Press Kit
di Antonio Bettanini

 Antonio Bettanini e' un esperto "uomo comunicazione". Incorreggibile genovese, oggi Bettanini cura la comunicazione aziendale della Piaggio Aereo Industries e insegna teoria e tecnica della comunicazione. Gli abbiamo chiesto, nel nostro spazio riservato al mondo degli uffici stampa, di spedirci qualche notarella in libertà. Tonino ha gentilmente accettato e il Barbiere lo ringrazia.

22 Gennaio 2001 - Quella volta che Barbara e io...

Ferrari & Piaggio Aero: il made in Italy saluta Bush. Piero Ferrari all’ Inauguration Day
Ospite di James Baker, segretario di Stato di Bush senior e protagonista della battaglia legale nel recount delle preferenze
George W. Bush- Al Gore, Piero Ferrari, presidente di Piaggio Aero, vicepresidente e azionista della Ferrari, ha potuto stringere la mano al neopresidente degli Stati Uniti in occasione del Ballo inaugurale la sera precedente la cerimonia di insediamento.
Ad accompagnare Piero Ferrari, l’unico prestigioso ospite italiano,  Alberto Galassi e Filippo Capece Minatolo, membri del Consiglio di Amministrazione di Piaggio Aero.


Genova e il G8. 
Chiodo ormai fisso della mia rubrica, Genova ha suscitato l’attenzione preoccupata di Silvio Berlusconi che, in vista del G8,  ne ha impietosamente sottolineato le carenze infrastrutturali e turistico-alberghiere. 
Miele, da un lato, per le mie orecchie e consolazione, dall’altro, per un portafoglio, il mio, alleggerito da un taxista di 150 mila lire, appena mercoledì scorso. Non per furto, questa volta, ma  perché intrappolato per 5 ore sotto la neve. Conoscendo i Genovesi (conoscendomi cioè) l’uscita berlusconiana ha certamente irritato una città che discute da almeno 30 anni delle sue carenze, non ama risolverle e comunque non tollera chi glie le rinfacci.


Ma se proprio volete andare a Genova, visitate Mangini. 
Lo storico caffè che guarda su piazza Corvetto, e che i Genovesi giustamente amano, onora con una lapide Sandro Pertini. Vi sottopongo il testo e lo segnalo ad Ugo Volli per una analisi semiotica meno sgangherata e più divertente di quella ripropostavi in press kit 22 (ricordate? “Scendere in campo”). 
“ 3 – 6 – 79/  Il Presidente della Repubblica/ Sandro Pertini/ di ritorno da Savona/ per adempimento elettorale/ ha onorato con lunga sosta/ questo secolare esercizio”. 
Appunto per Volli: il testo della lapide sembra non voler lesinare particolari circa movimenti e attività del presidente, fugando così nel lettore qualsiasi tentazione irriverente, compresa quella  di pensare l’alta carica magari in gita di piacere. La “lunga sosta” invece si presta a più corpose curiosità su quanto intrattenuto dal presidente nel “secolare esercizio” (commerciale, si intende).


Pensi a Pertini e ti viene in mente Craxi. 
Che lo fece eleggere, di fatto, anche se non era il suo candidato. Perché il candidato dell’asse PCI-DC era Ugo La Malfa). A Bettino Craxi, Fabrizio Rondolino dedica su Panorama  una bella e rispettosa riflessione.


Quella volta che abbiamo fatto arrabbiare Bettino. 
Barbara Palombelli
annuncia un ritratto probabilmente rispettoso della sua grande amicizia con il leader socialista, prima della caduta. Chissà se Barbara si ricorda di quella volta che, per una notizia che le avevo dato io, Bettino si infuriò moltissimo…Mi sentii molto in colpa.


Il sito di Frattini è on-line
Da venerdì 19, con una valanga di link istituzionali e molte belle foto di montagna, Franco Frattini – presidente del Comitato SIS (Servizi Informazioni Sicurezza) – presenta le sue pagine sul web. Frutto di un lungo lavoro di raccolta e documentazione – merito dell’instancabile, testardo (e un po’ sardo) impegno di Novella Onofri addetto stampa di Frattini – il sito, realizzato da una giovane e dinamica società veneziana: OAT informatica,  raccoglie non soltanto la mole di attività parlamentare del deputato di Forza Italia ma consente una navigazione assai interessante soprattutto per quanto riguarda l’intelligence e le sue agenzie internazionali. Fedele specchio del presenzialismo frattiniano ( molto densa la pagina press estesa anche alle agenzie) www.francofrattini.it potrà contare su di un aggiornamento almeno settimanale.

 Tonino Bettanini

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Quella volta che Barbara ed io…. Secondo me è un sabato pomeriggio inoltrato, di primavera probabilmente avanzata. Genova (sempre lei), piazza De Ferrari. Mi godo una giornata tersa, saranno quasi le 6. Il cellulare suona. E’ Barbara Palombelli.

Digressione forzosa. Purtroppo adesso non ho con me Pippo. Pippo è una cronologia puntuale degli anni del ministero di Grazia e Giustizia: il quaderno dove trovate il giorno di ogni giorno fatto di un comunicato almeno, una vera e propria guerra. Se è vero come è vero che il presidente Francesco Cossiga regalò per Natale a Martelli un elmetto (il biglietto che lo accompagnava, paterno e augurale, intimava:"Ministro, se lo metta!").

E’ stato Baldo Meo (ma assieme a lui devo citare i mitici fratelli Belli – grandi anche a calcetto -  e Giovanni La Spina - e solo per maschilismo non cito le bravissime signore), il mio grande e colto aiuto (il suo amore per la letteratura americana e altri saggi! Oggi Baldo è il braccio della comunicazione di Stefano Rodotà) ad alimentare Pippo cibandolo per due anni addirittura di citazioni tratte dalle agenzie, dai lead di un’intervista, dall’ incipit di una legge, magari di interpretazione autentica.  

Dunque senza Pippo non so la data, neppure per approssimazione e a stento ricordo l’occasione: che secondo me è un rimpasto di governo. Martelli aveva preso l’interim della giustizia (Vassalli, giudice costituzionale) appena a fine gennaio del 1991. Saremo stati a maggio, e c’ è un rimpasto per una crisi aperta da Giorgio La Malfa (le Poste? Le Poste = TV?).  


Claudio Martelli
ne approfitta per lanciare una sua idea. Da febbraio 1990 l’immigrazione è regolamentata da una legge (n.91) che ha bisogno di essere governata (il problema dei flussi). Perché non istituire un ministero per l’immigrazione? Questa idea viene rappresentata in un ristorante di Milano, testa a testa, a Bettino Craxi che la fa sua.  

E’ questa la notizia, questa l’anteprima che noi sappiamo e di cui parlo con Barbara Palombelli. Ci sentiamo spesso, è una cara amica e quando non trova Claudio Martelli cerca me.  

Non so dove ho messo la faccia la sera dopo, domenica, a Roma, quando Claudio si è interrogato davanti a me su come Barbara potesse aver saputo e scritto su la Repubblica di quella primizia. Né lui né altri hanno sospettato di me. Ma Barbara ha dovuto fronteggiare Bettino Craxi e forse – oltre e più che la sua ira – la sua preoccupazione

Chi lo aveva potuto sentire mentre parlava riservatamente con Martelli al ristorante? Doveva allora pensare-sospettare di essere in qualche modo ascoltato a distanza? Barbara fu brava a restituire al caso la soluzione. Perché si inventò di una parente, al tavolo vicino. Aveva captato e aveva subito riferito. O almeno mi sembra di ricordare così.

Non un complotto dunque ma l’effetto non voluto di un giovanotto (io), alle prime armi della comunicazione, troppo convinto che l’amicizia consentisse di metter tra parentesi la voglia di scoop di quella professione. Sono state e saranno molte le volte in cui anche la coscienza più avvertita pensa di poter parlare in libertà a quell’agente segreto che sta troppo stretto dentro la penna di ogni giornalista.
 
Ne sono stato sinceramente dispiaciuto, ma solo con me stesso e solo perché il rischio era a quel punto che gli alleati di governo segassero una giusta proposta di Claudio Martelli. Lui che avevo visto d’estate, due anni prima, riscoprire con Jerry Maslo il mondo universale della cittadinanza, lui che aveva combattuto da solo per quella sua legge – diventando agli occhi dei buoni italiani il solo responsabile tanto della disperazione quanto del racket -, lui aveva il diritto di sperare che nessuno bruciasse quella possibilità di fare bene e fare meglio. Margherita Boniver fu un buon ministro dell'immigrazione. 

Tonino Bettanini  



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