Non sono molto credente se non vedo.
Come Thomas quasi devo toccare,
solo, e nella mia cameretta, recito il mio credo,
lontano dall’uomo in nero, e dal suo altare.
Credo nella famiglia e nell’amore,
credo nell’amicizia quando è vera,
credo che la servitù rechi dolore,
la libertà è mia patria e mia bandiera.
Odio la tirannia del dittatore,
il fanatismo, despota e rapace
che priva l’uomo della sua dignità e del suo onore,
lo avvilisce e gli nega la pace.
Odio colui che pianger fa un bimbetto,
che sol domanda latte e un po’ d’amore,
odio colui che pianger fa un vecchietto,
che sol domanda un poco di calore.
Credo nel mare blu, al suo bel colore,
lo stesso che è in cielo ; quando non è oscurato
da nubi nere, o dai fumi dell’orrore
della stupidità dell’uomo armato.
Che ognun si scaldi nel suo focolare,
che tutte le razze, che siano bianche o nere,
possano rispettarsi, e insieme coabitare,
sperando che al traversar delle frontiere,
si abbia mai più l’ onta, d’un muro di Berlino attraversare.
Ancora e ancor potrei continuare,
la lunga esposizione del credo mio,
ma poi con la scusa che nulla si può fare,
chiudo la lista;
e apaticamènte a loro m’aggiungo anch’io.
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