TITOLO:  OMBRE DAL PASSATO

AUTORI:  EN AMI & RIPLEY

DISCLAIMER: I personaggi di Mulder, Scully e Skinner non ci appartengono, ne ci apparterranno mai, ma sono di proprietà della Fox e di C. Carter e sono qui usati senza permesso. Gli altri sono usciti dalla nostra fantasia e guai a chi ce li tocca.

RATINGS: NC-17, per scene di sesso che non contempleremo mai nella realtà.

SUMMARY: …. Durante una festa, Scully sparisce insieme ad un suo vecchio compagno di Università.

COMMENTI: Siccome siamo estremamente masochiste, li accettiamo, diteci la vostra, e se vorrete farci anche qualche complimento, ne saremo contente; e-mail a : invisigoth28@hotmail.com

And  ellenripley34@hotmail.com

NOTE: Quando ho iniziato a scrivere questa storia, non avevo la benchè minima idea di come e dove sarei andata a finire, poi l’incontro con Ripley ed eccoci qua. E’ stata un’esperienza divertente, speriamo lo sia anche la vostra lettura, da parte nostra, ci abbiamo messo tutto l’impegno e la fantasia possibile. Per i ringraziamenti, vi rimandiamo alla fine della lettura.

 

EN AMI & RIPLEY VI PRESENTANO

OMBRE DAL PASSATO

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L’aria dell’ufficio nel seminterrato, già di per se claustrofobico, era particolarmente irrespirabile quella mattina. Fox Mulder si aggirava come una tigre in gabbia, non avrebbe saputo spiegarne l’origine, ma uno strano malessere lo attanagliava da qualche giorno e come se non bastasse, appena arrivato al lavoro, alle 7.30, come sempre, aveva trovato una comunicazione che lo informava di essere atteso nell’ufficio di Skinner alle 10.00.

Guardò l’orologio, erano le 8.00 precise, alzò gli occhi verso la porta e come da copione la vide entrare, schifosamente puntuale, come al solito.

“ Buongiorno, Mulder! “, Dana Scully, sua collega da ben sette anni, si appoggiò al bordo della scrivania e lo fissò divertita. “ Qualcosa non va? “, gli domandò in maniera diretta.

Mulder represse un ghigno, lei lo conosceva come nessun altro al mondo e mentirle sarebbe stato non solo pericoloso, ma inutile. “ Niente caffè stamattina? “, provò a chiederle, lei aggirò la scrivania e gli si avvicinò.

“ Tu dimmi prima cos’hai, poi ti porterò tutto il caffè che vuoi! “, Mulder non osò replicare e come poteva? Quando lei lo fissava in quel modo, regrediva all’età di 12 anni!

“ Skinner ci ha convocati nel suo ufficio per le 10.00….. “

“ Che hai combinato stavolta? “, lo interruppe inarcando un sopracciglio.

“ Niente, che io sappia “, rispose lui con aria innocente, si sentiva un po imbecille in quel momento, ma non avrebbe saputo dirne il perché.

Scully scrollò la testa, le stranezze del suo collega erano una costante nella sua vita, ma ultimamente Fox Mulder stava tentando di battere tutti i record. Non solo era strano, ma spesso sorrideva da solo, si perdeva dietro strane elucubrazioni e come se non bastasse, un paio di volte lo aveva sorpreso a fissare il vuoto con sguardo totalmente assente, che stesse male? Non trovando una risposta pronta, uscì nel corridoio e andò a prendere un paio di tazze di caffè.

Fox Mulder rimase a guardarla in silenzio e improvvisamente, senza ragione, si trovò a ripensare a quel lontano giorno di sette anni prima, quando lei aveva fatto per la prima volta il suo ingresso in quell’ufficio. Lui aveva provato dapprima diffidenza nei suoi confronti, poi qualcosa in fondo ai suoi occhi lo aveva colpito nel profondo e dal preciso istante in cui i loro sguardi si incontrarono, Mulder capì che quella donna, per ragioni che gli apparivano oscure, non sarebbe mai stata una donna qualunque nella sua vita, e quanto aveva visto giusto allora, lo scoprì nel corso degli anni.

Scully tornò con due abbondanti tazze di caffè tra le mani, ne posò una davanti al collega, poi sedette di fronte a lui. Bevvero in silenzio, le parole sembravano particolarmente pesanti quella mattina, nessuno dei due trovava qualcosa da dire. All’improvviso Mulder si alzò.

“ Sai, Scully, stavo ripensando al nostro ultimo caso “, esordì. Gli era tornato quello strano sorriso ebete sulla faccia e Scully iniziò istintivamente a preoccuparsi.

“ E allora? “, replicò spostando la tazza, ormai vuota, in un angolo libero dell’incasinata scrivania del partner.

“ Pensavo a quanto siamo stati bravi, eh?! “, le sopracciglia di Scully scattarono verso l’alto, da quando Fox Mulder aveva preso l’abitudine di vantarsi dell’aver risolto un caso?

“ Non mi pare che abbiamo fatto chissà che! “

La raggelante risposta della collega, allargò ancora di più il sorriso sul suo viso. “Andiamo, Scully, abbiamo messo insieme una coppia che si rincorreva da anni senza riuscire a trovarsi e tu osi dire che non abbiamo fatto niente?! “, rispose. Il sorriso era diventato un ghigno.

Si, decisamente Fox Mulder non stava bene!

“ E da quando ti entusiasmi per cose di questo tipo? “, l’ironica risposta di Scully non intaccò minimamente l’allegria di Mulder.

“ Chissà, probabilmente sto solo invecchiando! “, rispose tornando a sedersi e inclinando pericolosamente la sedia all’indietro. “ Sai, Scully, Holman era convinto che noi due stessimo insieme……. “

“ Anche Sheila “, proseguì lei. Mulder non ci avrebbe giurato, ma le era parso di cogliere una nota di rimpianto nella sua voce.

E lui? Come si sentiva lui?

Da quando erano tornati da Kroner, Kansas, si sentiva strano, diverso, come se un’improvvisa consapevolezza, che aveva tenuta celata per anni, premesse violentemente per venire fuori. Ma consapevolezza di cosa? Questa domanda lo tormentava da giorni e fintanto che era occupato in qualche attività, riusciva a non pensarci, ma la notte….. Dio! La notte. Non ricordava neanche più da quando non dormiva.

“ Mulder?! “, la voce di Scully, salita nel frattempo di un’ottava, lo scosse dal torpore nel quale era sprofondato.

“ Stai bene? “, aggiunse guardandolo dritto negli occhi.

Dannazione, Scully, non così!!

La forza prepotente di quel pensiero, lo spaventò facendolo scattare in piedi per allontanarsi dalla sferzata di quello sguardo indagatore. Si sentiva come se un martello pneumatico gli stesse trapanando il cranio, che accidenti gli stava succedendo? Perché non sopportava che Scully lo guardasse così? E perché avrebbe dato l’anima per leggere in quegli occhi qualcosa di diverso? La mano di lei premuta dietro la sua schiena, lo fece sussultare.

“ Mi stai facendo preoccupare, Mulder “, la voce di lei era bassa e cadenzata, terribilmente sensuale, com’è che non aveva notato prima tutto questo? E com’è che lo stava notando ora?!

Non toccarmi, Scully!!!

“ Sto bene, è solo che….. “

Solo che sono un perfetto idiota, ecco cos’è!!!

“ Si, insomma, non sono me stesso in questi giorni “, finì per dire. Scully, dietro di lui, sospirò.

“ Tutto questo per aver aiutato due perfetti sconosciuti a mettersi insieme? “, la domanda rimase sospesa nell’aria a lungo, poi lo sentì ridere sommessamente.

“ Chi, io? Ma figurati! “, si voltò, incrociò lo sguardo di lei e gli attorcigliarono le budella. Era indecifrabile. Una sfinge. “ No, sono altre cose, altri pensieri “, non sapeva se la sua arraffazzonata risposta avesse convinto la collega, nel dubbio, tornò a sedersi alla scrivania, cominciò ad appallottolare fogli di carta e a gettarli nel cestino. Faceva sempre così quando era nervoso o preoccupato per qualcosa, questo Scully lo sapeva bene, sapeva ogni cosa di lui, e il fatto che le stesse nascondendo qualcosa, le procurava una sensazione di malessere. Odiava sentirsi esclusa dai pensieri di Mulder, era come se lui la stesse tradendo con qualcuno.

Questo pensiero la fece sorridere, quante volte era capitato negli anni che avevano rischiato di saltarsi alla gola in preda ad improvvisi raptus di gelosia!

Gelosia. Che strana parola. Eppure lei l’aveva provata, dura, violenta, nei confronti di Phoebe, il primo grande amore di Mulder; di quella dannata entomologa dall’improbabile nome di un cartoon, Bambi. Dio, quanto l’aveva detestata e quanto aveva detestato Mulder per come la guardava, quasi che volesse possederla con gli occhi, o più semplicemente aveva odiato Mulder perché non aveva mai guardato lei così!

Ecco la verità nuda e cruda, lei non era mai stata una donna davanti agli occhi di Mulder, ma solo un’amica, una compagna di avventure, la sua collega; lui avrebbe dato la sua stessa vita per lei, questo lo sapeva, ma Scully, almeno una volta nella vita, avrebbe voluto sperimentare su di se lo sguardo che il suo collega aveva riservato ad altre donne incontrate per caso nel corso degli anni.

Avrebbe voluto leggere il desiderio di qualcos’altro in quegli occhi!!

 

 

“ Scully?! “, il richiamo di Mulder la ridestò dai suoi pensieri e quasi arrossì sentendosi addosso il suo sguardo a metà tra il serio e il divertito. “ Ti ho vista sorridere, a cosa stavi pensando? “

Se te lo dicessi, caro il mio collega, scapperesti a gambe levate attraverso il corridoio!

“ Niente di speciale “, mentì. “ Vogliamo prepararci ad affrontare Skinner? “, Però, era diventata brava a fingere, si era perfezionata bene nel corso degli anni passati con lui. Aveva dovuto imparare, questione di sopravvivenza!

“ Se dovesse saltarmi al collo per un qualche motivo, ti avrò dalla mia parte, vero?! “, le chiese infilandosi la giacca.

“ Dovrei offendermi per il solo fatto che me lo hai chiesto! “, replicò Scully dandogli le spalle e uscendo nel corridoio. La risatina di Mulder le procurò una scarica di adrenalina nel corpo. Amava quell’uomo in tutto il suo essere, lo sapeva, ne era cosciente e aveva imparato a conviverci; si sarebbe fatta sparare piuttosto che farglielo capire, e fino a quel momento, ci era riuscita benissimo.

La porta del Vice Direttore Skinner si aprì e lui fece cenno alla sua segretaria di far accomodare i due agenti. Il primo ad alzarsi fu Mulder, seguito a ruota da Scully. Nell’attraversare la porta, Mulder rimase colpito per l’ennesima volta dall’immacolatezza dell’ufficio del suo capo; lui era seduto dietro la scrivania e anche così appariva imponente, ex marine dalla testa ai piedi, duro, inflessibile, ma anche amico in più di un’occasione. Nel rimettersi gli occhiali sul naso, fece cenno ai due di accomodarsi.

“Grazie di essere venuti “, esordì. “ Non vi ruberò molto tempo “, aggiunse fissando volutamente Mulder, il quale cominciò istintivamente a sentirsi a disagio.

“ Perché siamo stati convocati, signore? “, la domanda di Scully, non sorprese Mulder, sapeva che l’avrebbe fatta.

“ Ci arrivo subito, Agente Scully “, replicò Skinner aprendo un cassetto della scrivania e tirandone fuori una busta. “ Qui dentro c’è l’invito ad un party, è inutile sottolineare che dovrete esserci “

“ Un party? Questa è bella! “, esclamò Mulder con sarcasmo, Skinner lo incenerì con uno sguardo.

“ Agente Mulder, le faccio presente che se sta anche solo pensando di non andarci, la prenderò personalmente a calci nel sedere! “, Mulder lo fissò a bocca aperta.

“ Mi scusi, signore “, Scully, vista la tensione, intervenne prontamente. “ Perché ci tiene così tanto? Cioè, quello che vorrei dire è….. “

“ Ho capito, Scully “, la interruppe lui facendo passare lo sguardo alternativamente tra l’uno e l’altra. “ Saprete che è stato nominato il nuovo Capo Sezione, bene, prima di insediarsi ufficialmente, darà un party per poter incontrare in un colpo solo tutti gli agenti che lavoreranno per lui….. “

“ Magnifico!! “, esclamò Mulder ancora più sarcastico di prima, ricevendo in cambio l’ennesima occhiataccia, da Scully stavolta. “ Non pensavo di essere diventato improvvisamente così importante da ricevere un invito del genere! “, aggiunse ignorando completamente i segnali di disapprovazione inviatigli dalla sua partner.

“ Agente Mulder, quello che pensa lei, è assolutamente insignificante! “, controbattè asciutto Skinner. “ Il party è per sabato, anziché discutere, abbia la bontà di procurarsi un abito adatto all’occasione! Potete andare “, li congedò. La prima ad alzarsi fu Scully, Mulder lanciò un’ultima occhiata al suo capo, poi prese la busta dalla scrivania e seguì la collega. Non avevano raggiunto la maniglia, che furono bloccati da un richiamo.

“ Agente Scully?! “

“ Si, signore? “

“ La riterrò personalmente responsabile in caso di defezione del suo collega, lo ricordi! “

“ Si, signore! “

“ Potete andare! “

“ Si, signore! “, Scully uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e appena fuori, si scagliò verbalmente contro Mulder. “ Accidenti a te! Qualche volta potresti risparmiarti il tuo sarcasmo, no?! “, il suo sguardo era bruciante e Mulder se ne sentì spaventato.

“ Sono rimasto sorpreso, tutto qui “, tentò di minimizzare seguendola nell’ascensore.

“ Sorpreso? Solo perché per una volta si sono ricordati di noi come facenti parte della struttura operativa dell’FBI?! “, Scully lo fissò, tutto sommato la cosa cominciava a divertirla, Mulder lo percepì dal tono della sua voce, dal colore dei suoi occhi. “ Mulder, non starai pensando a qualche oscura trama governativa, spero! “, questa volta lui non potè fare a meno di sorridere.

“ Se il lupo cattivo ti invita nella sua tana, un motivo ci sarà! “, rispose. “ Scully, io ho fame, ti andrebbe di mangiare qualcosa? “, lei lo guardò sorpresa, Mulder che la invitava a mangiare qualcosa fuori per la pausa pranzo? Lui che non si allontanava dal suo ufficio neppure per andare in bagno?

Si, c’era decisamente qualcosa che non andava!!

 

 

Quel venerdì passò in maniera assolutamente anonima, niente casi, niente novità, niente di niente e Mulder detestava oziare, perché l’ozio lo portava a pensare e lui non voleva pensare, perché quando lo faceva, i ricordi lo assalivano prepotentemente. Quella mattina poi non si era neppure fatta viva Scully, gli aveva telefonato dicendogli che si sarebbe presa una giornata di libertà per dedicarsi allo shopping. Scully che si dedicava allo shopping gli suonava decisamente divertente, aveva preso dannatamente sul serio l’invito al party, mentre lui avrebbe dato dieci anni della sua vita per non andarci. Sentiva la strana sensazione che si sarebbe trovato coinvolto in qualcosa e quando le sensazioni erano così nitide, raramente sbagliava. Ed in ogni caso non poteva fare a meno di presentarsi a quel dannato party, primo perché Skinner sarebbe stato capace di prenderlo a calci per davvero, secondo perché Scully gli avrebbe probabilmente sparato.

Scully, chissà dov’era in quel momento, cosa stava facendo, se aveva trovato quello che stava cercando. E lui, aveva trovato quello che cercava? Niente nella sua vita era mai andato nel verso giusto, una famiglia a pezzi, suo padre coinvolto in chissà quali oscure trame governative, sua sorella sparita misteriosamente 23 anni prima e mai ritrovata, la sua vita andata in pezzi e ricostruita migliaia di volte ed ogni volta c’era stata Scully accanto a lui. Scully, ma davvero sarebbe riuscito a sopravvivere senza di lei?

Scully, l’enigmatica, la fredda, l’insostituibile Scully, che lo aveva coccolato come un bambino quando ne aveva avuto bisogno e preso a calci  quando lo aveva meritato. Scully che lo aveva rimesso in carreggiata ogni volta che accennava ad andare fuori strada, che lo aveva protetto, gli aveva salvato la vita.

Scully, la donna che amava!

Ecco, lo aveva ammesso, la donna che amava e alla quale non avrebbe mai trovato il coraggio di dire ti amo,

perché se lo avesse fatto lei si sarebbe messa a ridere, o più probabilmente avrebbe alzato gli occhi al cielo e avrebbe esclamato un: “ Oh, signore! “, e se ne sarebbe andata. Scully che non aveva mai minimamente sospettato lo sconvolgimento che gli provocava ogni volta che lo fissava dritto negli occhi con quei suoi dannati occhi azzurri, oppure quando gli regalava uno dei suoi rari sorrisi. Scully……

Lo squillo del telefono, lo fece sobbalzare. “ Mulder! “, rispose tentando di scacciare l’immagine della collega dalla mente.

“ Ciao, sono io! “, replicò una voce allegra dall’altro capo. “ Cosa stai facendo, Mulder? “

“ Tentavo di ammazzare il tempo “, che risposta banale aveva dato, ma in quel momento non si sentiva molto lucido. “ Tu piuttosto, dove sei? “

“ Davanti alle vetrine di un negozio, sai, non pensavo fosse così difficile trovare un bel vestito “, rispose lei con un sospiro che, attraverso la cornetta, arrivò dritto nel surriscaldato cervello di Mulder.

“ Hai bisogno di aiuto? “, le chiese. La risposta di lei, lo piegò in due.

“ Non serve, Mulder, sono con un amico “

Con un amico?! E chi diavolo poteva essere? Scully non frequentava molta gente!

“ Bene! “, rispose digrignando i denti. “ Ci vediamo in ufficio più tardi? “, chiese speranzoso.

“ No, Mulder, Darren mi ha invitata a pranzo e così…… “

“ Darren?! Lo conosco? “, domandò lui con voce piatta sentendo il desiderio di strangolarla.

“ No, è un vecchio compagno di università, l’ho incontrato per caso oggi e così….. “, Scully si interruppe, si stava giustificando con Mulder, perché?  “ Magari ti chiamo stasera, va bene? “, tagliò corto alla fine.

“ Attenta ai vecchi amici che non vedi da tempo “, scherzò lui. “ Spesso si rivelano potenzialmente pericolosi! “

“ Per male che vada, ho sempre la pistola con me, no?! “, ribattè lei chiudendo la comunicazione. La pseudo

gelosia di Mulder la fece sorridere, era sempre così attento, così protettivo nei suoi confronti, peccato lo facesse con lo spirito del fratello maggiore. Quanto le sarebbe piaciuto che fosse stato geloso di lei come donna, che per una volta avesse perso la sua compostezza e si fosse scagliato contro qualcuno per lei. L’immagine mentale di Mulder che picchiava un uomo davanti ai suoi occhi, la fece sorridere ancora di più, primo perché non sarebbe avvenuto mai, secondo perché non c’era motivo perché avvenisse, non stavano mica insieme in fondo, no?!

Quest’ultima considerazione le procurò una fitta allo stomaco.

“ Dana, penso che quel vestito ti starebbe d’incanto “, la voce di Darren la strappò ai suoi pensieri.

“ Quello dici? “, chiese lei indicando un abito in vetrina. “ Ma è…… Santo cielo, Darren, quella scollatura oserei definirla oscena!! “, aggiunse fingendosi scandalizzata, ma l’idea di provarlo, si stava facendo strada nella sua mente, come avrebbe reagito Mulder vedendola vestita così?

Questa banale domanda, bastò a convincerla, guardò verso Darren ed entrò nel negozio.

 

 

L’appuntamento era per le 8.00. Mulder sarebbe passato a prenderla a casa sua da dove avrebbero raggiunto il locale dove si teneva il fatidico party. Strane sensazioni si ingarbugliavano nella sua mente, ed ogni volta che andava vicino a prendere il filo dei suoi pensieri, calava una cortina di nebbia che lo riportava inesorabilmente al punto di partenza. Mentre si accingeva a bussare alla porta della collega, un pensiero assurdo si delineò nella sua mente, e se invece di andare a quel dannato party, l’avesse invitata a cena? Sarebbe stato carino, no?! Desiderava farlo da sempre, ma non aveva mai trovato il momento giusto, o forse non aveva voluto trovarlo. La sua mano esitava, sospesa a dieci centimetri dalla porta della collega, perché no, si disse alla fine, per una volta, una sola volta nella vita, voleva fare una cosa bella per lei. Si, l’avrebbe invitata a cena, se ne sarebbe fregato del party, di Skinner, del capo sezione, di…….

La porta si spalancò all’improvviso e lui fece un balzo indietro. Era buffo stretto com’era nel suo smoking e con il pugno chiuso sospeso a mezz’aria.

“ Mulder?! “, il richiamo di Scully lo riportò al presente. “ Si può sapere perché non ti decidevi a bussare? “, il tono di lei era di finto rimprovero, in realtà l’espressione di Mulder la divertiva da morire.

“ Scully, io non voglio andare a quel party! “, l’aveva detto tutto d’un fiato, poi si soffermò a guardarla. Cazzo, era bellissima!

“ Ci risiamo! “, protestò lei chiudendosi la porta alle spalle. “ Ho passato mezza giornata a cercare un vestito, due ore dal parrucchiere e tu non vorresti andare al party? “

Lui la sbirciò di sottecchi, cercando di capire qualcosa del suo vestito, ma l’ampio mantello che lei portava drappeggiato intorno al corpo, gli impediva di vedere, ma stava benissimo con i capelli pettinati così, e con quel trucco appena accennato, il rossetto color corallo che le rimarcava alla perfezione la bocca carnosa. Senza rendersene conto, si passò la lingua sulle labbra. “ Scully, quella festa è una trappola! “, la sua affermazione la fece sorridere.

“ Ecco il caro, vecchio Mulder che conosco! “, lo canzonò entrando in macchina.

Lui non se la prese, era abituato a discutere con lei. “ Avevo in mente un programma alternativo, cioè, ho pensato di invitarti a cena, che ne dici?! “, le chiese mettendo in moto e staccandosi lentamente dal marciapiede. Lei non rispose e se la proposta di Mulder l’aveva colpita, non lo diede a vedere. “ Scully?! “, la chiamò sollecitando una risposta.

“ In un altro momento, la tua proposta mi avrebbe lusingata, oltrechè meravigliata “, rispose lei rimarcando bene le parole. “ Ma stasera la risposta è no! “

“ Ma perché ci tieni tanto a quel dannato party?! “, il tono di Mulder era diventato un po più aspro, e non solo perché lei aveva rifiutato il suo invito.

“ E tu perché temi tanto di doverci andare?! “, replicò lei nello stesso tono. Si stava arrabbiando, Mulder era come un libro aperto, ma in questa occasione, proprio non riusciva a capirlo.

“ Ok! “, ribattè lui accelerando bruscamente. “ Togliamoci il dente, e non pensiamoci più! “, aggiunse concentrandosi sulla guida. Lo seccava da morire che lei avesse rifiutato così seccamente il suo galante invito,e il party era solo una scusa, lei avrebbe rifiutato comunque. Questa certezza lo portò ad accelerare ancora di più, tanto che Scully, seduta rigida di fianco a lui, dovette richiamarlo all’ordine.

“ Mulder, vorrei arrivarci intera al party, non a pezzi sparsi qua e la sul l’asfalto! “

Nonostante fosse incazzato nero, non potè fare a meno di sorridere. Rallentò e si voltò a guardarla. “ Manca poco, nel caso avessi cambiato idea…… “, il sopracciglio inarcato di Scully lo fece desistere. “Come non detto! Spero almeno che tu abbia un bel vestito!! “, rimarcò acidamente, poi tacque e non parlò più fino all’arrivo.

 

 

Il salone dove si teneva il party, era gremito di gente. Il nuovo Capo Sezione aveva fatto le cose in grande ed ovunque si volgeva lo sguardo, si vedevano signore ingioiellate, uomini eleganti nei loro impeccabili smoking e volti più o meno noti a Mulder. Mentre si guardava intorno alla ricerca di Skinner, si sentì poggiare una mano sulla spalla, si voltò e restò a bocca aperta a fissarla. Quella non poteva essere Scully!! Dove diavolo lo aveva tenuto nascosto tutto quel ben di Dio in tutti quegli anni?! Il suo abito nero, perfettamente aderente al suo esile corpo, metteva in risalto la pelle chiara e la scollatura lasciava ben poco spazio all’immaginazione.

Scully. La sua Scully!! Era così dannatamente sexy quella sera da fargli domandare se in tutti quegli anni non avesse vissuto con un clone!!

“ Mulder?! “

E il suo profumo….. Sandalo? Si, forse…..

“ Mulder?! “

No, forse muschio, si, forse…..

“ Mulder?!?! “

Tabacco! Si, certamente tabacco. Che strano però, sembrava un profumo decisamente maschile!!

“ MULDER?! “, nel chiamarlo per l’ennesima volta, gli poggiò una mano sul braccio e quel contatto lo affossò definitivamente, tanto che Scully, solleticata nella più profonda femminilità, non potè fare a meno di sorridere. Si, l’aveva decisamente steso! Si avvicinò a lui fin quasi a sfiorargli il naso e inarcò un sopracciglio. “ Chiudi quella bocca, Mulder, ti stai sbavando sul vestito!!! “, gli sussurrò divertita, poi gli voltò le spalle e si avviò verso il centro della sala.

Dopo un tempo che parve lungo un secolo, Mulder sbattè gli occhi e si decise a seguirla, era in fibrillazione, tutto il suo essere era permeato dalla presenza di Scully; come aveva fatto a non accorgersi di che bella donna era diventata nel corso di tutti quegli anni passati insieme? La domanda lo fece sorridere e la risposta che si diede, a mò di alibi, lo fece ridere ancora di più, ma semplicemente perché non aveva mai guardato la collega come una donna, perché si era imposto anni prima di improntare il loro rapporto su un piano decisamente professionale, certo legato da una solida amicizia, ma niente coinvolgimenti di nessun tipo. Questo aveva imposto a se stesso anni prima, e a questo teneva fede ancora oggi, ma sarebbe stato capace di tener fede ancora a lungo a questo frustrante giuramento?

Fox Mulder, che aveva una teoria per qualunque cosa, non riuscì a rispondere!

La sala, nonostante fosse immensa, faticava a contenere tutta la gente che vi si era riversata dentro, Mulder cercò la collega con lo sguardo, bassina com’era, pensò con una punta di sadico divertimento, sarebbe stato alquanto difficile notarla in mezzo a tante persone. Il suo sguardo vagò in lungo e in largo e proprio mentre pensava di averla individuata, si sentì toccare leggermente sul braccio, si voltò e si trovò faccia a faccia con il Capo Sezione.

“ Agente Mulder! “, lo salutò con enfasi esagerata, cosa questa che procurò a Mulder un attacco di acidità allo stomaco. “ Finalmente la incontro! Sa, la sua fama, la precede “

Mulder fece qualcosa che somigliava vagamente ad un sorriso, infine lo guardò dritto negli occhi. “ Infatti, mi chiamano tutti ‘Lo Spettrale’!! “, replicò sarcastico.

“ Non mi riferivo a questo, Agente “, rispose Edward Carter. “ Ma alla sua capacità analitica. So che era considerato un genio alla Sezione Scienze Comportamentali, peccato che abbia deciso di mollare tutto per quelli….. si, per i suoi dannati X Files! “

“ Cosa vuole da me, signore? “, la durezza della domanda di Mulder non scompose Carter che si limitò a sorridergli.

“ Sa, ho incontrato la sua collega, gran bella donna e grande talento….. “

“ Sprecato anche da lei negli X Files?! “, lo precedette Mulder. Quell’uomo non gli piaceva, pensava che sarebbe stato un grosso ostacolo nel loro lavoro.

“ Non volevo dire questo, Agente Mulder, quello che intendevo dire è che le vostre capacità potrebbero essere sfruttate meglio, potrebbero essere una risorsa inestimabile per l’FBI…… “

“ Piacere di averla conosciuta, signore! “, tagliò corto lui. “ Ho altro da fare ora! “, aggiunse senza guardarlo. Si, decisamente quell’uomo non gli piaceva, gli urgeva il parere di Scully in merito, già, ma dov’era?

La cercò in lungo e in largo per tutta la sala, ma non gli riuscì di vederla. Alquanto adirato, si diresse verso Skinner che stava parlottando con alcune persone. Non lo salutò neppure.

“ Signore, sto cercando Scully, l’ha vista per caso? “, il Vice Direttore lo guardò, poi lo prese per un braccio.

“ Ha incontrato il Capo Sezione, Mulder? “

“ Non si risponde ad una domanda, con un’altra domanda, signore! “, replicò a denti stretti. “ Le ho chiesto se ha visto Scully! “

Skinner, che di certo non si lasciava intimorire da Mulder, lo ignorò. “ Temo che ci darà qualche noia per quanto concerne il vostro lavoro, non è molto avvezzo a teorie fantascientifiche “, Mulder mugugnò a denti stretti, ma così piano, che Skinner non riuscì a sentirlo.

“ Dov’è Scully!! “, più che una domanda, era stata un’imposizione.

“ L’ho vista cinque minuti fa, stava chiacchierando con un paio di colleghi…. “, senza aspettare il resto della spiegazione, Mulder piantò Skinner in mezzo alla sala e si allontanò in direzione della porta che conduceva in giardino, Scully stava rientrando proprio in quel momento accompagnata da un tizio che lui non conosceva, ma che lei mostrava di conoscere bene, almeno a giudicare da come scherzava con lui. Con un cenno della mano, attirò la sua attenzione.

“ Ehi! Cominciavo a preoccuparmi “, tentò di scherzare, ma la voce era stata alquanto dura.

“ Mulder “, rispose lei avvicinandosi. “ Hai incontrato Carter? “, chiese.

Ignorando completamente la sua domanda, la prese per un braccio e la trascinò via. “ Devo parlarti! “, lei si piantò in mezzo alla sala.

“ Mulder, nel caso non te ne fossi accorto, ero….. insomma, stavo parlando con qualcuno! “, protestò. Certe volte le prepotenze del suo collega la infastidivano, si comportava come se fosse il padrone della sua vita.

“ Anch’io devo parlarti! “, rispose lui, come se questo giustificasse ogni cosa. Scully alzò gli occhi al cielo, poi si voltò verso la persona che stava con lei.

“ Scusami, Darren, ci vediamo dopo “

DARREN?!?!

“ Darren?! “, Mulder si rese conto di aver dato voce a suoi pensieri, nel momento in cui Scully si voltò a guardarlo.

“ Si. Ti ho parlato di lui, mi pare “

“ Il tuo vecchio compagno di Università, giusto? “, replicò Mulder con voce piatta. “ Mi domando cosa ci faccia qui! “, aggiunse guardando colpevolmente Scully. Lei percepì nettamente la sua rabbia e anziché far finta di nulla, come avrebbe fatto di solito, si infastidì.

“ E’ una festa, Mulder, chiunque ha un invito può venirci, o credi forse che sia solo una tua prerogativa?! “

“ Scully, io non….. “

“ Cosa dovevi dirmi di tanto importante?! “, tagliò corto lei. I suoi occhi lo trapassavano come un laser. Cazzo, si era proprio arrabbiata.

“ Nulla di importante “, rispose Mulder. “ Torna pure dal tuo amico “, concluse rimarcando bene la parola amico, quindi si allontanò. Sentiva che se fosse rimasto, l’avrebbe presa a schiaffi.

Scully lo osservò allontanarsi, poi scuotendo la testa, tornò da Darren. Gli attacchi di gelosia di Mulder certe volte erano patetici. Geloso! Di cosa poi? E soprattutto, perché?

Il suo amico la accolse con un sorriso. “ Sbaglio, o stavate litigando? “

“ Sono fatti miei, Darren, scusami! “, lui non replicò e poggiandole una mano dietro la schiena, la condusse verso il buffet.

 

 

Il party andò avanti in maniera penosa per Mulder. Quando si era allontanato da Scully, aveva avuto l’impulso di andarsene, poi qualcosa gli aveva suggerito di restare, anche se se ne stava pentendo sempre più con il trascorrere dei minuti. Quella sera aveva realizzato, ed in maniera del tutto naturale, quanto tenesse a Scully. Il vederla in compagnia di un altro uomo, lo aveva fatto andare fuori di testa; ad essere sinceri però, era sempre stato geloso di lei, ma quella sera, era qualcosa di diverso, qualcosa a cui non riusciva a dare un nome. Aveva sempre dato per scontato che Scully fosse sempre a sua disposizione e quell’improvviso ribellarsi ad una situazione consolidata negli anni, lo aveva portato inevitabilmente a ripensare ad un episodio avvenuto anni prima, quell’episodio aveva un nome e un cognome Ed Jerse, ed era il risultato dell’unica volta in cui lei gli si era ribellata davvero.

Quanto aveva odiato quell’uomo. Lo aveva odiato perché aveva avuto Scully tutta per se, perché Scully era stata a letto con lui e perché nel pieno della sua follia, aveva tentato di ucciderla. Il loro rapporto aveva rischiato seriamente di incrinarsi per colpa di Ed Jerse, ed ogni volta che ci ripensava, come in quel momento, provava un senso di smarrimento e di vuoto, da togliergli il fiato. Mentre osservava Scully chiacchierare, un po troppo amichevolmente per i suoi gusti, con il suo amico Darren, provò una sensazione di deja-vù. C’era qualcosa nello sguardo di quell’uomo che non gli piaceva, il modo in cui guardava Scully, in cui le sorrideva, come le sfiorava languidamente una spalla nuda, era tutto dannatamente falso. Non erano i gesti di un uomo attratto da una bella donna, era come se volesse inghiottirla in un sol boccone. I campanelli di allarme presero a suonare tutti insieme nella testa di Mulder. Quell’uomo era pericoloso per Scully, era come se Ed Jerse fosse tornato a reclamare vendetta.

Decise di intervenire. Scully si sarebbe arrabbiata, lo avrebbe insultato, forse non gli avrebbe rivolto la parola per un mese, ma doveva far qualcosa. La sua mente gli aveva suggerito che non era casuale neppure l’incontro del giorno prima e la sua presenza al party. Darren comecazzosichiamava, voleva qualcosa da Scully, ne era assolutamente certo, ma mentre a passo svelto si dirigeva verso di loro, si sentì bloccare da una vigorosa stretta. Si voltò di scatto.

“ Fox Mulder, ti ricordi di me? “, l’uomo alle sue spalle aveva un paio d’anni più di lui e un sorriso accattivante. Mulder nel vederlo, non potè fare a meno di sorridere a sua volta.

“ Jack Bowman? Che il diavolo ti porti, cosa fai qui? “, lo salutò stringendogli vigorosamente la mano.

“ Hanno pensato bene di invitarmi, sono o non sono il più grande analista dell’FBI?! “, fece una pausa e lo guardò. “ Dopo ti te, ovviamente! “, Mulder rise a quell’affermazione.

“ Gli anni passano, ho sentito dire un gran bene di te “, gli rispose.

“ Le voci sono arrivate fino al tuo seminterrato? “, lo provocò Jack, poi tornando serio, lo fissò dritto negli occhi. “ Saremmo stati una coppia formidabile io e te, Fox, non ho mai capito fino in fondo la tua scelta, anche se l’ho sempre rispettata “

“ Avevo qualcosa da cercare, risposte, verità, dovevo capire….. “

“ E hai trovato quello che cercavi? “

“ No, non completamente, le domande portano a delle risposte che inevitabilmente portano ad altre domande. Sono nel girone  dell’Inferno, Jack, e più di una volta ho rischiato di perdermi “, la sincera affermazione di lui, toccò profondamente l’amico.

“ Ho sentito qualcosa sul tuo conto, voci più che altro, ma ti garantisco che mi sono sempre tenuto informato su di te. I vecchi amici non si dimenticano mai! “, quell’ultima frase fece scattare qualcosa nella mente di Mulder.

“ Scully!! “, esclamò voltandosi e quando si rese conto che lei non era più dov’era prima, fu colto da un attacco di panico.

“ Scully è la tua collega, non è così? “, gli domandò Jack. “ L’ho intravista prima, gran bella donna, come diavolo fai a lavorare con lei , non ti vengono mai strane idee in mente? “, scherzò ricordandosi del Fox dongiovanni dell’Accademia.

“ Aiutami a cercarla, Jack! “, la sua richiesta era stata imperativa.

“ Qualcosa non va, Fox? “

“ Aiutami a cercarla, ok? Le domande le rimandiamo a dopo. Io vado di la, e tu di la; se la vedi, vieni a dirmelo subito “

Jack non chiese altro e si allontanò nella direzione che gli aveva indicato Mulder, cominciò a cercare nella sala, ma di Scully neppure l’ombra. Pensò di fare un giro all’esterno, ma non era neppure lì, sconfitto, tornò verso Mulder.

“ Mi spiace, Fox, ma da quella parte non c’è “

“ E non è neppure di qua “

“ Mi spieghi cosa succede? “, la domanda dell’amico non lo sorprese.

“ Sono preoccupato per lei “, Jack lo guardò perplesso. “ Non mi piaceva il tizio che era con lei, ho paura che possa accaderle qualcosa “

“ Geloso?! “, lo canzonò l’amico. Mulder ignorò la provocazione.

“ Scusami, Jack “, disse allontanandosi. “ Signore! “, chiamò all’indirizzo di Skinner. “ Ha visto Scully negli ultimi dieci minuti? “, l’uomo lo fissò a lungo prima di rispondere. Stava ponderando se era o meno il caso di dirgli che l’aveva vista andare via in compagnia di un uomo pochi minuti prima.

“ Agente Mulder, è la seconda volta stasera che mi chiede di Scully, non sono mica la sua balia, sa?! “

“ L’ha vista o no? “

“ E va bene, Mulder, l’ho vista, credo sia andata via qualche minuto fa……. “

“ Andata via?! “, Mulder era sbiancato, si sentiva come se il sangue fosse defluito fuori dal suo corpo in un colpo solo. “ Andata con chi? Era venuta con me stasera! “

“ Era in compagnia di una persona “, Skinner tacque, Mulder non stava prendendo troppo bene la cosa. “ Mi stia a sentire, l’Agente Scully non le deve spiegazioni su quello che fa al di fuori dell’ambito lavorativo, se lo ficchi in testa! “, le parole erano state dure, ma il tono della voce molto amichevole.

“ Con tutto il rispetto, signore, sono affari miei questi! “

“ Ma anche miei visto che siete due miei agenti, che lavorate insieme e sa Dio che altro!! “, replicò Skinner alzando gli occhi al cielo.

“ Signore, se sta insinuando che tra me e l’Agente Scully ci sia dell’altro, le garantisco che sbaglia di grosso! “,ribattè Mulder asciutto.

“ Ed è questo il suo problema, Mulder, ma davvero crede che io sia stupido e cieco da non capire che l’unica cosa che la trattiene dal far diventare un normale rapporto di lavoro, qualcosa di più, sia solo la paura di essere respinto? “; lui lo fissò incredulo. Skinner aveva capito molte più cose di lui, ma in fondo non lo sorprendeva.

“ Signore, ciò non toglie che siano fatti miei comunque, non le pare? “

“ Ora le racconto una cosa, Mulder, quando ero ragazzo, c’era una bicicletta che mi faceva impazzire, la vedevo sempre dentro la vetrina di un negozio, mi fermavo apposta per guardarla, ma non mi decidevo mai a comprarla perché avevo paura che mio padre me lo impedisse, così mi accontentavo solo di guardarla, tanto era sempre li, nella vetrina, nessuno avrebbe potuto portarmela via. Poi un giorno trovai il coraggio di chiedere a mio padre e lui mi diede i soldi per comprarla, ma ebbi un’amara sorpresa, la bicicletta non c’era più, qualcuno più scaltro di me, l’aveva portata via e così a me rimasero 100$ in tasca e l’amaro in bocca, se solo mi fossi deciso prima, se solo non avessi avuto paura di chiedere……. Rifletta, Mulder, le sto parlando da amico, ha rimandato per troppo tempo, doveva immaginarlo che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato al posto suo! “, le parole di Skinner aprirono dei solchi profondi nell’animo di Mulder.

“ Penso che ora andrò a casa “, rispose a denti stretti. “ L’avevo detto che questo party, era una pessima idea”

aggiunse allontanandosi. Non aveva fatto che pochi passi, quando fu bloccato da Jack.

“ Fox, sei dannatamente a terra. Di cosa avete parlato tu e il tuo Capo? “

“ Di biciclette!!! “, fu l’acida risposta di Mulder.

“ Ho la macchina, vuoi che ti accompagni? “

“ No, ho la mia “, rispose Mulder. “ Mi ha fatto piacere vederti “, disse salutandolo.

“ Anche a me “, rispose Jack, poi rimase immobile a guardarlo andare via. L’impressione che ebbe, fu che Mulder era invecchiato di colpo di dieci anni.

 

 

L’aria nell’ufficio del seminterrato dell’FBI era tetra quel lunedì mattina. Fox Mulder si aggirava per l’ufficio come un’automa. Quella appena trascorsa, non era stata una gran domenica per lui, aveva provato più volte a contattare Scully, ma aveva trovato sempre la segreteria telefonica e al cellulare non rispondeva, semplicemente perché lo teneva spento. Mulder era furente con lei, non tanto per averlo piantato in asso nel bel mezzo di una festa ed essersene andata con un altro, ma per il suo colpevole silenzio. Una telefonata per scusarsi, un messaggio di qualunque tipo, e invece nulla, aveva spento persino il cellulare ed era questo che gli faceva più male, lo faceva sentire tagliato inesorabilmente fuori dalla sua vita. Non riusciva a sopportarlo.

Le otto erano passate da un pezzo ormai e Scully sarebbe già dovuta essere in ufficio, alle nove Mulder iniziò a preoccuparsi e alle dieci era convinto che le fosse capitato qualcosa, anche perché continuava a non rispondere al telefono ed il suo cellulare continuava ad essere muto. Si precipitò da Skinner.

“ Devo vederlo assolutamente! “, impose alla sua segretaria.

“ Mi spiace, Agente Mulder, è occupato “, lui la fissò e senza aggiungere altro, si spostò verso la porta e la aprì con decisione.

“ Signore! “, disse entrando, da dietro la scrivania Skinner lo fissò corrucciato.

“ Non si bussa, Agente Mulder? “, lo rimproverò, ma vista la sua espressione preoccupata, riagganciò il telefono e lo invitò ad accomodarsi. “ Che cosa vuole, Mulder? “

“ Sono preoccupato per Scully, signore “, spiegò poggiandosi con entrambe le mani sulla scrivania. “ Non la vedo da sabato, al telefono non risponde e stamattina non si è presentata in ufficio “, Skinner sospirò e si massaggiò il naso nel punto in cui poggiavano gli occhiali..

“ La sua teoria, Agente Mulder? “

“ Temo che possa essere in pericolo, signore! “

“ Non ha preso in considerazione l’idea che Scully si sia semplicemente presa un giorno di ferie non autorizzato, Mulder?! “, Skinner studiava attentamente le reazioni di lui, ma questi si limitò a scuotere la testa.

“ Non Scully, signore “, rispose con sicurezza estrema. “ Se anche avesse deciso di fare follie durante il week-end, questa mattina sarebbe stata regolarmente in ufficio alle otto! “”

“ Cosa pensa di fare? “

“ Tutto quello che posso, signore “, rispose Mulder avviandosi verso la porta. “ Credo che l’uomo che era con lei sabato, centri in qualche modo con la sua sparizione, devo solo cercare di capire come e perché! “

“ Conti pure su di me, Mulder! “

“ Grazie, signore! “, disse sforzandosi di sorridere “ Per il momento cerco di procurarmi qualche informazione su questo misterioso Darren, la terrò informata, non si preoccupi! “, disse ancora, poi si dileguò dall’ufficio richiudendosi la porta alle spalle

 

 

Continuava a svegliarsi e a dormire, dormire e svegliarsi. Da quante ore era li, distesa su quel letto, in un posto che non conosceva, con addosso solo un paio di jeans e una canottiera?

Dana Scully continuava ad entrare ed uscire da uno stato di dormiveglia che le impediva di mettere a fuoco le cose e soprattutto le idee. Come era arrivata li?

Era andata via dal party con Darren che si era offerto di accompagnarla a casa, poi tutto diventava confuso, non ricordava molto altro degli eventi di quella sera. Una macchina, la strada che sfilava veloce fuori dal finestrino, Darren era con lei….. mani che la spogliavano….. Oddio!! Che diavolo era successo? Cosa aveva fatto? E Darren dov’era? Perché non riusciva a ricordare nulla? Era stata a letto con lui?

Non poteva essere!!

Forse l’aveva drogata e poi….. Dannazione, se solo fosse riuscita a smettere di dormire!!

Un rumore di passi nella stanza, voci che non le sembrava di conoscere……

“ Credo si stia svegliando “

“ No, dorme ancora “

“ Non avrai esagerato con le dosi? “

“ No, c’era bisogno che restasse tranquilla per un po, almeno questi erano gli ordini “

Quelle voci arrivavano ovattate nella testa, dunque era così, l’avevano drogata! Perché?

Cristo, Mulder, perché non vieni a prendermi? Mi stai almeno cercando?

L’hai fatto arrabbiare!!!

Le suggeriva una voce maligna nella testa. No, volevo solo farlo ingelosire un po,

Ti sei cacciata nei guai per questo!!

La voce nella testa tornò a farsi sentire. No, c’è una spiegazione, deve esserci, basta sapere dove cercare.

Ti sei fidata di Darren, e lui ti ha fatto questo!!

“ NO!!! “, l’urlo riecheggiò nella stanza vuota. Scully si guardò intorno inebetita, poi scrollò vigorosamente la testa per tentare di scacciare la nebbia che ancora l’avvolgeva. Si lasciò ricadere sul letto e sentì il caldo calore delle lacrime rigarle il volto.

 

 

Fox Mulder non era tipo da fermarsi di fronte ad un ostacolo e soprattutto ora che era coinvolta Scully, aveva centuplicato i suoi sforzi. Il risultato delle sue ricerche aveva portato ad un indirizzo e a delle credenziali, la persona che stava cercando si chiamava Darren Memet, era coetaneo di Scully, laureato in medicina e brillante ricercatore. Abitava a Richmond, non era sposato e la sua fedina penale era immacolata. Neppure una multa per eccesso di velocità. Sembrava un angelo, ma Mulder lo riteneva colpevole della sparizione di Scully, lo sentiva nelle ossa, nella testa. Lo sapeva e basta. Fermò l’auto davanti ad un’elegante villetta di mattoni in uno dei quartieri più esclusivi di Richmond e scese. Percorse lentamente il piccolo vialetto di ghiaia che lo separava dalla porta e bussò. Una donna lo osservò dallo spioncino.

“ FBI! Apra la porta per favore “, disse Mulder mostrando il tesserino. La serratura scattò e la donna, probabilmente la cameriera, sorrise.

“ Cosa posso fare per lei, Agente? “

“ Cerco il Dr. Memet, è in casa? “

“ Si, glielo chiamo subito “, rispose la donna allontanandosi.

Mulder, lasciato nell’atrio, fece qualche passo verso l’interno della casa e iniziò a guardarsi intorno. Doveva passarsela proprio bene il Dottore, almeno a giudicare da quello che vedeva, forse il lavoro del ricercatore non era poi così scadente come volevano far credere. Stava appunto fissando uno dei quadri alle pareti, quando una voce alle spalle, catturò la sua attenzione.

“ Le piace? Sa, è uno dei miei preferiti “, spiegò l’uomo portandosi di fronte a Mulder. “ Cosa posso fare per lei, Agente? “

“ Rispondere a qualche domanda “, replicò Mulder soppesandolo attentamente. Memet indossava un paio di pantaloni neri ed un’elegante camicia di un bianco immacolato, aperta sul collo.

“ Chieda pure, Agente Mulder “, la viscida cortesia di quell’uomo, procurò a Mulder qualcosa di molto simile ad un attacco di bile e dovette far forza sul suo autocontrollo per non prenderlo a pugni.

“ L’Agente Scully è scomparsa “, esordì Mulder. “ E siccome lei è stata l’ultima persona ad averla vista…. “

“ Mio Dio! Ma che dice?! “, esclamò Memet. “ Che significa scomparsa? “

“ Sabato sera, dopo aver lasciato la festa, dove siete andati? “, lo incalzò Mulder.

“ L’ho riaccompagnata a casa, mi ha indicato lei la strada perché io non sapevo dove abitasse, poi le ho chiesto se potevo salire a bere qualcosa, ma lei ha gentilmente rifiutato, è scesa dall’auto ed è andata via. Non l’ho più vista da quel momento “, la risposta di Memet era stata lineare e pulita, molto convincente, ma non per Mulder.

“ Sta mentendo!! “, ringhiò guardandolo dritto negli occhi.

“ Agente Mulder, perché dovrei mentirle? “, rispose lui senza scomporsi. “ Lo confesso, ci ho provato con lei e se avesse accettato, probabilmente avremmo passato la notte insieme, ma visto il suo rifiuto, l’ho lasciata davanti al portone di casa sua e sono andato via. Se le è accaduto qualcosa dopo, non è certo colpa mia! “

“ Dove è andato dopo? “

“ Sono tornato in albergo, può controllare se vuole, saranno state circa le 23, 23.30, poi il giorno dopo sono tornato qui “

“ Che ci faceva a Washington? “

“ Ero li per un Congresso, credo lei sappia che sono un ricercatore….. “

“ Da quanto tempo non vedeva Scully? “

“ Da circa una decina d’anni “

“ Le persone cambiano dopo tanto tempo “, pontificò Mulder. “ E lei l’ha riconosciuta al primo colpo? “, gli occhi di Memet si ridussero a due fessure.

“ Agente Mulder, queste non sono due domande, ma un interrogatorio, non risponderò ad una domanda di più. Se sono sospettato di qualcosa, si rivolga al mio avvocato! “, disse avviandosi verso la porta. “ Se vuole scusarmi!…. “, aggiunse aprendola.

Mulder non obiettò, varcò la soglia ed una volta all’esterno, armandosi del suo ghigno migliore, si voltò a guardarlo. “ Ci rivedremo, Memet, ci conti!! “, poi senza aggiungere altro, raggiunse la sua auto, vi salì e si allontanò a tutta velocità.

 

 

“ Quel bastardo, figlio di puttana, mi sta addosso! Dobbiamo fare molta attenzione “, Memet fissò con ferocia le persone che gli stavano intorno, nessuno fiatava. “ Lei come sta? “, chiese alla donna di fianco a lui.

“ Se non vuoi che ti salti alla gola, ti consiglierei di non farti vedere in giro “, rispose. “ stamattina c’è mancato poco che non cavasse gli occhi a Brian, ho dovuto legarla! “

“ Andrò da lei più tardi, ho bisogno delle informazioni che mi servono, altrimenti tutto questo non avrebbe senso “, disse Memet rivolto alla donna.

“ Ma sei sicuro che lei ti dirà quello che vuoi sapere? “, obiettò Patricia. “ E’ un tipo piuttosto ostinato, Darren, ci darà filo da torcere e noi  non abbiamo molto tempo, visto che ci sta addosso l’FBI! “

“ Troverò il modo per farla parlare! “, rispose l’uomo con sicurezza. “ A costo di ricorrere a questa! “, aggiunse mostrando il calcio di una pistola che teneva infilata nei pantaloni.

“ Devi proprio? “, replicò la donna, l’unica che sembrava avere voce in capitolo con lui. “ Giocare con le pistole è potenzialmente pericoloso…… “

“ Andiamo, Pat! Ma davvero credi che alla fine lei uscirà da quella porta per andarlo a raccontare in giro?! “, la donna lo osservò con timore, si era imbarcata in quell’avventura, convinta da lui, ma ora cominciava a sentire i morsi della paura. Non voleva essere complice di un delitto.

“ Darren, quando mi hai illustrato l’idea, mi sembrava impossibile! Non potevo credere che avevamo potenzialmente tra le mani una cosa del genere, ma l’idea di uccidere, non la sopporto, sono una ricercatrice, non un’assassina! “

“ Questo è il prezzo da pagare, Pat! Ma la contropartita non avrebbe eguali, ci hai pensato a questo? “, la voce di Darren era suadente, e la sicurezza della donna, cominciò a vacillare. Lui sapeva come convincerla. “ Bene! Ora vado a parlare con lei, gradirei restare solo “, disse rimuovendo un tappeto dal pavimento, poi aprì una botola e discese una ripida scaletta di legno. Appena toccato il pavimento sotto di se, sul suo viso si allargò un sorriso perverso.

 

 

Mulder era appostato fuori della casa da circa un paio d’ore. Aveva seguito Memet da casa sua fino ad un villino seminascosto tra la vegetazione di un lago. Non era una casa abbandonata, ma una villetta molto elegante davanti alla quale erano parcheggiate un paio di auto di grossa cilindrata. Memet era entrato aprendo la porta con la chiave, quindi, o quella casa era sua, oppure ci abitava qualcuno che lui conosceva molto bene, forse Patricia Bennet, da tutti indicata come sua fidanzata.

Mulder avrebbe dato dieci anni della sua vita per poter entrare li dentro, aveva la sensazione quasi viscerale di essere vicino a Scully, ma senza un mandato, sarebbe stata violazione di domicilio e per quanto Skinner gli avesse garantito il suo appoggio, sarebbe stato difficile ottenere un mandato, non c’erano prove di un effettivo coinvolgimento di Memet, c’erano solo le sue sensazioni, e sarebbe stato difficile ottenerlo con queste credenziali.

Improvvisamente la porta si aprì ed uscì un uomo. Mulder, armato di un piccolo, ma potente binocolo, lo osservò con estrema attenzione; quel volto non gli era del tutto sconosciuto, doveva solo cercare di ricordare dove lo aveva già visto. Aveva bisogno di riflettere, poi la sua eccezionale memoria fotografica, gli avrebbe senz’altro fornito le indicazioni che gli servivano. Doveva solo avere pazienza ed aspettare.

 

 

Memet aprì la porta di fronte a se ed entrò nella stanza. Sul letto, con i polsi saldamente ancorati alla testiera, c’era Scully. Indossava gli stessi vestiti da tre giorni, aveva i capelli spettinati e il viso distorto dalla rabbia, aveva giurato a se stessa che se fosse riuscita a mettere le mani addosso a Darren, lo avrebbe fatto a pezzi. Vedendolo entrare, scattò a sedere sul letto, ma i legacci le impedirono di muoversi, strappandole solo un inutile lamento di dolore. Ormai aveva i polsi graffiati e scorticati e quello sinistro aveva anche cominciato a sanguinare.

“ FIGLIO DI PUTTANA, STAI LONTANO DA ME!!! “, gridò verso di lui.

“ Ehi! E’ così che si tratta un vecchio amico? “, replicò fermandosi al centro della stanza. Patricia aveva avuto ragione, se avesse avuto le mani libere, le sarebbe saltata alla gola.

“ Che diavolo vuoi da me? Perché mi hai sequestrata? “

“ Perché tu hai una cosa che mi serve “

“ Cosa?! “, Scully era furiosa, continuava a tirare le braccia nella remota speranza che una delle corde si spezzasse, ma facendolo, si procurava solo ferite più profonde ai già martoriati polsi.

“ Circa tre anni fa ti sei ammalata di cancro, ti fu diagnosticato un cancro rinofaringeo non operabile e incurabile “

“ Come fai a saperlo? Chi ti ha dato queste informazioni? “

“ Sono un ricercatore, Dana, sono molti anni che io e la mia equipe ci stiamo dannando l’anima per trovare una cura efficace contro certi tipi di cancro ritenuti incurabili, come quello che avevi tu. Sono venuto a conoscenza del tuo caso clinico per puro caso, quando ho letto il tuo nome, non mi sembrava vero, Dana Scully, la mia vecchia compagna d’Università, guarita miracolosamente da un cancro in fase terminale. Come ricercatore mi sono incuriosito, così ho fatto domande in giro per cercare di capire, ma nessuno era disposto a parlare di questa strana guarigione, e più nessuno parlava, più mi insospettivo, anche perché qualcuno si era fatta scappare qualche parola di troppo circa una particolare cura alla quale ti sei sottoposta e che ti ha guarita. Ecco Dana, voglio che tu mi parli di questa cura “, Darren tacque e la fissò, Scully aveva abbassato gli occhi e guardava per terra.

“ Mi hai rapita per questo, Darren? “, chiese con voce piatta. “ Non sarebbe stato più facile se me lo avessi semplicemente chiesto? “

“ No, Dana, forse non hai capito “, rispose lui avvicinandosi impercettibilmente al letto. “ Io non voglio solo sapere, io voglio quella cura, farebbe la fortuna di qualsiasi ricercatore “

“ Non esiste nessuna cura, Darren, mi hanno fatto qualcosa e sono guarita. Se davvero qualcuno ha studiato un sistema per curare il cancro, non è a me che devi chiederlo!! “

“ Ti sbagli, Dana! “, Darren ora era a pochi passi dal letto. “ Ho sentito parlare di una specie di impianto, di qualcosa come un microchip, che ti sarebbe stato inserito da qualche parte, facendo regredire la malattia. Io voglio quel microchip, Dana, potrebbe valere miliardi!! “, Scully sentì un brivido gelido lungo la schiena.

“ Voglio sapere da chi hai avuto queste informazioni riservate! “, sibilò a denti stretti.

“ I soldi possono molto, Dana, basta pagare e si ottengono tutte le informazioni che si vuole! “, rispose lui con un sorriso freddo. “ Credo che tu abbia conosciuto Brian, mi hanno riferito che gli stavi cavando gli occhi…. “

“ Era uno dei medici dell’ospedale dove sono stata ricoverata, ora capisco! “

“ Gia! Non è stato difficile averlo dalla nostra parte, i soldi fanno gola a molti, Dana! “

“ Come ho potuto fidarmi di te? “

“ Ero un vecchio amico, non avevi nulla da temere, no?! “, Scully lo fissò con furia omicida.

“ Ti ucciderò, Darren! Non so come, ma lo farò! “, la sua minaccia lo fece ridere.

“ Dimmi del microchip, Dana, non costringermi ad estorcerti le informazioni con la violenza, non costringermi a picchiarti! “

“ Prova a pagarmi, Darren, forse i soldi potrebbero sciogliere la lingua anche a me!!! “, la mano di lui si abbattè sul suo viso con violenza, spaccandole un labbro.

“ Tornerò, Dana, e allora ti converrà parlare. Il tuo collega mi sta alle costole ed io devo liberarmi di te al più presto. Pensaci! “, la minacciò lasciando la stanza.

Scully, rimasta sola, scosse la testa e si tastò il labbro con la punta della lingua, il sapore dolciastro del sangue le invase la gola e dovette sputare sul pavimento per non vomitare. La situazione che stava vivendo, era da incubo. Darren avrebbe ottenuto le informazioni che voleva in qualsiasi modo e Scully sapeva che se fosse riuscito a mettere le mani sul microchip, la sua vita sarebbe ripiombata nell’angoscia, ammesso che lui la lasciasse in vita. L’unica notizia positiva era che Mulder la stava cercando, non che ne avesse mai dubitato, ma saperlo alle costole di Darren, le era di conforto.

Sperava solo che arrivasse in tempo.

 

 

Dopo essersi riempito i polmoni di aria fresca, Brian era rientrato e si era seduto al tavolo della cucina sorseggiando un caffè bollente, mentre Patricia si aggirava per la stanza come una fiera senza scampo. Non era stata una grande idea rapire un’Agente Federale! Ora era troppo tardi per tornare indietro, ma quanto sarebbe costata questa roulette russa?

In palio c’era il potere, la fama, ma era davvero questo cio a cui lei aspirava? Certo, era una ricercatrice e la possibilità di scoprire la cura per il cancro valeva certi rischi…. Ma la loro non sarebbe stata una scoperta personale, bensì un trafugare la ricerca di qualcun altro, uccidendo per averla!

Era uno sbaglio, ne era convinta, ma non poteva mettersi contro Darren, lo amava, lo avrebbe assecondato in tutto.

Proprio in quel momento Darren entrò in cucina e si diresse alla finestra guardando fuori alla ricerca del suo inseguitore, anche se era convinto che non poteva essere arrivato fin li.

“ Ti ha detto qualcosa? “, chiese Brian.

“ Ancora no, ma vedrai che parlerà, ho ancora molte carte da giocare! “

Udendo quelle parole, Pat lo guardò e la luce che vide nei suoi occhi, la fece rabbrividire maggiormente.

“ Vado a controllare se ha bisogno di qualcosa “, con queste parole, Pat lasciò la stanza.

 

 

I polsi mi stanno facendo impazzire, ma sono sicura che se resisto ancora un po e continuo a muoverli, riuscirò ad allentare i legacci.

Dio! Fa che ci riesca e che possa spaccare la faccia a quel  bastardo!

Mi sento madida di sudore, il labbro ha smesso di pulsare, ma credo che basterebbe un semplice tocco brusco per farlo riprendere a sanguinare.

Non mi hanno messo bavagli, ma sono sicura che non servirebbe a nulla gridare, questa stanza sembra una di quelle cantine scavate sotto terra.

Ho voglia di piangere.

Mulder, non mi abbandonare, ti prego!!

 

 

Pat entrò nella stanza e malgrado la penombra, si accorse immediatamente che il viso della prigioniera era in parte coperto di sangue rappreso. Cristo, Darren!!

“ Ora ti ripulisco “

“ Che bisogno c’è? Tanto dovete uccidermi! Non è forse questo il piano? “

“ Io non….. forse non lo faremo….. “

“ Non potete certo lasciarmi vivere dopo che ho visto i vostri volti e so quello che volete fare! “

“ E’ meglio se collabori, Darren non è più lui da quando ha intravisto la possibilità di questa scoperta, non so fino a che punto potrebbe spingersi per farti parlare! “

Nel frattempo Pat si era avvicinata e aveva iniziato a ripulirle il viso con un asciugamano umido. Poco dopo, Darren irruppe nella stanza.

“ Lasciaci soli, Pat! “, ubbidiente, la donna se ne andò.

“ Allora, Dana, pensi di essere pronta a condividere con me il tuo segreto? “

“ Darren, avere il mio microchip, non servirebbe a nulla per la tua ricerca “

“ Questo lascialo decidere a me! “

“ Vedi, Darren, nel corso delle indagini al fianco di Mulder, abbiamo scoperto l’esistenza di una sorta di governo ombra, gente che non si fa scrupoli pur di raggiungere i loro obiettivi, tra le fila di questo governo militano scienziati come te, senza nessuna remora morale, pronti a tutto pur di arrivare al loro obiettivo. Nel 1994 questi uomini mi hanno rapita e sottoposta a test che hanno alterato il mio DNA. In seguito scoprii che mi avevano impiantato un microchip, lo feci asportare, ma, come è accaduto a molte altre donne che avevano subito i miei stessi test e si erano fatte togliere il microchip, mi ammalai di cancro, un cancro nato da quegli esperimenti, Darren, un cancro attivato probabilmente da qualcosa di origine extraterrestre! “

“ Bella storiella, Dana, potresti avere un futuro come scrittrice di romanzi di fantascienza, se solo non dovessi morire! “

“ Darren, il mio cancro, e di conseguenza la sua guarigione, non hanno nulla a che spartire con il cancro che tu vorresti debellare! “

“ Dov’è il microchip, Dana?! “

“ Fottiti, Darren! Fattelo dire da Brian!!! “

“ Brian era solo un tirocinante a quel tempo e non ha potuto fornirmi ulteriori informazioni, perché non ne aveva accesso. AVANTI, PARLA!! “, la sua mano pesante si infranse contro il viso di Scully e mentre il labbro riprendeva a sanguinare, lampi di dolore e di luce scoppiarono dietro i suoi occhi chiusi.

“ Dana, ti ucciderò comunque, sta a te decidere quanto vuoi soffrire prima!! “

“ Sono un’Agente Federale, ti ritroverai sulla sedia elettrica prima di quanto te ne possa rendere conto! “

“ Ah, la mia piccola, ingenua fanciulla! Ho dei contatti molto potenti all’estero ed ho già pronti dei passaporti falsi per me e per Pat….. con in mano una scoperta del genere, avremo le porte aperte ovunque!!! “

“ E Brian?! “

“ Per quanto riguarda lui, beh, l’ho pagato, ma non gli ho spiegato per quanto tempo poteva godersi i miei soldi! “

“ Cadavere più, cadavere meno, ormai non fa più molta differenza, vero Darren?! “, nella voce di Scully tutta la repulsione che provava nei confronti di quell’uomo.

“ DIMMI DOV’E’!!! “, urlò mentre la sua mano arrivò puntuale ad un nuovo violento incontro con il viso di Scully.

 

 

Sono ore che non succede più nulla!

Ho voglia di uscire da questa macchina, precipitarmi in quella casa e liberare Scully….. so che è la dentro, lo so, lo sento!

Non posso pensare che quel bastardo le abbia messo le mani addosso, giuro che se le ha fatto del male, gli sparo in testa, e al diavolo la prigione!!

Perché abbiamo litigato?

Perché sono stato così imbecille da lasciarmela portare via?

Ero così geloso!

Avrei dovuto essere io a braccetto con lei quella sera!

Dovevo essere io il destinatario dei suoi sorrisi!

Ero li solo per lei, perché Skinner non la rimproverasse, come se lei fosse la mia balia!

Forse è destino che non riusciamo a stare insieme!

Ho abbassato la guardia, distratto da quello che provo per lei, e questo è il risultato. Non sono stato in grado di proteggerla!

E’ la cosa più preziosa che abbia al mondo, non posso permettermi di perderla!

Ho deciso, tratterrò l’amore che provo, lo nasconderò come ho sempre fatto, solo così potrò restare vigile e proteggerla!

Il trillo del cellulare, lo distolse da quei pensieri.

“ Dimmi, Frohike, scoperto qualcosa? “

“ Si, Mulder, ma lo sai vero che questa conversazione non è sicura? “

“ Al momento non mi importa, cos’avete trovato? “

“ Le ricerche del Dr Memet sono incentrate sulle cure per certi particolari tipi di forme tumorali senza speranza, troppo simili al cancro che aveva colpito Scully, per non destare qualche sospetto di troppo. Ma senti questa, Mulder, Patricia Bennet è addirittura la nipote del fresco Capo Sezione Carter, e questo spiega la presenza di Darren alla festa. La nostra opinione è che il giovanotto abbia abilmente orchestrato il tutto per rapire Scully “

“ Brillanti deduzioni, ragazzi! Prendete sempre le vostre droghe?! “

“ Non essere acido, Mulder! Sappiamo quanto lei conti per te! “

“ E per quel che riguarda l’uomo che vi ho descritto? “

“ Siamo dei geni, Mulder, non dei maghi!! Ti avevo detto di non aspettarti grandi cose da una semplice descrizione telefonica “

“ Ok, ragazzi, continuate a cercare….. queste informazioni sono scarse, se chiedessi un mandato, mi riderebbero dietro! “

“ Ci daremo da fare, Mulder! “, promise Frohike chiudendo la comunicazione.

Cazzo!!

Lei è la dentro, ed io sono bloccato qua fuori!!

Perché?!

 

 

Darren si stava chinando verso di lei per osservare meglio la sua opera, quando Scully con uno strattone, che quasi sicuramente le avrebbe lasciato una cicatrice visibile sul polso martoriato, riuscì a spezzare i legacci e lo colpì in pieno petto con tutta la forza che le rimaneva dopo tre giorni di prigionia.

Darren si piegò a terra tossendo, quasi certo che gli stesse collassando un polmone, Scully avrebbe voluto proseguire con dei calci, ma appena si mise in piedi, la debolezza, e più probabilmente le recenti percosse ricevute, le provocarono una vertigine che non riuscì a dominare e si accasciò sul pavimento, gelido contro la pelle nuda delle sua braccia.

Questo inconveniente diede a Darren il tempo di riprendersi e più incazzato di quanto non lo fosse già, la prese per un braccio e sollevandola con forza, la scaraventò sul letto, le afferrò i polsi sanguinante e li legò strettissimi alla testiera di ferro del letto. Poi frenando l’istinto di ucciderla all’istante, si fermò a guardarla, piccola, indifesa, sanguinante, Scully non riusciva a tenere gli occhi aperti, la stanza non smetteva di girare e il suo unico pensiero, la sua unica supplica silenziosa era che lui non la picchiasse ancora!

“ Potrei farti molto male per questo, tesoro! “, ringhiò Darren indicando il punto in cui lei lo aveva colpito poco prima. “ Avanti, dimmi dov’è!! “

 

 

Ancora seduto in macchina, Mulder stava seriamente meditando di andare a bussare a quella porta con una scusa che si sarebbe inventato al momento.

Fu allora che vide Patricia uscire dalla casa, seguita dal tipo che non era ancora riuscito ad identificare, ma….

Ecco dove lo aveva già visto! Era uno dei tanti medici del reparto di oncologia in cui era stata ricoverata Scully!

Il bastardo!!

Certamente era stato lui a fornire informazioni a Darren.

Assurdo, non poteva volere il microchip di Scully!!

Ma per quanto assurdo potesse sembrare, forse era proprio quello il motivo. Forse Darren sperava di diventare immortale con una scoperta del genere. Ma quella non era la cura per il cancro, era la cura per il cancro di Scully!

Rabbrividì al pensiero che glielo avesse tolto! Cristo! Fa che non sia vero, non posso pensare di rivivere l’angoscia di vederla riammalarsi!

Dio non voglia che l’abbia fatto!

Si riscosse da quei pensieri grazie al rumore di un auto che si avvicinava. Decise allora che sarebbe andato a guardare più da vicino, scese e si avvicinò di soppiatto all’abitazione. Il giorno era arrivato al crepuscolo e la luce ormai scarsa, favoriva il suo avanzare nascosto. L’auto che lui aveva sentito, svoltò in direzione della casa e lui si buttò dietro un fitto cespuglio, sperando che i fari non avessero illuminato il suo  movimento , si

Sistemò il meglio possibile per scoprire chi fosse il nuovo arrivato.

JACK!!!

Probabilmente fu qualche spirito buono a trattenerlo, perché il suo primordiale istinto era stato quello di saltargli alla gola e liberare il mondo dalla sua ripugnante presenza.

 

 

Le mani di Darren si posarono su suo corpo, in maniera molto diversa dalle botte che fino a qualche istante prima temeva tanto.

Dio no, ti prego!!

“ Sai, Dana, visto che ti ostini a non dirmi dov’è, credo che lo cercherò da me….. molto volentieri!! “

“ Toglimi le mani di dosso, bastardo!! “

“ All’inizio non avevo pensato a questa possibilità, ma come alternativa è decisamente allettante. Quando ci frequentavamo all’Università, ho sempre desiderato metterti le mani addosso e non sai che altro!!! “

“ LASCIAMI!!!! AHHH!! MULDER!!!!! “

“ AH! AH! AH! Credi davvero che qualcuno possa sentirti? Tanto più quel tuo…..collega?! “

Nel frattempo Jack era entrato in casa.

“ Darren, dove sei? “, sentendo quella nuova voce, Scully si sentì sollevata.

“ Peccato, Dana, mi devo assentare per ora, sai è quella questione del cadavere più, cadavere meno….. ma non disperare, il nostro discorso è solo rimandato!!! “, disse scendendo dal letto e lasciando Scully nella stanza semibuia.

Dove sei, Mulder?

So che mi stai cercando…..

Dio, ti supplico, fa che arrivi presto!!

Voglio solo uscire di qui e sentirmi stringere fra le sue braccia!

Perché abbiamo litigato?

Certo, si è comportato male, ma era solo geloso ed io sono stata una completa idiota a volerlo fare ingelosire ancora di più!

Perché non sono mai riuscita a confessargli che lo amo?

Voglio dirglielo!

So che sono così decisa solo perché le probabilità di uscirne viva, sono scarse…… ma vorrei poterglielo dire!

E immersa in questi pensieri, si lasciò andare, permettendo alle sue lacrime di coprire copiosamente il suo viso.

 

 

Darren si affacciò alla porta del soggiorno dove trovò, comodamente sprofondato in una poltrona, Jack Bowman.

“ Ciao, Darren! “, lo salutò.

“ Ciao, Jack! Bel lavoro con Mulder alla festa “

“ Grazie! Ma malgrado la mia bravura, è stata solo fortuna! Mulder non si è lasciato distrarre troppo dai miei discorsi, era troppo preso dal cercare quello schianto di partner che si ritrova, poi, fortunatamente, si è diretto dalla parte sbagliata, lasciando a  me quella dell’ingresso da dove avrebbe potuto vedervi andare via “

“ Già, la fortuna sembra sorridermi! “, ammise Darren. “ E non credo di averti mai ringraziato come meriti, se non fosse stato per la tua iniziale soffiata, non avrei mai saputo di Scully, ma non ti ho mai chiesto cosa ti ha spinto a farlo, dubito sia solo per i soldi, a chi volevi farla pagare? A Scully? A quel Mulder? “

“ Gli altri dove sono? “, chiese Jack ignorando la domanda.

“ Ok, ho capito, non sono affari miei! “, ridacchiò Darren. “ Pat doveva sbrigare alcune commissioni e Brian l’ha accompagnata. Quel ragazzetto è spaventato a morte, non credo avesse compreso la portata delle mie intenzioni! “

“ Io me sono reso conto, invece, per questo il mio compenso è stato così succulento; c’è troppo in ballo!! “

“ Non immagini quanto! Vuoi qualcosa da bere? “

Dicendolo, Darren si avvicinò ad un mobiletto e aprendo un cassetto, impugnò una Smith&Wesson munita di silenziatore e voltandosi verso la poltrona sparò. Jack si portò una mano al petto e prima che potesse rendersi conto di cosa fosse accaduto, un secondo proiettile gli devastò la faccia.

“ Immagina adesso cosa c’era in ballo, Jack! Volevi qualcosa da bere? Vedi se riesci a trovarlo all’Inferno!!

 

 

Appena Jack era entrato in casa, il cellulare di Mulder squillò.

Cazzocazzocazzocazzo!!!

Precipitandosi verso la sua auto, estrasse l’apparecchio dalla tasca.

“ Pronto?! “

“ Agente Mulder, dove accidenti si trova? “, Skinner era alquanto alterato.

“ Signore, ho seguito Memet fino alla casa della sua fidanzata, si tratta di una certa Patricia Bennet, che tra l’altro risulta essere nipote del Capo Sezione Carter, entrambi sono ricercatori impegnati attivamente contro un particolare tipo di cancro, molto simile a quello che colpì l’Agente Scully. La mia attuale convinzione è che Memet abbia intravisto nell’Agente Scully la fonte ultima delle sue ricerche, il suo personale Santo Graal!! “

“ Agente Mulder, su quali prove basa questa sua teoria? Riesce ad immaginare a cosa porterebbe la sua condotta, se queste illazioni risultassero false? Uno, violazione della privacy, due….. “

“ Signore….. “, tentò invano di interromperlo Mulder.

“ No, mi ascolti, Mulder! Capisco la sua preoccupazione per Scully, ma non ci sono prove concrete che avvalorino la sua tesi, se non vogliamo contare la sua sproporzionata gelosia! “, Mulder masticò aria a questa parola. “ Per non parlare della seria possibilità che, se le sua accuse si rivelassero infondate, scatterebbero seri provvedimenti su di lei e sulla sua già precaria posizione negli X Files!….. “

“ Signore, con tutto il rispetto, non so se il suo interesse sorga dai provvedimenti che riguarderebbero me, o quelli che potrebbero gravare su di lei: Personalmente non mi importa della parentela di Patricia Bennet con il Capo Sezione, inoltre, si tratti di questa, o di un’altra qualsiasi occasione che veda in pericolo la vita di Scully, mantenere la posizione negli X Files, sarebbe la mia ultima preoccupazione!! “

“ Agente Mulder, capisco il suo stato d’animo….. “

“ Comunque ho appena scoperto una prova che rende plausibili i miei sospetti “, lo interruppe. “ poco fa è arrivato da queste parti un altro degli ospiti della festa di sabato, un certo Jack Bowman. Non lo vedevo da diversi anni e l’altra sera mi ha praticamente bloccato mentre cercavo di raggiungere l’Agente Scully, impedendomi di raggiungerla, un meschino tranello nel quale sono caduto perfettamente!! “

“ Jack Bowman, ha detto? “

“ Si, un’analista dell’FBI “

“ Agente Mulder, faccia bene attenzione a quello che le dico, perché non ho intenzione di ripeterglielo, ne tantomeno venire a scoprire che non ha eseguito i miei ordini. Non si muova da lì, finchè rimane dov’è, non correrà rischi e forse non li farà correre neppure a Scully, nel frattempo cercherò di scoprire qualcosa di più su questo Bowman “

“ Farò del mio meglio, signore! “

“ Si limiti solo ad eseguire gli ordini, Mulder! “, detto questo, Skinner chiuse la comunicazione.

Cazzo!

Come posso restare qui quando so con certezza che lei è la dentro?!

Devo calmarmi! Skinner troverà qualcosa che ci permetterà di ottenere un mandato.

Cercherò di resistere ancora un po, ma poi, mandato o non mandato, io entrerò in quella fottuta casa!!!

 

 

 

Darren chiuse la porta del salotto, non era il caso che Brian vedesse prima del previsto quella che sarebbe stata la sua situazione futura. Inoltre non sarebbe stato carino lasciare la porta aperta e permettere a qualcuno di vedere quel lago di sangue…… forse era stato eccessivo sparargli in faccia, ma ormai, che differenza poteva fare?

Aveva cercato di ripulire un po, ma il sangue era difficile da togliere, poi, siccome non sarebbero più tornati in quella casa, lasciò perdere. Aveva impacchettato il cadavere e lo aveva sistemato in un ripostiglio, in attesa che diventassero due, poi tre….. non aveva ancora deciso come se ne sarebbe liberato, inizialmente aveva pensato di zavorrare i sacchi e gettarli nel lago, ma mentre sistemava Jack nel ripostiglio, aveva notato due taniche di benzina e gli era balenata l’idea che bruciare la casa, sarebbe stato il tocco finale ideale. Una sorta di taglio deciso con il passato.

Si rese conto che era tardi, l’incontro con la piccola Dana era stato rimandato già troppo!!!

Entrò nella stanza della sua ospite lasciando la porta spalancata in modo che il semibuio diventasse meno tendente all’oscurità, si portò accanto al piccolo tavolo che sorreggeva una lampada a petrolio e l’accese, poi senza troppe cerimonie, si sistemò sul letto bloccando le gambe di Scully con il peso del suo corpo.

La mente di Dana cominciò a sprofondare nel terrore più totale, l’unica cosa che riusciva a pensare era che lo avrebbe ammazzato. Malgrado cercasse disperatamente di divincolarsi, si rese conto che non avrebbe potuto nulla contro Darren.

“ LASCIAMI!! NON MI TOCCARE, BASTARDO!! “

“ Oh, Dana, non ci sperare, in questo momento l’ultima cosa che voglio fare è smettere di toccarti, ho appena cominciato, tesoro!! E poi è perfettamente inutile che gridi, ma se proprio vuoi sgolarti, non te lo impedirò, sarà ancora più eccitante per me! “

“ AHHHH!!!! NOOOOOO!!!!! “

Le mani di Darren avevano cominciato a percorrere il corpo di Scully, le sue braccia, le spalle, si chinò su di lei per baciarle il collo e l’incavo della gola che si muoveva incessantemente per la faticosa respirazione dovuta allo sforzo di resistergli, e mentre la sua lingua iniziò a toccare quella pelle morbida, le mani procedettero il cammino intrapreso, passando pesanti sul suo seno e proseguendo fino al bordo inferiore della canottiera e avanzando sotto la superficie del tessuto, poi quelle dannate mani si posarono sopra i suoi jeans, cattive, viscide,  Scully era fuori di se dalla rabbia per questa ultima umiliazione che lui aveva intenzione di infliggerle, ormai stava armeggiando con la cerniera e……

“ DARREN!!!!! CHE CAZZO STAI FACENDO?!?!?! “, Patricia era davanti alla porta aperta, in piedi, con il volto contratto dalla sorpresa che stava velocemente tramutandosi in rabbia, bloccata dallo stupore di vedere il suo uomo, l’uomo che amava, addosso ad un’altra donna.

“ PAT!!! “, la stretta con cui Darren intrappolava Scully, fu immediatamente sciolta. Cercando di ricomporsi, ma ancor più una scusa accettabile, si mise in piedi di fianco al letto.

“ Oh Dio, Pat! Oh mio Dio….. mi dispiace! Non so cosa mi sia preso, sai che non avrei mai fatto una cosa del genere, non potrei perché ti amo. Lo sai che ti amo! Volevo solo costringerla a parlare! “

“ Come hai potuto? Sei solo un bastardo!! “, ringhiò la donna, poi si girò di scatto e uscì dalla stanza e ad ogni passo le fiamme dell’odio esplodevano più violente nel suo petto.

 

 

Vaffanculo, pensò Mulder, non resisto! Non resterò un minuto di più in questa macchina!

Scully è nelle mani di quel figlio di puttana e sa solo Dio cosa le sta facendo, o cosa le abbia già fatto!

Non posso aspettare un dannato mandato, devo fare qualcosa. Lei se lo aspetta da me, lei si fida di me!

Cazzo! E’ colpa mia se si è ammalata di cancro. E’ colpa mia se ha quel dannato microchip e per ultimo e per colpa della mia dannata debolezza, se si trova in questa situazione!!

In quel momento il cellulare trillò!

“ Pronto?! “

“ Agente Mulder, sono felice che sia ancora vivo, questo vuol dire che per una volta ha obbedito ai miei ordini “

“ Ha scoperto qualcosa, signore? “

“ Ho fatto delle ricerche su Jack Bowman, è stato difficile, il suo operato risultava impeccabile, ma era troppo sospetto il fatto che lavorasse per l’FBI, e grazie a dei controlli incrociati sono riuscito a scoprire che figurava anche lui sul libro paga della ROUSH, sufficiente per ottenere un mandato! Attenda i rinforzi, Agente Mulder, non tarderanno ad arrivare! “

“ Certo, signore, grazie! “, rispose chiudendo la comunicazione.

Certo! Col cavolo, signore, che resterò qui come un’idiota ad aspettare la cavalleria! Soprattutto ora che so da chi erano pagate le ricerche di Darren Memet, fottuti bastardi!! Tutti quanti!!

Mulder volò fuori dalla macchina e correndo verso la casa, estrasse la pistola dalla fondina.

 

 

Arrivata nel salotto, Patricia si bloccò, la vista di quella immensa macchia di sangue, era agghiacciante. Ora si spiegava perché la porta fosse chiusa!!

Irrefrenabili pensieri gridavano nella sua mente, si contorcevano, si levavano in alto, tramutando l’affamata incredulità in odio.

Non poteva essere vero!

Darren, che diavolo ti è successo? Che persona sei diventato?  Eravamo così felici prima, avevamo le nostre vite, il nostro lavoro, il nostro amore!

No! Non amavi me, ora lo so!

Fottuto bastardo! Ti ho dato tutto, ti avrei dato anche la mia vita!

Patricia uscì dalla stanza con passo deciso, impugnando tra le mani una cosa che mai avrebbe immaginato di dover usare.

Aveva speso anni alla ricerca di una cura per recuperare la gente alla vita, ma questo apparteneva al passato, un ricordo troppo felice per la sua attuale agonia!

 

 

Darren rimase immobile per alcuni minuti, incapace di decidere come comportarsi, poi al colmo della rabbia, si voltò  verso Scully.

“ Puttana! E’ solo colpa tua!! “, le urlò colpendola alla mascella con un violento pugno.

Il dolore fu accecante, Scully sentì in sangue scorrerle dal labbro verso il fondo della gola, lasciando esplodere tutto il suo sapore dolce-salato. Avrebbe voluto morire in quel momento, ma la sua mente, la sua forza erano ancorate ad un unico pensiero: MulderMulderMulderMulderMulderMulder…….

“ LASCIALA STARE, DARREN!!! “, l’uomo si voltò di scatto al suono di quella voce, e ciò che vide, lo sconvolse.

Patricia era in piedi, e i suoi occhi traboccanti di furore, non erano l’unica cosa che gli stava puntando addosso.

“ PAT!!! “

Lo sparo, partito dalla Smith&Wesson, coprì il suo disperato richiamo.

Un proiettile carico d’odio, era appena esploso nel suo ventre.

Darren cadde in ginocchio, e mentre il sangue lasciava il suo corpo, trascinando con se vita, guardò verso la donna che fino a quel momento aveva sempre fatto tutto per lui. Gli spasmi dell’agonia stavano ormai invadendo quella stanza già piena di violenza e dolore, ma lui trovò ancora la forza di sussurrare un : “ Ti amo, Pat….. “, prima di accasciarsi  al suolo, privo di vita.

Era finita!!

 

 

Mulder era a due metri dalla casa, quando sentì lo sparo e  si precipitò all’interno come una furia.

Brian non ebbe neppure il tempo di realizzare cosa fosse accaduto, che si ritrovò sbattuto violentemente a terra con il volto contro il muro, le mani dietro la schiena e le manette gelate strette intorno ai polsi.

“ DOV’E’ SCULLY?!?! “

“ Giù….. “, riuscì a rispondere il ragazzo indicando una botola aperta nel pavimento.

Mulder si lanciò sulla ripida scaletta che portava di sotto e arrivò all’entrata della prigione di Scully con il cuore che gli stava scoppiando nel petto.

Patricia stava osservando immobile il corpo esangue dell’uomo che aveva amato follemente, e  il suo gesto successivo fu rapido e senza possibilità di scampo.

La canna ancora calda della pistola, sfiorò la sua tempia con un rovente bacio di morte, un altro colpo squassò l’aria, e anche il suo corpo abbracciò il suolo.

Mulder, raggelato da cio che aveva appena visto, si addentrò nella stanza e il suo cuore smise di battere e si frantumò non appena vide Scully.

Con difficoltà, si avvicinò al letto, le gambe gli tremavano, il gelo aveva invaso il suo corpo e la sua mente.

I suoi occhi non avrebbero mai cancellato quell’immagine devastante.

Scully era legata!

I polsi laceri e sanguinanti!

Pallida!

Il viso rigato dalla lacrime!

La pelle coperta di sangue ed ematomi!

Ma respirava!!

Mulder si sedette sul bordo del letto e le sfiorò una guancia, lei aprì gli occhi e rimase a guardarlo mentre slegava il più delicatamente possibile i legacci che le imprigionavano i polsi.

Lentamente le prese le braccia e gliele distese lungo i fianchi, poi mise una mano sulla sua vita e fece passare l’altra sotto la schiena, la sollevò piano e l’abbracciò stringendola delicatamente al suo petto, confortandola, riscaldandola, amandola con tutto se stesso.

Cristo, Scully! Che ti hanno fatto!!

La sua mente non era in grado di pensare ad altro.

Sentendola tremare contro il suo petto, avrebbe voluto trasmetterle sicurezza, ma non era sicuro che le sensazioni che lo stavano soffocando, gli avrebbero permesso di riuscire nell’intento.

Amore, cosa ti hanno fatto?!?!

La strinse a se cercando di aumentare l’intensità dell’abbraccio, chinò la testa e l’appoggiò a quella di lei cominciando ad accarezzarle i capelli, lentamente, tranquillamente.

La sentì piangere, e in quel momento capì che non avrebbe più potuto sciogliere quell’abbraccio, e se fisicamente era impossibile, spiritualmente stava già accadendo da 7 anni ed ora, utopicamente, avrebbe voluto essere catapultato in un universo parallelo creato unicamente per loro due, e restare al sicuro li, insieme, insieme per sempre.

“ E’ tutto finito, tutto finito, Dana “, le disse mentre la sua mano continuava a spostarsi dolcemente sul suo capo e con il cuore tentava di fare lo stesso con la sua anima. “ Ci sono qua io, ora, sono qui Scully, qui con

te! “, Mulder la abbracciava, nascondendola quasi tra le sue braccia.

 

 

Mulder, se solo sapessi quanto ho desiderato questo momento!

Avevo paura di morire, volevo morire, ma la certezza che mi stavi cercando, che mi avresti trovata, mi ha dato la forza di resistere.

Sei sempre tu la mia salvezza, Mulder!

Ti amo! Ti amo talmente tanto, che vorrei poter vivere per sempre nel tuo abbraccio, Mulder, non lasciarmi mai, ti prego!

I sentimenti erano chiari nella sua mente, ma la sua flebile voce, rivelò solo una parte di quelle certezze.

“ Sapevo che saresti venuto, Mulder, lo sapevo!….. “

Rimasero così per qualche altro minuto ancora, poi la ragionevolezza bussò al cervello di Mulder, e senza opposizione, le venne aperto.

Si scostò da lei e con le dita sfiorò i lividi che deturpavano il suo viso angelico. “ Hai bisogno di un medico,

Scully “

“ Voglio solo andare a casa, Mulder. Portami a casa, per favore “

“ Ti porterò a casa, Scully, te lo prometto, ma non ora! In questo momento devi essere visitata, hai bisogno di essere medicata “

“ Mulder….. “

“ No, Scully, niente polemiche! E’ per il tuo bene, sai anche tu che ho ragione “

Il rumore dei rinforzi che irrompevano in casa, ovviamente quando era già tutto finito, interruppe il loro scambio di opinioni

Si guardarono negli occhi, scambiandosi pensieri che il vento non poteva sentire. Era tutto finito. Ed erano ancora insieme.

Qualche minuto dopo, i paramedici giunti sul posto, controllarono Scully e la obbligarono ad andare con loro in ospedale per accertamenti ed una volta la, i medici le consigliarono il ricovero per tenerla sotto osservazione. Non che fosse in pericolo di vita, ma con i colpi subiti, era meglio essere cauti.

 

 

Brian Weaver fu l’unico componente della banda che potè essere arrestato. Gli altri avrebbero reso conto delle loro nefandezze ad un Tribunale la cui sentenza era eterna. A quel Giudice Supremo che ancora una volta aveva permesso a Scully di continuare a vivere.

 

 

Distesa nel suo letto di ospedale, Dana Scully pensò per l’ennesima volta a quanto era stata vicina a fare una brutta fine. Una bruttissima fine. Era stata fortunata stavolta, certo non più di tante altre volte, ma non riusciva a staccare il pensiero da quell’uomo, Darren Memet, che lei considerava amico e che invece si era rivelato un mostro. Era proprio vero, non bisognava fidarsi di nessuno.

I medici avevano insistito per farla restare in ospedale, lei avrebbe voluto tornare a casa, ma poi alla fine si era arresa, soprattutto alle insistenze di Mulder. Il dolore fisico era sopportabile, quello che le era difficile da sopportare era quello strano malessere che l’assaliva dal fondo della gola; un malessere senza nome, che la faceva sentire come una barchetta in balìa delle onde. Lo strofinare del polso sul lenzuolo, le procurò una smorfia di dolore, sarebbe rimasta una gran brutta cicatrice in quel punto, ma aver riportato a casa la pelle, la ricompensava di tutto. Dio, quanto avrebbe voluto dormire, dimenticare gli eventi di quegli ultimi giorni, dimenticare l’espressione del viso di Mulder appena la vide in quella buia cantina tutta pesta e sanguinante. Era la cosa che le aveva fatto più male, molto più delle botte, molto più della certezza di morire; con un unico sguardo lui le aveva comunicato tutta l’angoscia di quei giorni, la paura di perderla, o semplicemente di arrivare troppo tardi. Aveva letto una profonda sofferenza in quello sguardo, e si era sentita male per questo, si sentiva in colpa per non avergli dato retta, per aver voluto fare di testa sua, per essersi fidata di un uomo che non vedeva da una vita, per…..

Il rumore della maniglia che si apriva, interruppe i suoi pensieri. Lei aveva il viso rivolto verso la finestra e gli occhi chiusi, e pur non vedendo chi fosse entrato, sapeva che era Mulder. Sentì una densa sensazione di calore diffondersi dentro di lei. Lenitivo. Calmante. La faceva stare bene.

“Buongiorno! “, la sonora voce di Mulder riecheggiò nella stanza vuota. “ Stai dormendo? “

Lei si voltò lentamente, accennando un sorriso. “ Ci stavo provando, ma i risultati sono alquanto deludenti “

“ Come ti senti? “, si informò sedendosi sul bordo del letto.

“ Tutto sommato, bene! “, rispose lei, tradendo le sue parole, con una smorfia di dolore, la qual cosa lo fece sorridere.

“ Vedo! “, replicò Mulder prendendole una mano tra le sue. “ Ho parlato con il tuo dottore, dice che i polsi sono quelli che stanno peggio “, la informò rivoltandole il palmo verso l’alto.

“ Passerà anche questa, Mulder! “, replicò lei sollevandosi sul cuscino.

“ Aspetta, ti aiuto! “, si offrì prontamente il collega. Le sollevò lo schienale e tornò a sedersi.

Per qualche istante nessuno dei due disse nulla, poi la voce di Mulder tornò a riempire la stanza.

“ Penso che entro oggi, potrai tornartene tranquillamente a casa, contenta? “, disse accompagnando le parole con un mezzo sorriso. Vederlo così tranquillo, le allargava il cuore.

“ Non immagini quanto! “, ribattè lei cercando di imitarlo, ma più che un sorriso, le venne fuori una smorfia, il labbro spaccato le faceva un male cane. “ Dannazione! Mi sento come un pugile suonato sul ring! “, imprecò a denti stretti.

Lui scrutò attentamente il suo viso e non potè che darle ragione. I lividi, così palesemente evidenti sulla sua pelle color avorio, le deturpavano i lineamenti; quei lineamenti così dannatamente perfetti che lui amava tanto. Questo pensiero gli procurò un brivido, come aveva potuto anche solo pensare di togliersela dalla testa? Di soffocare quello che provava per lei? Di tornare ad essere gli amici di sempre?

Impossibile!

Ora lui lo sapeva. Amava quella donna. Con tutto se stesso. E non importava se non glielo avrebbe mai detto, ma esserne cosciente, lo faceva stare bene. Avrebbe fatto qualunque cosa per lei. Sempre.

“ Mulder?! “, il richiamo di lei, lo riportò alla realtà. “ Smettila di fissarmi così, mi trovo già abbastanza brutta da sola, non occorre che tu me lo faccia notare ancora di più! “, le parole erano state serie, ma il tono della voce era scherzoso e lui lo notò.

“ Ti sbagli, Scully! “, disse poggiandosi con le mani ai lati del suo corpo disteso nel letto. “ Non sei mai stata così bella! “, lei inarcò un sopracciglio e lo fissò; le cose erano due, o la stava prendendo in giro, oppure era impazzito.

“ Mulder, credo che tu abbia bisogno di un paio di occhiali “, esordì trattenendo a stento un sorriso. Che la stesse prendendo in giro, o meno, che fosse impazzito, o meno, quelle parole le avevano fatto piacere. Anzi, di più. “ Penso che tu abbia dei seri problemi di vista! “, concluse. L’aveva buttata sullo scherzo, un mero tentativo per nascondere l’emozione che le avevano procurato le parole di lui.

“ Ci vedo benissimo, Scully, e non sono mai stato più serio in vita mia! “, replicò lui, sorprendendosi per l’audacia delle sue parole.

Che accidenti sto facendo? Devo essere impazzito!!

La forza di quel pensiero, lo stralunò ancora di più e lei rise guardandolo, noncurante del dolore che sentiva al labbro. Provò qualcosa di indefinibile nei suoi confronti, lui era impacciato, forse si era pentito di quello che aveva appena detto, o forse no, in ogni caso, adesso toccava a lei. Si, forse avrebbe dovuto fare la mossa successiva.

“ Mulder?! “, lui la fissò. La tensione era palpabile sul suo volto. “ Io….. E’ ancora valido quell’invito a cena? “

Lui aggrottò le sopracciglia, Scully gli stava chiedendo di portarla a cena! Era impazzita, o cosa?!

“ Si, sempre! “, si trovò a rispondere senza quasi pensare. Era felicità quella strana cosa che sentiva montargli dentro con la furia di un tornado?

“ Bene, perché ho intenzione di accettare questa volta! “, replicò lei. Ogni ombra di scherzo era scomparsa dalla sua voce. “ Forse avrei dovuto farlo anche quella sera “, aggiunse, mentre un’ombra scura passava sul suo volto.

“ E’ acqua passata, Scully, non devi più permettere a Darren Memet di avvelenarti la vita! “, le suggerì lui. “Vorrei che tu non ne parlassi più, ne ora, ne mai! “, concluse alzandosi.

“ Ho bisogno di tempo per dimenticare, Mulder, la ferita è troppo recente, fa ancora male! “, lui avrebbe voluto stringerla tra le braccia e cancellare il dolore che vedeva nei suoi occhi, ma sapeva di non poterlo fare. Non ora. Non lì.

“ Ti va bene sabato? “, lei lo fissò interrogativamente e lui sorrise. “ Sbaglio, o dovevamo andare a cena? “, questa volta fu lei a sorridere.

“ Certo, la cena! Sabato va benissimo, Mulder, i lividi non saranno scomparsi del tutto, ma…… “

“ Non devi piacere a nessuno “, rispose lui posandole un leggero bacio sulla guancia. “ E a me vai bene anche così! “, aggiunse lasciando la stanza.

Lei avrebbe voluto gridare tutta la sua contentezza per come si erano messe le cose. Non avrebbe mai pensato di riuscire a trovare il coraggio di fare quello che aveva fatto. Dio Santo, lo aveva praticamente invitato a cena. Lei!

Devi essere completamente impazzita, Dana, disse a se stessa. Lui è Mulder, il tuo collega, il tuo partner, il tuo miglior amico; non te lo scordare! E’ gia difficile così, non complicare ancora di più le cose!

“ E’ solo un dannato invito a cena!! “, si giustificò ad alta voce, cercando così di scacciare i suoi stessi pensieri.

“ Non significa assolutamente NULLA! “, disse ancora alla stanza vuota. Ma sapeva bene che non era così

Qualcosa era accaduto in quella stanza quella mattina, ne era cosciente, e che avesse un seguito, oppure no, dipendeva solo da loro. Comunque avrebbe lasciato una traccia indelebile nelle loro vite. E comunque questa volta lei sarebbe andata fino in fondo, e al diavolo le conseguenze!

Amava Mulder, lo voleva, era passato il tempo della parte dell’amica fedele, la sua mente e il suo corpo reclamavano molto di più.

Reclamavano amore!

 

 

Il ristorante che Mulder aveva scelto era molto intimo ed elegante, le luci soffuse e la musica del piano bar davano alla sala un’atmosfera molto pacata. Era seduto al tavolo già da alcuni minuti, lei non aveva voluto che lui andasse a prenderla a casa. “ Ci vediamo al ristorante, Mulder “, le aveva risposto seccamente. Lui si domandava se non se ne fosse pentita, magari le aveva ricordato dell’invito a cena non perché volesse andarci davvero, ma solo perché, in un forte momento di tensione emotiva, non aveva minimamente pensato a ciò che stava dicendo. Tutti i suoi ingarbugliati pensieri furono interrotti dall’ingresso del cameriere nel separè.

“ La sua ospite, signore! “, annunciò con voce impostata. Mulder fece per alzarsi, ma rimase sospeso esattamente a metà del suo movimento appena la vide. Cazzo! Aveva deciso di fargli venire un infarto quella sera!!

“ Ciao, Mulder! “, lo salutò entrando.

“ Sc… Ciao, Scully! “, farfugliò lui tentando disperatamente di riprendere il controllo. E mentre lei si sedeva, non potè fare a meno di far cadere l’occhio nella sua scollatura. Lei lo notò, ma fece finta di nulla.

“ Hai intenzione di restare in quella posizione per tutta la sera? “, lo punzecchiò lei con evidente soddisfazione.

“ Si ha una visuale migliore da quassù! “, replicò lui senza battere ciglio, e senza schiodare gli occhi dal suo seno messo così generosamente in mostra quella sera.

La serata era cominciata nel migliore dei modi, non c’era che dire.

“ Ho ordinato io per entrambi, ti dispiace? “, chiese Mulder continuando imperterrito a far scivolare lo sguardo lungo tutto il corpo di Scully. “ Come hai fatto a far sparire i lividi? “, aggiunse giusto per dire qualcosa.

“ Una buona dose di fondotinta è stata più che sufficiente “, rispose lei fissandolo dritto negli occhi, cosa questa che mise decisamente a disagio Mulder al punto da fargli abbassare lo sguardo sul tavolo.

“ Penso si veda che non sono bravo in queste cose “, disse improvvisamente. “ Mi sento un perfetto idiota! “

“ Perché? “

“ Non sono abituato a questo tipo di locali, non sono abituato a mettermi in tiro così e non sono abituato a vederti vestita così “, tentò di spiegare, ma appena incontrò lo sguardo perplesso di lei, non potè fare a meno di mettersi a ridere. “ Sei uscita con la persona sbagliata, Scully!! “, stava ridendo ancora, ma la sua era una risata amara.

“ Sono esattamente con la persona con la quale volevo essere, Mulder, e mi piace l’idea che tu ti senta impacciato almeno quanto me! “, la sua risposta gli allargò il cuore. L’amava anche per questo, per la sua spietata sincerità.

“ Forse pizza e una birra sarebbero state meglio? “

“ Decisamente meglio, direi! “, l’allegria di lui era coinvolgente e lei si stava lentamente sciogliendo. La tensione che sentiva addosso appena arrivata, stava pian piano scemando. “ Però il locale è carino, e anche la musica non è male, tutto sommato, penso vada bene anche così! “

“ Giuro che dopo ti farò anche ballare, Scully! “, lei strabuzzò gli occhi e lui rise.

“ No, Mulder, questo no! “, disse.

“ Mangia ora, ne riparleremo dopo “, rispose lui riprendendo a fissarla con insistenza. La chiara e levigata pelle di lei, così generosamente esposta, era una tentazione. Avrebbe voluto far scivolare le sue dita su quella pelle, e non solo quelle!…..

Basta, Mulder! Lei è Scully, la tua migliore amica, la tua collega, la tua pietra di paragone, la…. La donna che amo! Ecco cos’è!!!

L’intensità dei suoi pensieri lo spaventava, di solito aveva un autocontrollo eccezionale, ma quella sera aveva paura di non riuscire a mettere a tacere i propri istinti, di tenere a freno le proprie emozioni. Scully era una tentazione troppo forte, aveva chiuso dentro di se quella tentazione per tanti lunghi anni, troppi forse, e come tutte le cose forzatamente represse, ora rischiavano di sgorgare fuori tutte insieme e così violente da non riuscire neppure a pensare di poterle bloccare.

No, decisamente non era stata una buona idea quella di andare a cena insieme. Anzi, era stata una pessima idea! Lei meritava molto di più di un visionario, paranoico come lui.

Inseguendo i propri pensieri, non si era accorto che lei lo stava fissando da un po, con uno sguardo indecifrabile ed un sorriso appena accennato. Scully sapeva esattamente cosa lui stava pensando e la sua confusione non faceva che aumentare il suo desiderio.

“ Mulder’! “, la voce di Scully era stata appena udibile al di sopra della musica. Lui sollevò gli occhi e la guardò.

“ Non hai praticamente toccato cibo, non ti piace la cucina, o cosa? “, i suoi occhi azzurri brillavano nella tenue luce delle candele sul tavolo, e Mulder provò una fitta esattamente al centro dello stomaco.

CONTROLLO, MULDER!!! CONTROLLO, DANNAZIONE!!!

“ Io pensavo….. “, fu tutto quello che riuscì a dire.

“ A cosa, se posso chiedere? “

NO CHE NON PUOI CHIEDERE!!!

“ A te! “, fu la sua semplice risposta. Questa volta Scully non rispose, ma adesso la fitta al centro dello stomaco, l’avvertiva lei.

Si, decisamente era una dannatissima, meravigliosa serata!!

Le note di una vecchia canzone degli anni 70 si diffusero nel locale e Scully emise un sospiro. “ Oh, accidenti! Adoro questa canzone, non la ascoltavo da tempo “, Mulder colse l’occasione al volo e alzandosi, allungò una mano verso di lei.

“ Vieni! “, il suo invito la fece ridere.

“ No, Mulder, dai….. io lì in mezzo a ballare?! “, ma il suo timido tentativo di protesta si perse nel vuoto e nella stretta della mano di lui che la aiutò ad alzarsi.

“ Si, Scully, a ballare. Con me! “, lei non osò replicare e tre secondi dopo si ritrovò stretta tra le braccia di lui a dondolare cullata dalla musica.

I gesti di entrambi erano impacciati, tutti e due avevano paura di osare, era una situazione ridicola, lo sapevano, ma nessuno dei due riusciva a trovare il coraggio di fare il primo passo, quel dannatissimo primo passo che avrebbe messo fine  a quell’assurdo gioco fatto di sguardi, di pensieri, di frasi non dette, di desideri inespressi.

Seguendo un moto proprio, le mani di Mulder presero a scivolare lungo la schiena nuda di lei. Quel contatto era bruciante e lei rispose stringendosi a lui un po di più, decisamente molto di più. Quell’aderenza improvvisa provocò a Mulder uno spasmo violento al basso ventre

CRISTO, SCULLY, NON COSI’!!!

E la sua mano prese a salire lungo il braccio di lei, sfiorandole delicatamente il collo e scivolando appena sotto l’attaccatura dei capelli. Scully sollevò il viso verso di lui, il suo respiro gli sfiorava appena il collo, i loro sguardi si incontrarono e la sua bocca, così vicina, era una tentazione troppo forte per Mulder, ma che fosse lei a baciarlo, questo no, decisamente non se lo aspettava.

L’effetto sorpresa durò lo spazio di un respiro, poi due forti braccia la strinsero ed una fiammata di gioia ardente la pervase. Lo sapeva che sarebbe successo! Lo desiderava da morire! Poi Mulder chinò la sua testa bruna e schiuse leggermente le labbra, un invito esplicito a cui lei non seppe resistere e che ricambiò d’istinto. Mulder la strinse ancora di più e il bacio divenne più profondo, Scully gli cinse il collo con le braccia e i loro corpi si sfiorarono pericolosamente. Lui esplorò ogni angolo di quella bocca, piano, assaporandone ogni millimetro. Dio, da quanto sognava un momento così? Quante volte si era domandato come sarebbe stato baciare quelle labbra invitanti e carnose che lo avevano sempre fatto impazzire? Esisteva il Paradiso? Si! Ora lui lo sapeva. Ci stava dentro!

Scully emise un leggero mugolio, il labbro ferito le faceva male, ma non era nulla al confronto di quello che stava provando in quel momento, poi la bocca di lui, lentamente, scese verso il collo, appena sotto l’orecchio, brividi intensi l’assalirono ad ondate, sensazioni di caldo e freddo si alternavano nelle sue vene e la crescente eccitazione di lui, palpabile attraverso la sottile stoffa del suo vestito, non aiutava di certo!

Per amor del cielo, erano nel bel mezzo di un locale!

Bastò questo per farle riprendere il controllo per un momento.

“ Mulder….. “, la voce le era uscita alquanto affannata. Lui la guardò senza capire. “ Se continuiamo così, ci sbatteranno fuori dal locale! “, c’era un tono eccitato e scherzoso nella sua voce, lui tossicchiò imbarazzato.

“ Io….. “, non riusciva a connettere, il cervello si era completamente scollegato dal resto del corpo.

“ Vieni “, lei lo prese per mano e tornarono al tavolo. I battiti del suo cuore impazzito, stavano lentamente tornando alla normalità. Non aveva mai provato nulla di simile. Mai. Per nessun altro.

“ Scully?! “, chiese lui allarmato vedendole prendere la borsetta sul tavolo. “ Dove vai? “

“ A casa, Mulder “, rispose guardandolo. “ Sono stanca “, aggiunse. Il suo volto, una maschera indecifrabile.

Mulder non rispose, limitandosi a pagare il conto e a seguirla. Che stava succedendo, perché si stava comportando così? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Lei si era pentita di avergli dato corda? O più semplicemente si era spinto laddove non doveva? Le parole di lei, lo fecero sorridere.

“ Mi accompagni a casa, Mulder? “, la richiesta era stata innocente, ma nei suoi occhi lui lesse decine di parole non dette.

L’aiutò ad infilarsi il cappotto e prendendola per mano, uscì nel freddo della notte.

 

 

L’acqua della doccia scrosciava allegramente spandendo spruzzi dappertutto, il vapore aveva appannato i vetri e Scully, ad occhi chiusi, lasciava che  l’acqua le scorresse addosso, portandosi via la tensione che sentiva nei muscoli indolenziti. Da quanto era li? 5 minuti, 10?

Riaprì gli occhi di scatto e chiuse l’acqua, rimanendo perfettamente immobile per qualche altro secondo ancora, poi uscì dal caldo tepore del box-doccia e si infilò in un morbido accappatoio di spugna. Con un asciugamano si tamponò leggermente i capelli, poi si guardò allo specchio. I lividi erano ancora visibili sul suo viso, anche se ormai ridotti a poco più di due ombre scure, il labbro era appena un po gonfio, poi scendendo con le dita lungo il collo si soffermò su un lieve arrossamento che sapeva non esserci la sera prima, e sorrise. Miseria! Ma era successo davvero? Quello che era sempre e solo stato un mero desiderio, si era davvero realizzato la notte precedente? Com’era cominciato? Mulder l’aveva accompagnata a casa, e poi? Aveva insistito per accompagnarla fino alla porta.

“ Dopo quello che ti è successo, non mi fido a farti andare da sola! “, le aveva detto.

Davanti alla porta, lei lo aveva invitato ad entrare, Mulder aveva varcato la soglia, si era poggiato al tavolo e l’aveva osservata mentre si toglieva il cappotto, poi i loro sguardi si erano incontrati ed ogni miserabile freno era caduto. Lui la travolse letteralmente e lei si lasciò travolgere dalla passione di lui. Lo desiderava così tanto, cosa c’era di sbagliato ad amarsi?

Mulder aveva lottato invano per dominarsi, ma la voglia di lei, era stata più forte di tutto. Cominciò a far scorrere le mani sul suo corpo, sfiorando la sua pelle morbida, con la punta delle dita e quando lei gemette di piacere, lo aveva sentito tremare. Le aveva sfilato piano il vestito e aveva cominciato a baciarla avidamente, come un assetato nel bel mezzo del deserto, desideroso di un sorso d’acqua fresca.

Lei, dal canto suo, si era avvinghiata a lui, strappandogli letteralmente via la camicia. Non aveva mai desiderato così tanto un uomo. Le labbra di lui passarono sul suo collo, soffermandosi nel morbido incavo della gola, carezzandole il seno, poggiò la bocca su un capezzolo e lo succhiò, procurandole scintille di piacere selvaggio. Sentendola ansimare, lui si soffermò a guardarla un istante, lei gli aveva sorriso e Mulder riprese a baciarla, mentre con la mano libera, tentava disperatamente di sfilarsi il resto dei vestiti. Il desiderio era diventato frenesia, e quando lo aveva sentito entrare piano dentro di lei, gli affondò le unghie nella schiena, muovendosi contro di lui per adeguarsi al suo ritmo frenetico, sentendo nel suo corpo una tensione sempre più vibrante che raggiunse intensità insostenibili, investendola alla fine come un’ondata gigantesca che la sollevò scagliandola in un turbine vorticoso.

Sostenendosi al bordo del lavandino, aveva chiuso gli occhi. Ripensare alla notte appena trascorsa, l’aveva eccitata da morire e quando sentì le labbra di Mulder sfiorarle la nuca, si lasciò scappare un gemito. Lui le sorrise attraverso lo specchio.

“ Buongiorno! “, le sussurrò all’orecchio, mentre le sue mani, scivolando attorno ai fianchi, si ricongiungevano esattamente sullo stomaco di lei. “ Scully, dobbiamo parlare “, aggiunse muovendo piano le mani in uno strano movimento circolatorio. Lei lo fissò attraverso lo specchio.

“ Di cosa, Mulder? “

“ Di quello che è successo tra noi?! “, la sua era stata una via di mezzo tra una domanda ed una risposta.

“ Perché, cosa è successo tra noi? “, la replica di Scully, lo lasciò perplesso.

“ Come sarebbe? “, domandò. “ Siamo stati a letto insieme, abbiamo fatto l’amore, Scully!! “

“ Pentito? “, lo interruppe lei irrigidendosi. Lui percepì la sua crescente tensione e le sorrise.

“ Dobbiamo parlarne, Scully, le cose saranno un po diverse ora, lo sai anche tu “

Questa volta lei non rispose, Mulder aveva ragione, niente sarebbe più stato come prima. Non potevano negare l’evidenza. Lei lo amava, era impensabile che potesse tornare a trattarlo come un semplice amico. E lui?

“ Mulder, io…. “, si interruppe, non sapeva cosa diavolo dire, non era mai stata brava in queste cose, e poi lui continuava a stringerla, se non l’avesse smessa immediatamente, non era tanto sicura che sarebbe stata in grado di controllare le sue reazioni.

“ Si?! “, rispose Mulder vicino al suo orecchio. Lei lo guardò ancora attraverso lo specchio. Ora sapeva cosa doveva fare.

Si liberò della sua stretta e si voltò verso di lui gettandogli le braccia al collo. “ Parlare! Parlare! Ma non sei capace di fare altro, Mulder? “, lo provocò sfacciatamente iniziando a baciarlo, dapprima lentamente, poi con sempre maggior trasporto.

Mulder ebbe la netta sensazione che un migliaio di spilli gli fossero stati sparati direttamente nei testicoli, la bocca di lei si muoveva sapientemente sulla sua, dandogli sensazioni allucinanti e quando le sue labbra morbide presero a scivolare lungo la sua gola, lui non riuscì più a trattenersi.

“ Ti amo, Scully!! “, la voce era un po arrochita, ma il tono fermo.

“ Dimmelo ancora! “, sussurrò lei nell’incavo della sua spalla.

“ Ti amo, da sei tremendi, lunghi anni! “, due occhi azzurri lo fissarono intensamente, non c’era sorpresa in quello sguardo, solo la conferma di una cosa che lei sapeva già.

“ Anch’io! “, lo baciò di nuovo, stuzzicandogli la bocca con la lingua. Mulder sentì i piccoli seni rotondi premergli sul petto attraverso la stoffa dell’accappatoio e, incapace di resistere a quell’invito, la sollevò tra le braccia e la trascinò in camera da letto.

Caddero avvinghiati sul letto, continuando a baciarsi, incuranti del telefono che squillava e del sole che filtrava attraverso le finestre. Mulder abbassò la testa per baciare quel piccolo seno che lo faceva impazzire, l’accappatoio giaceva ormai ai piedi del letto, una cosa troppo ingombrante tra loro due.

Il campanello squillò, ma Mulder, fregandosene totalmente, continuò la sua esplorazione del corpo di Scully. Non avrebbe mai smesso di baciarla, di carezzare quella levigata pelle bianca. Amava tutto di lei, anche quel dannato tatuaggio che le marchiava la schiena, ci passò sopra le dita e lei emise un sospiro.

“ Ti ho odiata per questo, Scully! “, lei seguì la linea della sua mascella con una delle sue affilatissime unghie.

“ Volevo solo attirare la tua attenzione, Mulder! “

“ E per farlo, sei andata a letto con un altro? “

“ Volevo ferirti in qualche modo “, ammise senza reticenza, mentre le sua dita disegnavano i contorni dei suoi pettorali. “ La tua indifferenza, mi faceva troppo male “, Mulder non rispose, ma la strinse in un abbraccio convulso, facendo scivolare le mani lungo il suo ventre piatto e poi ancora più giù, muovendosi piano,fino a farla rabbrividire, mentre le mordicchiava con delicatezza il collo e le spalle.

Quei gesti la eccitavano immensamente. Le mani di Mulder non smisero di accarezzarla neppure mentre la penetrava. I suoi movimenti erano forti e ritmici ed ogni affondo la avvicinava sempre più all’orgasmo, che arrivò violento e che la fece gridare mentre si stringeva a lui, non riuscendo a trattenere le lacrime. Di felicità, per una volta.

Dopo rimasero abbracciati a lungo, svuotati di ogni energia fisica e mentale. In silenzio, Mulder le carezzava i capelli, lasciandoseli scivolare tra le dita, erano sottili come quelli di un bambino, pensò, mentre lei, con il viso sprofondato nell’incavo tra il collo e la spalla, respirava piano, cercando di imprimersi nella mente l’odore della sua pelle.

Il campanello tornò a suonare, rompendo il silenzio, e questa volta non poterono ignorarlo. Lei si sollevò su un gomito.

“ Forse stavolta dovrei andare a vedere “, disse staccandosi con riluttanza dal caldo abbraccio di lui. Uscì dalle coperte e la visione di quel corpo nudo, eccitò nuovamente Mulder.

“ Ti consiglio di vestirti, Scully, o ti giuro che alla porta non ci arriverai mai! “, la minacciò. Lei fece spallucce e inarcando un sopracciglio, come solo lei sapeva fare, si infilò un paio di pantaloni che raccattò da una sedia e afferrando al volo la camicia che lui indossava la sera precedente, si avviò verso la porta.

Osservò attraverso lo spioncino prima di aprire e quando vide chi c’era dall’altra parte, non potè trattenere un moto di sorpresa. Si rassettò alla meglio la camicia, e fece scattare il chiavistello.

“ Signore! “, lo salutò scostandosi per lasciarlo entrare. Si sentiva lievemente in imbarazzo.

“ Agente Scully “, l’uomo entrò in casa, osservandola attentamente. “ Sta bene? “, chiese scrutandola da testa e piedi.

“ Si, signore “, rispose lei tentando di sistemarsi alla meglio i suoi spettinatissimi capelli.

“ Le ho telefonato prima, perché volevo sue notizie, non avendo ricevuto risposta, ho pensato di venire direttamente qui “, spiegò Skinner sedendosi. “ Non sono riuscito a contattare neppure l’Agente Mulder, sa dirmi dov’è? “, Scully sorrise ancora più imbarazzata di prima, cosa che non sfuggì all’occhio attento del suo capo, così come non gli era sfuggito il particolare che la camicia indossata da lei era decisamente troppo abbondante per essere la sua. “ Mi scusi, Scully, temo proprio di essere arrivato in un momento decisamente inappropriato “, disse abbozzando un sorriso di scuse.

“ Stia tranquillo, signore, mi fa piacere che sia venuto “, rispose lei, ascoltando con preoccupazione il rumore proveniente dalla camera da letto. Rumore che udì anche Skinner.

“ Ha i ladri in casa, oppure….. “, l’ingresso di Mulder in cucina, lo interruppe, ma non se ne meravigliò. Per istinto, sapeva che lui era li.

“ Signore! “, lo salutò sfidandolo con lo sguardo. Indossava i pantaloni della sera prima ed era a torso nudo. Per forza, la sua camicia la indossava Scully.

Skinner tossicchiò per nascondere un sorriso, li guardò entrambi, poi si tolse gli occhiali. “ Sono qui per parlarvi “, spiegò.

“ Di cosa, signore? “, si informò prontamente Mulder.

“ Del vostro ultimo caso “, disse tirando fuori un dossier dalla cartella che portava con se. “ Questo è il rapporto finale che lei mi ha consegnato, leggendolo lo troverà diverso in un paio di punti, Agente Mulder, per ragioni che lei certamente capirà, è stato deciso di coprire la vera identità della signorina Bennet “,Mulder lo fissò a lungo prima di rispondere.

“ Perché? “, chiese alla fine.

“ Questa parentela avrebbe potuto danneggiare il Capo Sezione, che comunque era all’oscuro del tutto,, così siamo arrivati ad un accordo, un accordo che son sicuro convenga a tutti, Mulder “, lui capì al volo e sorrise amaramente.

“ E se le dicessi che non ci sto? “

“ Piantala, Mulder! “, lo rimproverò Scully. “ Skinner ha ragione! “

“ Mi dia retta Mulder, in futuro potrete lavorare senza problemi, dubito che Carter vi metterà i bastoni tra le ruote “

“ Compromessi! Sempre e solo compromessi! Ne ho piene le scatole di tutto questo! “, sibilò Mulder a denti stretti, piantandosi le mani in tasca.

Per un po nessuno disse più nulla, poi Skinner, alzandosi in piedi, li osservò per un istante e puntando il dito contro Mulder, sorrise. “ Agente Mulder, come si giustifica? “, gli chiese indicando il suo misero abbigliamento.

“ Con tutto il rispetto, signore, non devo giustificare con lei ciò che faccio quando non lavoro!! “, Skinner rise e si avviò verso la porta.

“ Vi avverto, statemi fuori dai piedi per almeno una settimana e lei, Mulder, stia attento a quello che fa, altrimenti farà i conti direttamente con me! “, lo minacciò uscendo nel corridoio. “ Mi avete sentito? Se vi vedo in ufficio prima di una settimana, vi sbatto fuori a calci. Tutti e due!! “, sottolineò allontanandosi verso le scale.

Scully richiuse la porta, si voltò verso Mulder e sorrise. “ Ci ha dato una settimana di vacanza, o sbaglio?! “

“ Se non era uno scherzo, e non è impazzito, direi di si! “

“ Mulder, posso farti una proposta? “

“ Ti ascolto “

“ Mi porteresti a…… “

“ Si! “

“ Ma se non ti neppure detto cosa volevo! “, ribattè lei osservando con una certa apprensione la mani di lui che aveva cominciato a sbottonare i bottoni della camicia. “ Che stai facendo!! “, la sua voce era fintamente preoccupata.

“ Mi prendo quel che è mio!! “

“ Ti riferisci alla camicia, vero?! “

“ Anche quello che c’è sotto, non mi dispiacerebbe! “, rispose lui impossessandosi dell’indumento. “ Siamo in vacanza, ricordi? E sei anni da recuperare, sono tanti!….. “

“ E vorresti recuperarli tutti in una settimana?! “

“ Intanto cominciamo, poi si vedrà!!! “

 

 

FINE

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NOTE FINALI: Grazie per essere arrivati fin qui, vi siete divertiti? Io spero di si, ma anche se non fosse così, vi vorrei bene lo stesso. Concedetemi solo due paroline per ringraziare le persone che mi sono state intorno in questo progetto, inizio ovviamente dalla mia “metà”, RIPLEY, che si è lasciata trascinare in tutto questo e con la quale mi sono divertita un mondo, poi vorrei ringraziare POLI, MOS, MIMMY, DANY, ISA e tutti gli altri della mitica Chat, per il sostegno, un ringraziamento particolare lo riservo ad ANNAX, per i momenti straordinari che mi regala ogni volta che leggo un suo lavoro, spero un giorno di diventare brava quanto lei!

E per finire, dedico questa ff alla persona che, 6 anni fa, mi ha “presentato” X Files, facendomi diventare negli anni, parte integrante di questo mondo e dei suoi personaggi: EL CHUPA, grazie, grazie davvero!!   EN AMI!

NOTE FINALI: Ringrazio il server di avermi permesso di essere in chat al momento giusto; ringrazio Dio ed X

Files (e non scordiamoci il server!!!), per aver conosciuto EN AMI, una mente che adoro!

E dite pure che sono di parte, ringrazio EN per aver ideato questa ff ke io reputo GRANDE (in tutti i sensi!!), grazie per aver permesso ke questa collaborazione avesse luogo, grazie per avermi permesso di lasciare il mio zampino!

Infine ringrazio POLI e MOS per l’incoraggiamento mostratoci…. E poi perché non posso non nominare il

“magiko quadrato”!!!! ^_______^

P.S.: chiedo scusa alle parole “ringrazio” e “permesso” per averle sfruttate esageratamente! :PPP  RIPLEY!!