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La scarsità di monumenti antichi (sono attestati solo tre nuraghi) induce a ritenere che il territorio sia stato poco frequentato ed isolatamente abitato durante l'antichità. Tuttavia, la zona doveva essere attraversata da un percorso stradale romano. Nel 1928, mentre venivano effettuati alcuni lavori stradali, venne alla luce un ripostiglio di denarii romani riferibili ai secoli II e I a.C. Il tracciato viario romano partiva da Olbia e, attraversata la fertile regione dell'Anglona, raggiungeva Porto Torres. Durante il Medioevo, l'antica arteria faceva tappa ad Ampurias, centro di notevole importanza posto alla foce del fiume Coghinas. Elevato al rango di diocesi nel XI sec., esso perse ogni primato quando, nel 1503, la sede vescovile fu trasferita da papa Giulio II a Castelsardo. Si ignora la precisa ubicazione delle strutture edilizie di Ampurias, da alcuni localizzata presso la chiesetta di San Pietro a Mare.
Dalle montagne dell'interno - Aggius, Tempio - i pastori giungevano qui nella buona stagione e si trattenevano per qualche mese con gli armenti. Solo quando si crearono condizioni di maggiore sicurezza iniziarono a costruire i primi stazzi. Così sarebbe nato il primo nucleo di Badesi, secondo un racconto tra storia e leggenda: alla fine del Settecento un certo Antonio Stangoni avrebbe costruito la sua pinnetta (capanna) nella zona conosciuta ancora oggi come Li Pinnetti di lu riu, perché prossima al Rio Badu. Il piccolo agglomerato faceva parte del vastissimo territorio di Aggius, lontanissimo tra i monti, ed è stato duro ottenere, man mano che gli abitanti crescevano, i servizi indispensabili. Alla fine del secolo scorso Badesi era, con circa 600 abitanti, la frazione più popolosa del comune ma non aveva, come si apprende da questa strofa, ne fontana ne chiesa ne camposanto:
L'aggesi jà so mali, alchibusata, a no da li dina pa la funtana sapendi chi Badesi è una bulgata e paga lu zenso e la dugana. Badesi è mannu conte Bultiggiada, hani dittu di falli un campusantu, ch'eremi allonga da la Triniteli; hani rispostu: "Chena jesgia, tantu, campusantu non si ni pò fa mai".
(Gli aggesi son cattivi, fucilata, a non dar soldi per la fontana, pur sapendo che Badesi è una borgata e paga tutte le tasse. Badesi, grande come Bortigiadas, ha chiesto che si faccia un camposanto, che son lontani da Trinità, ed han risposto: "Ma non c'è chiesa, camposanto non se ne potrà mai fare"). Oggi Badesi ha tutte le strutture necessarie - dalla casa comunale alle scuole, dagli impianti sportivi all'acquedotto

Parrocchiale dedicata al Sacro Cuore

 

La parrocchiale dedicata al Sacro Cuore, che risale al 1900, è uno degli edifìci più antichi. Ora è accettabile la situazione delle comunicazioni stradali, altro problema cronico di questa zona, e si attende il completamento della direttissima Sassari-Santa Teresa.
Ma sono molte le novità e le prospettive che interessano oggi questo piccolo centro. Intanto è arrivata, nel 1969, l'autonomia da Aggius: gli abitanti - tra nucleo centrale e frazioni - erano allora circa 1550 e hanno superato in seguito i 1800. In questi decenni si è consolidato l'assetto economico. Ridotto ormai al minimo l'apporto dell'allevamento, è cresciuto quello dell'agricoltura, divisa in due settori: le colture pregiate - carciofi, pomodori ed altri ortaggi - della piana irrigua; la viticoltura della collina: gli ottimi vini - il Vermenino e un robusto rosso da pasto, prodotti in parte nella cantina sociale "La Marina" - sono già noti nell'isola e fuori. Ma il settore che presenta le maggiori prospettive, pur con qualche pericolo per l'ambiente, è il turismo: ha il suo punto di forza nella grande spiaggia che si stende dalla foce del Coghinas alle rocce dell'Isola Rossa, e nella zona retrostante delle dune (per le quali c'è una proposta di salvaguardia ambientale). Lavorano già a pieno ritmo alcuni alberghi, ristoranti, villaggi turistici e due campeggi, di cui uno comunale.