Press Kit
di Antonio Bettanini

 Antonio Bettanini e' un esperto "uomo comunicazione". Incorreggibile genovese, oggi Bettanini cura la comunicazione aziendale della Piaggio Aereo Industries e insegna teoria e tecnica della comunicazione. Gli abbiamo chiesto, nel nostro spazio riservato al mondo degli uffici stampa, di spedirci qualche notarella in libertà. Tonino ha gentilmente accettato e il Barbiere lo ringrazia.

9 Luglio 2001 - Dieci consigli non richiesti ai nuovi portavoce

Nuovo governo, nuovi portavoce. La prima è stata Maria Antonietta Calabrò ad accettare la chiamata di Marcello Pera per l’incarico di portavoce della seconda carica dello Stato. Ma poi: Roberto Arditti (Interno), Marco Cecchini (Economia), Luca Mantovani (Attuazione del programma di Governo), Novella Onofri (Funzione Pubblica), Gerardo Pelosi (Esteri), Giampaolo Segala (Industria) sono alcuni dei primi nomi - in rigoroso ordine alfabetico - cui spetta il compito di affiancare i ministri del nuovo governo nella preziosa e delicata opera di comunicazione quotidiana.

La tendenza che si afferma nell’ esecutivo appena formato sembra essere quella di una più vigorosa professionalizzazione degli uffici stampa. Pur con qualche ombra, l’impianto della nuova legge sulla comunicazione pubblica (che accanto alla struttura-stampa istituzionale prevede il ruolo del portavoce) aiuterà decisamente quel salto di qualità che le prime scelte-mosse dei ministri lasciano intendere. 


I 13 Root server sono sicuri? 
Se lo chiede – non senza motivo – Umberto Santucci. Leggetelo su www.apogeonline.com


Legge 150. Il regolamento in Consiglio dei Ministri.
La legge sulla comunicazione pubblica è ai nastri di partenza; licenziato dal Consiglio di Stato, con poche, non rilevanti modifiche, il regolamento approda in Consiglio dei  Ministri nella speranza di un varo prima della sosta estiva. I formatori già scaldano i muscoli pronti a scatenare nella sfera pubblica, finalmente, una cultura diffusa della comunicazione.


Gentili, auguri. Tanti sinceri auguri a Guido Gentili, da oggi direttore de Il Sole 24ORE.


 

Un arrivederci.  Per più di un anno ho dedicato almeno un’ora delle mie domeniche alla bellissima (per me almeno) ossessione di press kit. Un appuntamento con la cultura ma anche con le storie dell’ufficio stampa: un vero e proprio  serial del continente media . Gli amici de Il Barbiere mi hanno pure offerto lo spazio della grafomania, pubblicando il lungo racconto Contro tutte le paure. Troppa grazia.

Insomma è stato molto bello per me, e spero non noioso per quelli che di voi mi hanno letto (magari incappando nelle trappole della scrittura-internet che fa creder di oggi quel che invece è di un altro-altro ieri).

Avrei voluto continuare se…dietro l’angolo non ci fosse un nuovo possibile incarico che mi consiglia il silenzio. Ma prima di imbavagliarmi eccovi dei…

 

Consigli (non richiesti) ai nuovi portavoce.

In numero di dieci, perché canonico è il numero. Se come pare ci apprestiamo a vivere una stagione di reciproca legittimazione dei ruoli della politica, di reale constituency del bipolarismo italiano, il governo ha solo bisogno di dimostrare la propria capacità di realizzare un buon programma per l’Italia. E i ministri debbono mostrarsi come artefici di questo risultato.

Un clima decisamente diverso, per alcuni aspetti un anno zero . E dunque a voi portavoce: 

 

1. Fateli parlare di meno, fate fare loro di più.

 

2. Incoraggiate uno spirito costruttivo e positivo. Si parli e dichiari soltanto quando ci sia trippa non tanto per i gatti dell’informazione quanto per i cittadini di questa Italia.

 

3. Scoraggiare quindi l’impulso a succhiare la ruota – come il ciclista senza orgoglio -,  a commentare cose fatte o non fatte da altri. Avversare, senza  il delirio del Don Chisciotte , i lati nefasti della mediatizzazione. No al  delirio tuttologico . No alla democratizzazione demagogica: il ministro non canta, non balla e non fa la formazione di nessuna squadra.   

 

4. Ricordate loro – per allenarli al duro tirocinio mediatico - la “fine” dei potenti di appena qualche mese fa. Rilasciano interviste su come eravamo . La nostalgia è bella ma il tempo vostro e del governo, ora, si chiama futuro. E mostrate loro “il cinque”: sono gli anni che hanno davanti. Quasi troppi per dimostrarsi bravi. 

 

 5. Dialogate spesso con loro (e fateli dialogare con la struttura). Provate e riprovate temi e argomenti, avranno bisogno di una lingua chiara e diretta.

 

6. Ormai sanno che il loro programma è il contenuto del vostro piano strategico di comunicazione. Scandite assieme a loro una griglia di iniziative: fate voi ( per i vostri ministri) la comunicazione, non fatela fare ai media. Siate lepri.

 

7. Consigliate il buon silenzio estivo, come sinonimo di  aristocratica misura nelle parole. Si parli (vedi sopra) soprattutto quando ne vale la pena e quando valgono temi e argomenti.

 

8. Sentitevi e fateli sentire parte di una squadra. Nel governo ( per una politica comune), nell’amministrazione (per un team coeso). Scoraggiate la ricerca del controversiale, il ruolo del bastian contrario, l’immagine ormai di un politico laterale figlia di una visibilità adatta soltanto al proporzionale e utile  ai soli giornali avversari e agli avversari.

 

9. Aiutateli ad acquisire i modi del buon cittadino che vorremmo essere (con il senso  schietto della reciprocità tra pari, donne e uomini) ma anche quelli del buon politico che sogniamo di  avere (responsabile e coraggioso).

 

10. Siate gentili e collaborativi (come a molti di voi ha insegnato la lunga traversata del deserto). Siate fieri del vostro ruolo e lavoro e  - un augurio sincero - fatelo essere fedele a chi vi ha scelto, ma anche leale all’universo istituzionale che rappresentate. Perché siete di uno ma anche di tutti.

Antonio Bettanini


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