Il venditore di caldarroste 

"Ogni persona che muore diventa una stella che trae la sua luce dai sogni dei bimbi, ma se i bambini non sognano più la stella muore."


 
Appariva di solito la sera all'imbrunire. Con lento incedere percorreva la via del paese. 
La sua ombra, allungata dal tramonto, accompagnava il cigolio del suo triciclo e se il vento tirava dalla parte giusta, il suo arrivo veniva anticipato dal profumo delle caldarroste. 
Era di un'età imprecisabile, aveva la barba bianca, i capelli brizzolati, se ne stava un po' curvo 
e lo sguardo era triste. Non parlava mai con gli adulti, ma quando i bambini gli correvano incontro un sorriso gli illuminava gli occhi ed ogni tanto raccontava una favola. 
I bambini erano come affascinati da quel vecchietto strano. Si raccontavano storie su di lui. Alcuni dicevano avesse due figli, un maschio grande e una ragazza. Altri invece dicevano che aveva solo una figlia grande e un grande amore. Ma nessuno sapeva dove abitasse, né come facesse a sopravvivere. Si, perché spesso regalava le caldarroste, soprattutto ai frugoletti. 
Un giorno fece una cosa strana, prima di arrivare in piazza si fermò in una pasticceria e comprò una fetta di torta e 40 candeline. –Per chi è? Chiese la commessa - Per nessuno - rispose il vecchietto- festeggio il quarantesimo non-compleanno di Junior.-
In negozio c'era un ragazzino nuovo che in quei giorni era diventato il capetto di un gruppetto di sbarbatelli.
Il ragazzino corse a raccontare ai suoi quella storia ed il gruppetto di mocciosi si accostò dietro al vecchietto cominciando a schernirlo... -Vecchio!- Gli gridavano. - Sei un vecchio pazzo!- Ma lui non se ne curava. Gli tiravano le pietre e lui continuava a guidare il su triciclo, ormai sgangherato, per la via principale del paese. Davanti il pentolone emanava sempre il caratteristico scoppiettio dovuto alla brace che ardeva. Ed il profumo di caldarroste riempiva la via. Arrancando arrivò in piazza, sempre con i bimbi alle calcagna che continuavano a deriderlo. Mangiò la sua fetta di torta e disse:- Vedete cari, voi vi comportate così perché avete perso i vostri sogni e sapete il motivo?- I bambini ammutolirono di colpo, come spaventati da quella voce che pareva innaturale. – Ve lo dico io – continuò il vecchietto – perché non avete ancora assaggiato le mie caldarroste, tenete ve ne regalo un sacchetto. - Il più grandicello del gruppetto, si avvicinò timoroso, prese il sacchetto ed iniziò a mangiare le caldarroste. Il vecchietto sorrideva. In breve tutti le stavano mangiando. Il vecchietto cominciò allora a raccontare:- Dentro ad ogni guscio si nasconde un sogno, alle volte questo sogno rimane nascosto per anni. Poi può avverarsi come per magia e da quel momento ogni cosa succeda dopo, ogni dolore che può capitare non sarà mai tale da cancellare quel sogno. Dovete sapere, miei cari che ogni persona che muore diventa una stella che trae la sua luce dai sogni dei bimbi, ma se i bambini non sognano più la stella muore. Abbiate cura dei vostri sogni, essi sono la chiave del vostro domani. - 
Detto questo riprese la sua strada verso il tramonto mentre il vento accompagnava il profumo delle sue caldarroste.
Nessuno lo rivide più, ma da quel giorno, guardando il cielo di notte, molti si sentirono meno soli.
 
 

Ary

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