Fernando Pessoa - l'uomo di Porlock  - ii / v -

Una volta sveglio, pensò di scrivere quello che aveva composto; aveva già scritto una trentina di versi, quando gli venne annunciata la visita di "un uomo di Porlock". Coleridge si sentì obbligato a riceverlo. Passò con lui quasi un'ora. Ma al momento di rimettersi a trascrivere quello che aveva composto in sogno, si accorse di essersi dimenticato il resto; si ricordava solo il finale del testo - altri ventiquattro versi.
E' così che ci è giunto il Kubla Khan come frammento o frammenti, il principio e la fine di qualcosa di pauroso, di un altro mondo, raffigurato in termini di mistero che l'immaginazione umana può concepire, e di cui ignoriamo, con un brivido, quale sarebbe potuta essere la trama. edgar Poe (discepolo, che lo sapesse o meno, di Coleridge) non hai mai raggiunto, in versi o in prosa, l'Altro Mondo in modo così spontaneo o con la stessa sinistra pienezza.

III I