Comincia una lunga campagna elettorale e ora tocca a noi

Forza, facciamoli incazzare


Martedi' 27 Settembre 2000

E' passato molto tempo, ma chi scrive ricorda bene quel dibattito in Tv. C'era Giancarlo Pajetta, gia' molto anziano, e un giovane avvocato di nome, se non ricordiamo male, Cappelli. Erano i primi anni di piombo e le Brigate Rosse avevano cominciato a seminare qua e la' cadaveri di carabinieri, magistrati e i primi giornalisti.

Fu una scena memorabile. Pajetta, chiamato in tv a difendere il Pci dai sospetti di collusione con il terrorismo rosso, era furioso. Il giovane avvocato, difensore di alcuni brigatisti, se ne stava seduto tranquillo, rispondendo alle domande con una certa ammirevole noncuranza.

Pajetta sbotto'rivolto al legale: "Lei deve dire qui, davanti ai telespettatori che i brigatisti sono dei criminali. Lei deve dire che sparare a un poliziotto, a un magistrato, a chiunque, e' un crimine, un crimine!!!".

L'avvocato rispose con un garbato gesto della mano: "E' un 'illecito penale'".

Pajetta, paonazzo, torno' alla carica: "No!, Lei deve usare la parola CRIMINE!!"

E l'avvocato: "Ribadisco. E' un illecito penale". Non ci fu verso. Il giovane difensore dei brigatisti non pronuncio' la parola invocata da Pajetta. La parola "Crimine".

I nostri affezionati clienti penseranno che il buon Figaro e' andato fuori di testa. Che c'entra Pajetta?

C'entra, c'entra eccome. Quella del vecchio dirigente del Pci fu una luminosa lezione di giornalismo. Pajetta, probabilmente incalzato dalla necessita' di tutelare la rispettabilita' del suo partito, andava dritto al cuore del problema. Non era la rivoluzione, quella, era un crimine. Con moventi politici, ma pur sempre un crimine. Chiaro e semplice.

Ora che comincia una lunga campagna elettorale, iniziata ufficialmente con l'incoronazione di Francesco Rutelli a leader candidato del centro sinistra, contro Silvio Berlusconi, faremmo bene tutti a mandare a memoria questa storiella. Tocca a noi, infatti, a noi giornalisti, far capire ai lettori cosa vogliono fare i due candidati e rispettivi poli, una volta vinte le elezioni.

Certo, pare che sia finito il tempo in cui a Tribuna politica il tappetino di turno imbeccava un'elegante risposta al politico sotto esame. Ricorderete che spesso il politico attaccava le sue risposte con una nota formula: "La ringrazio di questa domanda, perche' ho cosi' l'occcasione di chiarire agli elettori..." e via blablando.

Grazie? Grazie un corno. La mia domanda ti deve far incazzare, altro che grazie. E' bello vedere che qualcosa e' cambiato. Ieri l'altro, al Tg1 della sera, Mario Giordano ha tentato generosamente di porre domande finalmente sensate all'esperto fiscale di Berlusconi, Giulio Tremonti. Domandine semplici semplici: "Scusi, Tremonti, ma se come dite voi abbassate le tasse, chi li paga gli stipendi agli insegnanti?". 

Leggiamo poi oggi sulla Repubblica, pagina 23, che un bravo collega ha chiesto al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: "E' vero o non e' vero che, come scrivono i giudici, Guarischi (il consigliere regionale di Forza Italia sotto inchiesta per tangenti n.d.r.) interveniva pesantissimamente su di lei per spianare la strada ai funzionari amici suoi?". Una domanda che chiedeva solo un si' o un no, quelle che i politici odiano. Formigoni si e' alzato, incazzatissimo, e se ne e' andato. 

Bravo, collega caro, ci hai fatto un regalo. Cosi' si fa. Poche cose sono piu' divertenti del vedere un politico che perde la trebisonda per la domanda di un giornalista.

Prepariamoci dunque. Rutelli, lei che fa tanto il cattolico per prendere i voti cattolici, e' pro o contro l'aborto? Riformerebbe o no la legge 194, una volta al governo? E come? E visto che si parla di cattolicesimo, lei ritiene giusto che la Tv di Stato trasmetta la messa in diretta ogni domenica mattina? Lei e' d'accordo o no con i prelati che temono l'invasione degli immigrati islamici? Si', si', no, no.

Lei Berlusconi, impugni questo megafono, se ne ha il coraggio, e gridi ai suoi elettori la seguente frase: "L'evasione fiscale e' un grave reato". E come la mettiamo col falso in bilancio? Crede o no, onorevole Berlusconi, che un amministratore imbroglione vada giudicato in sede penale per i suoi imbrogli? Si', si', no, no. Come mai lei non ha detto una parola contro il sito Internet diretto da Maurizio Gasparri (importante dirigente di un partito suo alleato, Alleanza Nazionale) che ospita interventi del piu' becero antisemitismo?

Insomma, avete capito. Intendiamoci, tutto questo non e' facile come sembra. In genere, un vero politico e' un maestro nel dribblare le domande dirette, quelle che possono mettere a rischio il consenso, magari, di intere categorie di cittadini. Non vogliono mai rispondere si' o no. E' piu' facile, per noi, mancare il bersaglio che far centro. E poi c'e' il direttore che ti da' la linea, l'obiettiva difficolta' di stringere il candidato all'angolo, protetto com'e' dai portavoce e dai giornalisti di corte, scelti sempre tra quelli piu' disposti alla benevolenza. 

Ma arriva sempre un momento in cui un candidato premier ha il fianco scoperto: una tribuna politica in diretta, un duello televisivo, un talk show, una conferenza stampa, insomma un'occasione. E allora si puo' provare.

Ve lo immaginate, che spasso, Rutelli imbufalito che abbandona una conferenza stampa? Pensate che spettacolo, Berlusconi che spegne quel sorriso in servizio permanente effettivo. Vale la pena. Proviamoci.

Figaro



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