epilessia

 

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L'epilessia è caratterizzata dalla ripetizione di crisi epilettiche, cioè un’attività eccessiva dei neuroni cerebrali, che producono una " scarica epilettica" di energia, che si registra con l’elettroencefalogramma. Per fortuna il 70% delle crisi è controllabile con farmaci per cosi dire "sedativi", mentre il 30% non risponde alle cure. È fra le malattie neurologiche più frequenti: colpisce dalle tre alle sette persone ogni mille, circa 2 milioni e mezzo di persone negli Stati Uniti. In ogni paese la prevalenza è del 1%. L'incidenza è di 46,7 su 100.000 abitanti ogni anno e in Italia 25.000 casi all'anno.

 

Perche le crisi epilettiche?

Le cause che portano un encefalo normale ad attivarsi in maniera parossistica fino a provocare una crisi epilettica sono ancora in parte oscure:

  • Teoria dei canali transmembrana per gli elettroliti voltaggio-dipendenti dei neuroni che si possono aprire facendo "incendiare" la cellula; sono i canali del calcio e del sodio

  • Cause geniche per un gene mutato nel cromosoma 6 e codificherebbe per una subunità per un canale del Sodio voltaggio-dipendente.

  • lesioni pre-perinatali, che possono essere traumi da parto, oppure complicanze come l'anossia perinatale; infezioni perinatali (specialmente da Cytomegalovirus - CMV), malformazioni (come la lissencefalia, o l'eterotopia);

  • malattie cerebrovascolari, che modificano l'architettura cellulare a livello della lesione, con alterazioni anche a carico della rete dei neurotrasmettitori (ad esempio per il glutammato).

  • neoplasie, di cui spesso la crisi epilettica, più frequentemente di tipo parziale, ne è il sintomo di esordio; traumi cranici specialmente quelli aperti rispetto a quelli chiusi;

  • malattie infiammatorie come encefaliti, meningiti o infezione da virus HIV;

  • patologie degenerative, come la Malattia di Alzheimer. Una (sfortunatamente alta) percentuale di epilessie non ha una causa organica visibile alle immagini, pertanto rimane di tipo criptogenetico.

  • stimolazioni luminose intermittenti

  • deprivazione di sonno

  • abuso, o interruzione brusca, di sostanze alcoliche o sostanze psicotrope

  • alterazioni metaboliche (specialmente ipoglicemia)

  • iperosmolarità o, al contrario, iposmolarità

 

 

 

 

 

 

Le crisi epilettiche sono state classificate in

Crisi parziali: se cioè il focolaio epilettogeno è ben localizzato e, generalmente, anche se ciò è possibile, non si espande l’incendio ad altri neuroni (crisi parziali secondariamente generalizzate);

Crisi generalizzate nelle quali è coinvolta l'intera corteccia cerebrale fin dal principio della crisi, associate di solito a perdita di coscienza.

Ancora avremo in particolare :

  • A) Le crisi generalizzate, tipiche dell’epilessia primaria o idiopatica caratterizzate da mioclonie, cioè improvvise scosse muscolari degli arti o del tronco, che raramente provocano cadute a terra ma spesso fanno cadere gli oggetti di mano;

  • B) assenze, cioè improvvise sospensioni della coscienza della durata di 5-30 secondi, talora accompagnate da qualche scossa dei muscoli palpebrali; sono facilitate dalla respirazione forzata; C) crisi convulsive generalizzate, o grande male, caratterizzate da perdita di coscienza, irrigidimento tonico e scosse cloniche di tutta la muscolatura, con caduta a terra, morsicatura della lingua e talora perdita di urine; è la manifestazione epilettica più mportante e impegnativa, per i rischi di trauma ma anche per l’impegno respiratorio e cardiovascolare prodotti dalle contrazioni massive della muscolatura.

  • Le crisi parziali, divise in crisi parziali semplici e complesse, sono tipiche della epilessia secondaria sintomatica o criptogenetica . Si dividono in due grandi categorie,