Dai nostri inviati

Voci, rumori, "boatos". E qualche onesto, innocente e gustoso pettegolezzo sul mondo dei giornali. Intendiamoci subito: i malintenzionati che vogliono offrire al Barbiere non saporite notizie, ma perfide insinuazioni, saranno fermamente respinti. Chi ha qualcosa di interessante da raccontare e' invece il benvenuto. Manda dunque le tue notizie al 
Barbiere della Sera

31 Ottobre 2000 - Anche la Rai torna in Medio Oriente
Il volo è fissato per domani e, secondo quanto si è appreso, partiranno in tre: Ennio Remondino, Filippo Landi e Brunoro Serego, accompagnati da un rappresentante della direzione generale della Rai. La televisione pubblica ha deciso di tornare a occupare l'ufficio di corrispondenza di Gerusalemme, abbandonato in seguito al caso di Riccardo Cristiano, il quale invece è rimasto a terra. Per il momento Remondino, Landi e Serego dovrebbero lavorare a Gerusalemme come inviati e per un mese soltanto. Queste le decisioni del Consiglio di ammnistrazione della Rai. I tre porteranno all'ambasciatore italiano a Tel Aviv una lettera di presentazione firmata dal presidente della Rai Roberto Zaccaria. In Medio Oriente è tornato già da dieci giorni l'inviato di Tmc Paolo Argentini. Bds
31 Ottobre 2000 - Sallusti si sente piu' Libero con Feltri
Non e' ancora ufficiale ma quasi. Alessandro Sallusti, vice direttore di Panorama, se ne va a Libero con Vittorio Feltri. Non e' contento della sua vita al settimanale di Segrate dove non e' mai davvero riuscito a legare con l'ufficio centrale del settimanale e avrebbe dunque deciso di accettare l'offerta di Feltri. L'annuncio del divorzio dovrebbe essere imminente.
Bds
31 Ottobre 2000 - Gli svedesi all'attacco della Metro Milano
La sede della redazione non c'è ancora. Ma i giornalisti, una decina -quasi tutti ex Ifg Milano -, ieri l'altro, erano al lavoro per realizzare il primo quotidiano 'free press' milanese. E, a sorpresa, ieri 250mila copie di 
"Metro" sono state distribuite gratuitamente all'esterno dei mezzanini della metropolitana meneghina. Una decisione, quella di uscire, presa da Modern Times Group, un editore svedese già presente nell'analoga iniziativa romana, in meno di 48 ore, dopo l'annuncio ufficiale che "Il Giornale" di casa 
Berlusconi aveva vinto la gara per il quotidiano Atm. Il "Metro" milanese -in formato tabloid, 24 pagine, in quadricromia - uscirà cinque giorni la settimana. Un quotidiano dove gli avvenimenti sia nazionali che 
internazionali sono curati dalla redazione romana: a quella milanese, ovviamente, il compito di realizzare le pagine della cronaca cittadina.
Shampoo

31 Ottobre 2000 - Che fatica fare il tonno. Firmato: Palmera
Mamma mia che fatica fare il tonno. Tutto il giorno a nuotare scansando ami e trappole, sempre a ridosso del Transatlantico (quella della Camera, ovviamente) e sempre attento a non finire infilzato. Da chi? Ma come da chi, dagli squali. Ah, loro sì che sono beati. Hanno le zanne loro. Hanno denti da pescecani (bella scoperta), aguzzi ma così aguzzi che i poveri pescetti - cioè i politici - non possonno che finire sbranati. Dicono che siamo colleghi: ma va, quelli sì che sanno farsi rispettare, quelli sì che conoscono il mestiere, mica come noi, che denti non ne abbiamo e se vogliamo mettere in mostra qualcosa di acuminato non possiamo far altro che squadernare il nostro ingegno. Per non parlare delle squalesse: sono le più tremende, senza pietà davvero. 

E poi ora le cose sono peggiorate, da quando Re Squalo il Vecchio - Quaranta Guido lo chiamano, forse per la sua sovrumana dentatura anche se secondo me quello di canini ne ha ottanta... - ha fatto l'appello nella sua intervista a Sette e ha detto a tutti chi sono i suoi eredi. I mari tremano, le onde gorgogliano, i fondi sobbalzano. Sì, sì lo so quello che si dice. Che Re Squalo è talmente anziano che non vede più bene, che non sa più distinguere una cernia da un luccio, insomma che prede fischi per fiaschi seduto su un divano del Salone dei Passi Perduti.
Invidie. Maldicenze. Malevolenze. Se non ci credete, se non credete che che il Senile Sovrano è ancora capace di mordere, guardate quello che scrive. Sull'ultimo numero del suo settimanale ha azzannato eccome, spiattellando che i Ds hanno fatto uno studio in base al quale i collegi sicuri per le prossime elezioni sono appena 118 e loro ne reclamano 80 e dunque al resto della coalizione non rimangono che le briciole. Che colpo, che stile, che capacità. Non c'è dubbio, era e resta il migliore.
Però, però... Adesso che ci penso, ma sì quella notizia l'avevo data io e bella grande sul mio pacioccoso (la definizione è sua, ed è rivolta a me, sorbole) giornale romano qualche giorno prima, sette-otto diciamo. No, non è possibile. Ma proprio con quei numeri? Proprio. Proprio proprio? Proprio. Ma no, ma va, non ci posso credere. Vuoi vedere che allora è sempre la stessa storia, che siamo noi tonni, solcando tutti i giorni e senza un minuto di riposo i tempestosi flutti della politica, quelli che scovano le notizie - caposaldo della professione giornalistica, quasto anche Re Squalo dovrà ammetterlo - e senza di noi i poveri squali farebbero la fine dei pupazzi al Luna park, tre colpi un soldo? Ma no, ma va, non ci posso credere. 
Palmera (ovvero Carlo Fusi, del Messaggero)


31 Ottobre 2000 - Ricordiamo i colleghi uccisi nel 1999 
Nei paesi senza libertà di parola, 36 giornalisti sono stati uccisi nel corso del 1999 e 34 sequestrati. A fornire questi dati è stato il massmediologo Roberto Grandi, che ha parlato ieri a Bologna al Forum internazionale sull'informazione. Per i morti, tra il '98 e l'anno scorso c'è stato quasi un raddoppio. Tra gli intervenuti, la scrittrice e drammaturga serba Biljana Sblijanovic e Omar Belhouchet, fondatore del quotidiano algerino El Watan e designato dall'Istituto della stampa internazionale di Boston come uno dei 50 eroi della libertà di stampa degli ultimi cinquant'anni: "In Algeria - ha comunicato Belhouchet - quasi 60 giornalisti sono stati assassinati tra il '93 e il '97, 20 giornali sono stati chiusi, 30 giornalisti sono in carcere, molti sono stati costretti all'esilio. A volte ci chiediamo come abbiamo potuto fare a resistere, se non con una fede viscerale nella nostra professione". 
Bds
25 ottobre 2000 - "Torna a casa, Lerner"
Per portare a "Repubblica" Gad Lerner, Ezio Mauro farebbe carte false. E risulta al "Barbiere" che un tentativo molto serio sia stato condotto proprio nei giorni scorsi. Ma gli ostacoli sono due. Il primo, di natura economica: il contratto dell'ex direttore del Tg1 sarebbe ovviamente molto salato. E passi: ben più impegnativo, però, appare il secondo scoglio. E cioè il "niet" di Marco Benedetto, l'amministratore delegato, al quale Lerner non va giù per la sua antica militanza in Lotta Continua, gruppo extraparlamentare che non mise proprio il lutto al braccio quando le Brigate Rosse uccisero Carlo Casalegno, storico vicedirettore della Stampa

Non conta che il giornale torinese abbia dimenticato tutto, tanto da nominare in passato Gad vicedirettore. Sembra che quella storia, Benedetto, che è stato fra l'altro capo ufficio stampa della Fiat, non l'abbia digerita proprio. Intanto, sta per partire la corsa per una poltrona da vicedirettore. Non, come penserete, quella di Giuseppe D'Avanzo, il quale anzi, dopo una fase di gelo da lui stesso indotta, è tornato a pieno titolo nella sue funzioni. Quella, invece, di Paolo Garimberti che, nell'arco di sei mesi, andrà a pilotare la tv di Repubblica e per questo ha già lasciato, come si sa, a Laura Gnocchi, ex di Panorama, la guida del "Venerdì". 

L'accordo con Cnn, decisivo per varare la nuova tv, formalmente non è stato ancora sottoscritto, ma non sembra che vi siano ostacoli insormontabili. Per il posto di Garimberti, dunque, in "pole position" vi sarebbe l'attuale redattore capo centrale, Gregorio Botta. Se l'operazione andrà in porto, fra i possibili sostituti di Gregorio, Ezio Mauro penserebbe a Dario Crestodina, già vicedirettore della Stampa e attualmente capo della redazione di Torino di Repubblica. Ma questo sarà il tema dell'inverno. Anche al vertice della società editrice sono previsti spostamenti e promozioni. Paolo Dal Pino, attuale direttore generale passerà a guidare l'Armata Kataweb, quando questa entrerà in Borsa. In quel caso Fabrizio Grassi, oggi vicedirettore generale, prenderà il suo posto. 
Il Conte d'Almaviva


25 ottobre 2000 - Se Repubblica avesse "lu mere..."
Il numero di fax è lo 06 4457325, quello dell'ufficio del Personale di Repubblica. Se siete interessati a un posto di lavoro nella nuova redazione di Bari, che il quotidiano romano aprirà a gennaio, spedite lì il vostro curriculum. E, se vi andrà bene, non dimenticate di mandarci una "mail" di ringraziamento. L'ufficio di Bari ha già il suo capo, Ettore Boffano, fino ad oggi barbuto vicecapo della redazione torinese.

Il suo numero due, con tutta probabilità, sarà l'attuale corrispondente, Domenico Castellaneta. Su Bari Repubblica punta molto, la piazza è ricca e l'avversario, "La Gazzetta del Mezzogiorno", viene considerato vulnerabile. Gli assunti all'ufficio di corrispondenza dovrebbero essere una dozzina. Anche a Cagliari, il secondo quotidiano d'Italia, aprirà presto una sede. Sembra che la sua guida sia stata offerta a Beppe Smorto, ex capo dello sport, ex vicedirettore di Tuttosport e attualmente vice del Venerdì, il quale, però, non avrebbe affatto gradito. 
Fiero il Levantino


25 ottobre 2000 - Pronto Paolo? Ricominciamo?
Finalmente una buona notizia. La Federazione degli editori propone la riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti, scaduto da un anno. Lunedì sera Alberto Donati, capo delegazione per gli editori, ha telefonato al segretario della FnsiPaolo Serventi Longhi per riprendere gli incontri, dopo che l'esecutivo della Fieg gli aveva dato un mandato in questo senso. Una seconda telefonata di Donati è arrivata alla Fnsi ieri mattina, prima che iniziasse la riunione della commissione contratto, che ha poi incaricato Serventi Longhi di procedere. L'agenda degli incontri non è stata ancora definita. 
Bds
25 ottobre 2000 - Calabro' ci mette una Pezzali
Lite alla "Scala" di Milano. Colpa di Sua Maestà Elisabetta d’Inghilterra. Marialuisa Pezzali, praticante a "Radio24", senza il passi per l'ingresso al Teatro, si è trovata in difficoltà nel raccontare agli ascoltatori dell'emittente del "Sole 24 Ore", nei giorni scorsi, quello che, all'arrivo della Regina, accadeva nel foyer del teatro milanese, dove peraltro c'era Giancarlo Loquenzi, uno dei responsabili dell'emittente. La collega sperava che il suo capo sopperisse ma Loquenzi non e' stato in grado di intervenire: "Sono un invitato". Così, ad aiutare la giovane praticante è intervenuto Antonio Calabrò, vicedirettore del quotidiano di via Lomazzo, che dall'interno del teatro ha improvvisato alcuni collegamenti telefonici con la radio. 
Shampoo
25 ottobre 2000 - A volte ritornano. Il Borghese
Massimo Massano (coeditore di "Libero") riporta in edicola "il Borghese". All'ex deputato missino che nel '97 riportò in vita il settimanale che fu di Leo Longanesi non è infatti, andata giù la decisione di chiudere la testata che Vittorio Feltri aveva preso su suggerimento di Urbano Cairo. Così, Massano torna in edicola con un settimanale però "rivisto e corretto": il Borghese "new version" offre 24 pagine più videocassette di film di Tinto Brass. Un binomio sesso e destra che aveva già dato buoni frutti sia sotto la direzione di Vimercati che quella di Feltri. Stavolta però direttore responsabile è Giuseppe Puppo, pubblicista torinese, collaboratore del "Secolo d'Italia" e della stampa finiana. Secondo indiscrezioni, Massano sarebbe anche pronto a tirare fuori dal cassetto "il Candido" di Giovannino Guareschi, testata che un altro deputato missino, il defunto Giorgio Pisanò, aveva ceduto al senatore Romano Misserville e questi aveva girato appunto a Massano.
Shampoo
25 ottobre 2000 - Chi ha ucciso Antonio Russo?
"Almeno una fonte ufficiale ha suggerito che un non meglio precisato servizio segreto straniero abbia avuto un ruolo fondamentale nella morte di Antonio Russo". E' quanto scrive da New York il Cpj, Comitato per la protezione dei giornalisti, in una lettera inviata al presidente della Georgia Eduard Shevardnadze, nella quale chiede che sia fatta luce sulla tragica fine dell'inviato di Radio Radicale, trovato morto il 16 ottobre scorso nei pressi di Tiblisi.

Il Cpj saluta con favore la decisione del presidente della Georgia di avviare un'inchiesta sul caso Russo e si augura che vengano individuati i colpevoli. "Nessn giornalista e' al sicuro se si permette che omicidi di questo genere rimangano impuniti", scrive il Comitato che ha per presidente una star della Cbs, l'inviato Walter Kronkite, e come vice Terry Anderson, giornalista dell'Associated Press rimasto per quasi sette anni ostaggio di terroristi islamici in Libano. Ha un sospetto, il Comitato. che il caso Russo sia in qualche modo in rapporto con il recente tentativo della Russia di togliere al Partito radicale transnazionale lo status di Organizzazione non governativa rappresentata all'Onu. Tentativo, per ora, fallito.
Bds


25 ottobre 2000 - Si possono fare foto a Treviso?
Questa e' carina. Un deputato ds di Padova, l'onorevole Piero Ruzzante ha presentato ieri un'interrogazione al ministro dell'Interno Enzo Bianco, in relazione al comportamento del sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini.

Il sindaco di Treviso, qualche settimana fa, ha inviato una lettera a una signora trevigiana di cui riportiamo un ampio brano: "Cara signora, mi e' stato riferito che l'auto a lei intestata (seguono modello e targa) e' stata vista sostare in via Gualpertino da Coderta, mentre il conducente scattava alcune fotografie alle scritte "Armata Gentilini". Poiche' e' nota la battaglia di questa amministrazione contro gli imbrattatori di muri pubblici e privati, sono a chiederLe di volermi gentilmente informare sui motivi per i quali sono state scattate queste fotografie, sintomo di un suo interesse, diretto o indiretto, al problema di cui trattasi. Certo di un sollecito riscontro, porgo distinti saluti".

Ora, la proprietaria dell'auto alla quale e' stata inviata la lettera altri non e' se non la mamma di un fotografo della Tribuna di Treviso. Il fotografo si e' fermato davanti alle scritte per immortalarle per il suo giornale. La lettera del sindaco appare quantomeno stravagante. Si possono scattare fotografie a Treviso?
Bds


23 ottobre 2000 - Messaggero, il silenzio è Blu
"Supertelefonini, l'asta affonda", titola in apertura di prima pagina il "Corriere della Sera" e sempre in apertura, con titolo sovrapponibile, gli risponde "Repubblica". "Blu pronta a gettare la spugna", risponde la prima pagina della "Stampa", "Blu si ritira, il governo perde 23 mila miliardi" osserva "Il Giornale". Tutti i quotidiani di lunedì hanno in prima pagina la clamorosa marcia indietro del consorzio guidato da Autostrade e British Telecom, con la cronaca dell'assemblea convocata in tutta fretta la domenica, che dava per scontata l'uscita dall'asta per il telefonino con accesso a Internet, uscita comunicata ufficialmente alle 9,30 di stamattina.
 

Tutti, tranne il "Messaggero". Per trovare la notizia del fatto economico del giorno, se non dell'anno, devi andare a pagina 16, dove ti accoglie una spalletta a due colonne con pezzettino di 30 righe. Come tutti sanno, l'editore del quotidiano romano, Franco Caltagirone, fa parte della sfortunata cordata, anche se con una quota azionaria minore: il 7 per cento. Per dirla tutta, anche l'altro quotidiano del gruppo, "Il Mattino", sottovaluta la vicenda, relegandola in tre colonnine taglio basso a pagina 9. 

Ora, cari Paolo Graldi e Paolo Gambescia, va bene tenere un profilo basso su vicende che riguardano il gruppo, ma non vi sembra di aver esagerato? Non vi pare che anche i vostri lettori abbiano il sacrosanto diritto di essere informati su una vicenda che ha valenza nazionale, per non dire internazionale?
Non è la prima volta che "Il Messaggero", per dir cosi', sottovaluta alcune notizie. Quando l'editore Caltagirone era in corsa per la privatizzazione degli Aeroporti di Roma, erano molto rari gli articoli su Adr. Ora che ha perso, invece, appaiono articoli e inchieste assai critici nei confronti della gestione di Fiumicino, e invece servizi molto piu' teneri sulla stazione Termini di Roma, gestita da una società di cui è azionista, per l'appunto, Franco Caltagirone. Poveri colleghi del "Messaggero". Adesso comprendiamo meglio  il perché di quella alluvione di "mail" con cui quasi ogni giorno ci investono, in cui sconsolatamente chiedono le attenzioni del Barbiere della Sera. Ragazzi, vi siamo, e vi saremo, vicini.
Bds


23 Ottobre 2000 - Telemontecarlo torna in Medio Oriente
Telemontecarlo torna al fronte. Paolo Argentini, inviato e vice capo redattore del servizio esteri, e' ripartito sabato per il Medio Oriente, e la rete appena ceduta da Cecchi Gori a Seat e' cosi' la prima Tv italiana a riprendere la sua postazione tra israeliani e palestinesi, abbandonata la scorsa settimana per motivi di sicurezza. Intanto, sul caso del corrispondente della Rai Riccardo Cristiano, ha preso posizione Aidan White, segretario generale della Fig (Federazione internazionale dei giornalisti), in cui si riconoscono ben 450 mila giornalisti di 100 paesi.
"I giornalisti devono poter assumere decisioni senza paura di rappresaglie, ne' nella regione ne' in casa propria", ha esordito White. "I giornalisti devono preoccuparsi di agire professionalmente e di non far nulla che pregiudichi l'attivita' di altri giornalisti in circostanze potenzialmente pericolose". Il segretario generale della Fig ha annunciato di aver appena lanciato un appello alle autorita' palestinesi e israeliane "a non manipolare la battaglia per la pubblica opinione", trasmettendo solo le immagini convenienti ai propri interessi".
Bds
23 Ottobre 2000 - Auguri a Buonassisi, sposo a 82 anni
Questa si' che e' una bella notizia. Il giornalista enogastronomo Vincenzo Buonassisi, 82 anni, si e' sposato ieri mattina con rito civile con la collega Anna Pesenti, sua compagna da quasi trent'anni. Il matrimonio e' stato celebrato nella sala conferenze dell'ospedale Morelli di Sondalo, dove Buonassisi e' ricoverato da circa quattro mesi. A officiare il rito, il sindaco di Sondalo Marco Muscetti, con Mike Buongiorno tra i testimoni. In abito scuro Vincenzo, in un grigio molto austero Anna, che ha 52 anni ed e' l'ex direttrice dell'Istituto Italiano dello Champenois. Un centinaio gli invitati e un tipico buffet valtellinese, in cui non mancavano bresaola, pizzoccheri e tradizionali frittelle. Agli sposini, gli auguri commossi del Barbiere della Sera.
Bds
23 Ottobre 2000 -Campionato di sciabola
Il giudice del lavoro di Roma ha ammesso la costituzione in giudizio dell'Associazione stampa romana nel ricorso d'urgenza, ex art. 700, promosso da Umberto La Rocca, fino ad aprile redattore capo del politico ed editorialista del Messaggero, contro il suo trasferimento forzoso a Macerata. Alla prima udienza, il 19 ottobre, sono stati ascoltati dal magistrato La Rocca e l'amministratore delegato del Messaggero Albino Majore.

Per l'azienda, difesa dall'avvocato Giuseppe Consolo, erano presenti anche il direttore Paolo Graldi, il vicedirettore vicario Ivo Carezzano, il direttore generale Walter Santangelo e il capo del personale, Vito Napoli. La Rocca, che nel trasferimento vede una ritorsione per i suoi interventi critici in assemblea e lamenta una dequalificazione professionale, è rappresentato dall'avvocato D'Amati, il quale non ha ancora precisato la lista dei testimoni di cui intende avvalersi. Si parla anche di grossi nomi del giornalismo nazionale, editorialisti ed inviati. 

Quando il giudice ha chiesto a Majore le ragioni del trasferimento, l'amministratore delegato ha risposto che l'azienda ha preso il provvedimento su richiesta del direttore Paolo Graldi. A La Rocca il magistrato ha chiesto se riesce almeno a seguire la politica regionale delle Marche. "No -ha risposto il ricorrente- anche perchè la sede della Regione è ad Ancona e quindi è di competenza di un altro caposervizio". 

Prossima udienza il 16 novembre. Intanto nei piani nobili del Messaggero è caccia a chi possiede la registrazione dell'intervento in assemblea del vicedirettore Carezzano, che parlò, a proposito del trasferimento, di "sciabolata dell'editore in risposta alla sciabolata della redazione che ha scioperato contro Caltanet". 

Si tenta di avere certezza delle parole esatte pronunciate da Carezzano, in modo da consentire all'avvocato Consolo di preparare la difesa. 

Erano giorni caldi, nei corridoi di via del Tritone c'era chi parlava di togliere il gradimento al direttore, reo di aver rotto unilateralmente il patto di fiducia con la redazione e sordo alle richieste del Cdr di incontrarlo per trovare una soluzione (anzi, da allora Graldi non ha mai ricevuto il sindacato e pare che Caltagirone gradirebbe un altro cdr, perchè con quello attuale non tratta). 
La mozione di sfiducia non si è mai concretizzata in assemblea, proprio perchè i pochi che avevano accesso dal direttore spiegavano poi in via confidenziale ai colleghi più incazzati che "il direttore ripete: non si può dichiarare la guerra e poi pretendere che non ci siano morti e feriti". 
Maximo


23 Ottobre 2000 - Continua la protesta a E'Tv
Prosegue la protesta di tecnici e giornalisti, a E' Tv e a E' Tv Antenna1, le emittenti emiliane di proprietà di Giuseppe Gazzoni Frascara, il presidente del Bologna calcio. Da ieri, gli spettatori vedono lo schermo oscurato, su entrambi i canali. La protesta durerà sino a questa notte. Gazzoni Frascara, infatti, è sempre intenzionato a licenziare ben 23 dipendenti sui 50 attuali. In onda, dunque, non va più nulla. Nè i comunicati commerciali, nè le striscie a pagamento semplicemente replicate, nè i notiziari, compresa la seguitissima - dai tifosi del Bologna - fascia sportiva Sport Today. Peraltro, all'acquisto di E' Tv Antenna1, l'emittente modenese del gruppo Gazzoni, è interessata la reggiana Teletricolore, che già possiede un'emittente radio, Radio Erre.
Idrolitina
20 Ottobre 2000 - Aspettando Blu
Il 19 ottobre alle 9. No: il 19 alle 14. E' iniziata realmente - più o meno - alle 15. L'orario di decollo dell'asta italiana per le cinque licenze Umts è divenuto via via più "elastico" a seconda dell'evolversi dell'umore (e delle intese) dei soci del consorzio Blu (Autostrade, Banca nazionale del lavoro, British Telecom, Edizione Holding-gruppo Benetton, Distacom, Italgas-Gruppo Eni, Mediaset e Palatinus-Gruppo Caltagirone).

Anche perché in ballo, oltre all'avvio della gara, c'era ben più che la partecipazione del sesto concorrente. Gli attriti tra gli azionisti di Blu sarebbero sorti nei giorni scorsi (secondo fonti vicine ai soci) per la richiesta avanzata dai soci italiani a British Telecom di aumentare dal 21% al 51% la propria quota. Il che avrebbe comportato il trasferimento alle casse del gigante delle telecomunicazioni inglese di una parte corrispondente dei costi (che stime variabili collocano tra un minimo di 17mila miliardi e un massimo di 25 mila miliardi) per l'acquisizione di una licenza e la realizzazione della rete destinata a trasmettere ai cellulari di terza generazione. 

Facciamo un passo indietro. Un lancio Ansa delle 9.45 del 17 ottobre riferiva che il Financial Times "dedica oggi alle traversie di Blu un un commento nella rubrica 'Lex' e un articolo in cui sottolinea che gli azionisti italiani del consorzio sostengono che la BT aveva preso un impegno informale 18 mesi a fa a portare la sua quota proprio al 51%.

Questi azionisti sarebbero pronti adesso ad abbandonare la gara per l'Umts se il gruppo britannico non terrà fede alla promessa". Peccato: l'Ansa dimenticava di riportare espressioni come "brinkmanship" (spacconeria) e "bluff" riferite ai soci italiani dall'anonimo estensore della Lex Column.

E poi, quale impegno può essere un "impegno informale"? Il Governo, in attesa di rimpinguare le casse pubbliche con i proventi della cessione di cinque licenze (le attese variano da un minimo di 35mila miliardi a un massimo di 70mila miliardi), tremava già all'idea di vedere venire meno un concorrente. 

Se ciò fosse accaduto, le autorità di vigilanza sulla gara avrebbero dovuto ridurre le licenze da cinque a quattro. Ciò avrebbe significato molto più che non una riduzione secca degli introiti pubblici del 20%: avrebbe ridotto la "pressione competitiva" sugli concorrenti rimasti in gara (come notava saggiamente il Financial Times), causando un'ulteriore contrazione dell'incasso per le Finanze. 

Tant'è vero che il ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale, meno di tre ore prima dell'orario previsto per l'inizio delle "ostilità" dichiarava con un filo di voce all'Agi (ore 12.46) che "se si parte si va fino in fondo" (traduzione: amici di Blu, non fate scherzi da prete). 

Salvo poi riprendere fiato appena resa nota (Ansa, ore 13.34) la decisione del consorzio di "correre per vincere": «Ci sono sei competitori e cinque licenze, spero che la gara duri molto perchè più dura più soldi intaschiamo, più soldi andranno a ripianare il debito pubblico e più soldi andranno a beneficio del mercato delle telecomunicazioni» (Cardinale all'Ansa, ore 14.06). 

Come non notare, per contrasto, l'assordante silenzio della maggioranza e dell'opposizione sulle piroette del consorzio presieduto da Giancarlo Elia Valori. Tutti zitti. Il fatto che l'orario di avvio dell'asta sia stato posticipato non ha suscitato alcun commento al mondo politico, che nelle scorse settimane si è invece prodigato nelle zuffe sull'operazione Enel-Wind. Eppure, tra i soci di Blu, oltre a grandi gruppi industriali privati, siedono (sia pure indirettamente rappresentati) tanto l'Eni (ancora saldamente in mano pubblica) quanto Mediaset (ancora saldamente in mano al candidato premier dell'opposizione). 

Ma d'altro canto, dopo aver già "lasciato per strada" i consorzi Tu Tlc Utilities e Anthill (ricorsi permettendo), l'Esecutivo avrebbe potuto permettersi di smarrire un candidato così prezioso e dal "pedigree" tanto nobile? Che dire, invece, del silenzio altrettanto corale degli altri cinque concorrenti? 

Scartata Wind (anche questa si appresta a finire in mano pubblica), possibile che Ipse 2000, Tim-Telecom Italia, Andala e Omnitel non abbiano avuto proprio nulla da ridire? Che l'Italia, da patria riconosciuta del cicaleccio e della ciacola (come dimostra proprio il boom della telefonia mobile) sia improvvisamente stata colpita da una epidemia di mutismo? Tutto ciò, al termine di questa prima giornata d'asta, peraltro non particolarmente prodiga di denari, fa sorgere spontanea una domanda. Un orario di decollo tanto elastico non sarà per caso segno (divino) che la gara deve portare a un atterraggio morbido per un concorrente di tale "peso specifico"? 
L'osservatore


18 Ottobre 2000, ore 19,00 - La Rai si scusa con i Palestinesi 2/ Celli sapeva tutto da ieri sera 
Ore 19,00. Il Barbiere della Sera e’ in grado di svelare nuovi particolari sulla clamorosa lettera del corrispondente della Rai Riccardo Cristiano pubblicata dal quotidiano arabo Al Hajat AL Jadida.

La crisi diplomatica Rai-Israele-Mediaset ha cominciato a prender forma nella serata di martedi’ 17 ottobre, alle 20,20 quando sul fax del direttore generale della Rai Pierluigi Celli e’ arrivata la lettera di Cristiano e la copia del giornale arabo che l’ha resa pubblica. Celli, a questo punto, ha immediatamente chiamato il responsabile della sede di corrispondenza di Gerusalemme, Claudio Accardi, affinche’ ordinasse a Riccardo Cristiano di imbarcarsi sul primo aereo per Roma. Cristiano sta infatti arrivando in Italia mentre scriviamo.

La lettera originale di Cristiano era indirizzata a un esponente di primo piano dell’Autorita’ Nazionale Palestinese, tanto che esordiva con un classico "Dear Sir...Sul quotidiano arabo, l’incipit e’ diventato "Cari amici palestinesi..."

Il riferimento alle "regole di comportamento della Rai", era legato, nella lettera originale a un cenno alla visita del papa in Israele e suonava piu’ o meno cosi’: "Noi della Rai continueremo a lavorare in Palestina come abbiamo gia’ fatto in occasione della visita del Papa".

Oggi, al Tg5 delle 13, il direttore Enrico Mentana si e’ scagliato con estrema durezza contro il comportamento del corrispondente della Rai e dell’azienda di viale Mazzini. La Rai ha risposto con un altrettanto duro comunicato negando che ci sia stata alcuna delazione, dato che gia’ Emilio Fede, il 12 ottobre, aveva pubblicamente rivendicato al Tg4 la paternita’ delle immagini del linciaggio di Ramallah.

Raggiunto dal Barbiere della Sera, Enrico Mentana ha rincarato la dose: "E come la vogliono chiamare se non delazione? Cristiano ha detto chiaro e tondo: guardate che quelle immagini non sono nostre, anzi, se le avessimo girate noi ci saremmo comportati diversamente. 

Ne abbiamo viste tante ma qui si gioca con la pelle delle persone. E infatti abbiamo richiamato i nostri inviati. Nel mio commento sono stato cosi’ duro anche perche’ il Tg5 e’ visto e seguito  in Israele. 

Mi meraviglia, non solo il comportamento della Rai ma anche quello dell’Ansa. Possibile che nessuno abbia visto quella lettera sul quotidiano arabo fino a quando non se ne e’ occupata la Tv israeliana? Possibile che a nessuno sia venuto in mente di farci una telefonata, di avvertirci di cio’ che stava accadendo? Che i nostri inviati potevano essere in pericolo? 

Gli inviati si possono richiamare facilmente e infatti sono sulla via del ritorno. Ma la corrispondente del Tg5 da Gerusalemme abita li’, vive in Israele. Cosa fara’ adesso? Ieri non era a Gerusalemme solo perche’ l’avevo mandata a Sharm el Sheik per seguire il vertice Arafat - Barak. Sulla via del ritorno, a Elat, mi ha chiamato. Aveva trovato decine di messaggi sulla segreteria telefonica di amici che la mettevano in guardia. Se e’ successo tutto ieri sera, perche’ io ho avuto il testo della lettera di Cristiano solo alle 12,30 di oggi? Chi e’ che si e’ messo a giocare con la vita dei nostri colleghi?. Questa sera, al Tg5, la nostra corrispondente raccontera’ come sono andate le cose".
Bds


18 Ottobre 2000 ore 11,00 - La Rai si scusa con i Palestinesi 1/
La Rai si scusa con l’Autorita’ Palestinese per la diffusione delle immagini del terribile linciaggio di Ramallah di cui sono rimasti vittime due soldati israeliani. Una stupefacente lettera e’ apparsa ieri  sulle pagine del quotidiano arabo Al Hajat AL Jadida, firmato da uno dei corrispondenti Rai da Gerusalemme Riccardo Cristiano.

La lettera dice piu ‘ o meno cosi’: "La Rai Tv non e’ responsabile della diffusione delle immagini relative agli incidenti dei giorni scorsi a Ramallah, realizzate e messe in circuito da una rete privata. La Tv italiana rispetta le regole di lavoro con l’Autorita’ Palestinese e intende continuare a operare in piena lealta’. State pur certi che questo non e’ il nostro modo di dar conto degli avvenimenti". Firmato Riccardo Cristiano.

Il telegiornale israeliano ha aperto la sua rassegna stampa del mattino con questa notizia.  Lo speaker di Gerusalemme ha detto: "Sentite questa, gli italiani si scusano per aver trasmesso il filmato del linciaggio di Ramallah. Speriamo che durante la trasmissione qualcuno ci telefoni per smentire questa notizia". Nessuno ha telefonato e nessuno ha smentito.

Che succede a Gerusalemme? Il Barbiere ha cercato (e tentera’ ancora) di ricostruire i retroscena che hanno portato alla diffusione delle terribili immagini di Ramallah e che ora hanno generato questa lettera di Cristiano. Come si ricordera’, le immagini del linciaggio sono state riprese da un’inviata del Tg4, Anna Migotto. Quando la folla ha fatto irruzione nella palazzina dell’Autorita’ palestinese per uccidere i due soldati di Israele, tutte le troupe televisive sono state allontanate (di quelle italiane ce n’erano due, una di Gabriella Simoni, di Studio Aperto, e un’altra del Tg4 di Anna Migotto). La Migotto e’ stata l’unica a rimanere sul luogo, grazie forse all’intercessione del suo cameramen palestinese.

Subito dopo, la Migotto ha trasmesso il suo pezzo a Milano, andato in onda prima su Studio Aperto e poi sul Tg4 e da quel momento tutti hanno chiesto copia della cassetta. In primo luogo il governo di Gerusalemme, per metterle a disposizione delle Tv israeliane e di tutto il mondo. A occuparsi dello smistamento del filmato e’ stata l’ambasciata di Israele a Roma. Le immagini sono quindi state messe a disposizione, gratuitamente, dalla struttura operativa di Mediaset, Rti.

Tutti i Tg, con maggiore o minore crudezza hanno mandato in onda le riprese della folla palestinese che lincia i soldati israeliani, compresa la Rai, con un servizio di Giovanna Botteri sul Tg3. E ci mancherebbe altro. Con una certa parsimonia ne hanno fatto uso anche la Cnn e la Bbc, in questo periodo accusate dal governo israeliano di tenere un atteggiamento eccessivamente filopalestinese (alcuni inviati delle due emittenti sono stati perfino convocati al ministero degli esteri israeliano per riceverne le lamentele).

Ora, c’e’ da spiegare la lettera di Cristiano. E’ probabile che i palestinesi abbiano visto i servizi della tv italiana e che Cristiano sia stato pesantemente minacciato. Il Barbiere non ha ancora potuto accertare se si tratta di un comunicato pubblicato da Cristiano a titolo personale o se si tratta invece di una iniziativa concordata con la direzione del suo Tg. Certo e' che questa mattina presto, in viale Mazzini, tutti coloro che sono stati interpellati dal Barbiere sono caduti dalle nuvole. Vale ricordare che nei giorni scorsi, Riccardo Cristiano e’ stato pestato durante una manifestazione palestinese a Jaffa.

Cosa vuol dire che "la Rai intende rispettare le regole del lavoro e il rapporto di lealta’ con l’Autorita’ Palestinese?. La Rai e’ in grado di spiegarlo? 



ATTENZIONE - INSERIMENTO FLASH DELLE ORE 14
Il direttore generale della Rai Pierluigi Celli ha anunciato di aver richiamato con effetto immediato Riccardo Cristiano dall'ufficio di corrispondenza di Gerusalemme. - Il richiamo a Roma - secondo un comunicato di viale Mazzini - e' avvenuto a seguito della pubblicazione su un giornale in lingua araba di una lettera privata di Cristiano, "che la Rai non condivide".

Un ulteriore mistero avvolge il filmato girato da Anna Migotto del Tg4. Corre voce, infatti, tra i corrispondenti delle tv di tutto il mondo, che di cassetta ce ne sia un’altra. Riprese in cui si documentano ulteriori scempi compiuti sui cadaveri dei due soldati di Israele. E’ vero? Solo la Migotto e il Tg4 possono saperlo.

Interpellato dal Barbiere della Sera il direttore del tg4 Emilio Fede ha commentato cosi' l'accaduto."Riccardo Cristiano? Io penso che un personaggio cosi' sia la vergogna del giornalismo italiano. Oggi devo vedere Pierluigi Celli e lo diro' anche a lui. Sia chiaro: io ritengo Riccardo Cristiano responsabile moralmente e materialmente di qualunque anche minimo danno che possa derivare dall suo dissennato annuncio alle inviate di Tg4 e Studio Aperto a Gerusalemme. Se succede qualcosa, giuro che vado io personalmente a prenderlo a calci nel culo per tutti i Territori. Nel frattempo ho gia' inviato un esposto all'Ordine dei giornalisti di Roma perche' intervenga nel caso".

Ma Fede fa anche un'altra affermazione importante che il Barbiere rilancia. E' vero, esistevano altre immagini del barbaro linciaggio di Ramallah. Il filmato proseguiva per le strade della cittadina palestinese, mostrando altri episodi di terribile violenza. Quelle immagini, dice Fede, sono state distrutte. "Ho valutato la situazione insieme ai miei giornalisti sul campo e ho autorizzato io stesso la distruzione del resto del filmato, per motivi di sicurezza".
Bds


17 Ottobre 2000 - Conflitti di interessi 1/ Enrico Cisnetto
"Ma ditemi un po’, vi sembra ragionevole che il gruppo paghi un tipo che ci spara addosso?". Non sappiamo se le parole siano state esattamente queste, ma il senso si’. Il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli questa volta se l’e’ legata al dito. La sua irritazione ha preso forme negli austeri corridoi di via Solferino quando qualcuno gli ha segnalato l’articolo di Enrico Cisnetto apparso sull’ultimo numero di Panorama. Nel suo pezzo, Cisnetto torna sulla vicenda Corriere- Cesare Geronzi che il Barbiere ha raccontato giorni fa.
In sostanza, e’ la tesi di Cisnetto, il famoso articolo che chiamava in causa il presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi, indagato dalla magistratura romana per alcuni crediti concessi a aziende, ma anche a giornali di partito e partiti, e’ stato il frutto di una serie di "contatti, poi disattesi, tra il giornale della Rcs e la banca". Cisnetto afferma inoltre che De Bortoli (che al momento della pubblicazione del pezzo era in Argentina, "ha aperto una sorta di inchiesta interna".
Insomma, un esercizio, non sappiamo quanto fondato, di dietrologia finanziar-giornalistica. Il Corriere della Sera ci fa comunque la figura del giornale che pubblica notizie con moventi diversi da quelli della pura informazione e cio’ non e’ bello. Che sia un giornale di proprieta’ di un gruppo concorrente (Mondadori) a sganciare di tanto in tanto un siluro, e’ normale. Lo e’ meno se l’autore del pezzo lavora anche per il tuo gruppo editoriale. Enrico Cisnetto infatti ha una rubrica di commento di fatti economici sul Mondo, settimanale della Rcs Editori. Insomma, un caso di conflitto di interessi. Rubrica, a questo punto, a rischio.
Bds
17 Ottobre 2000 - Conflitti di interessi 2/ Paolo Mazzanti
Anche in Confindustria si discute di conflitto di interessi. Il problema riguarda l’ex responsabile delle relazioni esterne dell’associazione degli industriali Paolo Mazzanti. Mazzanti, ormai da piu’ di un anno, ha cambiato lavoro passando alle dipendenze di Wind, la compagnia telefonica controllata dall’Enel di Franco Tato’. E fin qui, nulla di strano. Meno normale e’ che Mazzanti, dopo aver lasciato Confindustria per Wind, abbia ottenuto un contratto di consulenza con Confindustria, concesso dall’allora direttore generale Innocenzo Cipolletta (ora alla Marzotto), per prendersi cura della rivista Impresa e Cultura

Il contratto, che scade alla fine del Duemila, sta creando non poco imbarazzo agli amministratori di Confindustria, tenuto anche conto del fatto che Wind ha abbandonato l’associazione degli industriali, per protesta contro le accese critiche ricevute proprio da Confindustria in occasione dell’acquisto di Infostrada. Il Barbiere ha naturalmente interpellato Paolo Mazzanti che spiega: "Dire che curo una o piu’ riviste di Confidustria non e’ esatto. E’ successo che, quando sono passato a Wind c’e’ stato un periodo di interregno, prima che venisse scelto il mio sostituto. E quindi ho continuato a scrivere articoli anche per loro. Quanto all’uscita di Wind da Confindustria, e’ successo solo poche settimane fa".
Bds


17 Ottobre 2000 -E' mistero sulla morte di Antonio Russo
Il giornalista di Radio radicale Antonio Russo e’ stato trovato privo di vita ieri a circa 25 chilometri da Tiblisi, in Georgia. Le cause della sua morte sono tutt’ora sconosciute. Antonio Russo era un giornalista bravo. Di quelli che pedalano e, senza retorica, consumano le suole delle scarpe. Come tutti noi ricordiamo, Russo era stato uno degli ultimi giornalisti a documentare la pulizia etnica di Milosevic nel Kosovo e nelle ultime settimane inviava corrispondenze alla sua radio sulla crisi russo-cecena. Il Barbiere della Sera si unisce al dolore dei colleghi di Radio Radicale per la perdita di un amico, oltre che di un coraggioso corrispondente di guerra.
Bds
16 Ottobre 2000 - Politici, statevene alla larga
Chi ha ragione? Vediamo un po’. Sabato 14 ottobre, in un lungo articolo (e criticabile) sui suoi trenta giorni alla Rai, l’inviato del Giornale Mario Giordano ricorda che il 9 settembre, appena finito il telegiornale delle 20, il ministero del Tesoro ha telefonato a Saxa Rubra per protestare contro un servizio del medesimo Giordano. La frase e’ "Visco (e Prodi...) hanno telefonato infuriati". Il giorno dopo, domenica 15, il portavoce del ministro Visco, Giorgio Ricordy, scrive al Giornale negando che ci sia stata alcuna telefonata. 

Giordano risponde ancora piu’ irritato confermando che non solo i collaboratori di Visco hanno telefonato al Tg1, ma che anche il presidente del Consiglio Amato ha telefonato a Lerner (forse su sollecitazione di Visco) per manifestare un certo malumore per i servizi di Giordano. Insomma un classico.

Il Barbiere ha interpellato prima Giorgio Ricordy e poi Giordano

Ricordy: "Quella sera ero a Versailles con il ministro e ho chiesto alla mia segreteria di chiamare il Tg1 per avere una copia della cassetta. Non era certo una telefonata di protesta. Accade spesso che si chiedano copie dei servizi trasmessi dal Tg, anche per avere materiale di documentazione. Tutto qui. Giordano l’ha presa come un’interferenza nel suo lavoro. Non e’ cosi’".

Mario Giordano, interpellato dal Barbiere della Sera, spara a palle incatenate: "Primo, nella sua smentita Ricordy nega che ci sia stata una o piu’ telefonate. Cio’ e‘ falso. Dal ministero del Tesoro si sono lamentati col capo servizio di turno all’economico, Manuela de Luca e con lo stesso direttore Gad Lerner. La mattina successiva mi ha chiamato lo stesso Lerner, spiegandomi che dal Tesoro erano arrivate proteste e che lo stesso Amato si era fatto vivo. Non solo: in seguito Lerner ha avuto anche un incontro con il ministro del tesoro Vincenzo Visco. E’ puerile che Ricordy, che nella sua smentita nega ogni telefonata, affermi che si e’ trattato di un intervento di routine. Non mi risulta che alla fine di ogni Tg i ministri chiedano le cassette dei servizi in copia. E comunque, lo stesso Lerner mi ha confermato che il ministero si e’ fatto vivo non certo per complimentarsi del mio pezzo, bensi’ per protestare".

Ci rendiamo conto che i posteri avranno altro di cui occuparsi. Tuttavia noi crediamo che i politici debbano starsene alla larga dagli organi di informazione e che il mestiere degli organi di informazione sia (anche) quello di far incazzare i politici. La prossima volta, dalla segreteria del ministro, facciano scattare il videoregistratore, cosi’ avranno il materiale di documentazione di cui hanno bisogno senza star li’ a far telefonate che, oltre al costo per i contribuenti, sono sempre fastidiose.
Bds


16 Ottobre 2000 - Marilu', non te la prendere
L'ultimo numero de "l'Espresso" svela "la vera storia di Marilù Lucrezio, la giornalista segnalata all'ex direttore del Tg1 Gad Lerner dal presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Landolfi". Quaranta righe dedicate alla "precaria che salì in quota". L'autore dell'articolo ricorda che Vittorio Sgarbi ha definito Marilù come "la più buona e la più diligente tra le giovani giornaliste": affermazione, scrive "l'Espresso" che ha fatto saltare la mosca al naso "agli ex compagni (di Marilù, ndr) della scuola di Urbino che hanno scritto lettere infuocate a chi aveva preso le difese di 'quello che rappresenta il peggior male del giornalismo italiano'". Marilù, classificatasi 32sima su 500 all'Ifg di Urbino, dicono i ben informati, non l'ha presa bene. Si sente messa al bando da ex colleghi che si sono tolti qualche sassolino dalla scarpa approfittando de "l'Espresso". Anzi, di più, visto che l'autore dell'articolo è Marco Lillo, anche lui ex Ifg di Urbino
Shampoo
16 Ottobre 2000 - Sangue blu, sangue di bue
Sabato sera, Serata Tg1 su "Elisabetta, l'ultima dei Windsor". Una perla della simpaticissima Lina Sotis, presente in studio come "esperta". Parlando di vizi e vezzi dei reali d'Inghilterra, ad un certo punto la dolce Lina butta là, con l'aria di saperla lunga:"Forse è per questo che come cuoco è stato scelto un nobile". 

Occhi interrogativi di Lillìo Ruspoli e la Lina rincara soave: "Sì, il cuoco che cucinerà per il ricevimento a Roma in onore della Regina è un Colonna, magari di un ramo secco ma sempre un principe". Nel dubbio, Lillìo si adegua:"Beh, è la prova che noi abbiamo costruito tutto in questo Paese". Ahi, ahi, ahi Lina... Antonello Colonna è sicuramente un principe dei fornelli, un aristocratico del gusto, il suo ristorante a Labico in provincia di Roma ha una stella sulla Michelin, ed è osannato praticamente da tutte le guide gastronomiche nostrane. Ma tra i suoi manicaretti non c'è il sangue blu. 
Antonello è un uomo dolcissimo, un grande tifoso della Roma, che ha ereditato dal padre una onesta trattoria a Labico e ne ha fatto un tempio della cucina. E per fortuna questo, oggi, gli basta. Dopo aver scambiato Vissani per il nipote di Togliatti (avendolo D'Alema ribattezzato il Migliore), evitiamo di attribuire ad un cuoco che si chiama Colonna qualche quarto di nobiltà. Lui sicuramente preferisce i quarti di bue. 
Il verificatore di notizie


15 Ottobre 2000 - Curzi: "Forse non era il titolo giusto"
"No, non credo che rifarei proprio lo stesso titolo. Almeno avremmo dovuto mettere la notizia del linciaggio dei tre soldati israeliani in un catenaccio piu' evidente nella prima pagina". Il Barbiere della Sera raggiunge il direttore di Liberazione, Sandro Curzi, nel momento in cui sta lasciando la redazione per tornarsene a casa dopo una giornata di telefonate, discussioni e polemiche innescate da un severo articolo del Corriere della Sera in cui Giovanni Belardinelli ha fatto un bel liscio e busso a Liberazione e al Manifesto, peraver mimetizzato in sommari e pagine interne la notizia del barbaro linciaggio di Ramallah.

Il Manifesto ha fatto una mezza autocritica. Anche ValentinoParlato, in una breve intervista con Repubblica ha ammesso, con molti distinguo, l'errore. Poi ha ricordato che simili violenze si sono verificate anche in Italia all'indomani della Liberazione, quando il direttore del carcere di Regina Coeli, Donato Carretta fu linciato dalla folla inferocita e lasciato annegare nel Tevere.

Circostanza curiosa, anche Sandro Curzi ha ricordato, parlando col il Barbiere, lo stesso episodio. Il direttore di Liberazione nega tuttavia che il suo giornale abbia una posizione filopalestinese che lo ha portato a inguattare la storia del linciaggio dei tre soldati di Israele.

"Abbiamo solo pensato che la cosa piu' importante, in questa esplosione di violenza, fosse l'affossamento del processo di pace", spiega Curzi. "Noi non siamo ne' filopalestinesi, ne' filo israeliani. Casomai direi che il Corriere della Sera e' decisamente pro Israele. Riceviamo molte lettere dai nostri lettori che ci accusano ora di essere troppo tiepidi con Israele, ora di non sostenere con sufficiente fermezza la causa palestinese. Io stesso spesso rispondo a coloro tendono a non distinguere mai tra ebrei israeliani, per spiegare che in Israele ci sono molti cittadini arabi. Insomma, non volevamo nascondere nulla. Ho sottovalutato l'impatto che le immagini televisive del linciaggio hanno avuto nel pubblico. Tutto qui". 
Bds


13 Ottobre 2000 - Panorama. Santilli for President
Diciamo la verita': questo voto di gradimento della redazione di Panorama al nuovo direttore Carlo Rossella poteva andar meglio. Non tanto per i voti contrari che ha preso lui (14 piu' 14 astenuti), come ha riferito il buon Dagospia (www.dagospia,com), quanto piuttosto per la frattura emersa sulla votazione che ha riguardato l'ufficio centrale di direzione, ovvero i vicedirettori.

Con una procedura inusuale infatti, la redazione e' stata chiamata a esprimersi anche sui vice direttori. In genere non si fa. Ma questa volta e' stato lo stesso comitato di redazione a chiedere che alla redazione fosse consentito di esprimere un giudizio anche sui piu' stretti collaboratori del direttore.

Rossella ha detto di si', commettendo il suo primo errore di diplomazia interna. La redazione, gia' poco entusiasmata dal discorso della corona del direttore, ha avuto buon gioco nel far partire siluri a destra e a manca. 

Il discorso di Rossella ha deluso soprattutto per due motivi. Interrogato sulla linea politica del giornale, Rossella ha tagliato corto ricordando a tutti che lui "e' molto amico di Silvio Berlusconi". Come dire: ragazzi, non c'è trippa per gatti, siamo alla viglia delle elezioni e il nostro editore si chiama Berlusconi, ovvero il leader della Casa delle Liberta'. Regolatevi di conseguenza. 

In una redazione che si e' spesso mostrata gelosa della propria autonomia questo non e'piaciuto gran che. Il precedente direttore Roberto Briglia, conoscendo i suoi polli, avrebbe usato di sicuro toni piu' morbidi.

In secondo luogo, la redazione si aspettava probabilmente una parola piu' chiara sull'organizzazione interna del lavoro. Sono mesi che l'ufficio centrale del settimanale di Segrate e' percorso da brividi di nervosismo. I due vicedirettori Umberto Brindani e Alessandro Sallusti non sono cio' che si dice un esempio di sintonia. Lo si puo' notare anche nella gustosa mensa di Segrate, all'ora di pranzo, quando i due vicedirettori scelgono tavoli rigorosamente separati per assaporare un paio di zucchine lesse.

Il voto della redazione ha confermato l'esistenza di questa frattura. Il bello e' che ne' Brindani (che se l'aspettava) ne' Sallusti (che non se l'aspettava ma ci sperava) hanno ricevuto una piena legittimazione.

Ad altri due vice direttori, Pino Buongiorno e Pasquale Chessa, non e' andata meglio. A Buongiorno (41 no) qualcuno ha forse voluto far pagare il periodo di grande espansionismo vissuto durante la gestione di Andrea Monti e Pasquale Chessa (35 no) ha sofferto del giudizio critico che si da' in redazione del suo carattere. Chessa viene definito uno che va d'accordo a malapena con se stesso, un caratterino che non aiuta la stabilita' del clima interno.

Luciano Santilli, invece, giganteggia. Ha preso ben 57 voti a favore, pur essendo un vice direttore tutto sommato defilato sulle spalle del quale cadono tutte le rotture di scatole della burocrazia interna. Il merito di Luciano Santilli e' probabilmente quello di non aver partecipato, scansandosi con accortezza , allo scontro interno tra Sallusti e Brindani. In piu' Luciano ha sempre mantenuto buoni rapporti con tutti, a Milano e con la redazione romana.
 

Cio' che colpisce in definitiva, negli assetti di vertice di Panorama, e' oggi, non solo il clima di tensione che si continua a respirare, ma soprattutto l'assenza di un personaggio che spicchi nettamente per inventiva e personalita'. Il voto della redazione lo dimostra. L'ufficio centrale non ha un leader riconosciuto, ne' consacrato dal direttore.
Bds


13 Ottobre 2000 - Corsera Roma. Un dorso piu' magro
Dovevano essere diciotto, saranno solo undici le assunzioni per il doppio dorso a Roma del Corriere della Sera. La lista, salvo qualche ritocco all'ultima ora, sarebbe già pronta. Concordata e limata con il capo della redazione romana Antonio Macaluso, è nelle mani del vicedirettore Paolo Ermini, che la prossima settimana dovrebbe essere a Roma per avviare i 
colloqui. Sono decine le domande di assunzione presentate al Corriere. E chi teme di non farcela a Roma, si offre anche per la prossima edizione pugliese. Ma qualcuno, presente anche della lista degli undici di Ermini, è già stato contattato anche da Repubblica che vuole potenziare la Cronaca di 
Roma.
Marcos
13 Ottobre 2000 - All'Ansa non si parla del Messaggero
L'interrogazione parlamentare era dell'onorevole Carlo Leoni, Ds, rivolta al ministro del Lavoro Cesare Salvi. Voleva sapere, Leoni, che iniziative intenda prendere il governo perché al "Messaggero" la proprietà torni a rispettare "gli accordi sindacali, l'autonomia dei ruoli e una corretta informazione".
Si ricordava, nell'interpellanza, che al "Messaggero", da giugno ad oggi si sono già verificati quattro scioperi "originati, a detta del Comitato di redazione, da un atteggiamento del direttore e dell'editore mirante a negare ai giornalisti il ruolo di interlocutore e a comprimere gli spazi di espressione delle opinioni personali". 

Si ricordava che dal '74 al "Messaggero" vige un "Patto integrativo" che fissa la linea politica come laica, democratica e antifascista, patto che l'editore all'atto del suo ingresso, nel '96, si è impegnato ad onorare. Osservava infine, il parlamentare ds, che la Fnsi ha fatto della battaglia del "Messaggero" un caso nazionale.
La notizia dell'interrogazione è stata regolarmente inviata a tutte le agenzie di stampa e regolarmente passata da Italia e Adnkronos. L'Ansa, invece, non l'ha passata in rete. Pierluigi Magnaschi, direttore dell'Ansa è considerato molto vicino all'editore del "Messaggero" Francesco Gaetano Caltagirone, e "boatos" di prima dell'estate lo davano come prossimo direttore del "Messaggero".

Il Cdr intanto ha ripreso i suoi incontri con le forze politiche. Nei giorni scorsi ha avuto un lungo colloquio con Vannino Chiti, sottosegretario alla presidenza con delega per l'editoria. Anche Chiti si è detto preoccupato per il deterioramento dei rapporti sindacali.
Ora, al Messaggero,  tutti si preparano alla prima udienza per la causa promossa da Umberto La Rocca contro il suo trasferimento a Macerata. Appuntamento dinanzi al giudice il 19 ottobre.
Bds


11 Ottobre 2000 - Al Tg5, Mentana supedirettore galattico
Rimescolamento di carte al Tg5. Il 3 ottobre scorso il direttore Enrico Mentana ha incontrato il Comitato di redazione per illustrare il suo piano di riorganizzazione del giornale. Numerose le novita’. Mentana, innanzi tutto, come si sapeva da qualche tempo, assume la direzione di tutti i contenuti giornalistici dei New media di Mediaset, con il vice direttore Emilio Carelli per la parte Internet. Lamberto Sposini diventa condirettore del Tg5 e responsabile del nuovo settimanale Terra, con il capo redattore Sandro Provvisionato. Nella redazione di Terra lavoreranno Annalisa Spiesie, Daniele Moro e Donata Rivolta, piu’ qualche redattore assunto a tempo determinato (la prima assunta e’ Maddalena Labbricciosa). 

I vicedirettori del Tg5 saranno quattro: Massimo Corcione, vicario; Alessandro Banfi , responsabile della cronaca e dei corrispondenti, Andrea Pamparana che si occupera’ dell’edizione del mattino; e infine Vittorio testa, vicedirettore responsabile per il Nord Italia. Giancarlo Gioielli si occupera’, come vicedirettore, di Verissimo, la cui direzione, uscito Carlo Rossella (neodirettore di Panorama), torna a Enrico Mentana. Vediamo ora chi vince e chi perde in questo giro di valzer. Cesara Buonamici vince. Passera’ infatti alla conduzione del Tg5 delle 20, alternandosi con Sposini, Mentana stesso e Annalisa Spiezie.

Era un pezzo che la Buonamici aspettava questo momento. Complimenti e auguri. Emilio Carelli, da secoli al tg5, perde invece la conduzione delle 13 e passa a Mediavideo senza la qualifica, da lui ambita, di direttore. Sulla testa avra’ sempre Mentana, che si riprende la direzione di Verissimo e insieme anche quella di Terra. Non si sa davvero come fara’ a seguire tutto, considerato anche che Mentana e’ spesso presente nelle stanze di Cfn, il canale televisivo economico di Class, di cui Mediaset possiede una partecipazione. Conclusione, Mentana e’ fortissimo. Dirige praticamente tutto con sette vicedirettori ai suoi ordini. Mica male. Molto potere e, probabilmente, una vitaccia.
Bds


11 Ottobre 2000 - Gli hacker contro il Comune di Milano
Botta e risposta fra gli hacker del LOA Hacklab di Milano e il Comune di Milano, reo, secondo i ragazzi dell’Hacklab, di aver diffuso sul suo sito Internet nominativi e dati personali di cittadini che avevano fatto richiesta di certificati. Gli hacker (il cui laboratorio è ospitato dal deposito Bulk di via Niccolini, uno spazio occupato), dopo aver scoperto il fatto hanno diffuso la notizia con un comunicato stampa, parlando di una "grave violazione della privacy" da parte del Comune e presentando una denuncia al garante per la privacy. In effetti, il sito conteneva i dati personali dei cittadini in chiaro, e infatti il giorno dopo Emiliano Ronzoni, responsabile del settore Relazioni Esterne e Comunicazione del Comune ha ammesso l’errore. L’assessore comunale all’Anagrafe Giancarlo Martella dopo aver chiesto scusa ai milanesi per il "disguido" ha voluto aggiungere che "anche se l’avessimo messo per tempo in una cassaforte telematica, qualcuno avrebbe potuto scardinarla... In Italia manca un’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica, quindi siamo più esposti". Pronta la replica dell’Hacklab, di cui citiamo un estratto: "Le parole dell’assessore Martella sono un’ulteriore conferma dell’incompetenza tecnica di chi lancia accuse per tentare di eludere le proprie responsabilità... Forse se l’assessore si degnasse di venire a frequentare i nostri corsi qui al Bulk potrebbe evitare in futuro di rendersi protagonista di simili gaffe". Che dire? Uno a zero per gli hacker...
Bds
11 Ottobre 2000 - Giordano arriva, Liguori soffre
A proposito del ritorno di Mario Giordano al "Giornale" e del suo prossimo esordio sugli schermi di Mediaset, ci eravamo dimenticati di precisare che Giordano prendera' probabilmente possesso della rubrica quotidiana su Italia 1 , "Fatti e Misfatti", curata fino a oggi da Paolo Liguori, direttore di quel telegiornale in similpelle che e' Studio Aperto, o di una rubrica simile per formato e contenuti. A Liguori, confermano i soliti boatos, rimarrebbe solo l'edizione del sabato. L'operazione viene interpretata da molti come l'accelerazione della parabola discendente di uno dei piu' devoti berlusconiani mai esistiti sulla faccia della Terra, Paolo Liguori, appunto.
Bds
11 Ottobre 2000 - Pornogaffe dell'Ansa
E’ del giorno 7 ottobre, ore 18.40, il lancio dell’Ansa dal titolo USA: ELEZIONI; VOTANTI CERCASI, in cui si spiega come, per ovviare alla tradizionalmente scarsa affluenza alle urne nelle elezioni presidenziali Usa, quest’anno siano stati aperti diversi siti Internet per facilitare le pratiche per la registrazione al voto. La notizia è interessante; peccato che fra i "servizi più diffusi" per aiutare i potenziali elettori l’Ansa citi www.NetElection.com che, provare per credere, è un sito pornografico in piena regola.
Bds
10 Ottobre 2000 - Vespa: "Il vero crumiro e' Costanzo"
Più del contratto dei giornalisti, potè l'audience. Nonostante lo sciopero di due giorni dei colleghi della Rai, "Porta a porta" è andato regolarmente in onda, ieri sera.

L'ospite d'onore era Massimo D'Alema, gli ospiti - intervistatori Giulio Anselmi, direttore dell'Espresso e Carlo Rossella, neodirettore di Panorama. C'era Alessandra Sensini, medaglia d'oro di wind-surf alle olimpiadi di Sidney, accanto all'ex-presidente del Consiglio skipper. E c'era, naturalmente, il "patron" della trasmissione, al quale il Barbiere della Sera ha rivolto alcune domande.

Quoque tu, Bruno Vespa. Spiegaci perché hai deciso di fare il crumiro.
"Non ho fatto il crumiro, e poi dovreste rivolgere le vostre domande a Maurizio Costanzo".

Come sarebbe, "non ho fatto il crumiro"?
"Voglio dire che la Rai ha regolarmente ritirato la trattenuta dello sciopero dalla mia busta paga. Ho rispettato le decisioni del sindacato per tutta la mia vita professionale, io".

Già, ma "Porta a Porta" è andata in onda. O avevamo le traveggole?
"Ecco perché dovreste rivolgervi a Costanzo. A maggio avevo avvisato il segretario della Federstampa Paolo Serventi Longhi. Guarda, gli avevo detto, che questa è l'ultima volta che io sciopero mentre il "Maurizio Costanzo show" va regolarmente in onda. E' da vent'anni che Costanzo fa così. Ho chiesto a Serventi Longhi di sensibilizzarlo".

Cosa è successo, invece?
"Che, evidentemente, il tentativo di Serventi è andato a vuoto. Fatto sta che ieri ho chiamato Costanzo, chiedendogli se andava in onda. Lui mi ha risposto che sì, che per lui non cambiava nulla. E, allora, mi sono comportato di conseguenza". 
Bds


9 Ottobre 2000 - Il buon Mottola si vede dal Mattino
Al Mattino arriva come vicedirettore Giovanni Mottola, 54 anni. Ex vicedirettore del Messaggero (epoca Pendinelli), ex direttore del Tempo (quando l'editore era Caltagirone), consulente di Forza Italia per i rapporti con la stampa estera, Giovanni Mottola dopo la breve esperienza a OG di Alfio Caruso, era disoccupato. La scelta sembra sia di Franco Caltagirone in persona che apprezzò molto Mottola come direttore del Tempo e che vuole così riequilibrare la direzione del Mattino, troppo marcata a sinistra con Gambescia che viene dall'Unità e non ha mai nascosto la sua appartenenza al Pci prima e poi ai Ds. Si ricompone così il curioso duo Gambescia-Mottola, entrambi erano vicedirettori del Messaggero tra il 1991 e il 1993.
Bds
9 Ottobre 2000 - Me la squaglio con Class
In un sol colpo Paolo Panerai perde due uomini-macchina. Antonio Sonzini e Fabio Todesco lasciano Class editori. Sonzini (caposervizio) si occupava della confezione di "ItaliaOggi.net"- il settimanale dedicato alle tlc e new economy -, Todesco (vicecaposervizio) guidava il desk di "TurismoOggi", il quotidiano sul mercato dei viaggi distribuito solo in abbonamento. A sostituire Sonzini è Luca Bastia, già all'interno del gruppo di via Burigozzo, mentre la sostituzione di Todesco è rinviata di qualche giorno. 
Shampoo
9 Ottobre 2000 -Il Messaggero: scivolo per i poligrafici
Di qui a tre anni "Il Messaggero" non avrà più centralinisti alle dipendenze, nè dimafonisti a raccogliere gli articoli dei corrispondenti e nemmeno operatori grafici. L'azienda ha appena presentato ai sindacati un "Progetto di ristrutturazione e riorganizzazione" che in alcune funzioni fa ampio ricorso al lavoro esterno, in altre all'innovazione tecnologica, contiene promesse di riqualificazione interna e, soprattutto, dichiara esuberanti 90 poligrafici su 252 rimasti in forza al quotidiano romano. 

Non vi saranno, però, licenziamenti traumatici: si farà ricorso, infatti, ai prepensionamenti della legge 416, la quale concede uno scivolo di 5 anni ai lavoratori che ne abbiano almeno 30 di anzianità. I costi della ristrutturazione, insomma, verranno sopportati dalla collettività. Il programma ideato dagli uomini di Franco Caltagirone prevede un aumento del 10 per cento della diffusione nell'arco del triennio, ottenuto con una politica "di prezzo ridotto" nei confronti del lettore, che comporterà sacrifici in termini di ricavi di quasi 5 miliardi l'anno. 

Si annuncia anche un investimento di circa 11 miliardi sulle rotative, per portare la foliazione da 48 a 56 pagine, 20 delle quali a colori (oggi sono soltanto 8). Sono previsti poi interventi per far crescere il livello qualitativo del giornale, la "valorizzazione di firme" scelte per "autorevolezza e notorietà", inchieste e "analisi sociali nell'ambito della città" (Roma). 

La ristrutturazione si renderebbe necessaria perchè la fase di espansione della pubblicità potrebbe tramontare (ma intanto si inneggia all'anno Duemila, che sta portando un incremento degli introiti del 15 per cento) mentre il costo del lavoro aumenta, e la diffusione non dà grandi soddisfazioni (anche perché c'è Metro, esplicitamente citato nel documento aziendale, con 200 mila copie regalate ogni giorno ai romani che prendono la metropolitana). 
Bds


9 Ottobre 2000 -Myriam ci riprova col Business
"Sarà quello che una volta era Capital". Parola di Myriam De Cesco (ex direttore di casa Rizzoli) che sta realizzando "Business 2.0", mensile della new economy in edicola dal 13 ottobre. Il periodico - pubblicato dalla Futur Publishing -, secondo le prime indiscrezioni, sarà anche graficamente internettiano: finestre, link e scorciatoie per cogliere immediatamente la 'polpa' degli argomenti. Tra le firme di prestigio quella di Claudio Demattè e di Lorenzo Pelliccioli. Il primo numero di "Business 2.0" - versione italiana di un quindicinale americano che oltreoceano vende sulle 400mila copie - offrirà, tra l'altro, una inchiesta sulle start up. Shampoo
9 Ottobre 2000 - Gli slip di Franco Carlini
Il collega Marcello Oddini, direttore editoriale di Internet News e e-business news, ci segnala ciò che definisce un "esilarante infortunio" in cui sarebbe caduto Franco Carlini in un suo articolo dal titolo "Quando la Valley resta in slip rosa" uscito sull’edizione online del Corriere della Sera. In effetti Carlini, descrivendo la situazione drammatica in cui verserebbero le industrie informatiche della Silicon Valley, conclude il suo articolo dicendo che ora fra i dipendenti delle aziende che vanno a rotoli vanno di moda i "party in slip rosa". Evidentemente, Carlini si è "liberamente ispirato" a un articolo apparso su Wired , ma senza controllare il significato dell’espressione idiomatica americana "pink slip", che non significa affatto "slip rosa", bensì "foglio rosa", e nel caso specifico una lettera di licenziamento consegnata dall’azienda al dipendente (che, negli Usa, è tradizionalmente di colore rosa). 

I party a cui si riferisce, quindi, sono quelli organizzati dai dipendenti licenziati dalle aziende informatiche per consolarsi delle loro sventure, e le mutande rosa, ci spiace dirlo, non c’entrano proprio nulla.
 Senza dubbio, quello del buon Carlini può essere definito un peccato veniale. Ne abbiamo viste di peggio, eccome: quando si tratta di interpretare le lingue straniere, i giornalisti italiani si trovano spesso ad arrampicarsi sui vetri, e il rischio figuraccia è sempre in agguato. Tuttavia, questa è l’ennesima riprova che è sempre bene controllare con scrupolo ciò che si scrive, soprattutto se si traggono le notizie da altre fonti giornalistiche. Tranquillo, Carlini, per un peccatuccio così, nessuno ti presenterà il fatidico "foglietto rosa".
Bds


9 Ottobre 2000 - Torna a casa, Grillo
Mario Giordano ritorna al "Giornale". L'ex inviato del quotidiano di casa Berlusconi che aveva lasciato il foglio di via Negri per il Tg1 diretto da Gad Lerner ritorna sui suoi passi. Una decisione, quella del 'grillo parlante' caro a Gad, maturata dopo qualche settimana di silenzio e dopo un lungo colloquio con Maurizio Belpietro e con l'editore. Giordano ritorna al "Giornale" sempre con l'incarico di inviato e, secondo indiscrezioni, dovrebbe iniziare a collaborare anche con programmi delle reti Mediaset.
Shampoo
5 Ottobre 2000 - Gente, andateci piano con i Motori
In tempi di autovelox e telecamere in stile grande fratello, non si sfugge all'occhio vigile della Polstrada. Ne sa qualcosa Maurizio Donelli, al quale il 28 agosto è stata ritirata la patente mentre correva a folle velocità per le strade intorno ad Olbia, dove si trovava in vacanza. Cose che capitano, si dirà. Senonché MaurizioDonelli, altri non è che il direttore di Gente Motori, e solo pochi giorni prima dell'inconveniente che lo fatto rimanere a piedi, aveva scritto un editoriale contro chi mette in pericolo la propria incolumità e quella degli altri. 

Donelli, ritornato dopo un mese in possesso del prezioso foglietto rosa, fa un mea culpa con il Barbiere della Sera: "So di aver commesso una sciocchezza, andavo a 150 all'ora, ma non lo considero un delitto. In fondo girando su auto di grossa cilindrata può capitare di andar veloce. Capisco che può far sorridere sapere che è capitato proprio a me, comunque ho constatato che almeno la polizia stradale funziona". 

Per sorridere sorridiamo, ma a denti stretti e speriamo solo che il direttore non voglia fare altre constatazioni sulla prontezza della polizia stradale. Per il nostro bene e per quello del suo portafogli.
Bds


5 Ottobre 2000 - Il Corsera cade sul dorso
Le parole suggerite dalla circostanza - flop, patatrac, figuraccia, partenza falsa - sembrano tutte troppo leggere. Il fatto è che il mediaticamente annunciato e anzi sbandierato dorso del "Corriere della Sera", ben 56 pagine stampate a parte rispetto al corpo del giornale, per intercettare un giacimento inesaurible di pubblicità aggiuntiva, non è stato in grado di raggiungere le edicole nel suo giorno d’esordio, mercoledì 4 ottobre, festa di San Francesco. 

La ragione? La più banale che possiate immaginare: si sono rotte le rotative di cui era stato arricchito per l’occasione l’impianto di stampa di Pessano. E’ troppo, non ce la facciamo, hanno detto disneyanamente comunicato agli ingegneri del Corriere della Sera.
 

Il dorso, anzi i tre nuovi dorsi Milano-Metropoli-Lombardia, sono stati così rinviati "sine die" da Ferruccio de Bortoli, che si è preso un’incazzatura storica, proprio perché la redazione - nonostante le numerose perplessità che avevano accompagnato l’iniziativa - aveva fatto in pieno il suo dovere, consegnando un prodotto qualitativamente ricco addirittura in anticipo sui tempi previsti per la chiusura.

Fino a che i guai tecnici non verranno definitivamente risolti, i tre dorsi verranno accorpati in 8 pagine di giornale, prive di pubblicità, ha deciso il direttore. Va da sè che il rinvio provocherà anche un ritardo nell’uscita del dorso romano, prevista per metà novembre.
 

Il danno di immagine subito dal "Corrierone" è difficile da calcolare. Quello economico, per la sola giornata di ieri, si può stimare in 3 miliardi di pubblicità mancata. Dovevate sentirlo Ferruccio, ieri alla riunione delle 11. «La macchina aziendale non gira - ha dichiarato testualmente - e io non mi sento di rischiare un nuovo bagno». Bravo direttore, fai vedere a tutti che una cosa è la proprietà e un’altra è la redazione di un giornale, con il suo autonomo patrimonio professionale, culturale, storico da difendere. A ciascuno le sue responsabilità. E, comunque, l’ansia di fare denaro sopportando il minimo possibile dei costi, qualche volta non paga.
 

De Bortoli, che oggi in un fondino chiede scusa ai lettori, spiegando, con parole più pacate, quello che è successo, ha ricordato invece nella riunione del mattino che i "gravi inconvenienti tecnici" della notte fra il 3 e il 4 ottobre lo mettevano di fronte a tre distinte possibilità. Primo, tornare indietro e mandare in edicola il "Corriere" con la struttura percedente ai dorsi. Secondo, andare avanti nonostante i rischi che i dorsi comportano: l’azienda, in particolare, ha dato la sua completa garanzia solo per le 130 mila copie che riguardano il "dorso Milano". Terzo, dedicare ai tre dorsi otto pagine nel corpo del "Corriere della Sera" prive di pubblicità, tutti i giorni fino a quando non sarà data garanzia completa che i guai non si ripeteranno.

«Ho scelto questa possibilità - ha osservato Ferruccio - perché non credo di dover esporre il Corriere alla possibilità che si ripeta questa giornata. Ringrazio tutti i colleghi che hanno lavorato alacremente per il successo di questa iniziativa. Nasce oggi - ha concluso il direttore - un debito morale e professionale nei loro confronti». Come "Il Barbiere" ha spiegato ai suoi affezionati clienti una ventina di giorni fa, non è che De Bortoli fosse entusiasta dell’iniziativa, così come la società editrice l’ha fortissimamente voluta. Aveva proposto infatti di sperimentarla su un più tranquillo dorso nazionale per l’economia.
 

Alla dure parole del direttore si aggiungono, e ci mancherebbe altro che non fosse così, quelle del comitato di redazione del "Corriere" che, commmentando il "grave danno d’immagine" subito dal giornale, sottolinea come sia stata improvvisata l’intera operazione. Per non pagare gli straordinari, scrive il cdr, non è stata neppure effettuata una prova di stampa durante i due giorni di sciopero nazionale dei giornalisti. 

Il comitato di redazione, che in una lunga nota interna datata 8 settembre aveva avvisato dei rischi a cui i dorsi andavano incontro (e adesso in amministrazione ci sarà chi sostiene che quel comunicato era jettatorio) conferma che l’iniziativa è sospesa "per un numero imprecisato di giorni" e che le 8 pagine dei dorsi "usciranno nel giornale-madre".
 

In attesa di nuovi sviluppi, chiudiamo con una domanda. Nel mondo dei media, dalla parte dei giornalisti, è stato rispolverato recentemente l’istituto delle dimissioni, come il caso Lerner insegna. C’è qualcuno che se la sente di fare il "beau geste", ai piani alti dell’amministrazione del "Corriere"?
Don Basilio


5 Ottobre 2000 - Italia Radio cambia musica
Novità ad Italia Radio. L'emittente ultimo acquisto del gruppo Espresso (dopo Dj e Capital) sta per cambiare formato. I non esaltanti risultati di ascolto (300 mila ascoltatori secondo i dati ufficiali) hanno convinto i piani alti del gruppo a rivedere l'assetto di una radio che ancora non è riuscita a scrollarsi di dosso il timbro di "comunista". D'altronde non aiuta certo avere tre dirigenti con funzioni che spesso si sovrappongono: Mino Fuccillo (il direttore politico), Romeo Ripanti e Paolo Ojetti

Ma ora la musica dovrebbe cambiare. Arriverà un nuovo direttore artistico, che altro non è che Carlo Mancini, già direttore musicale di Radio Capital. Spetterà a lui cambiare il format in 50 e 50: ovvero 50 per cento musica, 50 per cento notizie e approfondimenti. Una bella svolta per una radio che ora lascia alla musica solo il 30 per cento della propria programmazione.

La partenza della nuova formula e' prevista per il 23 ottobre. Non ci saranno piu' i giornali radio lunghi, ne' gli editoriali un po' alluvionali di Mino Fuccillo. Ci sara' invece un Gr breve allo scoccare di ogni ora, con al massimo tre servizi di approfondimento. Per confezionare questo nuovo prodotto, che prevede, almeno nelle intenzioni, l'utilizzo di giornalisti finalmente fuori dalla redazione di piazza Indipendenza a Roma, e' stata formata una nuova squadra di cronisti. Le tradizionali rubriche (Parola di direttore, per esempio) verranno abbreviate o "pillolizzate", ovvero distribuite qui e la' nel corso della programmazione tra un brano musicale e un altro.

Mino Fuccillo sembra soddisfatto della nuova formula che, a suo giudizio, rendera' la radio piu' "vendibile" agli inserzionisti. Meno entusiasti sono i giornalisti e i (molti) collaboratori che, al di la' delle prospettive illustrate dal direttore alla redazione, vedono oggettivamente ridurre gli spazi di informazione.
Bds


4 Ottobre 2000 - Siglato il contratto per le Tv locali
Mentre per il contratto dei giornalisti di quotidiani e periodici, agenzie di stampa e televisioni nazionali, è ancora notte fonda, è arrivato invece l'accordo per le radio e le televisioni locali. 

Per la cronaca, anzi, per la storia, è questo il primo contratto del settore, interessa 1500 giornalisti attivi in circa 1200 imprese radiotelevisive, ha richiesto più di 3 anni di trattative ed è stato siglato ieri dal segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi con il coordinatore delle aziende Aer-Anti-Corallo, Marco Rossignolo.

Le norme sono assai diverse rispetto a quelle che stanno discutendo Federazione della stampa e Fieg. I giornalisti delle emittenti locali, infatti, saranno inquadrati in tre figure professionali. Il teleradiogiornalista con meno di 24 mesi di attività lavorativa, quello con più di esperienza professionale e il coordinatore redazionale. Le facoltà del direttore della testata giornalistica saranno determinate da accordi stipulati direttamente tra il soggetto e l'azienda.
Per il telegiornalista "junior" il minimo contrattuale sarà di 2 milioni 131 mila lire lorde mensili, comprensive di contingenza. 

Per il "senior" si sale a 2 milioni 363 mila lire lorde se impegnato nel settore radiofonico, e a 3 milioni 050 mila lire se impegnato in tv. La rappresentanza sindacale sarà ammessa solo nelle aziende in cui vi siano più di 5 giornalisti.
Bds


4 Ottobre 2000 - Espresso. Riccardo Bocca capo degli Interni
C'è un nuovo assunto all'Espresso. E' Marco Lillo, proveniente da Radio Capital. Lillo è stato assunto dopo un lungo braccio di ferro tra il direttore Anselmi e i grafici che puntavano, e puntano tutt'ora ad ottenere un altro grafico nella loro squadra, sommersi come sono dal lavoro. Per ora e' stato assunto Lillo, nella sezione interni, per il grafico si vedra'. Lillo andrà a far parte di una nuova squadra che Anselmi ha intenzione di tirare su scremando la "vecchia guardia" del settimanale di via Po. Altra novita' nel settimanale di via Po e' il passaggio di Riccardo Bocca dalla sezione societa', a capo del servizio interni.
Bds
4 Ottobre 2000 - Partono i "dorsi"del Corsera
L'ultima assunzione è quella di Maurizio Faravelli, vice caporedattore ad "Avvenire", che, con l'incarico di caposervizio sbarca in via Solferino, dove da mercoledì il "Corriere della Sera" si allarga con tre dorsi: 'Milano' (in città), 'Grande Milano' (area metropolitana) e 'Lombardia' (nel resto della regione). Sedici pagine con spazi dedicati alle lettere e alle e-mail oltre a numerose sezioni per il tempo libero. A supervisionare i tre dorsi e' Paolo Ermini, vicedirettore del "Corsera". 
Shampoo
4 Ottobre 2000 - L'Indipendente in ritardo
Slitta l'uscita per "l'Indipendente". La testata acquistata da Italo Bocchino, editore de "il Roma", e affidata alla direzione di Gigi Moncalvo - con caporedattore Marco Valle - dovrebbe tornare in edicola entro la fine di novembre. Ma, sorpresa, sulla piazza milanese -potrebbe trovare un concorrente (a destra) nel "Giornale d'Italia" che, secondo indiscrezioni, starebbe per sbarcare nel capoluogo lombardo con una piccola ma agguerita redazione. Ignazio La Russa (An) che tira le fila dell'"Indipendente" sta quindi cercando di anticipare i tempi tecnici per l'uscita del quotidiano fondato da Ricardo Franco Levi e poi diretto da Vittorio Feltri. Shampoo
3 Ottobre 2000 - Il piano segreto di Silvio Berlusconi
Boatos Stavolta pero', i "rumores" che il Barbierevi serve ogni giorno non riguardano giornali e giornalisti bensi' lo scenario politico prossimo venturo

Secondo le autorevoli fonti del Barbiere della Sera, la campagna acquisti di Silvio Berlusconi tesa a conquistare al centro destra alcuni deputati attualmente schierati con la maggioranza ha ultimamente ripreso vigore. A occuparsene sarebbe Berlusconi in persona, che ha lanciato un'ambiziosa operazione.

Lo schema e' il seguente:

1) Persuadere, con le debite lusinghe, alcuni deputati del centro (gli ultimi diniani, qualche esponente dell'Udeur) a passare al Polo. Ma non apertamente, bensi' in occasione di qualche voto importante sulla legge finanziaria che sta per arrivare alle Camere. Per esempio, un voto sul finanziamento delle scuole private.

2) Far cadere il governo Amato su questo voto, ma non, come Berlusconi afferma, per andare a votare. Bensi' per dar vita a un governo tecnico-istituzionale, che dovra' naturalmente varare la finanziaria in tutta fretta  e metter mano a una nuova legge elettorale, con una forte impronta proporzionalista, come piace a Berlusconi. Si andrebbe cosi' alla scadenza naturale della legislatura per poi votare con un nuovo sistema proporzionale. Un simile sistema troverebbe, e' convinto (a ragione) Berlusconi, il consenso di molte forze politiche che diversamente rischiano di sparire, dai Popolari a Rifondazione comunista.

Secondo Berlusconi, che ha spiegato il piano ai suoi fidati collaboratori, il ritorno al sistema proporzionale per le prossime elezioni consentirebbe a Forza Italia di allentare i legami dell'alleanza che oggi lega il suo partito a Alleanza Nazionale e soprattutto alla Lega di Umberto Bossi.

Con il sistema maggioritario infatti, oggi la Lega e' determinante per vincere nei collegi del Nord, e altrove e' vitale l'apporto di An, quando non l'alleanza (o la desistenza) con i movimenti di estrema destra (Pino Rauti). Ma Bossi straparla e perfino Berlusconi ha spiegato ai suoi che, cosi' com'e', questa alleanza e' impresentabileinEuropa.

Votando con il proporzionale, ogni partito andrebbe solo alle elezioni, compreso, per esempio Sergio D'Antoni che potrebbe metter su il suo partitino e il potere di condizionamento della Lega e di An nei confronti di Forza Italia subirebbe un brusco ridimensionamento. Una volta vinte le elezioni, Forza Italia sarebbe in grado di dettare condizioni da una posizione di maggior forza.

La riuscita del piano prevede naturalmente che un manipolo di deputati del centro sia pronto a tradire l'alleanza di centrosinistra al momento giusto. Ma prevede anche Umberto Bossi e Gianfranco Fini lascino via libera a Berlusconi. Bossi sa che oggi, con il sistema maggioritario, e' fortissimo e potrebbe portare alla Camera parecchie decine di deputati nei collegi del Nord. Ma se si votasse col proporzionale? Bossi prenderebbe probabilmente una gran batosta. E lo sa. 

Le fonti del Barbiere fanno notare, infatti, che Umberto Bossi, notoriamente assente da tutte le sedute di Montecitorio che Dio manda in terra, era invece presentissimo in occasione dell'ultimo voto sul federalismo. E ha preso la parola per tuonare duramente contro chi avrebbe in animo di cambiare la legge elettorale. Un avvertimento al suo alleato Berlusconi.

C'e' da scommettere che nei prossimi voti che riguarderanno gli articoli piu' delicati della finanziaria, si noteranno folte assenze sui banche della Lega Nord. Cosi', abbassato il quorum, anche un eventuale tradimento di una decina di deputati del centrosinistra risulterebbe inefficace per mandar sotto il governo di Giuliano Amato. E il disegno neoproporzionalista di Silvio Berlusconi finirebbe in una bolla di sapone.
Bds


2 Ottobre 2000 - Caso Lerner. Quando basta dire la verita'.
Poiche' i giornali di oggi hanno gia' spalmato di inchiostro le loro pagine commentando di dritto e di rovescio le clamorose dimissioni di Gad Lerner dalla direzione del Tg1, non vi tedieremo ulteriormente, se non con tre piccole osservazioni che facevamo a bottega ieri sera davanti a una pizza.

1) Come vedete non ci vuole poi molto a conquistare il rispetto di tutti. Basta dire la verita'. Che Gad, al quale va la nostra sincera stretta di mano, sia di esempio.

2) Come si dimostra ancora una volta, il potere del Tg1 e' immenso. Sono anni e anni che i giornali raccontano di bigliettini e raccomandazioni e che documentano le soffocanti interferenze dei partiti nell'informazione televisiva. E' servito a ben poco, e il gia' celebre bigliettino di Mario Landolfi ne e' l'ultima testimonianza. Ci voleva il Tg1 per spiegare agli italiani come vanno le cose.

3) Ci dispiace che Gad Lerner abbia lasciato pero' l'opera a meta'. A nostro giudizio, avrebbe dovuto denunciare l'ennesima invasione di campo, e poi rimanere alla direzione del Tg1 per imporre all'informazione del maggior giornale d'Italia la coerenza e, se permettete, la moralita' che ha dato prova di possedere. Avrebbe trovato al suo fianco, in questa battaglia, tutti i giornalisti onesti d'Italia.

4) Chi dopo Lerner? Che siano i giornalisti stessi del Tg1, quelli, e non sono pochi, che possono vantare una fedina professionale immacolata, a rifiutare l'arrivo di un nuovo direttore tappetino della politica. Questo e' il momento, al Tg1, della riscossa del vero giornalismo indipendente. Sarebbe davvero un delitto se i colleghi della Rai perdessero un'occasione cosi' preziosa.
Bds


2 Ottobre 2000 - Cesare Geronzi, colpito e affondato
Venerdi' 29 settembre, il Corriere della Sera ha pubblicato un interessante articolo sulla Banca di Roma. Pare che la Procura della Repubblica di Roma stia indagando su una serie di finanziamenti concessi dall'istituto bancario di Cesare Geronzi a varie gruppi industriali, ma anche partiti e giornali. I giudici stanno esaminando la posizione di coloro che facevano parte, nel 1997, del consiglio di amministrazione della Banca di Roma, tra cui naturalmente, anche il presidente Cesare Geronzi.

E' interessante notare che Cesare Geronzi e' stato accreditato come candidato alla presidenza di Mediobanca, proprio da Cesare Romiti, presidente della Rcs Editori che controlla il Corriere della Sera. E la notizia dell'inchiesta romana certo non gli giova in questa corsa. Nelle stanze del potere che conta, il week end e' stato dedicato in buona parte all'interpretazione dell'articolo del Corsera. Cos'e', un siluro a Geronzi? Romiti ci ha ripensato? Oppure il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli ha commesso un fallo da rigore?

Secondo quanto risulta al Barbiere della Sera, le cose sono andate piu' o meno cosi'. La mattina di venerdi' 29 settembre, dopo quindi la pubblicazione dell'articolo a firma di Sergio Rizzo, a Cesare Geronzi, come prevedibile, e' andato di traverso il cappuccino, il cornetto e tutto il resto che mangia a colazione. Il pezzo faceva infatti cenno al reato di falso in bilancio, che per un aspirante presidente di Mediobanca non e' davvero il massimo. Geronzi ha chiamato immediatamente a Milano il direttore del Corsera Ferruccio de Bortoli, che pero' era in Argentina. Nel pomeriggio, finalmente i due si sono parlati al telefono. Cosa si siano detti non e' dato sapere, ma si puo' ragionevolmente supporre che Geronzi abbia manifestato tutto il suo disappunto per la pubblicazione dell'articolo.

De Bortoli, pero', e' un tipo che tiene alla sua autonomia e non perde occasione per dimostrare che il Corrierone, sotto la sua guida, ha acquistato sempre piu' autorevolezza e indipendenza. In politica, per esempio, sul Corriere ce n'e' per tutti. Sabato 30 settembre, in prima pagina, Ernesto Galli della Loggia ha tirato uno sberlone a Cicciobello Rutelli con un corsivo che sembrava scritto dalla mamma di Berlusconi, ma ecco che domenica 1 ottobre, ci pensa Francesco Giavazzi, con il suo editoriale a fare le pulci a Berlusconie i suoi boys, carte alla mano, descrivendo gli ottusi comportamenti antiliberisti dei parlamentari del Polo. Anche Berlusconi, dicono, si e' arrabbiato non poco.
Bravo Ferruccio, cosi' si fa. Certo, Geronzi c'e' rimasto male, e probabilmente anche Cesare Romiti con lui. Le notizie pero' sono sacre. Ora speriamo bene...
Bds


2 Ottobre 2000 - Buona pensione, Filippo
Filippo Cicognani (Rai Bruxelles) alla venerabile ma non dimostrata età di 62 anni, è ufficialmente in pensione da sabato 30 settembre. Ormai in fuga verso Roma Simonetta Guidotti (moglie di Mario Sensini, ex Radiocor, recentemente giunto da Bruxelles alla redazione romana de La Stampa), nella capitale belga resterebbero dunque in forza alla Rai soltanto Paolo Cantore e Antonio Foresi. E ancora per poco, perché il contratto di Foresi - il cui status è quello di collaboratore - scade nel febbraio 2001, per raggiunti limiti di età.
Danny
2 Ottobre 2000 - Vittorio avvisato mezzo salvato
Franco Abruzzo ha "avvisato" Vittorio Feltri. Il presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia ha comunicato al direttore di "Libero" che è accusato di aver violato l'art.15 della legge sulla stampa, gli articoli 2 e 48 della legge che regola la professione di giornalista - riguardanti il rapporto di fiducia tra stampa e lettori - e, infine, il sesto comma dell'art.21 della Costituzione ovvero le pubblicazioni contrarie al buon costume. 

Una decisione presa dopo che, giorni fa, "Libero" ha pubblicato sei immagini raccapriccianti sul tema pedofilia. "Nella mia qualità di presidente mi sono limitato a rubricare una copia del quotidiano, dopo aver ricevuto diverse telefonate, anche di colleghi, che si lamentavano per le foto pubblicate. L'apertura del procedimento disciplinare spetta al Consiglio dell'ordine che, nella prossima riunione, prenderà in esame la vicenda". 

Ma dalla redazione di "Libero" fanno sapere che si va avanti: ancora trascrizioni di conversazioni tra pedofili e altre 'provocazioni' che hanno, ribadisce la Direzione, il solo scopo "informando e non tacendo" di far "crescere l'indignazione" contro la pedofilia. 
Shampoo


2 Ottobre 2000 - Se ne va anche Muccioli
Messaggero. Si è dimesso anche Stefano Muccioli, redattore del servizio politico. Torna al Resto del Carlino da dove era stato preso dieci anni fa, ai tempi di Pendinelli, per l'edizione Romagna. Stefano va a lavorare nelle cronache locali del Carlino. Il Politico ha chiesto a Graldi l'immediata sostituzione del collega. Siamo entrati in campagna elettorale, c'è il piano smaltimento ferie da rispettare, altrimenti non si prendono i premi di fine anno, e l'organico era già insufficiente.
Albus
2 Ottobre 2000 - Un nuovo azionista per Feltri
Come annunciato da BdS "Libero settimanale" chiude i battenti. "La scelta è maturata su indicazione del Direttore, che ha deciso di concentrare tutte le risorse, comprese quelle professionali finora impegnate nella redazione del magazine, per potenziare ulteriormente il quotidiano". Fin qui la nota diffusa dalla Vittorio Feltri editore. Dietro però alla decisione del Direttore-editore bergamasco c'è dell'altro. Da tempo Feltri voleva togliere di mezzo questo settimanale, che non gli era mai piaciuto: ne' quando si chiamava "il Borghese" ("sa troppo di olio di ricino" confidava Feltri agli amici) ne' quando l'aveva trasformato nel magazine del suo quotidiano, dove i video sulle ultime ore di Mussolini erano stati sostituiti da cassette su Moana Pozzi. A fargli compiere il grande passo è stato un nuovo ingresso societario: nella Vittorio Feltri editore c'è un nuovo azionista. Top secret il nome. Unica certezza: si tratta di un bel nome dell'editoria minore, quella specializzata. Un ingresso che consente a Feltri di ricaricare economicamente "Libero" per nuove iniziative editoriali. E in questo quadro s'inseriscono nuove assunzioni, la nomina a vicedirettore del caporedattore Luca Marchi e il trasferimento da Roma a Milano (con protesta incorporata) di alcuni redattori del settimanale. 
Shampoo
2 Ottobre 2000 - Hackers al'attacco di Jack
Hackers all'attacco di "Jack". Il nuovo mensile della Gruner and Jahr-Mondadori dedicato al mondo di Internet è stato preso di mira dai pirati della rete. Un migliaio di email hanno intasato "Jacknet.it" (il sito della rivista) mandando in tilt la conferenza stampa di presentazione, che nelle intenzioni della redazione del mensile (diretto da Jacopo Loredan) avrebbe dovuto segnare la differenza tra "Jack" e altre testate del settore. Philippe Guesdon, amministratore delegato della casa editrice ha ammesso, rispondendo ad una solitaria email - giunta chissà come - di aver subito un attacco frontale da parte degli hackers. 
Shampoo
29 Settembre 2000 - L'altra faccia (di bronzo) della medaglia
Curiosa storiella, apparsa nei giorni scorsi sulle pagine del sito www.iustitia.it. Come molti ricorderanno il 20  settembre scorso e' stata una giornata trionfale per il nuoto italiano alle Olimpiadi di Sydney, con l'accoppiata oro piu' bronzo nella gara dei duecento rana. La medaglia di bronzo viene conquistata da un ragazzo di Napoli, Davide Rummolo.

Logico quindi che i Tg della Rai corrano come fulmini a casa Rummolo per girare qualche bel servizio: le bottiglie di champagne stappate, la famiglia che esulta, la nonna che racconta degli amuleti che ha regalato al nipote e via colorando.

Il primo ad arrivare a casa Rummolo e' il cronista del Tg3 Antonello Perillo. Gira il suo servizio, fa le sue interviste e con la coscienza a posto di chi ha fatto il suo dovere torna in redazione. Il pezzo va in onda come previsto nel corso del Tg3 della sera.

Lungo la strada tra casa Rummolo e la sede Rai di Napoli, pero' Perillo riceve una telefonata. E' un collega del Tg1 che gli chiede l'indirizzo della famiglia Rummolo. Anche il Tg1 di Gad Lerner vuole mandare un inviato per celebrare la medaglia olimpica del giovane napoletano. Perillo dice piu' o meno: "Guarda, l'indirizzo te lo do' subito. E se vuoi anche le immagini, le ho gia' girate io". Il collega del Tg1 replica che no, grazie per l'indirizzo, ma faranno da soli. Ok, ciao.

Tg1 delle 20. Filippo Gaudenzi manda in onda un pezzo da casa Rummolo. Grande pathos. La famiglia del nuotatore e' tutta li' che vive con ansia i momenti immediatamente precedenti alla gara. Gli atleti scattano, Rummolo ce la mette tutta (Gaudenzi commenta la gara. "Suo figlio e' quinto, signora, no, e' terzo...") e conquista il bronzo (l'oro e' per Domenico Fioravanti). Tutti in piedi a casa Rummolo a applaudire esultanti, lacrime, abbracci.

Perillo, in redazione, guarda attonito con i suoi colleghi il servizio del Tg1. Come diavolo ha fatto Gaudenzi a vivere in diretta la gara con i genitori del nostro azzurro nuotatore, se il Tg1 gli ha chiesto l'indirizzo a gara gia' finita da un pezzo? Buona domanda. Non e' che per caso il Tg1 ha mandato in onda un servizio fasullo? Non e' che per caso il cronista del Tg1 ha chiesto alla famiglia Rummolo di recitare la commedia dell'esultanza in diretta, magari rivedendo la gara in cassetta sul videoregistratore? Speriamo di no. Non si mandano in video immagini come quelle mostrate al Tg1 nei servizi relativi alle inchieste sul traffico di bambini, ma nemmeno servizi fasulli. O no?
Bds


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