Quando t'accorgi

 

Quando del fisico amor tuo resta solo il ricordo,

ed il tuo cuore si commuove d’un nulla.

Quando degli occhi tuoi, s’inumidisce il bordo

al sol vedere un bimbo che piange perchè infelice e solo nella culla.

 

T’accorgi allora di essere in discesa,

 avere i propri freni ben usati,

La tua riserva d’orgoglio molto è scesa,

è ora d’analizzare i propri dati.

 

Fare di tutto il conto, e del totale infin farne la resa.

Ho provato a contar di mé, i beni e i mali,

Ho sommato, ho diviso, ed ho sottratto,

cercando di spartire in parti uguali

tutto l’amore mio, concreto e astratto.

 

Ho avuto gioie, ed altre gioie ancora,

 poi delle gioie offuscate dal dolore.

Tristi ricordi che sorgono ancora,

pene di cuore vinte dall’amore.

 

Or non mi resta che presentare il foglio,

 a quel giudice che ha per nome il Giusto.

Attendo la delibera con pazienza ,

sperando che il verdetto sia di mio gusto.

 

A lui mi affido, ed alla sua sapienza .

Ho tutto il tempo per il risultato,

 son giunto al porto della mia esistenza.

Per ora   attendo quì la barca del fato.

 

La pena può aspettare; dopo la partenza.

Dove mi porterà? In balia dei venti?

Ciò raccontare non lo potrò mai.

Non avrò più presumo male ai denti,

come spero di non avere più altri guai.

 

Pronto lo sono? Solo in apparenza.

Soffro il mal di mare,

ho paura delle onde, in più non so nuotare.

Ma tutto ciò non ha grande importanza,

Sereno partirò,

 se del suo amor nella barchetta un po’ potro portare.

 

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