Ho tratto, dalla relazione del Commissario che ho particolarmente apprezzato, alcuni spunti che riprenderò rapidamente. E’ emerso, anche dal dibattito di oggi, che l’usura tocca due fenomeni altrettanto drammatici: da una parte l’usura familiare, che ha a che fare con i singoli componenti all’interno di una famiglia, che si connette ad un problema di tipo culturale; dall’altra, quella definita come usura di impresa, che non mira a recuperare il credito, ma ad impossessarsi dell’impresa, colpendo duramente l’economia reale del nostro Paese.

Credo innanzitutto che si debba sottolineare come l’influenza e la connessione forte della criminalità organizzata di stampo mafioso con questo tipo di delitti sia oggi una realtà presente, drammatica e forte.

Va sottolineato che le organizzazioni della criminalità di stampo mafioso oggi hanno subito dei colpi sul piano transnazionale, per un’azione di contrasto corale che si sta compiendo. E sono state colpite assai più duramente nei grandi flussi transnazionali della criminalità (droga ed altro) che non sul piano della pervasiva penetrazione del mercato del nostro Paese. Intendo dire che oggi alcuni analisti individuano la presenza delle organizzazioni di stampo mafioso dietro il fenomeno dei delitti di usura e del racket delle estorsioni come forse una delle più lucrose, se non la più lucrosa fonte di reddito per queste stesse organizzazioni. E questo perché l’intero fenomeno delle finanziarie di comodo, l’intero sistema del recupero dei crediti, del ‘tessuto’ di intimidazione, anzitutto psicologica, delle vittime di questi reati, porta a finalità direttamente rientranti nei programmi della criminalità organizzata di stampo mafioso. Questo è un aspetto su cui credo ci si debba interrogare, ovviamente per prendere le misure necessarie, ma anche per capire che qui le mafie, seppur faticosamente perché il contrasto è forte, stanno attentando alla libera economia del mercato in alcune regioni importanti, ma non solo, possiamo dire su tutto il territorio nazionale, arrecando una doppia grave ed intollerabile distorsione al mercato legale. Innanzitutto il danno alle vittime di questi odiosi delitti e quindi il danno gravissimo apportato al mercato che è prodotto dalla immissione massiccia di denaro di provenienza illecita; doppia distorsione, quindi, doppia concorrenza illecita e sleale al mercato legale.

Questo spunto è direttamente collegato alla drammatica caratteristica di realtà spesso sommersa: l’usura non viene denunciata. Non viene denunciata perché a monte esiste un forte condizionamento, una forte sudditanza anzitutto psicologica della vittima nei confronti dell’organizzazione criminale ed ancora una volta va sottolineata ‘l’organizzazione’ perché è la sua forza cogente ed intimidatoria che aggrava la sudditanza psicologica della vittima. Occorre rompere questo vincolo di sudditanza che impedisce di fare le denunce, facilitando magari lo strumento delle denunce collettive, aiutando coloro che operano nel settore del no-profit e compiendo una straordinaria attività sul territorio.

Occorre quindi aiutare in modo costruttivo e concreto, non solo con parole di solidarietà; ma anche con un riconoscimento di merito per questi soggetti dell’ordinamento che vivono vicino alle vittime e svolgono questa opera così importante.

Due sono i fronti: la prevenzione e la reazione. La prevenzione, il potenziamento confidi sicuramente, soprattutto nelle regioni meridionali. Mi ha impressionato molto quella percentuale del 26% nelle regioni meridionali rispetto all’ammontare del sistema di erogazione dei confidi.

Poi c’è la questione centrale della prevenzione contro questo sistema di criminalità così diffusa: non voglio partecipare ad una messa in stato di accusa del sistema creditizio, ma siamo nella necessità di capire che il sistema del mercato sta cambiando, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Siamo in un mercato che cerca nuove vie, le vie della nuova economia, dell’imprenditoria giovanile. Il sistema creditizio è ad una sfida: non può lasciare senza risposta una dinamica del mercato che evolve verso forme più moderne e forse incompatibili con la regola tradizionale della garanzia reale e della attenta verifica della consistenza patrimoniale. Si deve arrivare all’obiettivo auspicabile di un sistema bancario che investa sulle buone idee, sulla possibilità di produrre ricchezza e non si basi su quelli che la ricchezza l’hanno già e che quindi meno di altri hanno bisogno di credito.

Se il mercato è in evoluzione, credo che le nuove forme di mercato agile debbano essere aiutate con un investimento per entrare, non con un investimento  solo per ingrandirsi o per arricchirsi di più: questa è una sfida di tipo culturale che credo il sistema bancario debba accettare.

Non bastano le modifiche e le innovazioni procedurali, non serve solo dare il credito prima e con procedura più trasparente, è la sostanza che conta. Se si investe cercando solo la consistenza patrimoniale, si rischia di abbandonare una fetta di mercato giovane. Se non si accompagna l’evoluzione della nuova economia si rischia di lasciare la nuova economia in balia degli usurai e questo sarebbe davvero drammatico per il nostro Paese.

Sempre per quanto riguarda la ‘reazione’, sono d’accordo con quanti hanno detto che occorra anzitutto tutelare le vittime. Ma occorre anche preoccuparci della reazione contro gli autori dei reati.

Credo che il punto di fondo sia consentire alla vittima dell’usura di rientrare nel circuito virtuoso del mercato legale: questo è l’obiettivo di fondo, non ‘colpire due volte’: vittime dell’usura e abbandonati al dramma del fallimento, dell’emarginazione dalla rete del mercato.

Questo credo che sia un obiettivo importante  e che si debba agire su più fronti: aiutare chi ha avuto difficoltà a rientrare, anche attraverso la leva fiscale che può essere strumento per incentivazione ad un ripristino di un’attività economica che ha subito una fase di fermo, di debolezza o di crisi, ma anche intervenendo con decisone sulla disciplina dei fallimenti.

Non vorrei, come ha detto il prof. Conso, che la lunghezza intollerabile dei processi faccia assistere a situazioni che purtroppo esistono, per cui arriva molto prima la sentenza dichiarativa di fallimento dell’usurato che non la condanna penale dell’usuraio, e questo con l’aggravante della situazione della vittima che è già uscita anche dal mercato.

Questa materia della normativa delle procedure concorsuali è ormai meritevole di attenzione, come, d’altro canto, occorre rapidamente mettere mano al sistema normativo delle intermediazioni finanziarie, perché se c’è un settore dove la criminalità organizzata sta penetrando è proprio quello delle intermediazioni. Se manca una legge quadro, la politica in ritardo si rende involontaria complice della pervasività delle organizzazioni criminali in un mercato che è lasciato senza adeguata regolazione. La legge quadro deve essere rapidamente portata all’attenzione delle assemblee se possibile anche in questo periodo, perché l’interesse va al di là, ovviamente, della volontà di questa o di quella forza politica.

Un’ultima considerazione relativa ad alcune questioni processuali. Corriamo il rischio di vedere l’usuraio che patteggia, esce e nulla accade, mentre la vittima fallisce; allora preoccupiamoci di condizionare almeno alla riparazione totale, la concessione di scorciatoie processuali all’imputato per il delitto di usura.

Preoccupiamoci almeno di condizionare quella concessione al versamento reale di una provvisionale pari almeno ad una cifra che consenta alla vittima di rimettersi in piedi; altrimenti ci sarà oltre al danno, la beffa. Preoccupiamoci del fatto che l’usuraio condannato non possa tornare a disporre di conti correnti bancari, ad operare tranquillamente, come invece non può fare la vittima.

Da ultimo credo si debba dire con chiarezza che sconfiggere questa pervasiva presenza di delitti così gravi contro la nostra economia è un dovere morale della classe politica. Finora la classe politica è stata in ritardo ed ha lasciato troppo soli coloro che sul terreno hanno combattuto aspettando che il potere decidesse: la politica ha deciso poco ed in ritardo. Credo che occorra una coscienza collettiva. Sconfiggere questo tipo di reati vuol dire creare una condizione indispensabile per un tessuto di economia legale e quindi per una società più libera e siccome questo è l’obiettivo di tutti, questo obiettivo deve essere più forte di quello dei poteri e degli interessi che finora hanno frenato questo cambiamento.

 

                                                             Franco Frattini

Presidente Commissione parlamentare sui servizi