Dai nostri inviati


 

Voci, rumori, "boatos". E qualche onesto, innocente e gustoso pettegolezzo sul mondo dei giornali. Intendiamoci subito: i malintenzionati che vogliono offrire al Barbiere non saporite notizie, ma perfide insinuazioni, saranno fermamente respinti. Chi ha qualcosa di interessante da raccontare e' invece il benvenuto. Manda dunque le tue notizie al Barbiere della Sera

 


 

29 Marzo 2001 – Il Corriere dello Sport va sulla Luna

Se ci fosse un nuovo gioco a pronostici, il Toto-poltrone, questa proprio non l'avreste azzeccata mai. Riccardo Luna che lascia "Republlica" per andare a fare il vicedirettore del "Corriere dello Sport". E non è un boato, stavolta: l'accordo con Italo Cucci e l'editore Amodei c'è già, e ieri mattina il trentaseienne numero due della cronaca nazionale di "Repubblica" ha ottenuto anche la benedizione del suo direttore, Ezio Mauro. 

 Ma che c'entra Luna con lo Sport? Se gli chiedi a bruciapelo qual è la maglia della Reggina, magari non ti sa rispondere . Men che meno se gli domandi che posto ha in classifica la Sampdoria nella serie cadetta. Lo ammette lui stesso: segue lo sport come un qualsiasi giornalista che di sport non si occupa, non è uno specialista. Ma è convinto di poter dare un bell'aiuto per far spiccare al "Corriere" un salto di qualità come giornale.

Luna va a occupare quel posto che sembrava ormai destinato a Roberto Renga del Messaggero, il quale, però, ha improvvisamente respinto l'offerta dopo aver detto in giro che avrebbe lasciato via del Tritone. Per trasferirsi da un giornale all'altro, del resto, Riccardo non deve fare nessun trasloco: gli basta prendere l'ascensore del palazzo di piazza Indipendenza a Roma, dove Repubblica occupa i primi cinque piani, e il "Corriere" il sesto e il settimo.

Giornalista parlamentare con una spiccata vocazione per il colore e per l'effimero, il bravo Luna non era solo il numero due della Cronaca, ma anche il responsabile degli album, quei supplementi usciti finora episodicamente (uno per i 25 anni del giornale, uno sulla Scala, uno su Verdi...) ma a cui proprio ora si era deciso di dare una cadenza mensile. Il nuovo responsabile degli album dovrebbe essere Aligi Pontani. Inoltre Luna curava anche il rapporto sulle migliori università, realizzato con il Censis e prima di lasciare Repubblica vuole portare avanti il lavoro di quest'anno. 
A Riccardo, a cui evidentemente ha portato fortuna la divertente polemica con il corrispondente da Berlino Andrea Tarquini, ospitata qualche mese fa dal Barbiere, gli auguri della nostra bottega.

Bds


29 Marzo 2001 – Il mistero della lettera sparita

Ma che fine ha fatto la lettera di dimissioni di Giuseppe D'Avanzo da vicedirettore di Repubblica? Sì, quella in cui accusava Ezio Mauro di fare un giornalismo "sushi", tutto frivolo e virtuale, di non valorizzare i giovani eccetera eccetera? Mistero, sparita. Nel giornale di Piazza Indipendenza è in corso una strana caccia al tesoro

 Il direttore si comporta come se quella missiva non l'avesse mai ricevuta. D'Avanzo si è forse reso conto di essersi mosso come un elefante in una cristalleria: in fondo, il suo obiettivo non era "rompere" con Repubblica, ma tornare a fare l'inviato e le inchieste. Anche lui, così, si guarda bene dal cacciare fuori lo scritto. E se ne guarda bene anche il comitato di redazione, criticato per questo da vari redattori che lo accusano di "aziendalismo".

 E' in corso perciò una raccolta di firme, per portare in assemblea tutta la vicenda, che comunque rappresenta un forte segnale di malessere al vertice del giornale. Ma non solo al vertice. Mauro ha appena assunto all'Ufficio centrale Claudia Arletti, che lavorava a Torino come caposervizio al Politico della Stampa. Molti si chiedono se quella posizione Repubblica non avrebbe potuto occuparla con una scelta interna. Insomma, c'è un clima mugugnoso, se non di incazzatura vera e propria.
Bds


29 Marzo 2001 – La Mondadori pubblica Satyricon su carta


Molto rumore per nulla! Il giudizio sull'ottusità censoria del Berlusca è stato decisamente avventato. È lui, in realtà, il vero campione italiano della libertà di pensiero. Altrimenti, perchè la sua Mondadori pubblicherebbe l'edizione cartacea di Satyricon?

 

Il progetto editoriale era in cantiere già da tempo. E non è certo stata la vagonata di fango ed imbarazzo che, la premiata ditta Luttazzi-Travaglio (o come direbbe Emilio Fede, Luzzati-Tranfaglio) hanno rovesciato addosso al cavaliere ed ai suoi bravi, a fargli cambiare idea.

 

All'ombra delle querce secolari che custodiscono la sua villa ad Arcore, Berlusconi coltiva una profonda passione per la libertà d'espressione e la satira. Lì dove nè Fini, nè Buttiglione possono vederlo, il leader della Casa delle Libertà, si sbellica di risate, leggendo le bozze del pubblicando Satyricon luttaziano.

 

Pare che alcuni suoi fidati consiglieri, abbiano tentato di fargli notare che la cosa può risultare molto sconveniente. "Presidente forse non lo possiamo fare!?!". Ma lui, pare abbia risposto, "Nella Casa delle libertà si! Qui facciamo un po' come 'zzo ci pare".

 

Insomma, grazie al mecenatismo puro e duro del cavaliere, chi non ha avuto la fortuna d'ammirare il guru Luttazzi intento a dare "lezioni di giornalismo" a noi poveri servi della gleba, vedrà comunque tutelato il suo diritto all'informazione.
Alla faccia del conflitto d'interessi!

N.D.M.


29 Marzo 2001 – Radio Citta' Siberia

A Radio Città Futura continua l'esodo dei giornalisti che s'erano detti contrari al fatto che i notiziari fossero gestiti dall'agenzia Area. Dopo l'allontanamento di Betta Ramogida, il clima s'è fatto ancor più "siberiano". La settimana scorsa due socie Alessandra De Luca e Maria D'Amico sono state espulse dalla cooperativa che gestisce Rcf

Le motivazioni? "Pretestuose - dice la D'Amico - Mi hanno mandata via perché ho "chiaramente contestato le scelte del Cda". Ecco quando:  durante la trasmissione del primo dicembre, raccontando che l'Associazione ascoltatori si era proclamata contraria all'arrivo di Area, ho detto "speriamo che questo sciagurato, definitivo cambio genetico di Rcf sia scongiurato". Un'espulsione per una frase del genere mi pare roba Unione Sovietica. E mi dispiace pure per il paragone".

La De Luca, invece, è stata allontanata perché non ha impedito alla Ramogida, appena licenziata, di entrare in redazione e fare un ultimo intervento in radio.

Altro provvedimento. A tutti i soci è stata spedita una lettera per ricordare che eventuali secondi lavori, in contrasto con quello in Rcf, vanno comunicati al Cda (l'unico a poter autorizzare il "conflitto di interessi"). La D'Amico: "Qui si lavora praticamente gratis: tutti hanno sempre avuto un altra occupazione. Qualcuno era favorevole ad Area, altri no: indovinate un po' chi avrà dei problemi?". Adesso i notiziari li fa la nuova redazione, capeggiata da Gianluca Cicinelli (proveniente da Area). 

Per il presidente della cooperativa Rcf, Nicola Roumeliotis, l'entrata di Area e i licenziamenti fanno parte invece di una "riorganizzazione editoriale e professionale", ma non "politica". I licenziati e l'Associazione ascoltatori pensano che sia esattamente il contrario. Il presidente dell'Associazione Roberto Giovannini: "Area è entrata nella cooperativa: ci era stato detto che avrebbe avuto solo due quote, ma risulta dai libri che ne hanno già sei. Un bel modo di comprarsi una frequenza da un miliardo con pochi spiccioli".
Costanza


28 Marzo 2001 – Secondo round. La Rocca vince per Kappao'

Vinco, torno e vado via. Umberto La Rocca, l'ex capo del Politico del "Messaggero" sbattuto improvvisamente l'estate scorsa a Macerata, ha inferto ieri una lezione micidiale al direttore Paolo Graldi e all'editore. Il tribunale di Roma ha accolto il suo reclamo, disponendone l' immediato ritorno a Roma. Ma a Roma Umberto è venuto solo per presentare la sua lettera di dimissioni: dal primo di aprile passa infatti al Politico della Stampa, prima a Torino, dove c'è fra l'altro un posto da coprire perché Claudia Arletti, caposervizio, se n'è andata a "Repubblica". Dopo un po' di tempo, Umberto dovrebbe trasferirsi nella capitale, nella redazione di via Barberini guidata da Federico Geremicca

L'ordinanza che ha dato ragione a La Rocca è stata deliberata collegialmente, presidente e relatore Amelia Torrice, e modifica la prima decisione del giudice Falato che, come a suo tempo abbiamo scritto, aveva rigettato il ricorso ex articolo 700 del giornalista del Messaggero, trasferito dopo alcuni interventi in assemblea in cui aveva espresso, assieme ad altri colleghi, serie preoccupazioni per l'autonomia della redazione

E' raggiante Mimmo D'Amati, l'avvocato che ha seguito La Rocca e che aveva impostato la sua difesa su tre punti: "Antisindacalità del provvedimento, dequalificazione professionale e mancanza di ragioni organizzative, perché - spiega - quel posto a Macerata era stato creato fittiziamente, non vi era alcuna necessità che giustificasse il provvedimento". 

Ma le cose si erano messe male, no avvocato?
"Già. Il primo provvedimento mi aveva sorpreso assai, anche per le sue motivazioni. L'originalità di questa vertenza sta nel fatto che i dipendenti non si sono contrapposti al loro datore di lavoro, e cioè alla Società editrice "il Messaggero" per ricavarne dei vantaggi. Si sono opposti, invece, a Franco Caltagirone". 

Ci scusi, ma non è Caltagirone, l'editore?
"No, e questo va compreso bene: Caltagirone è semplicemente un socio della Società editrice, che voleva usare la testata per interessi esterni. I giornalisti hanno difeso, paradossalmente, il datore di lavoro, la società editrice. Non chiedevano una lira, ma semplicemente la libertà dell'informazione. In questa loro battaglia i loro interessi coincidevano con interessi ben più vasti: quelli del lettore e di una società democratica". 
  

La soddisfazione per il successo di Umberto La Rocca resta comunque  mitigata dalla recente sconfitta del suo collega Franco Morabito, "deportato" a Pescara: lui aveva vinto il suo 700 in primo grado, ma l'editore ha ottenuto una sentenza favorevole dopo aver presentato reclamo. 

Il fatto poi che La Rocca vada alla Stampa, sembra esser stato preso, paradossalmente, con un sospiro di sollievo da Graldi e dai suoi più diretti collaboratori, il vicedirettore Ivo Carezzano in testa: per loro, il ritorno del giornalista e la sua presenza quotidiana nella sede di via del Tritone, più che imbarazzante sarebbe stato un incubo. 

Don Basilio


28 Marzo 2001 – L'Unita' affonda il Corriere della Sera

L'Unita' affonda il Corriere della Sera. Questa mattina infatti molti lettori del Corriere della Sera sono rimasti a bocca asciutta nelle edicole di Roma. Il Corsera infatti e' riuscito a stampare in tipografia soltanto diecimila copie circa. La rotativa si e' rotta a meta' del lavoro.

 Probabilmente la macchina non ha retto allo stress eccessivo. Prima di dare il via alla stampa del Corriere infatti, la rotativa aveva lavorato la mega tiratura con cui l'Unita' e' oggi tornata in edicola. A proposito, tanti auguri a tutti i colleghi di via Tomacelli dalla redazione del Barbiere della Sera.
Bds


28 Marzo 2001 – In omaggio, le lenti a contatto

Una coppia di lenti a contatto in omaggio? Basta essere nella mailing list di Publisystem Pr. La società di pubbliche relazioni ha inviato ad un folto gruppo di colleghi che si occupano di sanità un'offerta davvero irresistibile: "Prova subito le nuove lenti a contatto Proclear.

Consegna questo coupon compilato al centro ottico (...). Dopo una visita gratuita, solo su appuntamento, che accerterà l'assenza di controindicazioni al porto di letti a contatto, riceverai in omaggio una coppia di lenti della gamma Proclear".

Nel coupon deve essere indicata oltre alle generalità, la qualifica, la testata e l'editore. Domanda: quando leggeremo della 'bontà' delle nuovi lenti Proclear come potremo non pensare che l'articolista sia stato adeguatamente compensato?  

Shampoo


28 Marzo 2001 – Cinzia Felicetti e la Donna Cosmopolitan

Cari amici, qualche piccola informazione di casa Mondadori se già non l'avete. A Cosmopolitan, al posto di Silvia Grilli, come caporedattore centrale arriva Cinzia Felicetti da Tuttomusica. Prima di entrare in redazione farà un salto negli States per capire com'è la donna Cosmopolitan.

A Tuttomusica, con la partenza di Felicetti, oltre a quella del direttore Paola Jacobbi, di cui non si conosce ancora il successore, si creano dei bei vuoti. E per il momento l'azienda non ha ancora comunicato come intende riempirli.

Non può bastare certo la buona volontà (oltre la grande capacità professionale) di un redattore ordinario come Gianni Pollio, ultimo arrivato con contratto a tempo indeterminato ma non ultimo (da tempo) per la realizzazione del giornale a mettere tutto a posto. A meno che qualcuno non abbia pensato intelligentemente proprio a lui come futuro direttore. Salutoni
Emerotecaro


27 Marzo 2001 – Jumpy. "Meno posti per tutti"

“Nelle mie aziende non ho mai licenziato nessuno e ho sempre creato nuovi posti di lavoro” Così ha dichiarato, urbi et orbi, Silvio Berlusconi lasciando intendere in qualche modo che non c’è nulla da temere se la Casa delle Libertà andrà al governo del Paese.

Però, come la cronaca di questi giorni dimostra le cose non sono esattamente cosi’. Succede a Jumpy, il portale Fininvest dove si concentrano con sinistra coincidenza le tre I (Impresa, Internet, Inglese) predicate dal Presidente Insegnante per il futuro della scuola targata Polo.

Nel sito, fiore all’occhiello della new economy gestita dal giovane Piersilvio le cose, da un po’ di tempo non vanno bene. La quotazione in borsa, prevista per ottobre 2000 è slittata e probabilmente non si farà più.

E per far fronte ai mancati ricavi di Piazza Affari la soluzione scelta è quella negata da Confalonieri a  Massimo Carlotti, amministratore delegato di Mediaset, che, per questo e altri motivi, il 20 aprile scorso se ne è andato  sbattendo la porta: fondere i due portali  Jumpy e Mediaset on line in un unico superportalone che non si sa ancora se si chiamerà Jumpet on line o MediaJumpy.

Sin qui tutto bene. Peccato che in una fusione di questo tipo molte funzioni aziendali si trovino improvvisamente duplicate: due amministratori delegati, due direttori generali, due direttori marketing e così via sino a due centralinisti e due donne delle pulizie. Due di tutto, insomma, e... che spreco, signora mia!

Così a Massimo Armanini, 39 anni, amministratore delegato di Jumpy, tocca mettere giù una lista, pardon un file, con i nomi di 100 dipendenti del portale fininvestiano da licenziare. Cento su 160 in organico. E venerdì scorso sono state consegnate, nell’indifferenza più assoluta degli altri media, le prime lettere di licenziamento. Qualcuno ha pianto. 

Acqua di Cologno


27 Marzo 2001 – Il Messaggero s'è giocato il direttore generale 

Adesso il Messaggero non perde soltanto giornalisti. Valter Santangelo, direttore generale del giornale romano, ha rassegnato le dimissioni. Perché ha trovato un posto migliore da un'altra parte? No, a quanto pare. Non ancora, almeno. Le ragioni ufficiali non sono trapelate, ma le incomprensioni fra Santangelo e l'editore, si sussurra a via del Tritone, erano diventate insanabili, anche per un buon incassatore come il direttore generale del "Messaggero".  

La domanda è: quante soluzioni interne ha Franco Caltagirone, per coprire quella posizione? Pochine, è la risposta. Uno che si dà molto da fare è Alfredo Napoli, il capo del personale, che però non può ancora avere una visione strategica dei problemi dell'editoria: è arrivato al Messagero l'anno scorso, proveniente dalla Playtex, la nota azienda produttrice di reggiseni.

Un altro che ha dato le dimissioni dal Messaggero è l'inviato Giancarlo Dotto. E' confermata la notizia, data in anteprima da Dagospia.  

Dotto non è solo un giornalista sportivo molto apprezzato, ma un inviato ad ampio spettro, raffinato nella scrittura, autore fra l'altro di un bel libro su Carmelo Bene. Quindi, una grave perdita per il Messaggero. E' andato all'Espresso, sempre come inviato speciale, fra le braccia di Giulio Anselmi che lo apprezzava molto quando dirigeva il Messaggero.

All'Espresso, del resto, Giancarlo Dotto collaborava già da tempo, grazie a una deroga al patto di esclusiva ottenuta dal quotidiano di via del Tritone quando il direttore era Pietro Calabrese.  

Bds


26 Marzo 2001 – D'Avanzo a Mauro: "Fai un giornale sushi"

Il botto si e' sentito oggi ma la lettera con cui il vice direttore di Repubblica Giuseppe d'Avanzo si e' dimesso dal suo incarico risale alla scorsa settimana.

D'Avanzo, a quanto il Barbiere della Sera e' in grado di rivelare, ha mosso alla direzione di Repubblica critiche durissime. In particolare, il vice direttore ha accusato Ezio Mauro di tradire lo spirito di Repubblica, di penalizzare i giovani e le firme tradizionali del giornale, di fare un "giornalismo sushi", frivolo e virtuale.

Non siamo purtroppo in possesso della lettera di dimissioni altrimenti l'avremmo pubblicata. Ma questi sono i concetti, a grandi linee che d'Avanzo ha espresso, spedendo copia della missiva a Marco Benedetto, all'editore Caracciolo, a Eugenio Scalfari, a Carlo De Benedetti.
Bds


26 Marzo 2001 – Prego signore, questa lettera e' per lei

"Non e' stata una domenica tranquilla quella trascorsa da Indro e ne siamo stati diretti testimoni". Una frasetta, nel corsivo apparso questa mattina di spalla sul Corriere della Sera che ha messo un po' di inquietudine addosso a chi l'ha letta. 

Nel fondino, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, ha duramente attaccato coloro che, incapaci di vivere nelle regole di una societa' civile, ricorrono alla violenza delle parole (pesanti come pietre) e alle minacce.

Da quando, intervenendo alla trasmissione Il Raggio verde, Indro Montanelli ha pronunciato giudizi aspri su Silvio Berlusconi e sullo schieramento di centro destra, il decano dei giornalisti italiani non fa che ricevere minacce. Il suo telefono privato squilla spesso e dall'altra parte del filo c'e' qualche voce che glie ne dice di tutti i colori.

Ieri, come talvolta accade, Montanelli si e' concesso un pranzetto in compagnia del direttore del Corsera de Bortoli. I due se ne sono andati al ristorante (omettiamo di proposito il nome del locale) e grande e' stato lo stupore di Montanelli e De Bortoli, quando al tavolo e' arrivata una lettera indirizzata al vecchio Indro. Una lettera anonima, di minacce.
La lettera di qualcuno che conosce bene le abitudini dei due giornalisti.
A Indro Montanelli va la solidarieta' e l'affetto di tutti i colleghi che contribuiscono alla vita del Barbiere della Sera.
Bds


26 Marzo 2001 – I giudici: Rosanna merita la conduzione

Rosanna Cancellieri ha vinto anche il secondo round della sua causa con la Rai, e adesso dovrà essere reintegrata nella conduzione del Tg3 delle 14. O, almeno, l'azienda le dovrà offrire un incarico di importanza e visibilità equivalente.  La Cancellieri, estromessa dalla conduzione l'estate scorsa, aveva presentato ricorso urgente secondo l'articolo 700 alla magistratura del Lavoro di Roma, che le aveva dato ragione.

La Rai aveva reagito con tre mosse. Promozione di Rosanna a inviato speciale. Decisione di affidarle una rubrica, in via di definizione, sul made in Italy e ricorso - anzi reclamo, come si dice tecnicamente - contro la prima decisione sul 700. Con decisione del 20 marzo il Tribunale, riunito stavolta collegialmente, presidente Amelia Torrice, ha rigettato il reclamo, dando ragione per la seconda volta alla Cancellieri. Adesso, per l'azienda, non resta che il giudizio di merito, per il quale, però, possono passare anni.

 I tre giudici del Collegio hanno osservato che la rubrica offerta dalla Rai era di portata assai modesta, rispetto alla conduzione del telegiornale. Fra l'altro, ne era prevista la messa in onda attorno alle ore 13, fascia oraria in cui Rosanna sarebbe stata costretta a fronteggiare la concorrenza impossibile dei vari telegiornali. Ora l'azienda dovrà correre ai ripari immediatamente con altre offerte, a cominciare dalla conduzione. Altrimenti sarà costretta a pagare i danni, che si preannunciano salatissimi.
Bds


26 Marzo 2001 – La campagna di Priiimo…

E’ sceso in campo da tempo, adesso tutti si aspettano che scelga a chi consegnare le 52.000 firme che ha raccolto a favore di un’autonomia di Trieste nella Regione Friuli- Venezia Giulia simile a quella delle province di Trento e Bolzano. Si chiama Primo Rovis e nel capoluogo giuliano lo conoscono tutti anche perché due volte per settimana parla a ruota libera in uno spazio a pagamento sulla televisione locale Telequattro.

E’ miliardario, ex imprenditore del caffè e ha superato abbondantemente i settant’anni, anche se non si considera anziano. Né lo è, se è vero quanto ha dichiarato a Gianantonio Stella in un servizio sul Viagra pubblicato da Sette, che lo fa due volte al giorno senza bisogno di supporti farmacologici.

Giovedì scorso è successo un fatto insolito. E’ stato invitato -gratis- dall’emittente friulana Telefriuli dove ha letto in diretta una lettera di Gianfranco Fini, in cui il leader di An si dichiarava favorevole all’autonomia di Trieste. 

Parte la notizia (anticipata tra le righe nei giorni scorsi da Il Piccolo di Trieste, ma passata inosservata a Udine) e l’informazione si scatena in interviste a Primo. Che, come di consueto, non lesina parole in stile Vanna Marchi. Alla fine ringrazia e, soprattutto, chiede ai giornalisti con stupita insistenza
‘Quanto vi devo?’.

E se avesse scoperto, nel ‘nemico’ Friuli, l’esistenza di un giornalismo non mercenario?
La solita giornalista sconosciuta


26 marzo 2001 - Un'Amica che appesantisce il malloppo

 

Il malloppo si fa davvero pesante. Come peso. Da settembre, infatti, ogni sabato, il "Corriere della Sera" offrirà insieme a "Io donna" anche l'inserto casa di "Amica".

L'iniziativa della Rcs avrebbe dovuto partire in occasione delle manifestazioni fieristiche di aprile ma è stata rinviata per problemi tecnici.

Shampoo


23 marzo 2001 - Niente Cdr all'Universo. Lo dice il giudice

Il giudice lo ha deciso oggi: i colleghi del Gruppo Universo non possono avere un cdr. Perché? E' molto semplice: il Gruppo Editoriale Universo, giuridicamente, non esiste. Esistono invece numerose e piccole case editrici, che pubblicano i vari Grand Hotel, Viversani, Silhouette, Come Stai etc etc, e i giornalisti assunti da queste case non raggiungono il quorum necessario per avere un cdr. Quindi nisba. Così almeno dice il giudice.

In realtà le cose vanno diversamente: basti pensare alla scritta "Gruppo editoriale Universo" che campeggia nel palazzo di 4 piani a due passi dal Duomo di Milano. Oppure all'onnipresente Luigi Randello, amministratore delegato delle case editrici, che decide il bello e il brutto tempo in tutte le redazioni.

Per far valere i propri diritti così ai redattori di via Cusani non rimane altro che eleggere i fiduciari e sperare nel ricorso che verrà presentato nei prossimi giorni. E i rappresentanti dovranno darsi molto da fare: all'Universo, come scriveva l'ottimo Conte di Montecristo, si respira un clima da Lubianka con paghe al minimo sindacale e niente ticket mensa. Ai giornalisti viene anche 'consigliato' di non frequentare i colleghi del primo piano se lavorano al secondo.

L'azienda inoltre non gradisce affatto la sindacalizzazione delle redazioni: nei mesi scorsi aveva infatti invitato i giornalisti a disertare le urne approntate per l'elezione del cdr presso la sede del sindacato.
 

Insomma, il gioco si fa duro. E dai piani alti, quelli di Randello, giungono già le prime rappresaglie. Come rispondere? Resistere è l'imperativo. Combattere è la scelta.Ai colleghi di via Cusani va tutto il mio appoggio. Spero anche il vostro.
Kalamity

23 marzo 2001 - Inquinamento da direzione


Dopo la battaglia, la tregua. Anche se la guerra del traliccio è ben lungi dall’essere conclusa. Roberto Briglia, direttore dei periodici della Mondadori, ha trovato un’azienda privata esterna di suo gradimento, accettabile anche dai giornalisti trasferiti a Milano Oltre. 

Entro metà aprile
si conosceranno i risultati sull’inquinamento elettromagnetico nelle palazzine a ridosso dei tralicci Enel. Nel caso fossero superiori a quelli stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, Briglia ha preso l’impegno di risolvere la questione.

 

Si aprono comunque nuovi fronti. Dal ’93 in alcune testate del gruppo, in particolare Donna Moderna, si sono verificati veri e propri crolli psicofisici delle redattrici, che hanno portato anche ad assenze superiori ai sei mesi. Sull’inquinamento da direzione però è difficile trovare aziende private esterne di gradimento dell’editore… 

La ragazza del bar
22 marzo 2001 - Un po' di bla bla

Notizie inutili dai giornali su"blablanews.com". Online tutte le notizie da bar che si trovano sui giornali. L'idea è di Saro Trovato (fondatore di "metacomunicazione" ed ex Klaus Davi): "Si tratta di quelle notizie che tutti regolarmente leggono. Quelle veramente indispensabili e, allo stesso tempo, perfettamente inutili". Non il gossip nudo e crudo ma la parte più  divertente dei giornali. Sulla homepage di 'blablanews.com" sono a disposizione notizie aggiornate e classificate per argomenti con un archivio di oltre mille news degli ultimi tre mesi.
Shampoo


22 marzo 2001 - Aria nuova al Gazzettino

"Il Gazzettino" si rinnova. Luigi Bacialli premiato dalla diffusione (+3%) inaugura una nuova rubrica:l'intervista al lettore. Ogni giorno il quotidiano veneto pubblicherà un botta e risposta con un lettore preso a caso dall'elenco telefonico o dalle lettere ricevute dalla direzione. Una scelta, quella di Bacialli, neo direttore della testata veneta, per essere più vicino al popolo del nordest e che, secondo  indiscrezioni, gli sarebbe stata suggerita nientepopodimenoche' da Gianfranco Funari che insieme a Gigi diresse "l'Indipendente", il defunto quotidiano milanese che il duo Funari-Bacialli voleva trasformare nel "giornale della 'ggente'".
Shampoo


22 marzo 2001 - Indovinala, Grilli


Da "Cosmopolitan" a "Panorama". Silvia Grilli, caporedattore del mensile di moda e costume, dal 1 aprile assume analogo incarico nell'ufficio centrale del settimanale di Segrate. Una carriera tutta in salita, quella di Grilli, iniziata come cronista al quotidiano del pomeriggio milanese "la Notte", seguita poi dall'avventura torinese de "la Gazzetta del Piemonte" e de "l'Indipendente" di Vittorio Feltri. Poi, un anno di free-lance, l'ingresso in Rizzoli, collaborazioni di peso con "il Foglio" e, infine, "Cosmopolitan".

Shampoo


22 marzo 2001 - Defezioni a Libero

 

La redazione romana di "Libero" si sfoltisce. Marta Meli che si occupava di scienze e costume sbarca a "Stream", Fabio Torriero dal politico passa all'ufficio stampa dell'Ugl - il sindacato della destra - e Fabio Andriola, l'esperto di storia del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, si dedicherà alla libera professione e allo sviluppo del suo sito internet, "storiainrete.com" Tre uscite di peso dalla redazione di piazza Sant'Andrea della Valle che, unite alle defezioni milanesi, denunciano un malessere interno a "Libero" e mettono in difficoltà il Direttore.

Shampoo
20 marzo 2001 - Fermi tutti, c'e' Cesare

“Oe’, ma quello non e’ Cesare Previti?”. “Proprio lui…”.
Lunedi’ movimentato ieri a Panorama visto che la consueta riunione di redazione per impostare il numero e’ andata a pallino a causa di una visita inattesa. Quella dell’avvocato Cesare Previti che il direttore Carlo Rossella ha fatto prelevare all’aereoporto di Linate con una macchina della Mondadori

Cesarone ha fatto il suo ingresso in redazione e si e’ chiuso nella stanza di Rossella insieme con Rossella medesimo e il vice direttore Giorgio Mule’, entrambi in ottimi rapporti con l’avvocato di Silvio Berlusconi.

Rossella, Previti e Mule’ sono rimasti a chiacchierare per un paio d’ore mentre i giornalisti di Panorama (compreso Umberto Brindani, l’altro vice direttore non convocato da Rossella per l’occasione) si chiedevano cosa diavolo avessero da dirsi Previti e Rossella di tanto impegnativo. Di ipotesi, naturalmente, ne sono state formulate a iosa. Qualcuno ha tentato inutilmente di origliare, ma senza venir a capo di nulla.

Particolare curioso: ne’ l’amministratore delegato della Mondatori Costa, ne’ Roberto Briglia, direttore editoriale, sembra fossero al corrente della illustre visita.
Bds


20 marzo 2001 - Un Borghese senza tette

"Il Borghese" torna in edicola. Massimo Massano, l'ex deputato missino, editore del settimanale fondato da Leo Longanesi, sta mettendo in piedi la squadra.

Direttore editoriale Massimo Fini e direttore responsabile Gigi Moncalvo. Dieci redattori per 96 pagine, divisi in due redazioni: a Milano e a Torino. Data d'uscita: metà maggio.

Un settimanale, secondo le intenzioni dell'editore, con meno 'tette e culi' e più inchieste. Secondo indiscrezioni, già si sarebbero fatti avanti alcuni redattori di "Libero" . 
Shampoo


20 marzo 2001 - Lisbona on line

Debutto in rete per Giuseppe Lisbona. Ex "Prima comunicazione" e "il Giorno", Lisbona dirige "Ilte.net", il portale di news sul mondo della comunicazione della Ilte, in rete dal 19 marzo.

In questa nuova avventura editoriale Lisbona è affiancato da Anna Francavilla, ex "Informazione" e Conde' Nast.
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20 marzo 2001 - All'ombra del Torrazzo, la Voce di Cremona

Tutto pronto a Cremona per il varo del nuovo quotidiano del gruppo Donati. "la Voce di Cremona" ha trovato la sede, all'ombra del Torrazzo, e la squadra. Piero Piccioli, il direttore, ha assunto due disoccupati e quattro praticanti.

A fare la cucina del giornale, 24 pagine di cronaca locale, arrivano due 'rincalzi' dal "Corriere dell'Umbria". L'uscita è prevista per metà aprile.

Intanto, "la Voce di Mantova" sembra decisa a rompere il rapporto che la legava la cooperativa editrice con Donati per buttarsi nelle braccia di Andrea Riffeser che venderebbe "il Giorno" in panino con il quotidiano mantovano.
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19 marzo 2001 - Giornalisti in affitto

L'idea l'hanno avuta un mesetto fa. Dare vita a una specie di agenzia che assicuri, a chi le cerca, prestazioni di giornalisti. "Rent a journalist", noleggia un giornalista, è il nome della creatura di Marina Martorana e Pietro Ricciardi, immortalata anche in un sito Internet: "www.rentaj.it". Del resto, la contestata bozza di accordo contrattuale tra Fnsi e Fieg, prevede che pure il giornalismo si apra al "lavoro in affitto". 

"Ma attenzione - spiega al Barbiere Pietro Ricciardi, fondatore e titolare della società milanese "Editoria & Immagine"- Noi non avremo come interlocutori delle aziende editoriali. Tratteremo, invece, con imprese di altri settori, con organizzazioni di vario tipo e con enti pubblici. Non ci rivolgiamo necessariamente, poi, a colleghi disoccupati, ma pure a free-lance e, perché no, a giornalisti a tempo pieno".

 Esempio. La tale società cerca un moderatore per il tal dibattito? Ecco che "Rent a journalist" propone l'uomo giusto. Oppure, c'è da condensare in poche pagine un voluminoso rapporto, traducendolo nel contempo dall'aziendalese in un linguaggio più fresco e comprensibile? Detto fatto: vi forniamo la persona che fa al caso vostro. Prestazioni spot, insomma. Ma anche occasioni di lavoro di maggiore durata. "Rent a journalist" stringe i contatti con il committente, trova e ingaggia il giornalista e lo paga, dopo essersi trattenuta la sua percentuale professionale. 

Ovviamente, per essere pienamente operativa e avanzare le sue proposte alle aziende, "Rent a journalist" deve avere una sua banca dati, con i profili e i curricula dei giornalisti, distinti per settore di specializzazione. Ed è questo il grosso del lavoro che si sta facendo nelle ultime settimane, con una serie di incontri e di interviste tenuti da Marina Martorana. Se vi interessa, mettetevi in contatto con lei via Internet. Con un' avvertenza, a scanso di equivoci: non sono lavoretti in nero, questi, ma tutti con fattura o ritenuta d'acconto.
Bds


19 marzo 2001 - Dimenticare Rimini?


Caro Bds, ti ricordi la possibilità dell'arrivo a Rimini di Libero (non Infostrada) ma il quotidiano milanese di Vittorio Feltri che ha tra i boss e patron tal Patacconi, imprenditore di Rimini? Bene, è gia' saltato tutto. Non se ne fa piu' nulla.

Avevano incaricato una persona di fare recruiting/sondaggi (tal Marchi). Voci, di corridoio. Perche' di quotidiani, in città, ce ne sono tre e tre rimarranno. Nonostante le amministrative del 13 maggio: si vota per il sindaco di Rimini (Ravaioli, Ppi vs Lisi, Forza Italia-CL). Semmai ne arriverà un quarto di quotidiano - Il Messaggero, già presente in città dal '90 al '94 (circa 800 copie giornaliere con punte sopra il migliaio, se non ricordo male) - ma solo l'anno prossimo.

La testata romana ha aperto la sede a Pesaro. Ci lavora quello Stefano Passini che vi ha scritto giorni addietro, già al Messaggero Rimini e La Voce. Bravo, intuitivo. Vendono a 500 lire: stanno facendo una strage di copie e di concorrenza. Ma lasciamo perdere.

Torniamo a Rimini, Romagna. Bene gira di nuovo la voce che siano pronti a sbarcare in Riviera. Ma dopo aver fatto sondaggi, ricerche di mercato non tanto sulla pubblicità (miliardi vari), che in città non manca, quanto sul pubblico di lettori, visto come andarono le cose nel recente passato. Un anno non è poi tanto, ma 4 quotidiani in città reggeranno?
T.V. (tutto vero)


15 marzo 2001 - Noi ce ne andiamo con Mauro

La scorsa settimana l'azionista di maggioranza del settimanale "il Friuli" ha sollevato dall'incarico il direttore e fondatore Mauro Tosoni, sostituendolo con il vecchio direttore del quotidiano locale "Messaggero veneto" Gervasutti.

In tempi di campagne elettorali può essere considerato "ordinario" il tentativo di normalizzare un settimanale coraggioso per le sue inchieste e per la sua collocazione politica di sinistra, tuttavia è assai poco ordinario che tre redattori (quasi a fine praticantato) si dimettano per seguire Tosoni e non accettare la nuova linea editoriale, è assai poco ordinario che praticamente tutti i collaboratori del settimanale annuncino che la loro firma non apparirà più su "il Friuli", ed è sicuramente poco ordinario che queste notizie siano relegate tra le "lettere" dei quotidiani locali

Credo che Mauro Tosoni saprà spiegare meglio di me quanto è successo, il fatto che un'intera redazione venga estromessa dal suo giornale meriterebbe almeno un po' di spazio sui giornali
Saluti,
Paolo Fontanelli consigliere regionale FVG


13 marzo 2001 - A Tmc proclamati 10 giorni di sciopero

All'inizio dell'autunno avevano brindato speranzosi alla fine delle ristrettezze economiche e a una nuova, grande stagione dell'informazione. Adesso, i giornalisti di Telemontecarlo sono costretti a proclamare qualcosa come 10 giorni di sciopero perché la Seat di Pelliccioli anziché rilanciare le news, sembra sul punto di ridimensionarle drasticamente attaccando i posti di lavoro.

Tutti e 80 si sono riuniti in assemblea, decisi a difendere l'autonomia delle due testate, Tmc News e Tmc Sport: è proprio quest'ultima che rischia di più. L'assemblea vuole "presidiare" gli attuali spazi di informazione (tg, settimanali di approfondimento, rubriche) considera "imprescindibile" la diretta tv e difende "i livelli occupazionali". 

"Seat è un gruppo che fattura più di 1.800 miliardi l'anno - scrivono, nel documento che proclama i 10 giorni di sciopero, gli 80 giornalisti di Telemontecarlo - mentre l'informazione su Tmc e Tmc2, diritti sportivi compresi, costa 44 miliardi l'anno chiavi in mano. Un costo molto al di sotto del mercato attuale".

Bds


13 marzo - Ma che ci fa l'Ordine in caserma?

 

Questa è bella: l'assemblea annuale dell'Ordine dei giornalisti del Lazio e del Molise, si terrà il 23 marzo nella caserma Statilia della Polizia di Stato di Roma. Ma a chi è venuto in mente di scegliere una sede simile, e perché mai? Nulla di male, per carita', ma certo, i giornalisti che si riuniscono in caserma fanno venire un po' in mente una dittatura sudamericana.

A protestare è anche il Siulp. il sindacato unitario di Polizia, che in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, al ministro dell'Interno, al capo della Polizia e al presidente dell'Ordine dei giornalisti parla, giustamente, di "convocazione inusuale, almeno nei paesi a democrazia avanzata". 

Luigi Notari, il segretario nazionale del sindacato, chiede un intervento delle autorità e precisa di non avercela con il mondo dei media, al contrario. "L'iniziativa - dice - è a difesa e tutela della stampa che il costituente ha voluto autonoma e libera". E becchiamoci 'sta lezione dai poliziotti.

Bds
12 Marzo 2001– Se potessi avere, tre milioni al mese

Dopo aver scelto i 44 fortunati che saranno riassunti all’Unità, il direttore Furio Colombo e il condirettore Antonio Padellaro rischiano di trovarsi con una redazione non al completo. Tutta colpa delle proposte d’assunzione formalizzate venerdì scorso da Alessandro Dalai.  Il motto di Dalai è più o meno questo: giornalista da vent’anni e giornalista da tre, per me pari sono.

Le proposte contrattuali sono infatti divise per fasce che non tengono conto dell’anzianità, ma solo della funzione: ai redattori capo, 112 milioni lordi all’anno, ai tre inviati, con qualifica di caposervizio, tra i 90 e gli 80, ai vice caposervizio 70-80. Gli altri saranno assunti come redattori ordinari, senza distinzioni di sorta, e prenderanno tra i 64 e i 66 milioni all’anno.

Tutti insieme appassionatamente a circa tre milioni al mese, insomma, redattori di lunga data e new entry: per Sergio Sergi (ex corrispondente da Bruxelles) Dalai è disposto a spendere 80 milioni all’anno, se resta a Bruxelles (in Italia ne vale una quindicina di meno). Idem per Marcella Ciarnelli, ex vicecapo redattore, inviato speciale e giornalista parlamentare, ora aspirante redattore ordinario, e per Bruno Miserendino.

Il problema è che la nuova redazione non è fatta di giovani virgulti disposti ad accettare uno stipendio basso. Colombo e Padellaro hanno scelto per lo più giornalisti che hanno vent’anni d’anzianità. Dalai ha invece destinato al “monte salari”  la somma di 5 miliardi annui per 44 persone piu’ i collaboratori esterni. Forse troppo pochi.

 Venerdì 9 marzo, all’Unità, al sesto piano Dalai teneva i colloqui con i giornalisti, e al terzo Colombo e Padellaro tentavano di calmarne i mugugni. 

L’accordo con Dalai- si sostiene all'Unita' -  prevedeva che nei nuovi contratti si tenesse conto dell’anzianità di servizio. S’era detto che, rispetto alla vecchia gestione, gli stipendi sarebbero stati ridotti del 25 per cento: questo è vero solo nel caso dei redattori giovani, in certi casi lo sconto arriva al 40 per cento

“Devono fare uno sforzo di fantasia e differenziare le retribuzioni” dice Pasquale Cascella, che pure è un “privilegiato”, perché ha rifiutato un’assunzione come notista politico da 80-90 milioni l’anno, “cos’è questa semplificazione burocratica? La logica dello stipendio politico andava bene negli anni 70, quando un giornalista dell’Unità era pagato come un funzionario di partito. Bisognerebbe rispettare gli accordi e avere un po’ più di elasticità”.
Costanza


12 Marzo 2001– Baiocchi non Lega con Gnocchi

Giuseppe Baiocchi, direttore de "la Padania", dovrà rispondere di fronte al tribunale delle offese arrecate ad un suo ex collaboratore.

Questa breve storiella ha inizio il 27 luglio dello scorso anno, allorquando Baiocchi scrisse un corsivo breve e avvelenato, in prima pagina, intitolato "sepolcri imbiancati". 

Le poche righe al curaro vennero indirizzate contro tale Massimo Gnocchi, collaboratore da Gallarate (Va) del quotidiano leghista, passato in quei giorni a "Libero" di Feltri. In quel breve corsivo Gnocchi venne messo alla berlina a tal punto che perfino la redazione de "la Padania" prese immediatamente le distanze dal direttore il giorno successivo con una lettera votata in assemblea. 

Di fronte al Cdr, però, Baiocchi giustifico' il suo attacco come "politico", dato che, stando alle sue parole, era stato concordato addirittura con Umberto Bossi, segretario del Carroccio e direttore editoriale del giornale di via Bellerio.

Massimo Gnocchi (tra l'altro militante della Lega Nord) decise di querelare il direttore Giuseppe Baiocchi, chiedendo a lui, e solo a lui, i danni. Di questa vicenda, ora si sa che per Baiocchi dovrebbe essere fissato il processo per il prossimo 24 aprile.

Di fronte alla richiesta di rinvio a giudizio, di cui si bisbiglia nei corridoi della redazione,pare che ci sia il tentativo da parte dell'editore, su sollecitazione dello stesso Baiocchi, di esplorare qualche soluzione per non arrivare in tribunale. Magari offrendo a Gnocchi una qualche collaborazione col giornale. Ma Gnocchi e' veramente arrabbiato e avrebbe, tra l'altro dalla sua un paio di assi nella manica, che dovrebbe tirar fuori direttamente davanti ai giudici del tribunale di Monza. Baiocchi, che da tempo spera in una candidatura alle prossime elezioni, sta sui carboni ardenti.
After shave


9 Marzo 2001– Rimini val bene un inserto

Napoli non piace a Vittorio Feltri. L'iniziativa di aprire una redazione di "Libero" con vista sul Golfo si è arenata.

Il Direttore bergamasco preme, invece, per l'avvio dell'avventura riminese foraggiata dall'editore Patacconi. L'obiettivo è di attestarsi sulle mille copie sapendo che il "Corriere di Rimini" veleggia a quota 2.500-2.800 e la "Voce" di Alberto Donati  e del fratello di Celli (ex Rai...) è ferma a 1.500 copie contro il break even di 2000.

Ma sulla piazza riminese sarebbe in partenza anche un nuovo foglio, un free press edito dal locale sindacato degli edicolanti. Dunque, per "Libero" lo spazio è davvero risicato. In via Merano, sede della direzione del quotidiano feltriano, si sta quindi pensando anche ad inserti ad hoc per l'estate, tentando di conquistarsi il lettore sotto l'ombrellone.
Shampoo


9 Marzo 2001– Un bocconcino amaro per Luigi Cucchi

Al terzo piano di via Negri, alla direzione del "Giornale", si respira aria pesante. L'arrivo di un nuovo vicedirettore, Roberto Papetti (dall'economia del "Corriere") sarebbe poco gradita al vicedirettore Luigi  Cucchi.

Maurizio Belpietro
sembra, infatti, deciso ad avviare nuove iniziative editoriali  che riguardano proprio il settore di competenza di Cucchi, gli speciali. Si tratta di alcuni inserti che "il Giornale" offrirebbe ai propri lettori sui temi della salute e di internet. A curarli sarebbe proprio Papetti che, tra l'altro, si occuperà del settore economia precedentemente gestito da Osvaldo De Paolini che è diventato l'editore di "Borsa&Finanza".  

S
hampoo


8 Marzo 2001– Roberto Renga vicedirettore al Corsport

E così se ne va anche Roberto Renga, prima firma dello Sport del "Messaggero" e, forse, di tutto il giornalismo sportivo romano. Ieri lo ha chiamato Italo Cucci, direttore del Corriere dello Sport, per offrirgli il posto di vicedirettore vicario lasciato vacante da Enrico Maida, appena trasferitosi al "Messaggero" per fare il capo dei Servizi sportivi. 

Secondo i boatos che si sono diffusi dopo l'incontro, il trasferimento sarebbe cosa fatta. Nella tarda serata di ieri, però, qualcuno invitava a considerare la vicenda ancora interlocutoria.

Italo Cucci, direttore del Corriere dello Sport da quando Mario Sconcerti si è trasferito alla Fiorentina, aveva bisogno di un uomo al quale far trainare il giornale. Con l'attuale vicedirettore, il bravo Luigi Ferraiolo, da ventinove anni al Corriere e già delfino di Sconcerti, non ha quello che si definisce un vero e proprio "feeling". 

Non andava d'amore e d'accordo con lui già nella precedente esperienza al Corriere dello Sport, che Cucci ha guidato dal '91 al '95.  Per Renga, che al "Messaggero ha un contratto assai ben retribuito di inviato ed editorialista alle dipendenze del direttore, e che fa continue apparizioni nelle tv locali e nazionali, si prospetta un periodo duro di lavoro di macchina e di passa-pezzi all'interno del nuovo giornale. 

Il premio, però, potrebbe anche essere un giorno la direzione del Corriere dello Sport. D'altra parte, il Maida che è approdato in via del Tritone non è  solo un coordinatore dello Sport, è un uomo che vuole anche scrivere e che in qualche misura offusca la visibilità di Renga.

Nella partita si inserisce naturalmente Roberto Amodei, l'editore del Corriere dello Sport, desideroso di strappare una grande firma al "re di Roma" Franco Caltagirone. Anche perché "Leggo", il nuovo quotidiano gratuito partorito da Caltagirone, e distribuito da lunedì 5 marzo in tutte le stazioni romane, sta dando parecchio fastidio al Corriere: il tabloid diretto da Giuseppe Rossi, è infatti pieno di notizie sportive, con una cascata di servizi sulla Roma e sulla Lazio. Secondo voci peraltro da controllare, in questi primi giorni avrebbe riversato sulla piazza romana qualcosa come 200 mila copie al giorno.
 
Con la partenza di Renga, sono una ventina i giornalisti che hanno abbandonato nell'arco di un anno o poco più il quotidiano diretto da Paolo Graldi: all'incirca il 10 per cento della forza redazionale del Messaggero. Con un risparmio di costi, certo, di oltre 3 miliardi l'anno, ma anche con il rischio di una caduta di qualità. 

Bds


3 Marzo 2001– Caso Morabito. Caltagirone vince un round

Con una decisione da lasciare di stucco, i giudici hanno accolto il ricorso dell'editore Franco Caltagirone, trasferendo per una seconda volta a Pescara il redattore del servizio Interni del "Messaggero" Fabio Morabito.

Improvvisamente, a luglio, il direttore Paolo Graldi aveva trasferito in provincia due giornalisti che in assemblea avevano usato toni preoccupati circa la reale autonomia della redazione in quel giornale: Umberto La Rocca e Fabio Morabito. Per la verità Morabito era una "seconda scelta": in prima istanza la lettera di trasferimento era arrivata alla redattrice di cronaca Elisabetta Cantone, ma poi Graldi l'aveva ritirata perché la Cantone era delegata sindacale.

Morabito, una volta trasferito, aveva fatto ricorso ex articolo 700 e il tribunale di Roma, quest'autunno, gli aveva dato ragione. Ma l'azienda ha presentato a sua volta ricorso urgente contro la decisione del giudice del lavoro e l'ha vinta. I giudici hanno poi cancellato l'ombra di qualsiasi rappresaglia sindacale: altrimenti, hanno sostenuto, sarebbero stati trasferiti tutti coloro che hanno usato toni critici alle assemblee del "Messaggero".

Morabito, per avere ragione, dovrà aspettare adesso i tempi lunghi del giudizio di merito, visto che il tribunale del lavoro, a Roma, è ingolfato di cause. Quanto all'ex capo del Politico Umberto La Rocca, trasferito a Pescara, come sappiamo ha perso il suo ricorso ex articolo 700, ma gli avvocati hanno presentato appello, viste le debolissime motivazioni dell'ordinanza del giudice, di cui il Barbiere ha già informato i suoi lettori. 
Bds


2 Marzo 2001– Mondadori: Cambio. Anzi, copio 

Non appena l'Editrice Universo mette in pista una buona idea, ecco che Mondadori la copia, non prima di aver fatto razzia di giornalisti. Questo e’ cio’ che pensano all’Editrice Universo. Era già accaduto con "Cose di casa", un successo da 600 mila copie, alla quale gli uomini di Segrate avevano risposto con "Casa facile". Ma a mandare su tutte le furie Luigi Randello, editore dell'Universo, è stato l'ultimo prodotto berlusconiano, il neonato mensile di automobilismo "Cambio", una sbalorditiva fotocopia di "Al Volante", giornale che, in appena un anno di vita, era riuscito a superare "Quattroruote". Randello stavolta si è rivolto agli avvocati per sapere se c'è un modo per contrastare quest'azione che lui considera autentico plagio.

Ma andiamo per ordine. "Al Volante" è un mensile che si rivolge non al lettore supertecnico e sofisticato ma all'automobilista comune, usa un linguaggio poco forbito e cerca di rendere un servizio. Per le prove su strada, tanto per capirci, preferisce scegliere un'Opel Astra a una Bmw.

In pochi mesi schizza oltre le 400 mila copie e alla fine dell'anno scorso la pubblicità è salita del 33 per cento. Che ti fa Mondadori? Ingaggia il redattore capo Mario Fontana e lo piazza come direttore di una nuova iniziativa, "Cambio" appunto, che riprende pari pari il mensile già in edicola: stesso formato, stessa grafica, stessa posizione degli "strilli", addirittura stesse rubriche e stesse inchieste. Il primo numero di "Al Volante", nell'ottobre del 1999, aveva proposto un servizio sui seggiolini per i bimbi? Ed ecco che il primo numero di "Cambio", un mesetto fa, rilancia un'inchiesta sullo stesso tema.

Altro esempio. "Al Volante" ha una rubrica intitolata "Le auto chilometro zero", dove si segnalano gli affari costituiti dalle vetture che i concessionari devono assolutamente cedere entro una certa data, per accordi col costruttore, e dunque lo fanno a prezzo scontato:  "Cambio" riprende l'idea con lo stesso nome.

 "Al volante" esce con un listino prezzi che mostra, per ogni modello, la foto dell'auto in questione? "Cambio", che fra l'altro ha portato via alla testata concorrente il responsabile della rubrica, Vito Rovigatti e il grafico Massimo Bernardi, ripropone il listino con il medesimo lay-out. Il bello è che talvolta anche le parole combaciano. Sentite questo giudizio sulla Hyundai modello Trajet. "Al Volante": "Il motore a benzina fa il suo dovere, ma per i macinatori di chilometri conviene aspettare il diesel". "Cambio": "Arriverà la versione diesel per far sorridere i macinatori di chilometri". Roba da farsi davvero quattro risate.

Il prezzo di entrambi i giornali è fissato a 3.500 lire. Ma, nella fase di lancio, "Cambio" è uscito a un prezzo promozionale inferiore alla metà: 1.500 lire. Stavolta è stato "Al volante" a doversi adeguare, proponendo lo stesso mega-sconto. In attesa che gli avvocati dicano la loro, a guadagnarci sono i lettori-consumatori.
Don Basilio



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