Una
serata in compagnia di don Stefano
In
occasione delle vacanze natalizie, tutti i giovani legati alla
testata giornalistica Articolo 1, hanno trascorso un’intera serata
insieme al parroco del nostro paese. Una parte dell’incontro è
stato caratterizzato da una serie di domande alle
quali don Stefano è stato lieto di rispondere.
1.
Cosa si aspetta da un giornale come Articolo 1?
Sono
contento che ci sia questo giornale, soprattutto perché i giovani
devono saper dire quello che pensano. E’ importante guardare non
tanto alla persona che scrive, ma al contenuto degli articoli che
deve essere, comunque sia, valido. Difficilmente un giornale fatto
per i giovani scrive qualche articolo impegnato, anzi, spesso molti
giornalisti si limitano ad insultare e calunniare senza proporre mai
nulla. Un giornale non deve essere distruttivo. Per distruggere o
cambiare qualcosa è necessario costruire qualcosa di nuovo ed è
per questo che è fondamentale avere idee valide.
2.
Un anno fa a “Il Fatto” di Enzo Biagi in TV veniva fatta
un’intervista ad un missionario cattolico il quale chiedeva:
“Accetto che la Chiesa non permetta di fare la Comunione alle
donne che prendono la pillola, ma allo stesso tempo non capisco
perché persone ricche e benestanti possono farla ugualmente anche
se non fanno una giusta opera di carità verso le persone bisognose.
Perché questa disparità?”.
Secondo
me l’aborto va contro la persona e quindi è da condannare. Per
quanto riguarda le persone benestanti non si può giudicare a priori
perché si entra nella coscienza di una persona. E’ un fatto
soggettivo; non me la sento di entrare nella coscienza altrui, né
tantomeno di condannare nessuna persona. Tanta gente ha bisogno di
conversione, di cambiare vita, di migliorare. Non siamo noi a
giudicare. Anche persone che hanno fatto tantissimo male (esempio
Erica e Omar) spesso sono arrivate a fare quello che hanno fatto,
perché si sono trovate in una situazione di carenza affettiva,
psichica,ecc.; allora bisognerebbe condannare la società. Ma
l’unico giudice è Dio.
3.Qual
è la sua posizione sulla guerra?
Non
si costruisce nulla condannando gli altri. Chi fa le guerre in nome
di Dio o della religione è colui che uccide Dio. Dio è pace e
amore e non si può concepire che un cristiano butti le bombe su un
paese povero.
Ci
sono esempi di stati che vendono le loro armi ormai dismesse a
popolazioni povere fino a farle indebitare senza possibilità di
riscatto; è ancora peggio quando stati ricchi con eserciti potenti
ed efficienti attaccano queste popolazioni che non possono
certamente difendersi adeguatamente.
Non
si può andare a bombardare un paese uccidendo migliaia di persone
inermi per colpirne una sola. Questa non è legittima difesa, ma è
strage, anche se il paese in questione era già in guerra. Ed anche
se fosse legittima difesa, essa è sproporzionata.
4.La
pena di morte negli U.S.A. è puntualmente applicata nonostante la
Chiesa sia contraria. Sono state prese iniziative da parte della
Chiesa ma forse non sono state abbastanza incisive come avrebbero
potuto essere. Lei cosa ne pensa?
Ogni
credente in Gesù Cristo dovrebbe essere contrario alla pena di
morte perché in essa non c’è dignità dell’uomo. Anche se
nella Bibbia c’è scritto “occhio per occhio, dente per
dente”, nel Vangelo c’è scritto di “dare la vita per i propri
nemici”.
Qualsiasi
paese che adotti la pena di morte è un paese incivile perché non
rispetta l’uomo.
Ogni
volta che qualcuno viene giustiziato sulla sedia elettrica anche il
Papa esprime la sua condanna con lettere, dichiarazioni, messaggi e
quant’altro sia nelle sue possibilità. Ma i governi sono
indipendenti e, grazie a Dio, non dipendono dalla Santa Sede.
5.
Quali sono le iniziative che promuove la Parrocchia di Muro per i
giovani ed i muresi in generale al di là di quelle strettamente
liturgiche?
Nella
città di Muro il 99% degli abitanti è cattolico. Questo per dire
che anche l’associazionismo esterno è di impronta cattolica.
Di
iniziative ce ne sono tante: catechesi, campi scuola, gruppi
famiglia, anche se devo dire che sono sempre le solite persone ad
interessarsi di queste attività.
Io
devo pensare a quello che non c’è, ad esempio io non farò mai un
campo sportivo per la parrocchia perché a Muro già c’è. La
parrocchia non si deve contrapporre alla società civile, ma deve
essere presente là dove sono i giovani. Diceva don Milani:
“Quando andrò dal Padre Eterno non mi chiederà quanti campi
sportivi ho costruito, ma quante persone ho portato a Lui”. Ma
vorrei cogliere l’occasione per fare una riflessione.
Quanti
di noi sanno che nella nostra comunità ci sono situazioni di povertà?
E la povertà non è solo materiale. Quando si vanno a toccare
questi tasti si fa spesso finta di non accorgersi che anche nella
nostra parrocchia ci sono queste situazioni. Chi pensa a loro? Perché
non ci diamo da fare per andare incontro a questi “poveri
moderni”? Questi possono essere per esempio coloro che sono
schiavi della droga. Per cui cristiano non è colui che va tante
volte a messa, è colui che riesce ad amare come ama Gesù: è da
qui che si riconosce chi è cristiano!
Come
in tutti i paesi, anche qui a Muro ci sono dei giovani che non
vivono il disagio e ce ne sono altri che lo avvertono. L’idea che
Muro sia un’isola felice, come qualcuno crede, è assurda. Il
giovane non è felice per le tante cose che gli si danno, ma è
soprattutto felice se incontra degli amici pronti ad ascoltarlo, a
capirlo, con cui ragionare. Il nostro compito è quello di aiutare i
giovani ad intraprendere la strada giusta. Io non ho paura dei
giovani, ma degli adulti che non sono più giovani. Un adulto deve
rimanere bambino e viceversa. Quando un adulto è maturo per la sua
età è sempre giovane.
6.
Cosa pensa un toscano come lei della gente di Muro Leccese?
A
Muro mi trovo molto bene perché molte persone, al di là dei
giudizi che si possono dare, sono veramente persone semplici, che
hanno a cuore problemi che non sono solo di Muro, ma dell’umanità
intera. Ne sono una prova le varie associazioni che stanno sorgendo.
Purtroppo i muresi non valorizzano abbastanza il loro paese e molti
di essi non conoscono neanche i monumenti o le opere d’arte più
famose di Muro…per non parlare del problema dell’occupazione,
che penso non venga affrontato in maniera adeguata. È vero che
questo dipende in buona parte dai politici, ma se non facciamo
presenti i nostri problemi non avremo mai influenza sui nostri
governatori.
7.
Una domanda più in generale che riguarda la Chiesa nella sua
universalità: a che punto è l’ecumenismo?
A
questa domanda preferisco non rispondere. Noi abbiamo S.Marina ed
avevamo aperto un dialogo, e diversi Vescovi e fedeli ortodossi sono
stati tra noi. Abbiamo però dovuto interrompere tutto e non per
colpa degli ortodossi.
8.
Il Salento e la nostra comunità ha un forte rapporto con
l’Albania. Ci racconti qualche esperienza che le ha lasciato
impresso qualche ricordo particolare.
L’Albania
si è trovata all’improvviso ad uscire da un regime, cosicché non
appena sono state aperte le frontiere, non solo gli albanesi sono
venuti in Italia, ma molti italiani, e anche della peggior specie,
sono andati lì e hanno insegnato subito cose come la corruzione e
la mafia, guastando il processo di democratizzazione albanese appena
nato.
In
Albania vive un piccolo popolo e non bisogna fare di ogni erba un
fascio: ci sono albanesi buoni e meno buoni e sappiamo che, come
avviene dappertutto, il “male” fa sempre più rumore del
“bene”.
Bisogna
cercare di non essere ipocriti: noi li abbiamo aiutati all’inizio,
nel ‘93-’94, ma ora spesso li sfruttiamo e impediamo loro di
arricchirsi nel loro paese.
Aiutandoli
a fare ciò, eviteremo anche di emendare alcune leggi
sull’immigrazione che sono una vera vergogna per il nostro paese.
9.
Molto spesso, quando si parla di parrocchie, è facile ascoltare
giudizi sulla presunta ricchezza dei parroci.Cosa può dire a tal
riguardo?
Quello
che posso dire è che oggi il parroco vive una realtà economica
diversa da quella che qualcuno immagina. Oggi i cattolici,
attraverso l’8 per mille, permettono ai parroci di percepire un
piccolo stipendio. Le offerte vengono interamente impiegate sempre
per le spese parrocchiali e per i poveri. Il fatto che la Chiesa è
più povera, vuol dire che è più vicina a Cristo.
10.
Qual è la situazione della Casa Canonica?
Appena
arrivai a Muro c’era un progetto per la realizzazione di un
condominio. I proventi della vendita degli appartamenti sarebbero
serviti per la realizzazione della casa parrocchiale. Il consiglio
affari economici della parrocchia (ne faceva parte anche l’attuale
Sindaco) bocciò il progetto. Attualmente vi è una proposta per la
realizzazione di ambienti per il Volontariato, ma per mancanza di
fondi, il progetto è bloccato alla Regione.
11.
Visto che la Chiesa del convento dei Domenicani è della parrocchia,
ci spiega il patronato del Comune sulla struttura?
In
occasione dell’incontro tra i Ministri dell’agricoltura della
Comunità Europea, l’allora vescovo di Otranto Cacucci indicò la
Chiesa del Convento come locale più adatto per un’occasione così
importante. Io e il Sindaco ci recammo dal Presidente della
Provincia Ria, che si prese l’onere di rifare alcune strade di
Muro e stanziò fondi per un primo restauro della Chiesa. Dopo
l’avvenimento, la Regione diede ai comuni di Muro ed Otranto £500
milioni ciascuno: questi comuni però, si impegnarono ad impiegare
£100 milioni per il restauro della Chiesa del Convento. I soldi per
la Chiesa e per il Convento vennero stanziati non dall’Assessorato
per i Beni Culturali, ma da un altro Assessorato che non eroga i
fondi ad Enti privati, come la Chiesa, ma ai comuni. Ecco perché,
in quest’ultimi tempi, la gestione dei lavori è un’esclusiva
del Comune. Attualmente, nell’ambito dei P.O.R., sono stati
assegnati altri soldi per il convento, ma di questo può dar conto
con più precisione il Sindaco. La situazione richiede un’attenta
analisi visto che le somme necessarie per questi lavori potrebbero
essere più gravose del previsto. Se fosse così, sinceramente
sarebbe auspicabile non rinviare ulteriormente l’apertura della
Chiesa.
12.
Come si è risolta la questione del ripetitore sulla Chiesa del
Convento?
Noi
ci siamo fermamente opposti. Inoltre vige un divieto da parte della
Soprintendenza all’installazione del ripetitore sulla Chiesa. Il
Sindaco mi ha comunque garantito che verrà rispettato tale divieto.
13.
Perché nella parrocchia si sono erroneamente fatti fare alcuni
restauri ai cartapestai?
Noi
abbiamo speso una cifra considerevole perché abbiamo restaurato
diverse statue: la statua di S.Giuseppe che secondo me è la più
bella anche perché è di legno, la statua dei SS.Medici che andava
in rovina perché era stata abbandonata nella sagrestia. La statua
di S.Francesco e quella dell’Angelo Custode, sono state invece
ridipinte.
Noi
abbiamo fatto uno sbaglio in quanto non conoscevamo altre persone
all’infuori di quelle che stavano restaurando le statue nel
Santuario della “Cultura” di Parabita e, fra l’altro, mi
furono consigliate dai Domenicani di quel paese. Ora, grazie anche
ai diversi rapporti con la Soprintendenza, siamo venuti a conoscenza
di persone più competenti.
14.
Dopo 10 anni di permanenza a Muro, cosa prevede per il suo futuro?
Io
sono convinto che i parroci non devono restare a vita nella stessa
parrocchia perché questa ha bisogno di rinnovarsi. Quando arriva un
nuovo parroco porta con sé entusiasmo e novità. Il ricambio è
necessario. Spero che a Muro, quando sarà, arrivi un nuovo parroco
più giovane e più bravo di me.
15.
Ispirandoci ad un giornalista della RAI, le chiediamo tre
aggettivi per definire Stefano Pieralli.
Non
me la sento di darmi tre aggettivi. Male fanno coloro che amano
darsi degli aggettivi.
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