Rischio tromboembolico nella fibrillazione atriale

Ha una prevalenza del 6% oltre i 65 anni ed è la causa del 10-15% di tutti gli stroke ischemici. E' la fibrillazione atriale, condizione che nonostante la grande mole di studi degli ultimi anni, continua ad associarsi a un elevato rischio di complicanze tromboemboliche. Le cause principali del fenomeno sono la incompleta identificazione dei pazienti ad alto rischio e lo scarso ricorso all'anticoagulazione, l'unica terapia in grado di ridurre sostanzialmente il rischio di ictus. E' quanto emerso durante il 37° congresso dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri tenutosi di recente a Firenze.

Le dimensioni del problema. "È stato recentemente stimato" premette Riccardo Asteggiano, cardiologo dell'Ospedale di Torino, "che nel 2.000 l'incidenza di fibrillazione atriale nel mondo sarà del 2%: vi saranno quindi tra 90 e 120 milioni di persone affette da questa aritmia cronica e si prevedono circa 5 milioni di stroke ogni anno. Solo in Italia, vi sarà un milione di fibrillanti e circa 50.000 ictus l'anno." La stratificazione del rischio tromboembolico. "Con l’avvento dell’ecocardiografia transesofagea" premette Maria Stella Fera dell’Ospedale Santo Spirito "è oggi divenuto agevole stratificare la prognosi dei pazienti con fibrillazione atriale di origine non reumatica. Pazienti ad alto rischio sono quelli con un trombo all’interno dell’atrio sinistro o, come è più frequente nelle forme non associate a valvulopatia, in auricola sinistra. La tecnica transesofagea ha una sensibilità diagnostica molto elevata, superiore all'80%, anche se per essere identificato un trombo deve essere di almeno 2 mm." Ecocontrasto e bassi flussi auricolari sono altri due parametri che si associano significativamente al tromboembolismo. "L’ecocontrasto spontaneo" spiega Fera "è causato dalla aggregazione dei globuli rossi; consiste in un movimento lento e spiraliforme del sangue, simile al fumo di sigaretta e per questo motivo viene definito ‘smoke’ in lingua inglese. Per quanta riguarda i flussi auricolari, velocità al Doppler pulsato inferiori a 25 cm/secondo vanno considerate un fattore predisponente alla trombosi."