GALERIA VECCHIA

(PROF. REMIGIO RUGGIERO)

 

 

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LA CITTA' SI ANNUNCIA CON UN CAMPANILETTO DEL 1700 CHE APPARE SOPRA IL VERDE DELLA VEGETAZIONE.

QUESTA TORRETTA CON IL TETTO A CIPOLLA E CHE SEMBRA NEANCHE INTONARSI ALL'AMBIENTE, TESTIMONIA L'ULTIMO TENTATIVO DI RIPRISTINARE LA CITTA', COMPIUTO DA UN RICCO TEDESCO CHE ACQUISTO' IL TITOLO DI MARCHESE DI GALERIA.

LA CITTA' E' DI ORIGINI INDUBBIAMENTE MOLTO ANTICHE: LO TESTIMONIANO IL SUO NOME ETRUSCO -CAREIAE- ED ANTICHI INCUNABULI CHE LA DEFINIVANO NEL MEDIOEVO "AMPLA ET MAGNA", RESIDENZA DEI CONTI DI TUSCOLO E RIFUGIO DEGLI ANTIPAPI.

DOPO LA SCOMPARSA DEGLI ETRUSCHI, VIENE OCCUPATA DAI ROMANI E DIVIENE BORGO AGRICOLO. DALLE ANTICHE CRONACHE RISULTA CHE PIU' VOLTE VENNE ASSEDIATA ED A TURNO SACCHEGGIATA DA SARACENI E NORMANNI. I PRIMI COMPIVANO FREQUENTI INCURSIONI SULLE COSTE TIRRENICHE SPINGENDOSI ALL'INTERNO LUNGO IL CORSO DEI FIUMI.

NEL RINASCIMENTO ERA ANCORA TUTTAVIA MOLTO POTENTE TANTO CHE OSPITO' PER QUALCHE TEMPO L'IMPERATORE CARLO V°.

IN FASI ALTERNE FU FEUDO DEGLI ANGUILLARA E DEGLI ORSINI CHE SI COMBATTEVANO IN QUESTE ZONE DEL LAZIO. QUESTI ULTIMI LA FORTIFICARONO ERIGENDOVI IL CASTELLO SOPRASTANTE LE MURA, DEL QUALE OGGI QUASI NON RESTA TRACCIA.

LO STUDIOSO NIBBY CHE LA VISITO' NEL 1809 PARLA TUTTAVIA DI MURA CON ISCRIZIONI E STEMMI, DI AFFRESCHI, DI FINESTRE GOTICHE, DI ARE SEPOLCRALI E DI TRE PORTE SUCCESSIVE PER ACCEDERVI, DELLE QUALI OGGI NE RESTA SOLO UNA.

E' IN QUEL CASTELLO CHE SOGGIORNO' L'IMPERATORE E CHE L'INVIATO DI PAPA BORGIA S'INCONTRO' CON CARLO VIII, QUANDO QUEST'ULTIMO TRANSITO' CON L'ESERCITO PER QUESTE CAMPAGNE DIRETTO A NAPOLI.

LA PRIMA CITTA' ETRUSCA SORSE SUL QUADRILATERO DI ROCCE VULCANICHE CHE CADONO A PICCO FORMANDO DIFESE NATURALI DA TRE LATI. NEL FONDO E' LA FORRA DELL'ARRONE, EMISSARIO DEL LAGO DI BRACCIANO, CORSO D'ACQUA PERENNE, GENERATORE DI UNA VERA FORESTA.

SOTTO UN BARBACANE DI MINUTA MURATURA ANTICA, ALTO ALCUNE DECINE DI METRI VI SONO GLI AVANZI DI ANTICHE MOLE. QUESTE ACQUE MACINARONO IL GRANO DEGLI ETRUSCHI, DEI ROMANI E DEI MEDIOEVALI.

IL FIUME E' SCAVALCATO DA UN PONTE ANTICO DEL QUALE IL VISITATORE SI ACCORGE SOLO QUANDO VI E' SOPRA SCORGENDO IN BASSO I PIGRI GORGHI CON PROFONDITA' INATTESE. AD UNA CURVA LE ACQUE SCOMPAIONO SOTTO UN'ALTO MURO, ALIMENTANDO FORSE CANALI SOTTERRANEI PER POI RICOMPARIRE PIU' AVANTI.

 

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NELLA META' DEL 1700 LA GENTE DEL LUOGO COMINCIO' A MORIRE MISTERIOSAMENTE. OGGI SUPPONIAMO DOVESSE TRATTARSI DI MALARIA PER LE ZONE PALUDOSE CREATE DAL FIUME. SUL FINIRE DEL 1700 LA POPOLAZIONE ERA RIDOTTA A 150 ABITANTI E POCO DOPO FU COMPLETAMENTE ABBANDONATA.

UNO DEI PARTICOLARI CHE LASCIA PERPLESSI E' CHE UN'IMPROVVISO PANICO DEVE ESSERSI DETERMINATO NELL'ULTIMO PERIODO IN QUANTO L'ESODO AVVENNE IN MASSA, ABBANDONANDO ANCHE LE SUPPELLETTILI DI USO QUOTIDIANO. SI TRASFERIRONO IN UNA ZONA PIU' SALUBRE A CIRCA 4 CHILOMETRI, OVE FONDARONO L'ATTUALE S. MARIA DI GALERIA NUOVA.

LA CITTA' ABBANDONATA RIMASE PREDA DI BRIGANTI E RIFUGIO DI PASTORI, OGGI VI SONO SOLO SERPI ED UCCELLI E TRA LE CASE IN ROVINA DI NOTTE, VI PASSEGGIANO ISTRICI.

DIVENUTA PROPRIETA' DI UNA COMUNITA' RELIGIOSA TEDESCA, PER DECENNI RIMASE ABBANDONATA E IMPRATICABILE: D'INVERNO PER IL FANGO, D'ESTATE PER LE VIPERE.

OGGI VI SI ACCEDE DA UN SOLO LATO ATTRAVERSO UN RIPIDO CAMPO DI FELCI. UNA VEGETAZIONE SELVAGGIA LA SERRA DA OGNI PARTE, RIGOGLIOSA E INESTRICABILE, DA TOGLIERE OGNI VISUALE E OGNI CONTROLLO. I BASSI ANDRONI DELLE COSTRUZIONI SONO AVVOLTI DA GIGANTESCHE LIANE, AFFOGATI FRA SALICI, QUERCIE ED OLMI.

LE MURA SONO CADUTE POCO A POCO, LE STRADE CANCELLATE; OGNI POSSIBILE ELEMENTO D'INTERESSE STORICO E' SCOMPARSO.

MOLTI DEI SUOI MARMI ANTICHI, GIA' NEL 1300 FURONO ASPORTATI PER FABBRICARE IL DUOMO DI ORVIETO; MA IL SACCHEGGIO SISTEMATIVO E' STATO COMPIUTO NEGLI ULTIMI DECENNI TOGLIENDO ALLE MURA OGNI LORO CARATTERE.

SI SA CHE LA CHIESA DI CUI RESTA IL CAMPANILE ERA DEDICATA A SAN NICOLA E CHE UN'ALTRA ERA ANNESSA AL CASTELLO.

SI CONOSCONO STORICAMENTE LE "PACI FEUDALI IVI PROCLAMATE, LE BOLLE DI SCOMUNICA EMESSE, LE DESCRIZIONI DELLE OPERE D'ARTE CONTENUTE O DISPERSE.

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INUTILE OGGI SCOSTARE I MOZZICONI DI MURO FRA I FICHI SELVATICI, LE CANNE ED I SAMBUCHI, LA RICERCA E' GIA' STATA FATTA CON DILIGENZA DAI CLANDESTINI, ANCHE STRANIERI.

IL FASCINO CHE SEDUCE E' CHE SAPPIAMO D'IMMENSI SOTTERRANEI MAI ESPLORATI, DI UNA CITTA' ETRUSCA NON ANCORA BENE INDIVIDUATA E DI UNA NECROPOLI DELLA QUALE SONO STATE SCAVATE SOLO POCHE TOMBE. MA OGNI POSSIBILE RICOSTRUZIONE ANCHE DEI TRACCIATI URBANI E' IMPRESA ARDUA.

IL BOSCO HA RIPRESO GLI ANTICHI POSSESSI, GLI UCCELLI, LE SERPI, IL SILENZIO PRIMIGENIO, SONO TORNATI A DOMINARE SU DI UNA CITTA' CHE NON POTRA' MAI RISORGERE.

L'IMPRESSIONE PIU' VIVA CHE RESTA DI GALERIA DOPO AVER SFIDATO LE VIPERE, NON VIENE DALLE TESTIMONIANZE DELLA STORIA DEGLI UOMINI, MA DALLA POTENZA DELLA NATURA CHE LE CANCELLA.