PRIMA RELAZIONE SEMESTRALE

DEL COMMISSARIO PER IL COORDINAMENTO

DELLE INIZIATIVE ANTIRACKET E ANTIUSURA

 

Sesta relazione mensile

 

 

Febbraio2000

 

 

 

 

1.    Una nuova fase

 

L’inizio dell’attività del Commissario ha coinciso con l’avvio di una nuova fase. Il segnale più significativo è venuto dal Parlamento con l’approvazione della nuova legge n.44 e, successivamente, con la nomina del nuovo Commissario, la pubblicazione del regolamento attuativo e l’insediamento del nuovo Comitato. Si tratta d’importanti atti politici che testimoniano un rinnovato impegno delle istituzioni, determinante per il recupero, del rapporto di fiducia tra le vittime e le istituzioni. Fino a quando le vittime non si sentiranno “le spalle protette” da una forte e decisa volontà politica dello Stato, fino a quando non percepiranno che il dramma d’essere tali è avvertito allo stesso modo dalle istituzioni, l’ambito della rivolta contro il racket e l’usura sarà sempre ristretto.

 

L’attuale, irripetibile occasione, potrà essere valorizzata appieno, se si riuscirà a recuperare un solido rapporto di fiducia con le vittime rendendo efficaci gli strumenti della legge antiracket e antiusura. Il percorso è tutto in salita: difficile per i ritardi che si sono accumulati nel tempo nel deliberare sulle istanze, per le attese assolutamente dilatate e per le speranze non soddisfatte determinatesi dopo l’approvazione della legge, specialmente con quella antiusura del 1996.

 

Dal primo momento è stata del tutto evidente la sfida nell’applicazione della nuova legge: dare risposte in tempi certi e rapidi alle vittime. Il problema non riguarda solo il funzionamento dello strumento, bensì qualcosa che mette in gioco la credibilità dello Stato. Il risarcimento ha senso solo se interviene nell’immediatezza del danno, il suo valore si perde se giunge con anni di ritardo: i tempi delle aziende sono i tempi del mercato e non possono che essere gli stessi anche nell’intera procedura dell’elargizione.

 

Il nuovo Comitato di solidarietà per le vittime dell‘estorsione e dell‘usura dalla prima seduta d’insediamento (21 dicembre) è stato impegnato con ritmi di lavoro straordinario (da due a tre sedute settimanali): oltre la riunione d’insediamento e quella seminariale, il Comitato si è riunito 25 volte; ha esaminato 237 istanze di cui 126 d’estorsione e 111 d’usura; per le vittime d’estorsione ha accolto la richiesta di risarcimento per 21 istanze, non accogliendone 33; ha accolto 7 domande di vittime d’usura, mentre ne ha respinto 26; ha erogato una somma complessiva di quasi sei miliardi e mezzo di lire, un importo assai significativo (ved. Tab.n. 1) se si considerano meno di tre mesi d’attività e quanto è stato precedentemente ristorato negli anni di funzionamento del precedente Comitato (dal 1992 per l’estorsione e dal 1996 per l’usura: circa venti miliardi).

 

Questi risultati costituiscono un importante segnale d’attenzione da parte dello Stato, un segnale d’incoraggiamento per le tante vittime d’estorsione e d’usura; non possono, però, consentire toni enfatici se si pensa al numero complessivo delle istanze da esitare, sia quelle pendenti al momento dell’insediamento (vedi. Tab.n.2) sia quelle presentate ai sensi della nuova legge 44 del 1999 (vedi Tab.n.3).

 

In questi primi mesi d’attività sono stati a7ffrontati importanti problemi interpretativi della nuova legge, in parte risolti nell’ambito delle deliberazioni del Comitato con la prima riunione seminariale del 31 gennaio, in parte in corso d’approfondimento; alcuni aspetti richiedono, invece, con urgenza un intervento legislativo. Il Governo ha predisposto e sta ulteriormente definendo gli emendamenti alla legge 44, inseriti nel collegato alla finanziaria in discussione al Parlamento, volti a dare soluzione ad alcune rilevanti questioni: 1. il finanziamento dell’art.l5 della legge 108 (fondo di prevenzione dell’usura) con un ulteriore stanziamento; 2. la riapertura dei termini per la presentazione delle istanze per le vittime d’usura; 3. la trasformazione dei mutui per le vittime dell’usura da quinquennali in decennali; 4. una più precisa definizione dei reati per i quali non si può accedere ai benefici; 5. una più definitiva sistemazione normativa dell’ufficio del Commissario, che con l’art.19 della legge 44 ha assunto una dimensione istituzionale (non più straordinaria).

 

Indipendentemente da queste necessarie modifiche, sarà opportuno procedere ad una più ampia e articolata riflessione sull’efficacia dello strumento normativo, sui suoi limiti, sull’esigenza di ulteriori aggiustamenti. E’ orientamento del Commissario promuovere entro la fine dell’anno questo momento di riflessione, dopo un periodo di intensa applicazione della legge medesima. La sede più opportuna potrebbe essere il CNEL che, con l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità, ha svolto e svolge un’interessante e proficua azione di sollecitazione e promozione delle associazioni.



 

 

2. L ‘obiettivo fondamentale: 1 ‘aumento delle denunce

 

L’analisi dei dati delle denunce d’estorsione e d’usura suggerisce una valutazione differenziata sulla base delle diverse tendenze.

 

In materia d’estorsione si conferma una tendenza tipica dell’ultimo decennio che fa registrare una sostanziale tenuta delle denunce, con alcune punte di significativo incremento nel 1992 (3353) quando il fenomeno assunse rilevanza nazionale.

 

Nei primi dieci mesi del 1999 sono state presentate 3182 denunce d’estorsione, con un incremento quasi del 9% rispetto al corrispondente periodo del 1998. Il dato statistico presenta una crescita piuttosto generalizzata: in Lombardia il numero delle denunce cresce da 220 a 307 e a Milano da 98 a 152; il numero delle denunce riferite alle quattro regioni a maggiore densità mafiosa (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) rappresenta circa il 45% del totale nazionale, in significativa coincidenza con le aree in cui è più sviluppato l’associazionismo antiracket.

 

In Sicilia le denunce restano concentrate nell’area orientale dove esiste la maggiore diffusione dell’associazionismo antiracket: in cifra assoluta vengono prime Catania (175) e Messina (100), mentre il maggiore incremento percentuale si registra a Siracusa (+54%); ancora una volta si conferma il dato negativo di Palermo (33 denunce, -36%). Analoga è la tendenza in Puglia, anche qui, quasi sempre in coincidenza con l’esistenza di realtà associative: alla crescita del numero delle denunce nelle province di Brindisi (68, +41%), Lecce (63, +50%) e Taranto (46, +31%), fa riscontro una diminuzione in quelle di Bari (-15%) e Foggia (-25%).

 

In Campania, nonostante i valori positivi delle province di Caserta e Salerno, il dato complessivo regionale subisce il peso dell’andamento negativo della provincia di Napoli (184, -19%). In Calabria si registrano segni positivi a Cosenza, Vibo e Crotone, nonché una diminuzione delle denunce nelle province di Reggio Calabria (36, -19%) e Catanzaro (44, -50%) che condiziona il trend regionale.

 

Tra le altre regioni d’Italia, oltre alla Lombardia, si segnala il caso dell’Umbria (45, +181%), le Marche (62, +21%), l’Abruzzo (60, +22%), il Friuli (63, +103%), il Trentino (43, +86%), il Veneto (123, +115%), la Toscana (133, + 14%), il Molise (20, + 150%), a dimostrazione della necessità di tenere vigile l’attenzione sulla capacità di radicamento del fenomeno.

 

Anche fuori dalle aree tradizionali la pratica estorsiva può presentarsi tutt’altro che episodica, denotando la penetrabilità dell’assetto economico, al di là della criminalità organizzata, e coinvolgendo anche delinquenti comuni (vedi Tab. n.6)

 

Per quanto attiene all’usura si è registrata nel 1999 un’ulteriore tendenza negativa: le persone denunciate sono state 1115 a fronte delle 1185 del 1998 (-5,9%), dato che già era contrassegnato da un calo del 27% rispetto al 1997. Il calo risulta costante e generalizzato: basti considerare che rispetto al 1994 supera il 70% (ved.Tab. n.7)

 

La lettura dei dati del 1999 va interpretata alla luce di una maggiore concentrazione di denunce nelle quattro regioni a rischio: 695 su un totale di 1115 contro 487 sul totale dello scorso anno di 1185. Ad una sostanziale tenuta dei dati di Sicilia (195 contro 181), Calabria (70 contro 69), Puglia (70 contro 86), l’incremento più significativo si registra in Campania dove il numero delle persone denunciate passa da 151 a 360.



Altro dato significativo è il calo delle denunce nel Lazio (135), rispetto anche al dato già di per sé attenuato dello scorso anno (171) rispetto agli anni precedenti (334 nel 1996 e 578 nel 1994). Ben più deciso è il calo della Lombardia: da 151 a 58.

 

L’analisi di questi dati è ben lungi dall’offrire una precisa rappresentazione della realtà dei fenomeni estorsivi e usurari. Il numero delle denunce dimostra solo la capacità di reazione delle vittime e, per questo, a differenza di altri tipi di reati, quando l’indice cresce rappresenta un dato positivo. Purtroppo, la caratteristica di questi fenomeni resta quella d’essere sommersi e la loro diffusione è assai più ampia di quanto emerga dal numero delle denunce.

 

Nel caso dell’estorsione, il racket mantiene un preoccupante radicamento soprattutto nelle aree a maggiore densità mafiosa: resta un momento decisivo per l’organizzazione mafiosa ai fini del controllo del territorio e della vita economica. Le richieste di pizzo sono fenomeni di quotidianità, così oppressivi da limitare la libertà d’impresa e la motivazione ad investire al punto da costituire uno degli ostacoli alle possibilità di sviluppo del Mezzogiorno.

 

Rispetto a questa realtà si sono ottenuti significativi risultati nell’azione di contrasto quando vi è stata la collaborazione degli imprenditori; e la difficoltà del risultato, rispetto ad altri fronti dell’iniziativa antimafia, risiede proprio qui. Non a caso i dati più rilevanti si hanno dove operano le associazioni antiracket. Le associazioni, purtroppo, rappresentano una realtà non omogeneamente diffusa sul territorio e sono rappresentative prevalentemente di piccole e medie realtà imprenditoriali.

 

Lo strumento risarcitorio offerto dal Fondo di solidarietà può garantire, per gli aspetti economici, la necessaria copertura che lo Stato deve riuscire ad offrire a chi decide di ribellarsi. Sino ad oggi il commerciante che denunciava era sistematicamente penalizzato sul terreno economico, costretto ad abbandonare la propria azienda o ad aspettare anni per ricostruire l’azienda. La nuova legge è in grado di azzerare il danno vincendo la penalizzazione; nel momento in cui il commerciante è nelle condizioni di ricominciare viene meno la ragione dello stesso atto intimidatorio contro l’azienda.



In un certo senso più complesse sono le ragioni del calo delle denunce per usura. Senza dubbio pesa inizialmente il diverso coinvolgimento della vittima nelle dinamiche del fenomeno; altresì, l’usuraio, solitamente ben inserito nel contesto sociale, è non sempre avvertito per la sua dimensione criminale; si consideri anche che, negli ultimi anni a seguito di una più incisiva azione di contrasto, si è registrata una maggiore cautela da parte degli strozzini che rende più difficile il conseguimento della prova.

 

La vittima d’usura, è un dato dell’esperienza, decide di denunciare quasi sempre al termine della relazione usuraria, quando ormai ha del tutto esaurito le proprie risorse. Il rapporto che può definirsi perverso continua perché spesso l’usuraio resta nell’ orizzonte dell’usurato come la soluzione per una nuova imprevista esigenza economica. Per spezzare questa dipendenza è assolutamente indispensabile la denuncia che, se da un lato libera dall’usura, dall’altro rende impossibile il ritorno al prestito usurario. Per queste ragioni è fondamentale riuscire ad offrire alternative a chi si trova nell’usura: è questo il senso del Fondo di solidarietà. Rendere pienamente funzionanti i meccanismi di erogazione dei mutui può contribuire ad un’inversione di tendenza nelle denunce per usura.

 

Il giudizio sulle iniziative dell’Ufficio del Commissario e sull’attività del Comitato di solidarietà dovrà essere espresso nel medio e nel lungo termine, sulla base della tendenza alla crescita delle denunce.

 

 

3.       Il coordinamento

 

In questi mesi l’attività di coordInamento delle iniziative antiracket e antiusura si è sviluppata su tre livelli: quello della sensibilizzazione di tutte le istituzioni impegnate nel contrasto, quello del rafforzamento delle realtà associative, quello della formazione e del coordinamento dei soggetti impegnati nelle procedure (ved.Tab. n.4).

 

Si sono svolte diverse riunioni dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica convocate dai prefetti d’intesa con il Commissario, cui hanno preso parte anche le associazioni (in Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Lombardia): in questa sede, dove si decidono le iniziative per la sicurezza sul territorio, si è stabilito un rapporto collaborativo tra le associazioni ed i referenti istituzionali tale da rendere più incisiva l’attività di contrasto e la tutela delle vittime.

 

Sin dal primo momento è stato valorizzato al massimo il ruolo delle varie associazioni al fine di far diventare l’ufficio del Commissario il punto di riferimento istituzionale per le iniziative nel territorio. Si è, inoltre, inteso inserire organicamente le associazioni in una più articolata rete decisionale: alle associazioni (quelle antiracket, le Fondazioni antiusura, i confidi) sono inviate le circolari interpretative, d’informazione e d’orientamento; alle stesse è inviata ogni mese la relazione sull’attività del Commissario al fine di informare e rendere trasparenti tutti gli aspetti decisionali e per sollecitare il controllo e la collaborazione.

 

Ma è soprattutto sul terreno degli incontri diretti che si realizza quella rete di rapporti che può rendere più efficaci le iniziative che s’intraprendono. Numerosi sono stati gli incontri con le associazioni antiracket e le Fondazioni antiusura, sino ai due incontri nazionali con il Ministro dell’Interno.

 

Le associazioni svolgono un ruolo strategico insostituibile nell’attività di contrasto: esse possono svolgere quella mediazione tra le vittime e le istituzioni che conduce più facilmente alla denuncia.

 

Con l’esperienza antiracket si è riusciti a garantire un elevato livello di sicurezza a chi ha denunciato. Questo modello associazionistico deve essere ulteriormente diffuso, anche nelle aree di non tradizionale insediamento mafioso. Infatti esso può rappresentare una tutela anche nei confronti dei reati non direttamente estorsivi: l’iniziativa associativa dei commercianti di un quartiere di una grande metropoli che stabilisce un rapporto permanente con le forze dell’ordine, di fatto consente di affermare un più elevato livello di controllo del territorio che può scoraggiare, ad esempio, le rapine. Questo modello conoscitivo di un ambiente può essere di grande utilità nella prevenzione dei fenomeni criminali di una determinata area.

 

La sicurezza degli operatori economici non può essere delegata solo alle forze dell’ordine: non può esserci sicurezza senza una partecipazione degli imprenditori, senza un loro ruolo attivo. Così come una sicurezza in termini di sola autodifesa senza la collaborazione con le istituzioni è velleitaria e demagogica.

 

Le associazioni e le Fondazioni antiusura possono offrire un contributo decisivo in termini di solidarietà alle vittime degli strozzini e in termini di prevenzione. Quest’ultimo aspetto è stato realizzato anche grazie ai fondi dell’art. 15 della legge 108 (fondo di prevenzione) e sul loro rifinanziamento si è spesa l’iniziativa dell’Ufficio del Commissario.

 

C’è un campo d’intervento, invece, che non può che appartenere al mondo del volontariato, che deve estrinsecarsi in totale autonomia, anche se deve poter contare sul sostegno delle istituzioni. A chi si trova nell’area a rischio o in quella dell’usura, alle volte, offrire un consiglio, una consulenza, un sostegno morale, può essere più utile dello stesso denaro dato in prestito.

 

Un ruolo importante può essere svolto anche dagli enti locali, sia sotto l’aspetto normativo sia sotto quello della promozione d’iniziative d’informazione sia per incoraggiare la crescita delle realtà associative.

 

Cresce il numero delle regioni che si dotano di propri strumenti normativi: dalla Sicilia al Piemonte alla Calabria alla Toscana. E’ un’esperienza utile e da diffondere: il contributo di una regione può avere un autonomo spazio d’intervento a sostegno delle iniziative locali e può integrare le stesse norme della legislazione nazionale. Il Commissario promuoverà un momento di confronto e d’approfondimento tra le varie esperienze.

 

Altresì importante è l’iniziativa assunta dal Comune, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio per avviare una campagna informativa e per offrire un concreto sostegno alle iniziative antiusura. Altre iniziative lo scorso anno sono state realizzate dalle associazioni antiracket siracusane col sostegno dell’ Amministrazione provinciale di Siracusa.

 

La Prima Conferenza nazionale sull‘estorsione e sull‘usura potrà essere l’occasione per un confronto tra le realtà associative e quelle istituzionali per rilanciare su più vasta scala l’iniziativa contro questi due fenomeni.



 

4. Una campagna d’informazione

 

Non è solo un obbligo di legge quello di avviare un’adeguata campagna informativa sugli strumenti offerti dalla nuova legge, è una necessità assoluta quella di rendere note le possibilità offerte dallo strumento legislativo.

 

Nell’attesa della registrazione da parte della Corte dei Conti dell’atto di convenzione tra la Consap (Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici) e il Ministero dell’Interno, che renderà disponibili le necessarie risorse, è intenzione del Commissario convocare una riunione con i rappresentanti delle associazioni, delle fondazioni, dei confidi, degli enti locali, per concordare le linee e le modalità di questa attività.

 

Nel momento in cui iniziano a essere evidenti i risultati dell’attività del Fondo di solidarietà, questi devono essere conosciuti per diventare una possibilità di speranza per le vittime d’estorsione e d’usura.

 

In questi mesi, grazie alla sensibilità e all’impegno dell’”Osservatorio socio-economico sulla criminalità” costituito presso il CNEL, è stato realizzato il Manuale di difesa contro l‘usura e l‘estorsione e le Pagine gialle dell‘antiusura per fare conoscere le strutture che possono essere d’aiuto.

 

 

5.       In conclusione

 

Sono passati sei mesi dall’insediamento nell’ufficio del Commissario. Questo periodo è stato particolarmente intenso e sofferto. Tante sono state le cose avviate, i progetti intrapresi, le iniziative svolte, ma ancora di più, onerosi appaiono gli obiettivi da conseguire, tanto che gli stessi, pur significativi risultati sono destinati a svanire nel mare di problemi aperti e da risolvere. La soddisfazione per ciò che è stato fatto non è nulla rispetto a quello che ancora si deve fare; la gratificazione dei risultati conseguiti non può e non deve essere enfatizzata. L’enorme mole d’impegni non consente atteggiamenti trionfalistici che apparirebbero solo come manifestazioni d’incoscienza. Non si può essere indifferenti alle centinaia di vittime d’usura e d’estorsione che attendono, a volte da anni, la definizione delle loro istanze per ottenere il risarcimento previsto dalle leggi; e tale definizione non sempre potrà essere positiva.

 

Queste affermazioni non devono apparire come una giustificazione dei propri limiti di fronte ad un’eredità assai impegnativa, anche perché sarebbe ingiusto per quei risultati che si sono conseguiti e per quanti hanno consentito di pervenire ad essi.

 

Il lavoro finora svolto ha aperto una nuova fase dell’iniziativa antiracket e antiusura.

 

Indubbiamente il lavoro del personale dell’ufficio del Commissario e dell’Ufficio di supporto, cui è doveroso rivolgere un sentito ringraziamento, svolto con sacrificio, abnegazione ed entusiasmo, ha consentito il raggiungimento di importanti risultati ed ha aperto nuove possibilità a quanti si accingono a presentare domanda.

 

 

(Tano Grasso)

 

Roma, 27 marzo 2000

 


Appendice

Tabella n. 2
  • Stato delle domande rispetto all'anno di presentazione

Tabella n. 3
  • Istanze presentate ai sensi della legge 44 / 99

Tabella n. 5
  • Attività dell'ufficio rapporti con il pubblico ottobre 1999 / febbraio 2000

Tabella n. 6
  • Estorsioni denunciate per regione

  • Estorsioni denunciate gen- ott 1998 e gen - ott 1999 (tavole 1, 2, 3)

Tabella n. 7

  • Usura: riepilogo regionale

  • Azione di contrasto al fenomeno dell'usura (*) periodo gennaio - dicembre 1999
    (tavole 1-2-3-4)

(*) Dati operativi provvisori

 

 

Testo ospitato sul sito
www.antiracketusura.it