La mia vuole essere una sottolineatura di un tema già affrontato ieri e stamattina da Don Ciotti: la prevenzione.

Io faccio parte della Fondazione antiusura S. Maria del Soccorso di Genova. Quello che mi ha profondamente colpito, e che vorrei trasmettere anch’io, è stata sostanzialmente l’affermazione per cui la prevenzione è un fatto culturale. La prevenzione è lavorare assieme, ma quando questo lavorare assieme non è supportato da una cultura che è disattenta rispetto a questi argomenti, la preoccupazione è forte.

Ed allora, concretamente, cosa si può fare sul tema della prevenzione? Schematizzo e ripeto cose già dette.

Un elemento di prevenzione è questo convegno: mantenere alta l’attenzione su queste cose nel Paese è fare prevenzione; non è facile, ma cercare di farlo è necessario, ci può aiutare.

I fondi di prevenzione. Se vengono meno, viene meno la prevenzione, è di una banalità sconcertante, ma lo Stato ha pensato sempre ad essere coerente rispetto a questa ovvietà?

La rete di sostegno. Qui conta la nostra esperienza. Quelle a rischio di usura non sono persone normali, se consideriamo normale questo consesso. Chi cade nell’usura normalmente è una persona debole, che non ce la fa da sola, non solo per una ragione economica, ma anche per ragioni sociali, culturali, di salute, perciò ritenere che far uscire dall’usura le famiglie consista solamente nell’erogare crediti è illusorio, insufficiente. Ci siamo accorti che quando tentiamo di trovare delle figure di riferimento, degli appoggi intorno a queste figure deboli, facciamo opera migliore che erogare il credito. Se questa è una strada, andiamo avanti: che ci sia attenzione a queste figure, che non siano lasciate sole.

Si parla di uso responsabile del denaro: non so cosa voglia dire. Vuol dire forse che bisogna dire dei sì e dei no? Penso di sì. E, ancora, introduco un termine che la società di oggi rifiuta: sacrificio. Questa parola è obsoleta nella nostra società, non è di moda.

Dico infine allo Stato: se sei convinto che la responsabilità è importante, sii coerente; quando ti glori che 13.000 posti di lavoro usciranno grazie al bingo, fai un’opera di prevenzione, di uso responsabile del denaro nei confronti dei più deboli? Io, Stato, che opera di cultura svolgo nei confronti dei deboli? In quattro anni lo Stato ha aumentato del 290% la spesa per il gioco e adesso aggiunge il bingo.

Mi dà noia quando nella proposta punto il dito e non dico che cosa faccio anche io come fondazione! Cerchiamo di muoverci nell’educazione andando nelle scuole, facciamo consulenze gratuite, cerchiamo di muoverci nei confronti degli stranieri. Vorremmo tentare iniziative di microcredito solidale nei confronti di persone che normalmente sono escluse dai circuiti del credito. Ci stiamo attrezzando per realizzare questo.

 

Alberto Montani

Fondazione Santa Maria del Soccorso