Dal 

DIARIO di Sganga

 

 

Il racconto dello spasimo

Lo spasimo dei rimasti

Descrizione del bivacco

Come ci si dorme in 18 

I problemi delle 20.00 e la mattina

 

Il racconto dello spasimo

...momenti di scoramento si susseguono a momenti di frenetica allegria (sarà la mancanza di ossigeno). Le gambe cedono, ma si va avanti pensando a Rambo e a Carmelo col suo pollo. I pesanti zaini carichi di viveri e vestiti hanno ormai reso insensibili le spalle dei malcapitati che, una dopo l'altra, affrontano rocce e risalgono dirupi scoscesi con la sola consolazione di una barzelletta di Dugo.Quando la truppa realizza che quel puntino rosso lassù è il bivacco, prima manifesta gioia sconsiderata, ma subito dopo, realizzando che si deve ancora superare un crostone di roccia piuttosto lungo ed arduo, sente cedere gambe e spalle in contemporanea e il cervello entra in azione: si cerca un capro espiatorio. La colpa ricade sugli intrighi degli organizzatori (una dei quali si trovava persino fuori dal continente Europeo: paura e?) che non avevano affatto avvertito circa la presenza di tali insignificanti insidie = 6 ore di cammino con zaini da circa 20 Kg sulle spalle per raggiungere i 3000 m partendo dai 1200. Si grida allo scandalo e al complotto, si minaccia insurrezione, ma alla fine, riposatisi gli arti, si riprende la scalata. Si grida in cerca di fiammiferi e si ottengono insulti in risposta. Ma passo dopo passo il paesaggio migliora (passano delle turiste tedesche) e, tra canzoni e giochini vari, una volta in cima sembra di essere in paradiso, anche se mancano i cori angelici, ma non i turisti buzzurri.

Lo spasimo dei rimasti

...le vette che ci circondano infondono in noi un senso di pace e d'amore, ma anche molta fame. Vette differenti e frastagliate che illuminano del loro splendore le nostre stanche meningi rammollite dal lungo cammino. Pulisco il coltellino svizzero con una salviettina di Boggi. Le mosce sono sempre più fastidiose e io mi tolgo gli scarponcini per far respirare i piedi. si aspetta che arrivino quelli con l'acqua e io scrivo, ma non se ne può più! La spedizione alla ricerca dell'acqua è quasi data per dispersa, sono le 15.00 e non abbiamo ancora fatto pranzo. Poscia più che il pudor potrà il digiuno? Mi stendo a prendere un po' di sole, le mosche si fanno sempre più insistenti, vorrei essere un formichiere (?). siamo talmente andati che si comincia a fare del Gossip inventando possibili tresche amorose. I dirupi scoscesi danno l'idea della labilità e la voglia di cibo avanza. Alexia vede Piera, forse la nostra attesa è terminata. Li vedo anch'io: la nostra attesa è terminata. Sento già il gusto del cibo in bocca. 15.22: si mangia

Descrizione del bivacco

Pensate ad una stanza di 3m per 2m, alta 3m (a 2800m di quota). su un lato di 2 m c'era la porta. Entrando dalla porta e guardando sul fondo ecco tre letti attaccati al muro, uno sopra l'altro, davanti a loro un tavolo ad altezza del secondo letto. Si gira lo sguardo a destra e ci sono altri tre letti, lo stesso a sinistra.

Come ci si dorme in 18

Su ognuno dei 9 letti ci sono 2 persone. per esempio, nel letto in basso a destra, uno sta contro il muro con la testa verso il fondo e l'altro sta verso l'esterno con la testa verso la porta. Ora pensate al primo menzionato, che oltre ai piedi del collega si ritrova la testa di quello che dorme esterno nel primo letto in fondo, in più a pochi centimetri dalla testa ha una mensola appuntita ripiena di piatti e pentole e, come se non bastasse, non riesce assolutamente a muovere le gambe. Messi verso le 23.00 in questa postura, alle 01,05 si sveglia colui che prima abbiamo preso in esame e comincia a guardare l'orologio aspettando in modo spasmodico le quattro (ora a cui si era deciso di alzarsi per vedere l'alba) per poter uscire da quel buco. Ma il tempo passava troppo lento (01.20) e non c'era modo di girarsi e faceva sempre più caldo. Cerca di rilassarsi e prendere sonno. orologio: 02.20, tentazioni claustrofobiche tentano di invaderlo, ma lui le ricaccia indietro.Si è addormentato senza accorgersene e si sveglia alle 03.30,manca poco, ma è molto se non ci si riesce a muovere di un millimetro. i minuti passano lenti, ma alla fine la sveglia del Don suona e la gioia interna esplode. Si comincia a uscire, ma poco alla volta, alla fine arriva anche il suo turno e può ringraziare Dio per l'invenzione dell'aria.

I problemi delle 20.00 e la mattina

Tra una preghiera e l'altra il freddo cala, si va a prendere l'acqua ad una sorgente più vicina. Nella casetta ci sono 9 posti letto (noi siamo 11 e 2 dormirebbero per terra).MA!!! Alle 20.00 arrivano altre 2 persone e alle 20.30 ne arrivano altre 3. Decidiamo di alzarci alle 4.00 per vedere l'alba e di dormire appaiati. (per la notte, leggi come si dorme in 18). Alle 4.00 c'è la nebbia e non si vede l'alba. Ci facciamo un tè, torniamo dentro dopo le lodi e cadiamo in un'ora e mezzo di sonno senza sogni. Alle 7.00 siamo di nuovo in piedi: tè, pane, marmellata, prosciutto e cappuccino liofilizzato. Ci si prepara alla discesa al primo raggio di sole. si scende, si arriva alla croce, si celebra la S. Messa. Con fatica indescrivibile si torna alla casa madre per rimpinzarsi di cibo, piacevole sorpresa è l'anguria tagliata da Sganga. Ma prima ci si è lavati a fondo con acqua gelida. Veramente goduriosa l'acqua gelida sui piedi!