VALLE NOCE

(PIETRO GALLEGRA)

 

 

IL NOSTRO TENTATIVO DI SEGUIRE A DISTANZA IL LUNGO MURO CONFINARIO COSTITUITO DAI BASOLI DELLA VIA CLODIA VIENE FRUSTRATO DALLA PRESENZA DI UNA COSTRUZIONE COLONICA CHE CI IMPEDISCE IL PASSAGGIO.

SUPERIAMO L’OSTACOLO AGGIRANDOLO ESTERNAMENTE SI DA TROVARCI SUL LATO OPPOSTO DEL SUO PERIMETRO. QUI ALLA BASE DELLA RUPE, SEMPRE NELLA MEDESIMA PROPRIETA’ PRIVATA, IN UNA VALLETTA SCAVATA DA UN’ ALTRO AFFLUENTE DEL FOSSO DI VALLE NOCE, CI E’ POSSIBILE RILEVARE LA PRESENZA DI DUE CAMERE, DELLE QUALI UNA E’ OSTRUITA DA UNA FRANA DEL TERRENO SOVRASTANTE.

 

 

CONSTATATA L’IMPOSSIBILITA’ AD ESPERIRE ULTERIORI INDAGINI RAGGIUNGIAMO L’AFFLUENTE PIU’ PICCOLO DEI TRE CHE ALIMENTANO IL FOSSO DI VALLE NOCE.

CI ATTENDE UNA FITTA VEGETAZIONE, PROSEGUIAMO PER UN SENTIERO CHE SCENDE NELLA VALLE CON POSIZIONE RIALZATA RISPETTO AL TORRENTE, LA CUI PRESENZA INTUIAMO PER IL COSTANTE RUMORE PRODOTTO DALLE SUE ACQUE. A TRATTI E’ POSSIBILE VEDERLO QUANDO IL TUNNEL BOSCHIVO SI DIRADA.

L’AMBIENTE CIRCOSTANTE E’ COSI’ IMPREGNATO DI UMIDITA’ CHE CI BAGNA, PERO’ IN QUESTO MODO PERMETTE AL TERRENO DI MANTENERE ALCUNE ZONE COSTANTEMENTE “LAVATE” DALL’ACQUA CHE LASCIANO AFFIORARE L’ANTICO PERCORSO DELLA VIA CLODIA CON I BASOLI IN SITO.

 

GIUNTI IN FONDO ALLA VALLE, LA CLODIA PASSAVA IL “MIGNONE” UTILIZZANDO UN PONTE DEL QUALE NON RIMANGONO TRACCIE, PIEGANDO AD OVEST SINO A “IL TETO”.