CON
LA FRATRES….
Sabato
24 e Domenica 25 Novembre 2001, nel
“Palazzo del Principe”, in occasione del ventennale della
Fratres di Muro, si è svolto il Convegno Nazionale dal titolo: “Vent’anni
di presenza dei donatori di sangue in Terra d’Otranto”.
Una
manifestazione sicuramente ben riuscita, che ha visto intervenire
personalità di spicco in campo medico-scientifico, come il Dott.
Stefano Antoncecchi, Primario del centro Immuno-Trasfusionale di
Monopoli, la Dott.ssa Grazia Maria Baldini, Dirigente del Servizio
di Medicina Trasfusionale del Policlinico di Modena.
Nella giornata
di Domenica si sono avuti gli interventi del Fondatore della Fratres
in Terra d’Otranto, Mons. Giuseppe Colavero; del Presidente della
Regione Raffaele Fitto; dell’Assessore Regionale Rocco Palese; dell’Assessore Provinciale Mario Pendinelli;
del Pre-rettore dell’Università degli Studi di Lecce; del Sindaco
di Muro, Arch. Salvatore Negro; dell’Avv. Salvatore Corrado che
egregiamente ha sostituito la Dott.ssa Elena Behr, rappresentante
ONU; del Presidente Regionale Fratres, Sig. Maurizio Di Bari; del Presidente della Fratres di Muro, Sig. Antonio Spano. Si
sono inoltre avute le testimonianze dei rappresentanti dei vari
gruppi Fratres presenti nella Provincia di Lecce.
La
giornata di Domenica è stata particolarmente densa di emozione
quando ha visto premiati con medaglia di bronzo (15 donazioni vitae)
i Signori De Marco Anna Maria, Piccino Salvatora, Cretì Elisabetta
Rita, Calò Rossetti Antonio; con medaglia d’argento (25 donazioni
vitae) il Sig. Patera Marcello; con medaglia d’oro (35 donazioni
vitae) il Sig. De Pascali Antonio. A loro un doveroso e sincero
ringraziamento, non solo mio personale, ma sicuramente di tutta la
nostra comunità.
Risale
al
1981, quindi, il primo anno di vita dell’associazione
dei
donatori di sangue di Muro Leccese. Erano tempi sicuramente
difficili, soprattutto per chi si proponeva un fine così nobile, ma
privo della giusta considerazione. Nelle regioni dell’Italia
settentrionale, l’attività dei donatori di sangue prese
l’avvento già intorno agli anni ’70,
mentre è solo dieci anni dopo che cominciò a diffondersi
nelle nostre regioni meridionali.
Il
primo a trascurare, se non
ad ignorare del tutto, l’importanza della presenza dei
donatori di sangue nel nostro territorio, era il legislatore. In
quegli anni vigeva la Legge n°592 del 1967, la quale riconosceva
alle associazioni che si proponevano il fine della donazione del
sangue una rilevanza alquanto limitata e circoscritta. In essa si
rinvenivano solo le disposizioni in base alle quali i donatori
venivano distinti in donatori occasionali, periodici e in datori di
sangue.
Ma
l’attività svolta da queste associazioni, energica e capillare,
ha fatto maturare nel legislatore la consapevolezza della loro
indispensabile e fondamentale presenza.
E’
del 1990 la Legge n°107 la quale, anche se ampiamente discussa e
dibattuta,
ha espressamente sancito che le associazioni dei donatori di
sangue concorrono con il Servizio Sanitario Nazionale per il
perseguimento dei fini istituzionali. Doveroso riconoscimento che ha
segnato una svolta decisiva.
Dal
1981 ad oggi, anche nel contesto locale, di strada se n’è fatta
tanta. Basti pensare che oggi si può donare secondo un calendario
che prevede, in media, una giornata di donazione ogni due mesi; si
può donare presso una idonea struttura con l’assistenza di
specializzato personale medico.
Tutto
ciò però anche se
ci rende soddisfatti, non rappresenta certo un traguardo,
perché c’è ancora da fare.
Sensibilizzazione,
e non solo donazione: a questo è chiamato ciascun donatore. La vera
soddisfazione di un donatore non è soltanto il numero delle
donazioni effettuate, ma è anche l’acquisizione di nuovi
donatori.
Perché
si è donatori di sangue? Si può rispondere con le parole con cui
Don Alfio Spampinato ha concluso la Tavola Rotonda svoltasi nella
giornata di Sabato: “Come Gesù, con l’istituzione dell’Eucarestia
ha offerto il suo corpo ed il suo sangue per la nostra salvezza,
allo stesso modo noi siamo chiamati ad offrire il nostro sangue per
chi può averne bisogno. Con la donazione del sangue possiamo
riconoscerci fratelli in quanto figli dello stesso Padre”.
“Una
stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore”,
credo
che queste parole siano quelle giuste perché ciascuno di noi possa
sentirsi motivato alla donazione ed alla sensibilizzazione.
Giampiero
Leomanni
Membro
Consiglio Direttivo Fratres
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