Questa è una buona iniziativa, così come mi pare buona l’iniziativa della campagna antiracket ed antiusura e l’intero lavoro dell’ufficio del Commissario. Questo perché basta guardare il simbolo delle mani incrociate per capire che dice più di mille parole.

Solo poche parole anche perché essendo giornalista del giornale radio devo essere al massimo sintetica. Questa iniziativa è buona perché combatte la cultura della mafia che è una cultura del silenzio, della paura. Gli argomenti che abbiamo ascoltato in questi giorni danno anche a noi operatori dell’informazione un passo in più, una fiducia in più. È forse giusto che io dica come giornalista quali sono gli errori che abbiamo compiuto in questi anni. Non sempre abbiamo valutato le mille storie negative e positive che erano patrimonio di questi nuovi movimenti e non abbiamo aiutato la crescita dei movimenti civili: credo che le associazioni antiracket siano un modello di iniziativa democratica, ma anche di organizzazione sociale.

È possibile immaginare che questa solidarietà abbia influenza positiva anche ad altri livelli della società. Eravamo a Palermo in quel terribile agosto del 1991, le commoventi parole di Pina Grassi mi hanno fatto ricordare i momenti in cui lei ed i figli ci chiedevano di non tacere l’isolamento in cui il marito si era trovato, isolato dai suoi stessi colleghi imprenditori. Un elemento, la solitudine, che ha pesato in questi anni, al punto che molte delle iniziative positive di cui si è parlato qui, partono da quel vuoto di iniziativa, da quel silenzio di cui si è parlato qui.

Sono stati anni in cui i cronisti hanno soprattutto testimoniato la rassegnazione, la paura, il silenzio. Potrebbe essere arrivato il momento in cui i cronisti testimoniano finalmente della possibilità di uscire da tutto questo. Mi pare un buon lavoro, un buon progetto per il mondo dell’informazione: questa Conferenza ci ha dato dei nuovi elementi su questo piano ed anche molte motivazioni in più. Grazie.

 

                                                                       Lella Marzoli

                                                             Giornalista