- L'impero mongolo -

Oscuro popolo di pastori e allevatori della steppa dell'alto Amur, a sud-est del lago Baikal, un popolo frugale avvezzo alla durissima vita della steppa (40 gradi sotto zero d'inverno e 35 gradi d'estate) diventa, nel giro di qualche decennio la razza egemone di gran parte dell'Asia, sottomette popoli di alta e raffinata civiltà, annienta onnipotenti dinastie, distrugge splendide città, trasforma in deserto plaghe fertilissime. E crea l'impero piu' vasto che il mondo abbia mai conosciuto, un impero che si estende dalle sponde del Pacifico alla Vistola, al mar di Levante, dopo che i suoi cavalieri si sono spinti fino alle sponde dell'adriatico. L'impero mongolo si estendeva dalla Polonia fino alla Siberia, da Mosca fino alla penisola Araba, dalla Siberia fino al Vietnam. In Cina, Kublai Khan fonda la dinastia Yuan
Grandi cavalieri, i mongoli lottavano a cavallo con incredibile efficienza. Erano in grado di colpire un bersaglio con l'arco con estrema precisione mentre correvano al galoppo. Gengis Khan aveva organizato l'esercito in unità decimali ed era in grado di impartire i comandi con estrema velocita' ed efficienza e muovere le truppe in battaglia come le pedine di una scacchiera. La tattica di guerra dei mongoli si basava sulla Velocita', la Sorpresa e l'Estrema Decisione. Le popolazioni che non si arrendevano venivano letteralmente trucidate e le loro città completamente distrutte. I fossati delle citta' fortificate venivano riempiti di prigioneri sui quali passava il turbine delle formazioni d'assalto mongole. (*) Abili nella guerra, i mongoli si rivelarono incapaci di governare
(*): secondo lo storico Rascid ad-Din, Gengis Khan avrebbe dichiarato un giorno che la vera felicità consisteva "nel fare a pezzi il nemico, metterlo in fuga, prendere i suoi averi, vedere le lacrime dei suoi cari, stringere tra le sue braccia le sue donne e le sue figlie"

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