Il mio verde prato
Dopo tanti anni son ritornato, dove son nato, tanti anni fa,
respiro corto ed emozionato
al sol pensiero di rivedere i miei luoghi amati, il mio verde prato,
gli amici cari, che con la péna nel cuore ho lasciato
quando partii tanti anni fa.
Che delusione!
Cerca e ricerca, non ho più trovato
né l’erba verde né i fiori né il prato,
né le utopie che in esso ho lasciato,
e neppure gli amici di tanti anni fa.
Allora mi son detto: non ho sognato;
sono sicuro che quel verde prato
dove la margherita ho colto e sfogliato
prima che io andassi lontano, èra qua!
Non ho esitato!
Pien di fervore mi sono rivolto
al partito dei verdi, al comune, allo stato,
e perfino all’addetto che falciava il prato.
Il povero vecchio; “del resto il solo che m’abbia ascoltato, ”
di un’aria sorpresa e mesto di volto, mi a raccontato:
Me lo hanno tolto tanti anni fa!?
Dov’èra il padrone? Era vecchietto di nulla si è accorto,
un promotore, con pochi soldi se ne è appropriato,
lo ha suddiviso lo ha recintato,
e sull’entrata un cartello a posto, con su scritto: spazio privato.
Non v’è più verde; il vecchietto è morto, il falcia prato lo hanno tolto.
Quel verde prato, (che dai suoi amici lasciato incolto)
di strani funghi si è popolato;
e in mezzo ad essi un gran fungo è sorto,
un fungo grigio in cemento armato,
e tutt’intorno per il conforto, siepi spinose color di prato.
Udito questo sono accigliato; sono deluso triste e sconvolto,
il mio verde prato che amavo molto, da strani funghi trasfigurato,
come ho potuto io giovane stolto partir lontano, lasciarlo incolto,
come ho potuto tant’anni fa?
ollens 12/01