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Numero 0

 

                          

CARI IMPRENDITORI...  

Parte Prima

(Parte Seconda)

 

Finalmente ho la possibilità di parlare di un problema riguardante la società salentina e tutto il meridione. Mi chiedo spesso: ma le nostre imprese hanno veramente voglia di sopravvivere, di crescere e di svilupparsi?

 

Si parla sempre dei problemi del meridione sul fronte economico-imprenditoriale e dell’incapacità di sviluppo della nostra economia. Molte sono le cause di questo mancato sviluppo delle imprese del sud:

 

1) mancanza di infrastrutture;

2) lontananza dai ricchi mercati del nord Europa e dell’America; 

3) mafia; 

4) economia sommersa; 

5) mancanza di spirito imprenditoriale e/o di una vera e propria classe imprenditoriale; 

6) mancanza di soldi (causa, questa, che è vera solo relativamente, vista la possibilità di essere finanziati dallo Stato)

7) mancanza di idee; 

8) eccessiva burocratizzazione della pubblica amministrazione; 

9) lacci e laccioli politici (principalmente il clientelismo, sempre forte da noi); ecc…

 

Pochi fanno riferimento, invece, alla demotivazione del personale dipendente delle nostre piccole aziende, di noi lavoratori, in sostanza.

Chi si intende un po’ di economia aziendale sa che le persone rappresentano una delle forze principali di cui è composta l’impresa. Le altre forze sono i beni e le operazioni, cioè tutta la serie di relazioni che si instaurano all’interno e all’esterno. L’azienda, però, non deve essere considerata come un insieme che può essere suddiviso in 3 parti distinte, ma deve essere considerata un sistema, coordinato e cooperativo, in cui tutti lavorano per il raggiungimento di uno scopo comune importantissimo: il perdurare dell’azienda stessa. Ma tale scopo non deve essere identificato, come, invece, fanno gli imprenditori, solo ed esclusivamente con il profitto, ma devono anche essere considerate le esternalità positive in termini sociali che il perdurare di un’azienda può far ottenere ad una debole economia come la nostra.

 

Detto questo pongo una domanda: come può andare avanti un’impresa se non tiene conto delle esigenze dei suoi lavoratori?

Abbiamo prima fatto riferimento ai beni, alle persone e alle operazioni. Per quanto riguarda i beni non ci sono problemi: sono entità fisiche, materiali che stanno lì ferme pronte all’uso.

Il discorso cambia con le persone. Qualche imprenditore potrebbe pensare di trattare le persone come un qualunque bene, alla sua completa mercé, pagando loro un basso salario (a volte neanche quello), senza una copertura assicurativa e i dovuti contributi; insomma, non rispettandone i suoi diritti. Secondo tale tipo di imprenditori la loro posizione di potere è tale da permettersi questi soprusi, vista l’enorme massa di disoccupati (circa il 22% della popolazione attiva pugliese) che si trova in giro. Secondo loro sarà sempre possibile trovare uno disposto a lavorare per quattro soldi e senza vantare alcun diritto.

 

Continua II Parte >> 

 

 

 

Armando Spano

 

 

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