In quel terribile novembre del 1992 ho salutato il Sig. Panunzio in un corridoio del Comune di Foggia. Si discuteva del piano regolatore della città e lui, interessato all'argomento come tutti coloro che operano nell’edilizia, era lì.

Persona cortese, coraggiosissima, aveva detto "no" a chi tentava di realizzare ingiusti profitti tramite la minaccia. Lo ricordo con affetto, con simpatia e gli sono grato, quale sindaco e quale cittadino, per avere insegnato a noi tutti qualcosa. Il problema, ora, è essere degni di quel sacrificio.

Qual è la lezione e quali le riflessioni? Perché si verificano queste situazioni? Perché nella mia città? Credo che le deduzioni su questo tema debbano essere di carattere generale.

Questo modo di fare e di operare non può che essere connesso ad un deficit di autorevolezza delle istituzioni. Per anni si è avuta l’impressione di uno svuotamento totale delle Istituzioni, fatto che ha diffuso in molti la falsa convinzione di poter restare impuniti in caso di violazione delle leggi. Se l’humus è questo non possiamo non renderci conto che uno dei tasselli essenziali per chi deve realizzare un programma per amministrare è quello della cultura della legalità, a partire dalla scuola; si deve discutere dell’”antistato” come organizzazione alternativa ed inaccettabile e si deve - di contro - esaltare la funzione dello Stato ad ogni livello, mirando alla riscoperta del valore dello Stato.

Ciò vale soprattutto per noi che operiamo nel Mezzogiorno. Dobbiamo sentirci parti del tutto; il cittadino deve avvertire una identità fra Stato e cittadino: se si ottiene questo risultato, ogni anomalia, ogni deviazione rispetto all’ottemperanza delle leggi non può che essere condannata e quindi non si può non resistere e si realizza la possibilità di operare con le Istituzioni e con le Forze dell’ordine. Bisogna realizzare una inversione di tendenza e lo stiamo facendo.

Io sono felice di questo incontro e ringrazio di avermi invitato. È un'occasione importante per parlare della necessità di ripristinare la autorevolezza delle Istituzioni e, soprattutto, operare in modo tale che questo ripristino non sia solo teorico.

Quasi tutti i responsabili di questi delitti che nella mia città avevamo assicurato alla giustizia, sono oggi in libertà. Non voglio assumere una posizione giustizialista, ma qual è la reazione del commerciante, del professionista, della vittima di fronte a ciò? Ieri il Prof. Conso si è soffermato molto sul processo configurandolo in pratica come la madre di tutti i mali. Non voglio ripetere quel percorso, ma dico che si deve ipotizzare che, sul territorio dove si sono verificate patologie del genere, gli autori possano essere in qualche modo condizionati nella loro esistenza, anche dopo il periodo di carcerazione. Non possiamo non interrogarci anche su aspetti di questo tipo. C’è gente che deve essere controllata per il lavoro che dovrebbe svolgere e non svolge.

L'istanza che si rivolge al Sindaco, primo interlocutore dei cittadini indipendentemente dalle competenze, è proprio questa: il ripristino dell’autorità dello Stato, per non vanificare il lavoro degli operatori che svolgono le loro funzioni in condizioni difficilissime e ai quali va tutta la nostra gratitudine.

Altra considerazione. Leggevo “stare insieme”, "associazionismo come premessa di realizzazione delle condizioni per lo stare insieme". È il motivo per il quale questa Conferenza è importantissima e sarebbe opportuno moltiplicarla a livello locale.

 E ancora: poiché il Sindaco è il destinatario di tante istanze, ferma restando la funzione del referente a livello prefettizio, perché non ipotizziamo una funzione del sindaco in materia, come un autorità che promuove le attività tese alla moltiplicazione dell’associazionismo? La istituzionalizzazione è importante perché indurrebbe il sindaco ad assumersi gravi responsabilità e a stare in prima linea nella lotta all'illegalità.

Concludendo, è necessario un approccio organico, costante e sinergico di tutti i livelli istituzionali nel contrastare tali fenomeni criminali, che limitano la libertà. Bisogna creare le premesse per "sterilizzare il terreno" sul quale attecchiscono tali reati, implementare la prevenzione e la certezza della pena e affrontare i problemi successivi alla scarcerazione per decorrenza termini o per espiazione della pena; favorire lo sviluppo della legalità, creare condizioni di lavoro più favorevoli, individuare nel Sindaco un riferimento territoriale antiracket.

 

Paolo Agostinacchio

  Sindaco di Foggia