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ABRAMO'S

RECENSIONI

 

godi alla letturaL'Esame, di Malcom Bosse

La Morte di Ivan Il'Ic, di L.N.Tolstoj

Il giorno della civetta, di Leonardo Sciascia 

L'occhio del lupo, di Daniel Pennac

Le città invisibili, di Italo Calvino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ESAME     di Malcom  BOSSE    susiscite

 

Anche se dà il titolo al libro, l'esame è soltanto l'ultima delle disavventure dei protagonisti, i due fratelli Hong e Chen. Nella Cina del XVI secolo, partendo da una provincia di campagna, molto lontana dalla capitale, giungeranno dopo un lungo e travagliato viaggio attraverso altre provincie, sino alla capitale Pechino. Nel lungo percorso, che li separa  dalla meta, entrambi impareranno ad osservare e ad apprezzare le grandi diversità ed i contrasti che caratterizzano la nazione in cui vivono. Chen , il maggiore e più erudito dei due scoprirà l'amore ed imparerà che non esiste soltanto lo studio e lo stacanovismo, riuscirà a superare l'esame ministeriale con onestà, ottenendo ottimi punteggi ed un impiego statale, oltre che la possibilità di trascorrere serenamente la propria vita. Hong, il minore comprenderà gli studi fatti dal fratello ed i suoi sforzi per superare i successivi esami e diventare funzionario statale, al contempo riuscirà ad inserirsi nel mondo dei "grandi" entrando a far parte di una società segreta. Il racconto è incentrato tutto sul viaggio , sulle conoscenze fatte, sui raggiri subiti dai due fratelli, e consente di comprendere le condizioni di vita della popolazione cinese del XVI secolo, intrecciando alle storie personali dei due protagonisti, sublimi descrizioni dei paesaggi, delle situazioni e delle abitudini di vita dell'epoca.

MALCOM BOSSE

Nato negli U.S.A. ha viaggiato molto, stabilendosi in paesi differenti . Profondo conoscitore  dell'estremo oriente e della sua storia, è stato anche docente presso alcune università della Repubblica Cinese.

                                                                                                                      acchiana

                                                   

LA  MORTE  DI  IVAN  IL'IC    di  Lev Nikolaevic  TOLSTOJ

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Il titolo di questo romanzo non deve impressionare, poiché la morte del personaggio Ivan Il'ic, non è che il pretesto per narrarne la vita. Cominciando a descrivere la veglia funebre, Tolstoj dipana il filo dei rapporti di amicizia e parentali, analizzando le reazioni dei personaggi nei confronti del defunto. Attenta e puntigliosa è la  descrizione dell'evolversi in ascesa e in discesa della carriera del protagonista, che ligio al lavoro viene da questo completamente appagato, riuscendo a far carriera e ad ottenere, assieme ad una promozione con trasferimento, l'invidia di tutti i suoi colleghi, che cercano di ottenere il posto di Ivan, già ai primi sintomi della malattia.

Tutto il romanzo è impostato come se fosse un rimprovero a quelle persone che, come Ivan, sono più interessate al lavoro ed alla posizione sociale che alla famiglia; è infatti una caduta, durante il posizionamento di alcune tende pregiate, nella nuova casa, più adatta allo stato sociale raggiunto grazie alla promozione, a causargli la morte dopo lunga agonia.

Questo aspetto della "punizione" appare anche nel lungo periodo di convalescenza ordinata dai dottori durante il quale Ivan trova sollievo nell'amicizia con il suo cameriere, con il quale trascorre più tempo che con i familiari e con gli amici, ignorando completamente i "dogmi" che regolano i rapporti tra persone di ceti differenti.

Tolstoj scrisse questo romanzo in un periodo di passione e turbamento religioso dopo un lungo periodo di astinenza dalla narrativa, ma caratterizzato da impegnativi scritti teologici e dalla traduzione dei Vangeli.

 

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IL  GIORNO  DELLA  CIVETTA   di Leonardo  SCIASCIA

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Lo scrittore siciliano meno apprezzato in Sicilia descrive in quello, che forse è il più bello dei suoi romanzi, la mentalità e l'impronta culturale dei suoi conterranei, cercando di illustrare attraverso gli occhi di un " continentale", nato e cresciuto a Bologna, le origini e le movenze del fenomeno mafioso, diffusamente considerato, all'epoca della stesura del romanzo (1960), una mera invenzione giornalistica.

Proprio combattendo contro la stampa e l'opinione pubblica sicula, il capitano Bellodi riuscirà a collegare l'uccisione di un piccolo ma onesto imprenditore, la scomparsa di un potatore incensurato, le dichiarazioni di un confidente e le informazioni avute da alcune lettere anonime, ottenendone indizi sufficienti per effettuare un primo arresto. Da questo arresto, riuscirà grazie ad un raffinato raggiro di verbali, tramato con l'aiuto dei suoi sottoposti, ad accusare anche i mandanti degli omicidi avvenuti per ostacolare le indagini.

Mantenendo sempre alta l'attenzione del lettore, sfruttando una capacità deduttiva degna dei più famosi investigatori, il protagonista riesce a scoprire tutta una complessa associazione a delinquere che affonda le radici anche a Roma, la quale, grazie proprio a questi appigli riuscirà a difendersi dall'offensiva del giovane carabiniere, mettendolo in cattiva luce e segnandolo come incompetente di fronte agli occhi dei superiori. Questo sta a dimostrare che, non ostante la non indifferente caparbietà del capitano Bellodi, il protagonista, nel voler scoprire la verità dei fatti, come diceva il Gattopardo " … tutto cambia perché tutto possa rimanere immutato".

 

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L'OCCHIO  DEL  LUPO    di  Daniel  PENNAC

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Due personaggi provenienti da due mondi differenti : un lupo dell'Alaska, chiuso in una gabbia dello zoo della grande città, un ragazzino  magro che dalla grande Africa è stato portato nella città per essere adottato. Due personaggi semplici, ciascuno con i propri problemi da affrontare ed il proprio bagaglio di storie e di ricordi da tirarsi dietro.

Dall'incontro tra i due, nascerà una simbiosi che porterà il lupo a livello del ragazzo ed il ragazzo a livello del lupo, tanto da riuscire a leggere l'uno nei pensieri dell'altro.

Scambiandosi esperienze ed impressioni reciproche i due protagonisti riusciranno a capire qual è il proprio ruolo nel mondo, e quale  la maniera giusta di affrontare la vita.

Pennac sfrutta uno zoo, luogo pubblico che suscita interesse solo come esposizione di animali esotici, per cominciare un viaggio alla scoperta di due continenti differenti, ripercorrendo le avventure dei due protagonisti.

Questo breve romanzo trasporta il lettore nell'Alaska dei ricordi del lupo e nelle Afriche del ragazzino, dimostrando che ciascuno vede in un modo del tutto particolare la propria terra.

La conclusione, come quella di ogni bella favola fa si che sulle labbra del lettore nasca un sorriso quando i suoi occhi giungono sulle ultime righe, perché come diceva Hemingway "  …. Il mondo è un bel posto, e vale la pena combattere per esso ….", osservandolo con entrambi gli occhi.

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LE  CITTA'   INVISIBILI    di  ITALO  CALVINO

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Nel pieno  stile calviniano ecco un romanzo che esce dal comune. Partendo da un titolo che potrebbe indicare praticamente qualunque cosa, Calvino raccoglie le bellissime descrizioni  che un accorto esploratore fa analizzando fin nei più reconditi meandri, le città che incontra lungo il suo cammino. Per dar corpo narrativo alla sua opera, Calvino veste i panni di un improbabile Marco Polo, alla corte del Gran Khan della Cina Imperiale. In un non precisato momento storico, sospeso tra la fine dell'isolamento dell'Oriente nei confronti dell'Occidente, e una modernità quotidiana, a tratti non dissimile da un futuro di la da venire, l'esploratore veneziano del 1200 narra prima a gesti  e con oggetti, poi, conquistato l'uso della lingua, in cinese, infine con i semplici sentimenti quello che le diverse città hanno suscitato in Marco.

I discorsi e le passeggiate di Kublai e di Polo risultano interruzioni che spezzano la sequenza di descrizioni e tramite le domande del primo e le risposte del secondo, il lettore è in grado di rispondere in parte ai dubbi ed alle inquietudini che le differenti città suscitano.

Gradualmente, man mano che aumenta la confidenza del "Khan-lettore" con le narrazioni del "Polo-Calvino" , le città descritte assumono aspetti totalmente diversi, da quelli della collocazione storico-geografica. Divengono specchio della modernità e delle città che tutt'oggi viviamo con i loro pregi ed i loro numerosissimi difetti.

In questo libro sono raccolte le ansie e le gioie del viaggiatore ed i vari aspetti della personalità umana, che si esprime nelle città che l'uomo abita e tutti quei minimi dettagli ovvero quei grandi tratti generici che consentono ad una città di entrarci nel cuore e di non uscirne più, come Venezia per Marco Polo o la città imperiale di Pechino per il Kublai.

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