Ringrazio il Commissario e il suo staff per avere organizzato insieme al Ministero dell'Interno questo incontro, e ringrazio per l'analisi chiara che è stata fatta questa mattina sul problema dell'usura, le risposte concrete, gli obiettivi precisi. Apprezzo anche questa opportunità di ritrovarci insieme alle forze dell'ordine, alle Autorità, alle vittime dell'usura, a coloro che lavorano in questo campo, dal mondo bancario fino alle fondazioni, alle associazioni antiusura e ai confidi.

 

Rappresento la fondazione Adventum che è stata voluta dalla Comunità Avventista, con i fondi dell'8 per mille dell'IRPEF. Già lavoriamo da sei anni su tutto il territorio nazionale; abbiamo ascoltato oltre 2000 persone provenienti da ogni parte d'Italia e abbiamo dato un aiuto concreto, non solo economico, ma anche di consulenza a tutti i livelli. Operiamo soprattutto nel campo della prevenzione con il microcredito (abbiamo erogato 10 miliardi e 342 milioni al 31-12-2000), sono stati risolti 754 casi, 454 uomini, 300 donne. L'età media delle persone che si rivolgono a noi è di 48 anni. Si tratta di lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, lavoratori dipendenti, casalinghe, pensionati. Il maggiore intervento si è avuto nella regione Lazio, segue la Sicilia, la Campania, la Toscana, la Lombardia, la Puglia, l'Abruzzo, la Calabria.

 

Inoltre, abbiamo dato vita ad un Ambulatorio Antiusura dove circa 40 professionisti: civilisti, penalisti, psicologi, bancari, lavorano per dare consulenza alle vittime dell'usura.

 

Questa mattina il Governatore della Banca d'Italia ci ha dato un quadro della situazione del mondo bancario; condivido l'analisi fatta, ma ritengo che il quadro sia un po' troppo ottimistico.  Ritengo che neanche il sistema bancario nel campo dell'usura  sia senza macchia o senza peccato; vi sono delle responsabilità nel campo dell'usura legate anche, ma non solo, al sistema bancario. Il nostro compito è quello di riportare le persone nel sistema legale. Credo però che vi siano delle responsabilità; è necessario non mettere il cliente nella difficoltà di rientri veloci. Questo comporta che la persona, per non incorrere in un protesto, si rivolga all'usuraio; è necessario aiutare di più i piccoli commercianti, gli artigiani, le famiglie e, soprattutto, essere più severi nei confronti dei funzionari scorretti.

Si parla di denunce in calo ed è vero. Mercoledì avevo un colloquio con una donna, che ha denunciato nel 1992, e che mi ha detto: "Se tornassi indietro non lo rifarei". Come fondazione invitiamo le persone a denunciare: anzi, noi non diamo più soldi a una persona che è sotto usura, , è un errore che abbiamo commesso in passato, ma che non commettiamo più. Credo che, se le denunce sono in calo, ci siano delle motivazioni. La persona che ha denunciato spesso si trova ancora più sola di prima e questo per tanti motivi: perché non può più fare ricorso al sistema bancario, non può più ricorrere a parenti o amici, si trova spesso in grosse difficoltà economiche perché ha perso il lavoro, o ha dichiarato fallimento e quindi, di fronte a queste difficoltà, le persone si sentono sempre più sole. E' vero che le forze dell'ordine e la magistratura compiono il loro dovere, e bisogna ringraziarli, però credo che ci sia un problema di fondo nel nostro Paese che deve essere risolto; mi diceva questa donna che ha denunciato nel 1992  e che dopo 9 anni non c'è ancora stata una sentenza: il processo civile ed il fallimento avevano seguito la loro strada, penalmente ancora si va avanti fra grandi difficoltà. Chi si trova sotto usura spesso non può nemmeno sostenere le spese di un avvocato, è indifeso di fronte all'usuraio perché l'altro può permettersi qualsiasi lusso. In questo campo bisogna avere un'attenzione particolare nei loro confronti.

 

Un altro aspetto particolare è il problema del gioco che riguarda le famiglie. Io credo che noi dovremmo dire di essere un popolo di giocatori; i mass-media non fanno altro che incrementare questa voglia di gioco nel nostro paese. Molte famiglie, molti pensionati si stanno indebitando a causa del gioco. Lo Stato non può regalare soldi alle famiglie perché si indebitano; forse su 2000 casi esaminati da noi solo 6 si sono indebitati per motivi di salute o per aiutare i figli tossicodipendenti, ma la maggior parte si indebitano per vivere al di sopra delle proprie possibilità, per la cultura dell'apparire, per fare un matrimonio più bello, per andare in vacanza, per giocare: non credo che lo Stato debba intervenire in queste cose. Qui è necessaria una politica di prevenzione chiara e precisa che noi come fondazione dobbiamo fare, ma anche una politica che insegni l'uso responsabile del denaro, a partire dai bambini.

 

Sulla figura dell'usurato, bisogna considerare diversi aspetti. Ho conosciuto vittime sincere, ma non sempre tutto è così chiaro. Spesso vi sono delle ombre enormi, le persone che si rivolgono a noi non dicono la verità, cercano solo denaro: è difficile individuare il confine fra la vittima e la furbizia. Credo sia necessaria più consulenza, più aiuto psicologico, e un tutor nei confronti degli usurati per aiutarli a superare il momento che stanno vivendo.

 

Riteniamo che su tutto il territorio nazionale si debba incentivare la creazione di associazioni, fondazioni e confidi, per prevenire e lavorare per la prevenzione; e poi niente soldi per chi si trova sotto usura.

 

Il problema nel nostro Paese è di carattere etico: ci vuole più rispetto per gli impegni presi. Noi lavoriamo anche nei confronti degli immigrati, perché gli immigrati spesso vivono situazioni di usura spaventose. Per venire in Italia devono pagare 2000/3000 dollari, devono fare un compromesso sulla propria casa; ho conosciuto persone che hanno lavorato anni per pagare il debito per venire in Italia. In questo caso concediamo il prestito, nonostante il rapporto di usura, perché si chiude completamente questo rapporto. Una cosa che vediamo è che nessuna banca vuole dare prestiti agli stranieri; abbiamo iniziato dando garanzie al 100% come fondazione, posso dire che abbiamo già aiutato più di 100 stranieri e tutti stanno pagando, tutti sono in regola con i pagamenti: lo stesso non si può dire degli italiani perché molti di essi fanno i furbi. Credo che le chiese debbano svolgere un ruolo particolare e qui faccio un appello alla chiesa cattolica, ma anche alle chiese evangeliche o alle altre confessioni: coloro che agiscono scorrettamente, questi novelli Zaccheo non credo che possano stare nelle nostre chiese, che possano ricevere i sacramenti. Queste persone devono stare fuori, perché la chiesa deve essere come una città posta sopra un monte che dia luce, dia risposte concrete. Quando si pentiranno e chiederanno perdono allora sì potranno essere riammessi.

 

Dobbiamo combattere anche la cultura dell'apparenza del nostro Paese per favorire la cultura dell'essere e dei valori. Dobbiamo lavorare uniti perché credo che possiamo e dobbiamo vincere questa battaglia per fare terreno bruciato intorno a coloro che praticano la malavita e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Sono stato commosso stamani nel sentire le testimonianze delle vittime e vi assicuro che qualche lacrima è calata sul mio viso. Voi ci avete dato più forza con la vostra presenza questa mattina e durante questi giorni. E credo che questo Paese abbia bisogno di una rivitalizzazione culturale, ma anche etica e spirituale. Allora che ognuno di noi si assuma le proprie responsabilità nel proprio ambito: credo che l'esempio sia la più alta forma di autorità di cui il nostro Paese abbia bisogno.

 

       Pastore Ignazio Barbuscia

Presidente Fondazione Adventum