo quella stanza già piena di
violenza e dolore, ma lui trovò ancora la forza di sussurrare un : “ Ti amo,
Pat….. “, prima di accasciarsi al
suolo, privo di vita.
Era finita!!
Mulder era a due
metri dalla casa, quando sentì lo sparo e
si precipitò all’interno come una furia.
Brian non ebbe
neppure il tempo di realizzare cosa fosse accaduto, che si ritrovò sbattuto
violentemente a terra con il volto contro il muro, le mani dietro la schiena e
le manette gelate strette intorno ai polsi.
“ DOV’E’ SCULLY?!?!
“
“ Giù….. “, riuscì
a rispondere il ragazzo indicando una botola aperta nel pavimento.
Mulder si lanciò
sulla ripida scaletta che portava di sotto e arrivò all’entrata della prigione
di Scully con il cuore che gli stava scoppiando nel petto.
Patricia stava
osservando immobile il corpo esangue dell’uomo che aveva amato follemente,
e il suo gesto successivo fu rapido e
senza possibilità di scampo.
La canna ancora
calda della pistola, sfiorò la sua tempia con un rovente bacio di morte, un
altro colpo squassò l’aria, e anche il suo corpo abbracciò il suolo.
Mulder, raggelato
da cio che aveva appena visto, si addentrò nella stanza e il suo cuore smise di
battere e si frantumò non appena vide Scully.
Con difficoltà, si
avvicinò al letto, le gambe gli tremavano, il gelo aveva invaso il suo corpo e
la sua mente.
I suoi occhi non
avrebbero mai cancellato quell’immagine devastante.
Scully era legata!
I polsi laceri e
sanguinanti!
Pallida!
Il viso rigato
dalla lacrime!
La pelle coperta di
sangue ed ematomi!
Ma respirava!!
Mulder si sedette
sul bordo del letto e le sfiorò una guancia, lei aprì gli occhi e rimase a
guardarlo mentre slegava il più delicatamente possibile i legacci che le
imprigionavano i polsi.
Lentamente le prese
le braccia e gliele distese lungo i fianchi, poi mise una mano sulla sua vita e
fece passare l’altra sotto la schiena, la sollevò piano e l’abbracciò
stringendola delicatamente al suo petto, confortandola, riscaldandola, amandola
con tutto se stesso.
Cristo, Scully! Che
ti hanno fatto!!
La sua mente non
era in grado di pensare ad altro.
Sentendola tremare
contro il suo petto, avrebbe voluto trasmetterle sicurezza, ma non era sicuro
che le sensazioni che lo stavano soffocando, gli avrebbero permesso di riuscire
nell’intento.
Amore, cosa ti
hanno fatto?!?!
La strinse a se
cercando di aumentare l’intensità dell’abbraccio, chinò la testa e l’appoggiò a
quella di lei cominciando ad accarezzarle i capelli, lentamente,
tranquillamente.
La sentì piangere,
e in quel momento capì che non avrebbe più potuto sciogliere quell’abbraccio, e
se fisicamente era impossibile, spiritualmente stava già accadendo da 7 anni ed
ora, utopicamente, avrebbe voluto essere catapultato in un universo parallelo creato
unicamente per loro due, e restare al sicuro li, insieme, insieme per sempre.
“ E’ tutto finito,
tutto finito, Dana “, le disse mentre la sua mano continuava a spostarsi
dolcemente sul suo capo e con il cuore tentava di fare lo stesso con la sua
anima. “ Ci sono qua io, ora, sono qui Scully, qui con
te! “, Mulder la
abbracciava, nascondendola quasi tra le sue braccia.
Mulder, se solo
sapessi quanto ho desiderato questo momento!
Avevo paura di
morire, volevo morire, ma la certezza che mi stavi cercando, che mi avresti
trovata, mi ha dato la forza di resistere.
Sei sempre tu la
mia salvezza, Mulder!
Ti amo! Ti amo
talmente tanto, che vorrei poter vivere per sempre nel tuo abbraccio, Mulder,
non lasciarmi mai, ti prego!
I sentimenti erano
chiari nella sua mente, ma la sua flebile voce, rivelò solo una parte di quelle
certezze.
“ Sapevo che
saresti venuto, Mulder, lo sapevo!….. “
Rimasero così per
qualche altro minuto ancora, poi la ragionevolezza bussò al cervello di Mulder,
e senza opposizione, le venne aperto.
Si scostò da lei e
con le dita sfiorò i lividi che deturpavano il suo viso angelico. “ Hai bisogno
di un medico,
Scully “
“ Voglio solo
andare a casa, Mulder. Portami a casa, per favore “
“ Ti porterò a
casa, Scully, te lo prometto, ma non ora! In questo momento devi essere
visitata, hai bisogno di essere medicata “
“ Mulder….. “
“ No, Scully,
niente polemiche! E’ per il tuo bene, sai anche tu che ho ragione “
Il rumore dei
rinforzi che irrompevano in casa, ovviamente quando era già tutto finito, interruppe
il loro scambio di opinioni
Si guardarono negli
occhi, scambiandosi pensieri che il vento non poteva sentire. Era tutto finito.
Ed erano ancora insieme.
Qualche minuto
dopo, i paramedici giunti sul posto, controllarono Scully e la obbligarono ad andare
con loro in ospedale per accertamenti ed una volta la, i medici le
consigliarono il ricovero per tenerla sotto osservazione. Non che fosse in
pericolo di vita, ma con i colpi subiti, era meglio essere cauti.
Brian Weaver fu
l’unico componente della banda che potè essere arrestato. Gli altri avrebbero
reso conto delle loro nefandezze ad un Tribunale la cui sentenza era eterna. A
quel Giudice Supremo che ancora una volta aveva permesso a Scully di continuare
a vivere.
Distesa nel suo
letto di ospedale, Dana Scully pensò per l’ennesima volta a quanto era stata
vicina a fare una brutta fine. Una bruttissima fine. Era stata fortunata
stavolta, certo non più di tante altre volte, ma non riusciva a staccare il
pensiero da quell’uomo, Darren Memet, che lei considerava amico e che invece si
era rivelato un mostro. Era proprio vero, non bisognava fidarsi di nessuno.
I medici avevano
insistito per farla restare in ospedale, lei avrebbe voluto tornare a casa, ma
poi alla fine si era arresa, soprattutto alle insistenze di Mulder. Il dolore
fisico era sopportabile, quello che le era difficile da sopportare era quello
strano malessere che l’assaliva dal fondo della gola; un malessere senza nome,
che la faceva sentire come una barchetta in balìa delle onde. Lo strofinare del
polso sul lenzuolo, le procurò una smorfia di dolore, sarebbe rimasta una gran
brutta cicatrice in quel punto, ma aver riportato a casa la pelle, la
ricompensava di tutto. Dio, quanto avrebbe voluto dormire, dimenticare gli
eventi di quegli ultimi giorni, dimenticare l’espressione del viso di Mulder
appena la vide in quella buia cantina tutta pesta e sanguinante. Era la cosa
che le aveva fatto più male, molto più delle botte, molto più della certezza di
morire; con un unico sguardo lui le aveva comunicato tutta l’angoscia di quei
giorni, la paura di perderla, o semplicemente di arrivare troppo tardi. Aveva
letto una profonda sofferenza in quello sguardo, e si era sentita male per
questo, si sentiva in colpa per non avergli dato retta, per aver voluto fare di
testa sua, per essersi fidata di un uomo che non vedeva da una vita, per…..
Il rumore della
maniglia che si apriva, interruppe i suoi pensieri. Lei aveva il viso rivolto
verso la finestra e gli occhi chiusi, e pur non vedendo chi fosse entrato,
sapeva che era Mulder. Sentì una densa sensazione di calore diffondersi dentro
di lei. Lenitivo. Calmante. La faceva stare bene.
“Buongiorno! “, la
sonora voce di Mulder riecheggiò nella stanza vuota. “ Stai dormendo? “
Lei si voltò
lentamente, accennando un sorriso. “ Ci stavo provando, ma i risultati sono
alquanto deludenti “
“ Come ti senti? “,
si informò sedendosi sul bordo del letto.
“ Tutto sommato,
bene! “, rispose lei, tradendo le sue parole, con una smorfia di dolore, la
qual cosa lo fece sorridere.
“ Vedo! “, replicò
Mulder prendendole una mano tra le sue. “ Ho parlato con il tuo dottore, dice
che i polsi sono quelli che stanno peggio “, la informò rivoltandole il palmo
verso l’alto.
“ Passerà anche
questa, Mulder! “, replicò lei sollevandosi sul cuscino.
“ Aspetta, ti
aiuto! “, si offrì prontamente il collega. Le sollevò lo schienale e tornò a
sedersi.
Per qualche istante
nessuno dei due disse nulla, poi la voce di Mulder tornò a riempire la stanza.
“ Penso che entro
oggi, potrai tornartene tranquillamente a casa, contenta? “, disse
accompagnando le parole con un mezzo sorriso. Vederlo così tranquillo, le
allargava il cuore.
“ Non immagini
quanto! “, ribattè lei cercando di imitarlo, ma più che un sorriso, le venne
fuori una smorfia, il labbro spaccato le faceva un male cane. “ Dannazione! Mi
sento come un pugile suonato sul ring! “, imprecò a denti stretti.
Lui scrutò
attentamente il suo viso e non potè che darle ragione. I lividi, così
palesemente evidenti sulla sua pelle color avorio, le deturpavano i lineamenti;
quei lineamenti così dannatamente perfetti che lui amava tanto. Questo pensiero
gli procurò un brivido, come aveva potuto anche solo pensare di togliersela
dalla testa? Di soffocare quello che provava per lei? Di tornare ad essere gli
amici di sempre?
Impossibile!
Ora lui lo sapeva.
Amava quella donna. Con tutto se stesso. E non importava se non glielo avrebbe
mai detto, ma esserne cosciente, lo faceva stare bene. Avrebbe fatto qualunque
cosa per lei. Sempre.
“ Mulder?! “, il
richiamo di lei, lo riportò alla realtà. “ Smettila di fissarmi così, mi trovo
già abbastanza brutta da sola, non occorre che tu me lo faccia notare ancora di
più! “, le parole erano state serie, ma il tono della voce era scherzoso e lui
lo notò.
“ Ti sbagli,
Scully! “, disse poggiandosi con le mani ai lati del suo corpo disteso nel
letto. “ Non sei mai stata così bella! “, lei inarcò un sopracciglio e lo
fissò; le cose erano due, o la stava prendendo in giro, oppure era impazzito.
“ Mulder, credo che
tu abbia bisogno di un paio di occhiali “, esordì trattenendo a stento un
sorriso. Che la stesse prendendo in giro, o meno, che fosse impazzito, o meno,
quelle parole le avevano fatto piacere. Anzi, di più. “ Penso che tu abbia dei
seri problemi di vista! “, concluse. L’aveva buttata sullo scherzo, un mero
tentativo per nascondere l’emozione che le avevano procurato le parole di lui.
“ Ci vedo
benissimo, Scully, e non sono mai stato più serio in vita mia! “, replicò lui,
sorprendendosi per l’audacia delle sue parole.
Che accidenti
sto facendo? Devo essere impazzito!!
La forza di quel
pensiero, lo stralunò ancora di più e lei rise guardandolo, noncurante del
dolore che sentiva al labbro. Provò qualcosa di indefinibile nei suoi
confronti, lui era impacciato, forse si era pentito di quello che aveva appena
detto, o forse no, in ogni caso, adesso toccava a lei. Si, forse avrebbe dovuto
fare la mossa successiva.
“ Mulder?! “, lui
la fissò. La tensione era palpabile sul suo volto. “ Io….. E’ ancora valido
quell’invito a cena? “
Lui aggrottò le
sopracciglia, Scully gli stava chiedendo di portarla a cena! Era impazzita, o
cosa?!
“ Si, sempre! “, si
trovò a rispondere senza quasi pensare. Era felicità quella strana cosa che
sentiva montargli dentro con la furia di un tornado?
“ Bene, perché ho
intenzione di accettare questa volta! “, replicò lei. Ogni ombra di scherzo era
scomparsa dalla sua voce. “ Forse avrei dovuto farlo anche quella sera “,
aggiunse, mentre un’ombra scura passava sul suo volto.
“ E’ acqua passata,
Scully, non devi più permettere a Darren Memet di avvelenarti la vita! “, le
suggerì lui. “Vorrei che tu non ne parlassi più, ne ora, ne mai! “, concluse
alzandosi.
“ Ho bisogno di
tempo per dimenticare, Mulder, la ferita è troppo recente, fa ancora male! “,
lui avrebbe voluto stringerla tra le braccia e cancellare il dolore che vedeva
nei suoi occhi, ma sapeva di non poterlo fare. Non ora. Non lì.
“ Ti va bene
sabato? “, lei lo fissò interrogativamente e lui sorrise. “ Sbaglio, o dovevamo
andare a cena? “, questa volta fu lei a sorridere.
“ Certo, la cena!
Sabato va benissimo, Mulder, i lividi non saranno scomparsi del tutto, ma…… “
“ Non devi piacere
a nessuno “, rispose lui posandole un leggero bacio sulla guancia. “ E a me vai
bene anche così! “, aggiunse lasciando la stanza.
Lei avrebbe voluto
gridare tutta la sua contentezza per come si erano messe le cose. Non avrebbe
mai pensato di riuscire a trovare il coraggio di fare quello che aveva fatto.
Dio Santo, lo aveva praticamente invitato a cena. Lei!
Devi essere
completamente impazzita, Dana, disse a se stessa. Lui è Mulder, il tuo collega,
il tuo partner, il tuo miglior amico; non te lo scordare! E’ gia difficile
così, non complicare ancora di più le cose!
“ E’ solo un
dannato invito a cena!! “, si giustificò ad alta voce, cercando così di
scacciare i suoi stessi pensieri.
“ Non significa
assolutamente NULLA! “, disse ancora alla stanza vuota. Ma sapeva bene che non
era così
Qualcosa era
accaduto in quella stanza quella mattina, ne era cosciente, e che avesse un
seguito, oppure no, dipendeva solo da loro. Comunque avrebbe lasciato una
traccia indelebile nelle loro vite. E comunque questa volta lei sarebbe andata
fino in fondo, e al diavolo le conseguenze!
Amava Mulder, lo
voleva, era passato il tempo della parte dell’amica fedele, la sua mente e il
suo corpo reclamavano molto di più.
Reclamavano amore!
Il ristorante che
Mulder aveva scelto era molto intimo ed elegante, le luci soffuse e la musica
del piano bar davano alla sala un’atmosfera molto pacata. Era seduto al tavolo
già da alcuni minuti, lei non aveva voluto che lui andasse a prenderla a casa.
“ Ci vediamo al ristorante, Mulder “, le aveva risposto seccamente. Lui si
domandava se non se ne fosse pentita, magari le aveva ricordato dell’invito a
cena non perché volesse andarci davvero, ma solo perché, in un forte momento di
tensione emotiva, non aveva minimamente pensato a ciò che stava dicendo. Tutti
i suoi ingarbugliati pensieri furono interrotti dall’ingresso del cameriere nel
separè.
“ La sua ospite,
signore! “, annunciò con voce impostata. Mulder fece per alzarsi, ma rimase
sospeso esattamente a metà del suo movimento appena la vide. Cazzo! Aveva
deciso di fargli venire un infarto quella sera!!
“ Ciao, Mulder! “,
lo salutò entrando.
“ Sc… Ciao, Scully!
“, farfugliò lui tentando disperatamente di riprendere il controllo. E mentre
lei si sedeva, non potè fare a meno di far cadere l’occhio nella sua
scollatura. Lei lo notò, ma fece finta di nulla.
“ Hai intenzione di
restare in quella posizione per tutta la sera? “, lo punzecchiò lei con
evidente soddisfazione.
“ Si ha una visuale
migliore da quassù! “, replicò lui senza battere ciglio, e senza schiodare gli
occhi dal suo seno messo così generosamente in mostra quella sera.
La serata era
cominciata nel migliore dei modi, non c’era che dire.
“ Ho ordinato io
per entrambi, ti dispiace? “, chiese Mulder continuando imperterrito a far
scivolare lo sguardo lungo tutto il corpo di Scully. “ Come hai fatto a far
sparire i lividi? “, aggiunse giusto per dire qualcosa.
“ Una buona dose di
fondotinta è stata più che sufficiente “, rispose lei fissandolo dritto negli
occhi, cosa questa che mise decisamente a disagio Mulder al punto da fargli
abbassare lo sguardo sul tavolo.
“ Penso si veda che
non sono bravo in queste cose “, disse improvvisamente. “ Mi sento un perfetto
idiota! “
“ Perché? “
“ Non sono abituato
a questo tipo di locali, non sono abituato a mettermi in tiro così e non sono
abituato a vederti vestita così “, tentò di spiegare, ma appena incontrò lo
sguardo perplesso di lei, non potè fare a meno di mettersi a ridere. “ Sei
uscita con la persona sbagliata, Scully!! “, stava ridendo ancora, ma la sua
era una risata amara.
“ Sono esattamente
con la persona con la quale volevo essere, Mulder, e mi piace l’idea che tu ti
senta impacciato almeno quanto me! “, la sua risposta gli allargò il cuore.
L’amava anche per questo, per la sua spietata sincerità.
“ Forse pizza e una
birra sarebbero state meglio? “
“ Decisamente
meglio, direi! “, l’allegria di lui era coinvolgente e lei si stava lentamente
sciogliendo. La tensione che sentiva addosso appena arrivata, stava pian piano
scemando. “ Però il locale è carino, e anche la musica non è male, tutto
sommato, penso vada bene anche così! “
“ Giuro che dopo ti
farò anche ballare, Scully! “, lei strabuzzò gli occhi e lui rise.
“ No, Mulder,
questo no! “, disse.
“ Mangia ora, ne
riparleremo dopo “, rispose lui riprendendo a fissarla con insistenza. La
chiara e levigata pelle di lei, così generosamente esposta, era una tentazione.
Avrebbe voluto far scivolare le sue dita su quella pelle, e non solo quelle!…..
Basta, Mulder! Lei è Scully, la tua migliore amica, la tua collega, la tua pietra di paragone, la…. La donna che amo! Ecco cos’è!!!
L’intensità dei
suoi pensieri lo spaventava, di solito aveva un autocontrollo eccezionale, ma
quella sera aveva paura di non riuscire a mettere a tacere i propri istinti, di
tenere a freno le proprie emozioni. Scully era una tentazione troppo forte,
aveva chiuso dentro di se quella tentazione per tanti lunghi anni, troppi
forse, e come tutte le cose forzatamente represse, ora rischiavano di sgorgare
fuori tutte insieme e così violente da non riuscire neppure a pensare di
poterle bloccare.
No, decisamente non
era stata una buona idea quella di andare a cena insieme. Anzi, era stata una
pessima idea! Lei meritava molto di più di un visionario, paranoico come lui.
Inseguendo i propri
pensieri, non si era accorto che lei lo stava fissando da un po, con uno
sguardo indecifrabile ed un sorriso appena accennato. Scully sapeva esattamente
cosa lui stava pensando e la sua confusione non faceva che aumentare il suo
desiderio.
“ Mulder’! “, la
voce di Scully era stata appena udibile al di sopra della musica. Lui sollevò
gli occhi e la guardò.
“ Non hai
praticamente toccato cibo, non ti piace la cucina, o cosa? “, i suoi occhi
azzurri brillavano nella tenue luce delle candele sul tavolo, e Mulder provò
una fitta esattamente al centro dello stomaco.
CONTROLLO,
MULDER!!! CONTROLLO, DANNAZIONE!!!
“ Io pensavo….. “,
fu tutto quello che riuscì a dire.
“ A cosa, se posso
chiedere? “
NO CHE NON PUOI
CHIEDERE!!!
“ A te! “, fu la
sua semplice risposta. Questa volta Scully non rispose, ma adesso la fitta al
centro dello stomaco, l’avvertiva lei.
Si, decisamente era
una dannatissima, meravigliosa serata!!
Le note di una
vecchia canzone degli anni 70 si diffusero nel locale e Scully emise un
sospiro. “ Oh, accidenti! Adoro questa canzone, non la ascoltavo da tempo “,
Mulder colse l’occasione al volo e alzandosi, allungò una mano verso di lei.
“ Vieni! “, il suo
invito la fece ridere.
“ No, Mulder,
dai….. io lì in mezzo a ballare?! “, ma il suo timido tentativo di protesta si
perse nel vuoto e nella stretta della mano di lui che la aiutò ad alzarsi.
“ Si, Scully, a
ballare. Con me! “, lei non osò replicare e tre secondi dopo si ritrovò stretta
tra le braccia di lui a dondolare cullata dalla musica.
I gesti di entrambi
erano impacciati, tutti e due avevano paura di osare, era una situazione
ridicola, lo sapevano, ma nessuno dei due riusciva a trovare il coraggio di
fare il primo passo, quel dannatissimo primo passo che avrebbe messo fine a quell’assurdo gioco fatto di sguardi, di
pensieri, di frasi non dette, di desideri inespressi.
Seguendo un moto
proprio, le mani di Mulder presero a scivolare lungo la schiena nuda di lei.
Quel contatto era bruciante e lei rispose stringendosi a lui un po di più,
decisamente molto di più. Quell’aderenza improvvisa provocò a Mulder uno spasmo
violento al basso ventre
CRISTO, SCULLY,
NON COSI’!!!
E la sua mano prese
a salire lungo il braccio di lei, sfiorandole delicatamente il collo e
scivolando appena sotto l’attaccatura dei capelli. Scully sollevò il viso verso
di lui, il suo respiro gli sfiorava appena il collo, i loro sguardi si
incontrarono e la sua bocca, così vicina, era una tentazione troppo forte per
Mulder, ma che fosse lei a baciarlo, questo no, decisamente non se lo
aspettava.
L’effetto sorpresa
durò lo spazio di un respiro, poi due forti braccia la strinsero ed una
fiammata di gioia ardente la pervase. Lo sapeva che sarebbe successo! Lo
desiderava da morire! Poi Mulder chinò la sua testa bruna e schiuse leggermente
le labbra, un invito esplicito a cui lei non seppe resistere e che ricambiò
d’istinto. Mulder la strinse ancora di più e il bacio divenne più profondo,
Scully gli cinse il collo con le braccia e i loro corpi si sfiorarono
pericolosamente. Lui esplorò ogni angolo di quella bocca, piano, assaporandone
ogni millimetro. Dio, da quanto sognava un momento così? Quante volte si era
domandato come sarebbe stato baciare quelle labbra invitanti e carnose che lo
avevano sempre fatto impazzire? Esisteva il Paradiso? Si! Ora lui lo sapeva. Ci
stava dentro!
Scully emise un
leggero mugolio, il labbro ferito le faceva male, ma non era nulla al confronto
di quello che stava provando in quel momento, poi la bocca di lui, lentamente,
scese verso il collo, appena sotto l’orecchio, brividi intensi l’assalirono ad
ondate, sensazioni di caldo e freddo si alternavano nelle sue vene e la
crescente eccitazione di lui, palpabile attraverso la sottile stoffa del suo
vestito, non aiutava di certo!
Per amor del cielo,
erano nel bel mezzo di un locale!
Bastò questo per
farle riprendere il controllo per un momento.
“ Mulder….. “, la
voce le era uscita alquanto affannata. Lui la guardò senza capire. “ Se
continuiamo così, ci sbatteranno fuori dal locale! “, c’era un tono eccitato e
scherzoso nella sua voce, lui tossicchiò imbarazzato.
“ Io….. “, non
riusciva a connettere, il cervello si era completamente scollegato dal resto del
corpo.
“ Vieni “, lei lo
prese per mano e tornarono al tavolo. I battiti del suo cuore impazzito,
stavano lentamente tornando alla normalità. Non aveva mai provato nulla di
simile. Mai. Per nessun altro.
“ Scully?! “,
chiese lui allarmato vedendole prendere la borsetta sul tavolo. “ Dove vai? “
“ A casa, Mulder “,
rispose guardandolo. “ Sono stanca “, aggiunse. Il suo volto, una maschera
indecifrabile.
Mulder non rispose,
limitandosi a pagare il conto e a seguirla. Che stava succedendo, perché si
stava comportando così? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Lei si era pentita
di avergli dato corda? O più semplicemente si era spinto laddove non doveva? Le
parole di lei, lo fecero sorridere.
“ Mi accompagni a
casa, Mulder? “, la richiesta era stata innocente, ma nei suoi occhi lui lesse
decine di parole non dette.
L’aiutò ad
infilarsi il cappotto e prendendola per mano, uscì nel freddo della notte.
L’acqua della
doccia scrosciava allegramente spandendo spruzzi dappertutto, il vapore aveva
appannato i vetri e Scully, ad occhi chiusi, lasciava che l’acqua le scorresse addosso, portandosi via
la tensione che sentiva nei muscoli indolenziti. Da quanto era li? 5 minuti,
10?
Riaprì gli occhi di
scatto e chiuse l’acqua, rimanendo perfettamente immobile per qualche altro
secondo ancora, poi uscì dal caldo tepore del box-doccia e si infilò in un
morbido accappatoio di spugna. Con un asciugamano si tamponò leggermente i
capelli, poi si guardò allo specchio. I lividi erano ancora visibili sul suo
viso, anche se ormai ridotti a poco più di due ombre scure, il labbro era
appena un po gonfio, poi scendendo con le dita lungo il collo si soffermò su un
lieve arrossamento che sapeva non esserci la sera prima, e sorrise. Miseria! Ma
era successo davvero? Quello che era sempre e solo stato un mero desiderio, si
era davvero realizzato la notte precedente? Com’era cominciato? Mulder l’aveva
accompagnata a casa, e poi? Aveva insistito per accompagnarla fino alla porta.
“ Dopo quello che
ti è successo, non mi fido a farti andare da sola! “, le aveva detto.
Davanti alla porta,
lei lo aveva invitato ad entrare, Mulder aveva varcato la soglia, si era
poggiato al tavolo e l’aveva osservata mentre si toglieva il cappotto, poi i
loro sguardi si erano incontrati ed ogni miserabile freno era caduto. Lui la
travolse letteralmente e lei si lasciò travolgere dalla passione di lui. Lo
desiderava così tanto, cosa c’era di sbagliato ad amarsi?
Mulder aveva
lottato invano per dominarsi, ma la voglia di lei, era stata più forte di
tutto. Cominciò a far scorrere le mani sul suo corpo, sfiorando la sua pelle
morbida, con la punta delle dita e quando lei gemette di piacere, lo aveva
sentito tremare. Le aveva sfilato piano il vestito e aveva cominciato a
baciarla avidamente, come un assetato nel bel mezzo del deserto, desideroso di
un sorso d’acqua fresca.
Lei, dal canto suo,
si era avvinghiata a lui, strappandogli letteralmente via la camicia. Non aveva
mai desiderato così tanto un uomo. Le labbra di lui passarono sul suo collo,
soffermandosi nel morbido incavo della gola, carezzandole il seno, poggiò la
bocca su un capezzolo e lo succhiò, procurandole scintille di piacere
selvaggio. Sentendola ansimare, lui si soffermò a guardarla un istante, lei gli
aveva sorriso e Mulder riprese a baciarla, mentre con la mano libera, tentava
disperatamente di sfilarsi il resto dei vestiti. Il desiderio era diventato
frenesia, e quando lo aveva sentito entrare piano dentro di lei, gli affondò le
unghie nella schiena, muovendosi contro di lui per adeguarsi al suo ritmo frenetico,
sentendo nel suo corpo una tensione sempre più vibrante che raggiunse intensità
insostenibili, investendola alla fine come un’ondata gigantesca che la sollevò
scagliandola in un turbine vorticoso.
Sostenendosi al
bordo del lavandino, aveva chiuso gli occhi. Ripensare alla notte appena
trascorsa, l’aveva eccitata da morire e quando sentì le labbra di Mulder
sfiorarle la nuca, si lasciò scappare un gemito. Lui le sorrise attraverso lo
specchio.
“ Buongiorno! “, le
sussurrò all’orecchio, mentre le sue mani, scivolando attorno ai fianchi, si
ricongiungevano esattamente sullo stomaco di lei. “ Scully, dobbiamo parlare “,
aggiunse muovendo piano le mani in uno strano movimento circolatorio. Lei lo
fissò attraverso lo specchio.
“ Di cosa, Mulder?
“
“ Di quello che è
successo tra noi?! “, la sua era stata una via di mezzo tra una domanda ed una
risposta.
“ Perché, cosa è
successo tra noi? “, la replica di Scully, lo lasciò perplesso.
“ Come sarebbe? “,
domandò. “ Siamo stati a letto insieme, abbiamo fatto l’amore, Scully!! “
“ Pentito? “, lo
interruppe lei irrigidendosi. Lui percepì la sua crescente tensione e le
sorrise.
“ Dobbiamo
parlarne, Scully, le cose saranno un po diverse ora, lo sai anche tu “
Questa volta lei
non rispose, Mulder aveva ragione, niente sarebbe più stato come prima. Non
potevano negare l’evidenza. Lei lo amava, era impensabile che potesse tornare a
trattarlo come un semplice amico. E lui?
“ Mulder, io…. “,
si interruppe, non sapeva cosa diavolo dire, non era mai stata brava in queste
cose, e poi lui continuava a stringerla, se non l’avesse smessa immediatamente,
non era tanto sicura che sarebbe stata in grado di controllare le sue reazioni.
“ Si?! “, rispose
Mulder vicino al suo orecchio. Lei lo guardò ancora attraverso lo specchio. Ora
sapeva cosa doveva fare.
Si liberò della sua
stretta e si voltò verso di lui gettandogli le braccia al collo. “ Parlare!
Parlare! Ma non sei capace di fare altro, Mulder? “, lo provocò sfacciatamente
iniziando a baciarlo, dapprima lentamente, poi con sempre maggior trasporto.
Mulder ebbe la
netta sensazione che un migliaio di spilli gli fossero stati sparati
direttamente nei testicoli, la bocca di lei si muoveva sapientemente sulla sua,
dandogli sensazioni allucinanti e quando le sue labbra morbide presero a scivolare
lungo la sua gola, lui non riuscì più a trattenersi.
“ Ti amo, Scully!!
“, la voce era un po arrochita, ma il tono fermo.
“ Dimmelo ancora!
“, sussurrò lei nell’incavo della sua spalla.
“ Ti amo, da sei
tremendi, lunghi anni! “, due occhi azzurri lo fissarono intensamente, non
c’era sorpresa in quello sguardo, solo la conferma di una cosa che lei sapeva
già.
“ Anch’io! “, lo
baciò di nuovo, stuzzicandogli la bocca con la lingua. Mulder sentì i piccoli
seni rotondi premergli sul petto attraverso la stoffa dell’accappatoio e,
incapace di resistere a quell’invito, la sollevò tra le braccia e la trascinò
in camera da letto.
Caddero avvinghiati
sul letto, continuando a baciarsi, incuranti del telefono che squillava e del
sole che filtrava attraverso le finestre. Mulder abbassò la testa per baciare
quel piccolo seno che lo faceva impazzire, l’accappatoio giaceva ormai ai piedi
del letto, una cosa troppo ingombrante tra loro due.
Il campanello
squillò, ma Mulder, fregandosene totalmente, continuò la sua esplorazione del
corpo di Scully. Non avrebbe mai smesso di baciarla, di carezzare quella
levigata pelle bianca. Amava tutto di lei, anche quel dannato tatuaggio che le
marchiava la schiena, ci passò sopra le dita e lei emise un sospiro.
“ Ti ho odiata per
questo, Scully! “, lei seguì la linea della sua mascella con una delle sue
affilatissime unghie.
“ Volevo solo
attirare la tua attenzione, Mulder! “
“ E per farlo, sei
andata a letto con un altro? “
“ Volevo ferirti in
qualche modo “, ammise senza reticenza, mentre le sua dita disegnavano i
contorni dei suoi pettorali. “ La tua indifferenza, mi faceva troppo male “,
Mulder non rispose, ma la strinse in un abbraccio convulso, facendo scivolare
le mani lungo il suo ventre piatto e poi ancora più giù, muovendosi piano,fino
a farla rabbrividire, mentre le mordicchiava con delicatezza il collo e le
spalle.
Quei gesti la
eccitavano immensamente. Le mani di Mulder non smisero di accarezzarla neppure
mentre la penetrava. I suoi movimenti erano forti e ritmici ed ogni affondo la
avvicinava sempre più all’orgasmo, che arrivò violento e che la fece gridare
mentre si stringeva a lui, non riuscendo a trattenere le lacrime. Di felicità,
per una volta.
Dopo rimasero
abbracciati a lungo, svuotati di ogni energia fisica e mentale. In silenzio,
Mulder le carezzava i capelli, lasciandoseli scivolare tra le dita, erano
sottili come quelli di un bambino, pensò, mentre lei, con il viso sprofondato
nell’incavo tra il collo e la spalla, respirava piano, cercando di imprimersi
nella mente l’odore della sua pelle.
Il campanello tornò
a suonare, rompendo il silenzio, e questa volta non poterono ignorarlo. Lei si
sollevò su un gomito.
“ Forse stavolta
dovrei andare a vedere “, disse staccandosi con riluttanza dal caldo abbraccio
di lui. Uscì dalle coperte e la visione di quel corpo nudo, eccitò nuovamente
Mulder.
“ Ti consiglio di
vestirti, Scully, o ti giuro che alla porta non ci arriverai mai! “, la
minacciò. Lei fece spallucce e inarcando un sopracciglio, come solo lei sapeva
fare, si infilò un paio di pantaloni che raccattò da una sedia e afferrando al
volo la camicia che lui indossava la sera precedente, si avviò verso la porta.
Osservò attraverso
lo spioncino prima di aprire e quando vide chi c’era dall’altra parte, non potè
trattenere un moto di sorpresa. Si rassettò alla meglio la camicia, e fece
scattare il chiavistello.
“ Signore! “, lo
salutò scostandosi per lasciarlo entrare. Si sentiva lievemente in imbarazzo.
“ Agente Scully “,
l’uomo entrò in casa, osservandola attentamente. “ Sta bene? “, chiese
scrutandola da testa e piedi.
“ Si, signore “,
rispose lei tentando di sistemarsi alla meglio i suoi spettinatissimi capelli.
“ Le ho telefonato
prima, perché volevo sue notizie, non avendo ricevuto risposta, ho pensato di
venire direttamente qui “, spiegò Skinner sedendosi. “ Non sono riuscito a
contattare neppure l’Agente Mulder, sa dirmi dov’è? “, Scully sorrise ancora
più imbarazzata di prima, cosa che non sfuggì all’occhio attento del suo capo,
così come non gli era sfuggito il particolare che la camicia indossata da lei
era decisamente troppo abbondante per essere la sua. “ Mi scusi, Scully, temo
proprio di essere arrivato in un momento decisamente inappropriato “, disse
abbozzando un sorriso di scuse.
“ Stia tranquillo,
signore, mi fa piacere che sia venuto “, rispose lei, ascoltando con
preoccupazione il rumore proveniente dalla camera da letto. Rumore che udì
anche Skinner.
“ Ha i ladri in
casa, oppure….. “, l’ingresso di Mulder in cucina, lo interruppe, ma non se ne
meravigliò. Per istinto, sapeva che lui era li.
“ Signore! “, lo
salutò sfidandolo con lo sguardo. Indossava i pantaloni della sera prima ed era
a torso nudo. Per forza, la sua camicia la indossava Scully.
Skinner tossicchiò
per nascondere un sorriso, li guardò entrambi, poi si tolse gli occhiali. “
Sono qui per parlarvi “, spiegò.
“ Di cosa, signore?
“, si informò prontamente Mulder.
“ Del vostro ultimo
caso “, disse tirando fuori un dossier dalla cartella che portava con se. “
Questo è il rapporto finale che lei mi ha consegnato, leggendolo lo troverà
diverso in un paio di punti, Agente Mulder, per ragioni che lei certamente
capirà, è stato deciso di coprire la vera identità della signorina Bennet
“,Mulder lo fissò a lungo prima di rispondere.
“ Perché? “, chiese
alla fine.
“ Questa parentela
avrebbe potuto danneggiare il Capo Sezione, che comunque era all’oscuro del
tutto,, così siamo arrivati ad un accordo, un accordo che son sicuro convenga a
tutti, Mulder “, lui capì al volo e sorrise amaramente.
“ E se le dicessi che
non ci sto? “
“ Piantala, Mulder!
“, lo rimproverò Scully. “ Skinner ha ragione! “
“ Mi dia retta
Mulder, in futuro potrete lavorare senza problemi, dubito che Carter vi metterà
i bastoni tra le ruote “
“ Compromessi!
Sempre e solo compromessi! Ne ho piene le scatole di tutto questo! “, sibilò
Mulder a denti stretti, piantandosi le mani in tasca.
Per un po nessuno
disse più nulla, poi Skinner, alzandosi in piedi, li osservò per un istante e
puntando il dito contro Mulder, sorrise. “ Agente Mulder, come si giustifica?
“, gli chiese indicando il suo misero abbigliamento.
“ Con tutto il
rispetto, signore, non devo giustificare con lei ciò che faccio quando non
lavoro!! “, Skinner rise e si avviò verso la porta.
“ Vi avverto,
statemi fuori dai piedi per almeno una settimana e lei, Mulder, stia attento a
quello che fa, altrimenti farà i conti direttamente con me! “, lo minacciò
uscendo nel corridoio. “ Mi avete sentito? Se vi vedo in ufficio prima di una
settimana, vi sbatto fuori a calci. Tutti e due!! “, sottolineò allontanandosi
verso le scale.
Scully richiuse la
porta, si voltò verso Mulder e sorrise. “ Ci ha dato una settimana di vacanza,
o sbaglio?! “
“ Se non era uno
scherzo, e non è impazzito, direi di si! “
“ Mulder, posso
farti una proposta? “
“ Ti ascolto “
“ Mi porteresti a……
“
“ Si! “
“ Ma se non ti
neppure detto cosa volevo! “, ribattè lei osservando con una certa apprensione
la mani di lui che aveva cominciato a sbottonare i bottoni della camicia. “ Che
stai facendo!! “, la sua voce era fintamente preoccupata.
“ Mi prendo quel
che è mio!! “
“ Ti riferisci alla
camicia, vero?! “
“ Anche quello che
c’è sotto, non mi dispiacerebbe! “, rispose lui impossessandosi dell’indumento.
“ Siamo in vacanza, ricordi? E sei anni da recuperare, sono tanti!….. “
“ E vorresti
recuperarli tutti in una settimana?! “
“ Intanto
cominciamo, poi si vedrà!!! “
FINE
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NOTE FINALI: Grazie
per essere arrivati fin qui, vi siete divertiti? Io spero di si, ma anche se
non fosse così, vi vorrei bene lo stesso. Concedetemi solo due paroline per
ringraziare le persone che mi sono state intorno in questo progetto, inizio
ovviamente dalla mia “metà”, RIPLEY, che si è lasciata trascinare in tutto
questo e con la quale mi sono divertita un mondo, poi vorrei ringraziare POLI,
MOS, MIMMY, DANY, ISA e tutti gli altri della mitica Chat, per il sostegno, un
ringraziamento particolare lo riservo ad ANNAX, per i momenti straordinari che
mi regala ogni volta che leggo un suo lavoro, spero un giorno di diventare
brava quanto lei!
E
per finire, dedico questa ff alla persona che, 6 anni fa, mi ha “presentato” X
Files, facendomi diventare negli anni, parte integrante di questo mondo e dei
suoi personaggi: EL CHUPA, grazie, grazie davvero!! EN AMI!
NOTE FINALI:
Ringrazio il server di avermi permesso di essere in chat al momento giusto;
ringrazio Dio ed X
Files (e non
scordiamoci il server!!!), per aver conosciuto EN AMI, una mente che adoro!
E dite pure che
sono di parte, ringrazio EN per aver ideato questa ff ke io reputo GRANDE (in
tutti i sensi!!), grazie per aver permesso ke questa collaborazione avesse
luogo, grazie per avermi permesso di lasciare il mio zampino!
Infine ringrazio
POLI e MOS per l’incoraggiamento mostratoci…. E poi perché non posso non
nominare il
“magiko
quadrato”!!!! ^_______^
P.S.: chiedo scusa
alle parole “ringrazio” e “permesso” per averle sfruttate esageratamente!
:PPP RIPLEY!!