Voglio portare l’esperienza della nostra associazione (Ceglie Messapica) e quindi della nostra provincia (Brindisi) dove operano ben sei associazioni antiracket. A Ceglie l’associazione nasce nel 1991, quando riusciamo a sconfiggere il fenomeno del racket facendo arrestare due estorsori, cui segue un relativo momento di calma, fino all’agosto dell’anno 2000: dopo 9 anni di tranquillità, nonostante la presenza dell’associazione, delle forze dell’ordine, il racket “forestiero” proveniente dai paesi limitrofi, si riaffaccia.

 

Sei commercianti, tutte vittime, denunciano: nel giro di 10 giorni i tre malfattori vengono arrestati nel loro paese. La soddisfazione da parte delle vittime, dell’associazione, che ha fatto da filtro fra le forze dell’ordine ed i malcapitati, della città; quando pensiamo di avercela fatta non è così bisogna stare sempre in campo, bisogna sempre esser presenti anche quando il fenomeno è apparentemente in discesa; lo stare insieme è determinante, perché prima del 1991 i commercianti non avevano nessuno a cui telefonare, neanche il Sindaco del posto dava credito. Ora le associazioni si mettono a disposizione di chi ha i problemi.

 

Il ruolo delle associazioni è determinante: se i cittadini hanno fatto una scelta di campo lo Stato non può permettersi ”latitanza”. Il Sindaco del mio paese a distanza di 8 mesi ancora non è nelle condizioni di darci una sede. Il ruolo dei Comuni, delle Regioni è importante: non possono far finta di niente. Se ognuno di noi fa la propria parte riusciamo a mettere all’angolo chi sicuramente non è più bravo di noi, è solo più forte.

 

Rispetto alle articolazioni dello Stato abbiamo cominciato un’esperienza: abbiamo concordato con il Prefetto la presenza, quando si discute di racket ed usura, di un rappresentante delle associazioni antiracket che così partecipano al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dove i sindaci non sono spesso presenti.

 

Voglio concludere con le specializzazioni. Il Presidente Violante ieri ha sottolineato la necessità di tale specializzazione; non si può lasciare al maresciallo di turno la buona volontà di avere la telecamera in casa per svolgere le operazioni: non così possiamo sconfiggere chi usa mezzi assai più avanzati. Dobbiamo essere convinti che su questa questione ci giochiamo la credibilità dello Stato ed è un bene che riguarda me come commerciante, ma riguarda anche tutti gli altri.

 

Rocco Argentiero

Presidente associazione antiracket Ceglie Messapica