cistite
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Le cistiti non batteriche rappresentano solo il 10-15% delle cistiti e riconoscono una nutrita serie di cause in taluni casi difficilmente identificabili, tanto più che la superinfezione batterica, sempre possibile se non addirittura favorita in tali condizioni, può concorrere a generare una notevole incertezza.

Cistiti da parassiti. Fra le possibili infestazioni vescicali solo quelle da Trichomonas vaginalis e da Schistosoma haematobium presentano una particolare incidenza. La cistite da Trichomonas è comparsa negli ultimi anni con sempre maggiore frequenza, specie nell'uomo, a causa probabilmente di una certa resistenza che il parassita tende a manifestare nei confronti dei farmaci e forse per una maggiore liberalizzazione dei rapporti sessuali a seguito dei quali avviene la trasmissione. Lo Schistosoma haemaobium, assai frequente nei paesi tropicali e subtropicali, è responsabile della Bilharziosi o Schistosomiasi urinaria. Il parassita, per la cui moltiplicazione necessita un ospite intermedio (chiocciola), si trova in acque dolci e può penetrare nell'organismo con relativa facilità attraverso soluzioni di continuo della cute o delle mucose.

Cistiti micotiche.

La Candida albicans, abitualmente saprofita, occasionalmente patogena, può es­sere l'agente eziologico di cistiti che si manifestino di solito in soggetti debilitati o sottoposti a prolungate terapie antibiotiche.

Cistiti chimiche.

Possono verificarsi in corso di eliminazione urinaria di alcune sostanze quali i derivati dell'anilina che, oltre al loro potere onco­geno, sono in grado di provocare anche stati di iperemia reattiva della mucosa. Tra i farmaci eliminati attraverso l'emuntorio renale, la ciclofosfamide può provocare lesioni chimiche vescicali in una quota del 2-4% dei soggetti trattati. Altri farmaci antiblastici (Thiotepa, Adriamicina, Cisplatino) utilizzati per istillazione nel trattamento o nella profilassi delle neoplasie vescicali, in una certa percentuale di casi sono responsabili di cistiti chimiche.esto
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 Cistiti fisiche.

Lesioni da agenti fisici, sotto forma di infiammazioni localizzate o diffuse, si hanno dopo elettrocoagulazione o elettroresezione vescicale di neoplasie, per azione di soluzioni troppo calde e soprattutto dopo esposizioni a radiazioni ionizzan­ti, specie nei soggetti sottoposti a radioterapia per tumori pelvici.

Cistiti ad eziologia sconosciuta.

In un limitato numero di casi è impossibile identificare l'agente eziologico della cistite. Non è improbabile che alcuni virus siano in grado di provocare flogosi vescicale; in particolare alcune forme dì adenovirus (tipo II) sono ritenute responsabili di cistiti acute emorragiche soprattutto in bambini. Il ruolo eziopatogenetico delle forme PPLO nelle flogosi vescicali è tuttora in discussione non avendosi ancora prove sufficienti per una loro responsabilizzazione.

La cistite allergica o ad eosinofili è una rara forma di flogosi vescicale, frequente soprattutto nelle donne, per la quale è stata invocata un'eziologia di varia natura: batterica, alimentare, farmacologica, da contatto (pomate o dischetti spermicidi).

Anatomia patologica

Nelle cistiti batteriche la distinzione fra forme acu­te e forme croniche trova il suo supporto nel diver­so reperto anatomo-patologico: nelle forme acute infatti le lesioni interessano quasi esclusivamente la mucosa mentre in quelle croniche coinvolgono gra­dualmente anche la sottomucosa e la muscolare.

Nella cistite acuta il collo ed il trigono sono le aree più frequentemente colpite; non raramente il processo infiammatorio si presenta diffuso a tutta la parete. La mucosa è iperemica e possono manifestarsi piccoli stravasi ematici sottomucosi. È sempre presente edema della mucosa, talora di aspetto gigante e pseudoneoplastico (edema bolloso). Col progredire della flogosi la muco­sa perde il suo aspetto vellutato, diviene friabile e disseminata dì numerose piccole ulcerazioni. Raramente, nei casi più gravi, l'infezione può estendersi agli strati profondi della parete, provocando la formazione di piccoli ascessi o addirittura di flemmoni, se la reazione locale non riesce a circoscrivere il processo. Dal punto di vista microscopico sono presenti tutti i segni dell'infiammazione acuta: focolai emorragici, infiltrazione leucocitaria, edema.

Cistite cronica. Il quadro istopatologico si esprime con aspetti di tipo regressivo, proliferativo e misto: la mucosa vescicale, ed a lungo andare l'intera parete, sono invase dalle tipiche cellule dell'infiammazione cronica (linfociti, plasmacellule); la proliferazione fibroblastica conduce alla progressiva fibrosi della parete con perdita graduale della sua elasticità. Ciò, oltre a ridurre la capacità funzionale dell'organo, ne compromette fortemente la contrattilità (ritenzione) ed infine determina gravi alterazioni della giunzione uretero-vescicale rendendola sia stenotica (uretere-idronefrosi) che incompetente (reflusso vescico-ureterale).

Cistite da Schistosoma haematobium.

La deposizione delle uova del parassita, in una fase iniziale, causa congestione ed edema della mucosa; successivamente si rendono evidenti anche ulcerazioni e proliferazioni vegetanti di tipo infiammatorio di cui è possibile la degenerazione neoplastica.

Cistite da cause chimiche e fisiche.

I quadri anatomo-patologici delle cistiti acute da cause chimiche e fisiche sono generalmente molto simili. Essi consistono in una congestione della mucosa con emorragie e talora estese ulcerazioni, cui si associano edema diffuso e infiltrazione leucocitaria interstiziale. Anche nelle forme croniche, che si instaurano per il persistere dell'agente flogogeno, le lesioni da agenti fisici e chimici sono molto simili. La mucosa vescicale va incontro ad ulcerazioni irregolari ed è facilmente sanguinante sia per la presenza di aree teleangectasiche più o meno estese, create dalle radia­zioni o dai farmaci, che per la caduta delle escare formatesi in seguito alla necrosi tessutale.

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