APPELLO PER CARMELA MORRA: UNA DONNA SOLA, MALATA E POVERA CHE VIVE DI STENTI.

RICHIESTA AL GOVERNO DI UN INTERVENTO URGENTE A FAVORE DI UNA DONNA CHE STA MORENDO PER LA POVERTA’

 

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AL MINISTRO DELLA SALUTE ufficiostampa@sanita.it

AL MINISTRO DEL LAVORO E POLITICHE SOCIALI uffstampa@minwelfare.it

AL MINISTRO PER LE PARI OPPORTUNITA’ s.bianca@governo.it infostampa@pariopportunita.gov.it

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA staff@giustizia.it

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA presidente.campania@regione.campania.it

AL SINDACO DEL COMUNE DI NAPOLI webmaster@comune.napoli.it

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI NAPOLI

 

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Nel ringraziare la Regione Campania e il Comune di Napoli per l’attenzione che stanno rivolgendo e per l’aiuto che hanno dato e che stanno dando alla signora Carmela Morra in seguito a una segnalazione sottoscritta da 200 persone e inviata 3 mesi fa, con la presente si vuole segnalare per la seconda volta la situazione di eccezionale gravità della signora poiché gravemente complicata dal recente crollo del solaio della sua abitazione.

La signora non può più abitare nella sua casa ed è costretta ad andare vagando per la città alla ricerca di amici che la ospitano di notte e che le danno da mangiare.

Come si può leggere dalla precedente segnalazione di tre mesi fa, la signora è una paziente psichiatrica (affetta da depressione e non da un disturbo psicotico), affetta da una gravissima cardiopatia (non può avere alcun trapianto di cuore), seguita dal sottoscritto da circa 4 anni presso l’Unità Operativa di Salute Mentale del Rione Sanità a Napoli, mentre per la patologia cardiaca viene seguita presso la Divisione di Cardiochirurgia del Monaldi. La precedente segnalazione fu sottoscritta da oltre 200 persone, molte delle quali sono di medici della Divisione di Cardiochirurgia del Monaldi e dell’Ospedale San Giovanni Bosco, a testimonianza delle gravi condizioni di salute della paziente, e fu inviata a vari mezzi di informazione, alla Regione Campania e al Comune di Napoli.

La signora è assolutamente sola: non è sposata, non ha figli e i genitori e l’unico fratello che aveva sono morti.

Il solo reddito che possiede è una pensione di invalidità di 200 euro al mese.

Con questo reddito dovrebbe pagarsi tutto, l’affitto di casa, le bollette varie, dovrebbe poter mangiare, vestirsi e pagarsi alcuni medicinali non mutuabili. E’ ovvio che non è possibile.

Ha dovuto perfino farsi prestare i soldi per il funerale della madre, morta da meno di un anno, soldi che deve ancora restituire. Recentemente, inoltre, ha dovuto farsi prestare i soldi per far riparare almeno il solaio della casa in quanto il solaio era in comune con l’abitazione sottostante. Non ha i soldi per far fare gli altri lavori, per cui la casa è attualmente inabitabile. 

Avendo 61 anni e avendo sempre lavorato come lavandaia avrebbe diritto alla pensione da lavoro (i 500 euro mensili), ma ancora non ha avuto nulla.

Avendo gravissime patologie avrebbe diritto a una indennità di accompagnamento, ma anche questo le è stato negato.

Se la signora vive ancora è grazie alla solidarietà dei vicini, del Comune di Napoli e della Regione Campania, ma non può e non vuole vivere solo di questo, sia per la profonda dignità personale, sia perché la signora reclama il riconoscimento dei propri diritti.

La signora è così nobile nella sua povertà che non ha mai voluto una colletta in suo favore, è così nobile che quando ha qualche soldo non riesce a fare a meno di aiutare qualche persona che è ancora più povera di lei, è così orgogliosa che un giorno che volevo darle dei soldi li ha rifiutati dicendomi che si sarebbe alzata e se ne sarebbe andata, perché io sono solo il suo psichiatra e per lei è sufficiente l’aiuto morale che le do, è così nobile che ha detto che se avesse anche solo 500 euro al mese sarebbe salva, vivrebbe in maniera dignitosa e riuscirebbe a mettere anche qualcosa da parte.   

Si chiede, pertanto, un intervento urgente da parte del governo a sostegno della paziente e delle tante persone che si trovano nella sua medesima situazione, perché la signora Carmela Morra sta morendo!

 

Segue la segnalazione di tre mesi fa, sottoscritta da circa 200 persone dalla quale si può capire ancora meglio la situazione della signora Carmela Morra.

 

“Sono un medico psichiatra e seguo la signora Morra Carmela da circa 3 anni. Ho iniziato a seguirla presso il Dipartimento di Salute Mentale di via Antesaecula a Napoli (nel Rione Sanità, dove è nato Totò) per il primo anno; per i successivi due anni, avendo cambiato sede lavorativa, l’ho seguita con visite occasionali privatamente e in maniera gratuita. Ero il suo medico psichiatra di fiducia e mi ha pregato di continuarla a seguire anche se sporadicamente. Per fortuna veniva seguita contemporaneamente da un mio collega e amico presso il Dipartimento del Rione Sanità. Mi ha pregato, inoltre, di scrivere la presente lettera per lei e io ho accettato volentieri.

La signora Carmela, di anni 61,  ha una grave patologia psichiatrica, non nel senso che ha allucinazioni o deliri, ma nel senso che è gravemente depressa. Come se non bastasse ha una gravissima patologia cardiaca.

E, se non fosse sufficiente, è completamente sola e ha una pensione di circa 200 euro al mese (pensione di invalidità al 100%). Con questi 200 euro al mese deve pagarsi i medicinali (poiché non tutti sono gratuiti), l’affitto di casa, le varie bollette e dovrebbe poter mangiare e vestirsi. E’ ovvio che non può farlo. Per fortuna è molto amata nel quartiere in cui vive e così può almeno alimentarsi, nel senso che viene invitata da amici e vicini a pranzo o a cena quando non ha i soldi per poter comprare gli alimenti.

Essere aiutati è bello, ma alla lunga può diventare umiliante, specie per una persona che ha sempre lavorato (aveva una lavanderia e nel quartiere la conoscono tutti) e che ha perso il lavoro a causa delle malattie.

La signora Carmela ha cercato invano, per oltre 18 anni, di ottenere una pensione di accompagnamento fidandosi dell’opinione di alcuni medici che le hanno sempre detto che era un suo diritto, a causa della grave patologia cardiaca, e fidandosi del fatto che alcuni suoi conoscenti godono di una indennità di accompagnamento trovandosi nelle sue stesse gravi condizioni di salute ed economiche.

Purtroppo alcuni medici nominati dal tribunale hanno ritenuto che non ne avesse diritto. Come si spiega allora che alcuni pazienti con gli stessi problemi di salute percepiscono la pensione di accompagnamento?

E come si spiega che altri medici hanno invece messo per iscritto che aveva diritto all’indennità di accompagnamento? Alla signora, d’altra parte, tutto questo non interessa e

CHIEDE

1.non di poter vivere in maniera dignitosa, ma di poter sopravvivere, di avere i soldi per potersi pagare l’affitto, gli alimenti e i farmaci in primo luogo.

2.qualsiasi cosa le si voglia dare, un sussidio mensile, una pensione qualsiasi che sia o non di accompagnamento, persino un lavoro compatibile con il suo grave stato di salute, l’importante è che le si offra la possibilità di poter continuare a vivere.

La signora Carmela purtroppo non ha nessuno: ha perso il fratello, i genitori, non è sposata e non ha figli.

Non credo ci sia altro da aggiungere se non che bisogna fare presto perché la signora Carmela Morra rischia ogni giorno la vita per la grave patologia di cuore da cui è affetta. Ogni medico sa che la patologia cardiaca di cui è portatrice la signora Carmela Morra è una patologia cardiaca molto grave che può portarla a morte improvvisa in qualsiasi momento senza che si possa fare nulla. Inoltre, non può avere un trapianto cardiaco.

Si elencano infine le patologie di cui è portatrice la signora Carmela Morra, come risulta dalla documentazione clinica in suo possesso:

1.Insufficienza cardiaca in paziente portatrice di protesi mitralica, con insufficienza tricuspidale di grado severo, in equilibrio emodinamico labile ottenuto con terapia medica piena, in classe III-IV NYHA.

2.cecità occhio sinistro da pregresso distacco di retina

3.disturbo depressivo maggiore ricorrente, grave, come testimoniato anche dai test psicodiagnostici eseguiti (MMPI), con un episodio di tentato suicidio.

4.Episodio Psicotico Breve all’età di 17 anni, quando fu trattata con il trattamento del sonno continuo

5.episodio tromboembolico omerale destro (anno 2000)

 

Le firme che seguono sono la mia, quella della signora Carmela Morra e quelle di amici e operatori sanitari che con le loro firme vogliono sostenerla nella lotta per far valere i suoi diritti e per permetterle di continuare a vivere.

La signora Carmela Morra desidera indirizzare questa lettera al Sindaco di Napoli e al Presidente della Regione Campania per la profonda stima e fiducia che nutre in loro e per la certezza che qualcosa possa essere fatto per la sua grave situazione, ma anche per tutte quelle persone che soffrono come lei e che si vedono sempre più disperate ogni giorno che passa. Desidera inoltre far conoscere la sua storia ai mezzi di informazione e sarebbe lieta di essere intervistata per far conoscere dal vivo le sue condizioni.

Napoli, 23/01/2004                                                                       Cordiali saluti

Lo psichiatra referente di Carmela Morra                                     Carmela Morra   

 

Si chiedono firme di solidarietà da inviare a uosm49@tiscali.it Grazie!