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...a tutta la gente di Barbagia

  Se fossi uno scrittore in queste pagine ci trovereste molte altre cose oltre alle immagini.
  Ci trovereste, forse, tutte le emozioni che non sono riuscito a fermare.

  Ci sarebbero i paesaggi arsi, duri, tagliati con il ferro, che precipitano di colpo verso la schiuma del mare. Ci sarebbero i silenzi della montagna ed il rumore dei ruscelli che ingoiano l'acqua lasciando arsa la superficie.
  Ci sarebbero il sudore sotto il sole e la sete in montagna ed il bar con il vino e gli amici.

  Ci sarebbe il freddo dell'inverno e di quella notte, bloccati dalla neve a Orotelli. Quando volevamo partire e gente meravigliosa, preoccupata per due sconosciuti, ce lo ha impedito ospitandoci.

  Se fossi uno scrittore forse riuscirei a parlare di quella notte a "Su Ninnieri", dei discorsi fatti, di quelli non capiti, del ritorno a notte fonda in auto con la testa fuori dal finestrino per vedere qualcosa in quella nebbia, parlando per non dormire.

  Se fossi un bravo fotografo non dovrei solo ricordare i panni stesi della signora Giovanna, che quella notte si erano trasformati in lastre di ghiaccio e forse sarei riuscito ad avere la foto di quella ragazza, bella nel sole, che giocava a palle di neve con il suo bambino, ma non avrei potuto mettere nella pellicola la cordialitą di Pino, Rosario, Francesco e tutti gli altri.

  Se questo fosse un vero libro ci sarebbero le discussioni davanti al camino, preparando le olive. Quelle nel fumo del fuoco, nella capanna dei pastori in montagna, con gli occhi che bruciano per il fumo e lo stomaco per il "Filu e ferru".
  I balli nei bar con una fisarmonica al centro, le prove di forza nella stalla, con una vecchia ruota di legno e soprattutto saprei parlarvi di quell'uomo vestito di pelli bianche che si allontanava per le strade del paese, quella notte, camminando verso uno spicchio di luna rossa.

  Se non avete mai conosciuto questo tipo di gente probabilmente non mi avreste creduto se avessi scritto di quel pomeriggio passato solo a cercare di salutarli e di come solo ad un quarto a mezzanotte siamo riusciti ad andare via, ubriachi, dimenticandoci le macchine fotografiche sul cofano dell'auto e di come, dalla paura, ci sia subito svanita la sbornia.

  Se fossi uno scrittore forse riuscirei a parlare dell'amore per una terra che non č la mia.

© testo e immagini Marco Marcotulli m.marcotulli@iol.it