Per ottenere un risultato efficace è probabilmente necessario muoversi su tre fronti. Il primo è rappresentato dall'intervento sulla popolazione nel suo complesso; il secondo è mirato ai soggetti ad alto rischio, che devono essere identificati per poter correggere i fattori specificamente presenti, mentre il terzo è indirizzato a coloro che hanno già manifestato i sintomi dell'aterosclerosi, per esempio una cardiopatia ischemica. Quest'ultimo è un intervento di prevenzione secondaria, teso cioè a ostacolare la progressione della malattia una volta che essa si sia già manifestata.
È ormai dimostrato, per esempio, che il trattamento dell'ipertensione si riflette in una diminuzione degli ictus e della cardiopatia ischemica. Analogamente, la correzione dell'iperlipidemia (da effettuarsi dove possibile con la dieta e, se necessario, con i farmaci) e un buon controllo della glicemia nei soggetti diabetici rappresentano altri due interventi preventivi di estrema importanza.
A maggior ragione, i fattori di rischio dovranno esser corretti in coloro che hanno già manifestato un interessamento aterosclerotico a livello delle coronarie o altre arterie. Così, per esempio, nei pazienti affetti d cardiopatia ischemica la correzione dei fattori di rischi offre buone probabilità di prevenire il verificarsi di nuovi eventi
coronarici.