L'ILLUSIONE

Le immagini  e il movimento dei progetti di Gianni Ranaulo dimostrano che lo sviluppo  della tecnologia può rendere più vivibile l'ambiente ,facendo comunicare la città con l'esterno,l'ambiente con l'uomo,e può suscitare delle emozioni il più delle volte illusionistiche.
Le emozioni che ci regala il progresso tecnologico stanno ormai sostituendo quelle offerte dalla maggior parte delle espressioni artistiche.
Da un dipinto di Giacomo Balla,che evoca il movimento,si passa ad ampie superfici coperte da schermi che trasmettono filmati ed immagini in movimento.
Ora si mettono in gioco,quanto più possibile,sperimentazioni di nuova era,unendo alla parte emozionale anche Architettura pura.
L'emozione del movimento può essere accompagnata anche da un efficace sistema di insonorizzazione o di illuminazione in grado di rivelarsi  come una vera "strategìa" per apparire ed illudere. E attraverso l'illusione e uso di immagini,video ed insegne elettroniche,comunicare ed informare.
Mi vengono in mente alcune installazioni o progetti di allestimento fatti da alcuni artisti contemporanei che ricorrono sempre più frequentemente a veri e propri  piccoli spettacoli che amplificano l'idea e spesso coinvolgono il pubblico.
Trasformare tutto in un video che integra immagini,con parole e suoni,permette di ampliare l'impatto dell'opera, dell'idea che la sostiene,delle emozioni e dello stupore che essa suscita.
Aumenta così la possibilità di coinvolgere il pubblico e di accrescerne la sensibilità culturale.
 

 

 La canadese Angela Bulloch attraverso la luce e i suoni cerca di ricreare atmosfere suggestive.
"Blow up T.V." è l'ultimo  lavoro della serie "Prototypes"(2000).
Cinque colonne "pixel box" i cui colori luminosi cambiano a intervalli di un secondo.
E la successione dei colori è controllata da computer posti alla base di ognuna delle 5
colonne modulari,e i "pixel box" funzionano secondo il sistema RGB(redgreenblue).
Bulloch elabora digitalmente una decina di fotogrammi rendendo le immagini
irriconoscibili e trasformate in grandi quadrati colorati che, ad intervalli di un secondo,
si alternano ai "pixel box" modulari.


 

In "Mat light (Green,Red,Blue)"del 1997,Angela Bulloch mette in scena tre sfere luminose intermittenti che si accendono e spengono al passaggio dello spettatore.
E' la stessa Bulloch a definire il suo intervento:
"Lo spettatore e' un collaboratore,nel senso che esso definisce o percepisce il significato dei propri termini";cioe' la materia(il corpo dello spettatore) decide i ritmi e quindi i significati di quell'intermittenza immateriale(le luci),manifestando la consapevolezza della propria centralita'.

Ma qui ci sarebbe da legarsi anche al concetto di luce e all'uso che se n'è fatto e tutt'ora se ne fa nelle arti.

                 vedi Link
 
 

James Turrell usa come mezzo della sua arte la luce pura.La maggior parte dei suoi lavori non sono delle costruzioni insè ma dei progetti di luce.Si basano su campi di luce così indistinti che non è percepibile nessun punto focale.
Le luci sono posizionate da Turrell in ambienti chiusi così da ricreare, con le loro proiezioni sui muri,dei veri e propi oggetti materiali tridimensionali.

Le proiezioni del "Traversa-Angolo",come "Afrum" e "Catso",generano dei solidi come forme che sembrano occupare una regione ipotetica davanti le pareti.
In questo caso lo spazio tridimensionale di Turrell usa l'illusione di forme che non sono chiaramente definibili.
In altri progetti di luce,Turrell ha generato degli spazi tali che i visitatori,all'interno della stanza,al momento di una proiezione su una parete semplice,hanno avuto difficoltà ad individuare la posizione reale della parete.