STOMACO.Le ghiandole gastriche principali si trovano nel fondo e nel corpo dello stomaco e sono le più diffuse nell’organo. Sono collocate all’interno delle fossette gastriche (dalle 3 alle 7 ghiandole tubulari per fossetta). La parte di ciascuna ghiandola connessa con il fondo della fossetta gastrica è detta istmo, subito al di sotto di esso vi è il colletto, poi il corpo ed infine la base della ghiandola. Questa distinzione regionale è utile per comprendere la distribuzione delle cellule che concorrono a formare queste complesse ghiandole. Nella immagine sopra riportata sono evidenti i diversi tipi di cellule presenti in ciascuna ghiandola: cellule mucose, celle parietali o ossintiche, deputate alla secrezione di acido cloridrico e cellule endocrine.
La superficie antrale dello stomaco è ricoperta da cellule epiteliali mucose simili a quelle del collo delle ghiandole del corpo; sono assenti le cellule principali (secernenti pepsinogeno) e le cellule parietali, che secernono acido cloridrico.
Nella regione cardiale sono presenti ghiandole tubulari composte da cellule mucose; le cellule principali e ossintiche sono pressochè assenti.

Il succo gastrico
L’acido cloridrico è prodotto a livello delle cellule parietali; la sua funzione è quella di intervenire sulle prime fasi della digestione modulando il pH gastrico, parametro fondamentale per processi quali la sterilizzazione gastrica, l’assorbimento duodenale di ferro e l’attivazione del pepsinogeno in pepsina.
Risulta nocivo se è secreto in quantità eccessive o quando viene a contatto con mucose diverse da quelle dello stomaco. Le cellule parietali sono la sede della pompa protonica, dove viene secreto l’acido cloridrico. La secrezione scatta in risposta della presenza di cibo nello stomaco. La Pompa Protonica altro non è che un H+ -K+-ATPasi ossia un enzima presente all’interno delle cellule parietali che si attiva dando origine all’acido cloridrico.
La pepsina è un enzima indispensabile nel processo di digestione delle molecole proteiche, chiamato proteolisi primaria. Le cellule peptiche secernono un suo diretto precursore, il pepsinogeno, che viene attivato in pepsina, l’enzima attivo, ad un pH compreso fra 2,0 e 4,5. Di fatto non si parla di pepsina ma di pepsine, le cui differenze chimiche dipendono da un assetto genetico variabile (cromosoma 11): nell’uomo sono stati identificati 6 isozimi. La particolarità delle diverse pepsine è quella di essere inattivate ad un intervallo di pH tra 7,0 e 8,0.
La mucina è la sostanza secreta dalle cellule caliciformi; in effetti si parla normalmente di mucine in quanto esistono diverse varianti chimiche di questa sostanza. Le mucine sono glicoproteine ad alto peso molecolare il cui contenuto è dato da un 80% di carboidrati e da un 20% di proteine. Il loro ruolo insieme agli ioni bicarbonato, i fosfolipidi di membrana (costituenti della membrana cellulare) e l’acqua è quello di formare una barriera di protezione. Di fronte all’attività aggressiva di ioni H+ e pepsina, esistono:
• fattori di difesa preepiteliali: muco, bicarbonati e fosfolipidi di superficie;
• fattori epiteliali: resistenza e reintegro cellulare, fattori di crescita e prostaglandine, proliferazione cellulare;
• fattori subepiteliali: come la microcircolazione, che rimuove il materiale retrodiffuso, ed i leucociti con funzione di “spazzini”.
Nell’uomo lo strato di muco che protegge lo stomaco è di circa 1-2 mm. Esso forma una barriera fisica perché separa meccanicamente la superficie mucosa, ma anche una barriera chimica perché in grado di neutralizzare parzialmente la secrezione di acido cloridrico. La secrezione del muco è stimolata dal contatto meccanico col cibo e, durante la digestione, lo strato mucoso varia per spessore da un’area ad un’altra.
Insulti ripetuti di tipo chimico (alcool) o fisico (sostanze che irritano meccanicamente la mucosa), esauriscono la capacità a secernere muco e lo strato superficiale mucoso si lacera, lasciando la possibilità di retrodiffusione idrogenionica che provoca danno subepiteliale. La riparazione può avvenire con la risalita di cellule colonnari dalle cripte della mucosa.

Regolazione della secrezione gastrica
La mucosa gastrica secerne quotidianamente una quantità variabile tra 500 e 3000 ml di succo gastrico. Esso è costituito da muco, acqua, elettroliti (tra cui prevalgono idrogeno e cloro, pepsinogeno e fattore intrinseco).
Esiste una piccola secrezione basale continua di pepsinogeno e acido cloridrico, minima nelle primissime ore del mattino, ma la stimolazione massimale di questi due composti avviene con stimolo vagale. La gastrina, che è secreta a livello antrale e che viene prodotta dalla distensione gastrica indotta dal cibo e dall’innalzamento del pH gastrico, determina anch’essa una secrezione di pepsinogeno e acido cloridrico.
La stimolazione della secrezione acida gastrica avviene in tre fasi distinte:
cefalica, gastrica e intestinale, combinate fra loro:
1. nella fase cefalica le fibre del nervo vago sono eccitate da stimolazioni visive, olfattive o dal semplice pensiero del cibo. Esse, a loro volta, stimolano le cellule parietali, le cellule principali e le cellule dell’antro
pilorico a secernere rispettivamente acido cloridrico, pepsinogeno e gastrina;
2. la fase gastrica è costituita dalla secrezione di acido determinata dall’ingresso del bolo alimentare nello stomaco ed è probabilmente regolata dalla gastrina;
3.la fase intestinale della secrezione di acido è sempre attribuibile alla gastrina intestinale, ma è notevolmente inferiore come importanza rispetto alla fase cefalica e gastrica.
La quantità totale di acido cloridrico secreto in condizioni di stimolazione è direttamente proporzionale al numero delle cellule parietali presenti nello stomaco; ciò spiega l’effetto di riduzione netta della secrezione di acido che si ottiene con la resezione gastrica.
L’inibizione fisiologica della secrezione acida comprende anch’essa tre fasi:
1. una fase cefalica in cui la stimolazione vagale, visiva od olfattiva, diminuiscono;
2. una fase antrale in cui la diminuzione del pH nell’antro per la presenza di quantità adeguatamente elevate di acido cloridrico determina un’inibizione della liberazione di gastrina;
3. una fase intestinale, in cui la distensione dell’intestino tenue determinata dagli alimenti evoca un riflesso inibitorio.
La secrezione acida viene inibita da alcuni ormoni prodotti dalla mucosa duodenale e intestinale.

 

 

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