IN DIECI MESI 22 MILIARDI

A 146 OPERATORI ECONOMICI

 

In meno di un anno il Comitato di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura ha già esaminato 764 istanze, accogliendone 146. Risultati che sono il frutto di una collaborazione sempre più proficua con le Prefetture,  che per prime istruiscono le pratiche.

 

In dieci mesi di lavoro, dal 21 dicembre 1999 al 17 ottobre del 2000, il Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura ha esaminato 764 istanze presentate per poter accedere ai benefici economici previsti dalla nuova legge 44/99. Di queste, 323 sono relative a fatti di estorsione, 424 a fatti di usura e 17 ad entrambi i reati. Il maggior numero delle domande è concentrato nelle regioni meridionali (Sicilia 156, Puglia 125, Calabria 115, Campania 52).

Dopo un’accurata valutazione sono state accolte 146 domande delle 764 presentate: 107 nell’ambito dell’estorsione e 39 in quello dell’usura. Gli operatori economici colpiti hanno ricevuto dal Comitato, solo negli ultimi dieci mesi, poco meno di 22 miliardi. Una cifra considerevole, che segna una decisa inversione di tendenza nel rapporto tra gli imprenditori in difficoltà e lo Stato. Questo grazie soprattutto a una rete sempre più efficiente che vede protagonisti da una parte il Comitato di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura e dall’altra il Ministero dell’Interno, attraverso le Prefetture. Queste ultime, infatti, esaminano e istruiscono le pratiche che vengono poi valutate dal Comitato.

I 22 miliardi distribuiti in questi mesi sono un dato ancora più significativo se si pensa che dal 1991, anno del primo decreto legge per le vittime dell'estorsione, e dal 1996, anno di approvazione della legge antiusura, erano stati erogati in tutto circa venti miliardi. Il cambiamento è tutto in questa cifra. Ed è destinato ad essere ancora più concreto se il meccanismo della legge diventerà sempre più patrimonio di tutti gli interessati. Si eviterà così, com'è accaduto in questi mesi, che molte pratiche debbano essere respinte (309), per tante altre (166) debba essere richiesto, per procedere, un supplemento di istruttoria o previsto (in 43 casi) un rinvio della trattazione. Tra le principali cause di rigetto, infatti, c'è il mancato rispetto dei termini di legge; il non essere, da parte di chi avanza richiesta al Fondo, parte offesa nel relativo processo penale; la mancanza di qualifica di “operatore economico” richiesta dalla normativa.

Il chiedere aiuto allo Stato - lo dimostra questa prima relazione annuale del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura - entra sempre di più nella cultura e nei comportamenti sociali.

Delle 552 domande pendenti in attesa di un atto deliberativo gran parte sono costituite da istanze presentate prima dell’insediamento del nuovo Comitato. Il lavoro arretrato, accumulato prima del dicembre 1999, è però stato in gran parte smaltito. Dimezzato in dieci mesi. La macchina è ormai a regime e i tempi per le istruttorie e le successive erogazioni dovrebbero ormai ridursi sempre di più anche perché tra l'ufficio del Commissario, cui spetta la decisione finale e le Prefetture, che per prime istruiscono le pratiche, si è creata una rete di referenti che collaborano in modo proficuo.

Al di là dei passi in avanti, alcuni problemi restano sul tappeto in attesa di soluzioni. Per il Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura i più seri sono: la possibilità, in alcuni casi eccezionali, di riaprire i termini per la presentazione delle istanze delle vittime di usura; la trasformazione dei mutui concessi alle vittime di usura da quinquennali a decennali; la ulteriore definizione dei poteri e delle funzioni dell'ufficio del Commissario antiracket e antisura; la problematica del fallimento, che al momento è una delle ragioni di esclusione dall'accesso ai benefici del Fondo.

Ma c'è il fatto positivo e concreto che a disposizione del Fondo di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura ci sono circa 300 miliardi da destinare ai prevedibili risarcimenti. Da essi, stando alla Finanziaria 2001 in discussione al Parlamento, il ministro dell'Interno può di concerto con quello del Tesoro - fino al 2002 - decidere di trasferire risorse da destinare al Fondo per la prevenzione del fenomeno  dell'usura.

Il ministro dell’Interno ha espresso pubblicamente l’impegno di emanare, non appena la legge finanziaria sarà approvata definitivamente, un decreto con il quale verranno destinati cento miliardi prelevati dal Fondo di solidarietà al Fondo di prevenzione, per l’immediata prosecuzione dell’attività dei Confidi e delle Fondazioni. Questo, insieme ad un successivo intervento, potrà garantire la possibilità di funzionamento del Fondo di prevenzione fino al 2003.