Oppio

Al tempo di Coleridge si faceva largamente uso dell'oppio che era facilmente reperibile. Veniva liberamente prescritto dai medici per alleviare i dolori fisici e curare le depressioni. Veniva assunto in forma di tintura (laudano) e non era ritenuto una droga. Secondo la Schneider:

"Coleridge puo' essere stato in uno stato di "reverie" come dice la nota ...Nessun dubbio che egli abbia preso dell'oppio; forse, anche l'euforico effetto dell'oppio ha reso la composizione del poema meno faticosa . Ma egli era sveglio abbastanza, possiamo supporre... e non c'e' ragione di credere che il poema fu stampato senza revisioni e rifiniture, c'e' ragione di credere che il poema non sia stato scritto in una seduta. Infine non possiamo credere che l'oppio abbia determinato il carattere particolare del poema"(*)

Coleridge, durante il periodo 1791-1800 fece uso occasionale e moderato di oppio e quasi sempre per motivi medici. La svolta avviene nel 1801, quando una serie di malattie ("irregular Gout combined with frequent nephritic attacks") ed il clima umido, lo indussero a fare uso regolare e crescente di dosi di laudano. Ma la "cura" dell'oppio si rivelò ovviamente piu' devastante nei suoi effetti dei dolori contro i quali veniva preso. La sua vita, tra il 1801 ed il 1806, e' un caso emblematico di crescente ed, infine, incurabile dipendenza all'oppio. Coleridge ne era talmente cosciente che addirittura sentì il bisogno di denunciare il suo caso per mettere in guardia contro i pericoli di ciò che si era rivelata una potente e devastante droga.

(*): Schneider, Coleridge, Opium and Kubla Khan, pag. 88- 90 (purtroppo, la traduzione e' mia)