IL BACIO DELL'ORSO
A VENEZIA: NON PERVENUTO!
Piccola cronaca di un tombale
silenzio
su un film probabilmente brutto.
La settima giornata della 59a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2002 ha ospitato il film del regista russo Sergej Bodrov il cui titolo originale è Bear's Kiss con la ventunenne svedese Rebecca Liljeberg nel ruolo della giovane trapezista di circo Lola, protagonista.
Considerando che questa
pellicola è stata proiettata il 4 settembre, cioé nello stesso
giorno in cui è stato presentato il film dell'italianissimo Michele
Placido, intitolato Un viaggio chiamato amore,
era scontato che la stampa e la critica avrebbero dedicato maggiore spazio
al film nel quale recitavano Laura Morante e Stefano
Accorsi.
Aggiungiamo pure che gli altri film proiettati nella giornata (tra cui soprattutto
Blood Work di Clint Eastwood ed
anche Ken Park di Larry Clark e
Ed Lachman) sono riusciti a catalizzare una certa attenzione
in più del nostro.
Rebecca Liljeberg sul set di Bear's Kiss |
Ma nonostante tutte
queste riflessioni non riesco proprio a capire come mai nessuno, semplicemente
tra i cronisti o anche e soprattutto tra i critici cinematografici più
importanti, sia scomodato più di tanto sul Bacio dell'orso.
Potrebbe davvero essere un film mediocre o addirittura brutto, come riporta
quasi unanime la stampa oggi 5 settembre, ma ciò non toglie che ci
si sarebbe potuti soffermare di più anche sugli attori, e, soprattutto,
sulla protagonista, quella Rebecca Liljeberg che solo qualche anno addietro
fece tanto scalpore assieme ad Alexandra Dahlström nella pellicola svedese
Fucking Åmål e che - adesso mi pare di capire bene -
non seguono poi in tanti nell'Italia dei critici.
Per raccontarne solo un paio, pochissimi hanno
ricordato il suo nome in quei rari casi in cui si è parlato (ma, dovremmo
dire meglio, in cui si è accennato appena!) del film, e praticamente
nessuno ha ricordato che Rebecca è stata l'interprete-rivelazione del
film Fucking Åmål di qualche anno fa.
Proprio coloro che fanno questo per mestiere, ovvero seguire il cinema ed
i suoi protagonisti e riferire di quello che accade in questo affascinante
mondo, i critici, pare lo abbiano totalmente ignorato! Ci voleva un qualunque
spettatore come me per farglielo notare?
Insomma, credo che chi si era affezionato al
film di Lukas Moodysson avesse atteso con una certa partecipazione
la nuova comparsa cinematografica di Rebecca Liljeberg, che proprio in Fucking
Åmål ha regalato tante emozioni allo spettatore.
Ma niente di tutto ciò; il solo attore di cui si sia parlato a proposito
del film di Bodrov è Silvio Orlando, il quale, a quanto
pare per degli accordi tra le case produttrici piuttosto che per una reale
convinzione nel film di Bodrov, recitava il ruolo di Alberto, il proprietario
italiano del circo.
Pare che l'unica assillante preoccupazione dei critici e dei media italiani
sia stata quella di lanciare e promuovere i film, i registi e gli attori italiani.
Intendiamoci, preoccupazione più che giusta, in un paese come il nostro
nel quale il cinema soffre e necessita dell'attenzione di tutti. Ma non dovrebbe
essere la sola preoccupazione! Assolutamente non dovrebbe essere così,
altrimenti si corre il rischio di scivolare nel provincialismo più
ottuso e gretto.
Peccato per loro, ma comportandosi in questo modo superficiale e grossolano i nostri critici hanno per prima cosa dimostrato che la critica non è poi così competente e professionale come vorrebbe farsi credere, ed inoltre hanno perso un'occasione d'oro per far conoscere al grande pubblico italiano - ma anche ai loro colleghi critici ed agli altri sedicenti "addetti ai lavori" - una spledida e giovane attrice, come non ne esistono attualmente in Italia, una giovane promettente (ma forse anche qualcosa in più di una promessa, visto che recita sia in teatro che al cinema ed alla televisione dall'età di otto anni!) che forse, chissà, non avremo più l'occasione di vedere al cinema (non è di certo un augurio il mio, tutt'altro!), stando a quello che lei stessa ha dichiarato in recenti interviste nelle quali manifesta l'intenzione di non voler proseguire nell'avventura di attrice, ma di volersi dedicare a tempo pieno agli studi per diventare medico.
Insomma, in questa
vicenda mi pare che il peccato più grave che sia emerso nella stampa
e nei media italiani sia il solito: provincialismo all'ennesima potenza.
Per dimostrarlo vi voglio mettere a parte di una piccola indagine che ho fatto
sui media per tutta la giornata del 4 settembre alla riceraca di informazioni
sul film in questione, ricerca che si è protratta al successivo giorno
5 sui quotidiani. Per fare un rapido excursus, ho cominciato ieri
vedendo il TG3 delle 14:00 che ha presentato un servizio su Venezia
e sul Bacio dell'orso nel quale l'unico intervistato
era Silvio Orlando, che veniva compiacentemente stimolato
dall'intevistatrice a spiegare il suo "strano" ruolo all'interno
di un film sul circo; poi, alle 19:00 sulla "colta e seria" Radio3
ho ascoltato per intero l'ora di trasmissione di Hollywood Party,
un'ottimo programma di cinema (nel quale, figurarsi!, viene pure proposto
un quiz consistente nell'indoviare un film - spesso straniero e pochissimo
conosciuto se non dai più accaniti cinefili - da una semplice clip
audio di 5 secondi): ebbene, non si è parlato neanche un poco di questo
film! L'unico accenno che se ne è fatto si è avuto proprio all'inizio
della trasmissione quando i conduttori hanno ricordato i film proiettati nel
corso della giornata. Pensate che nel corso della trasmissione c'è
stata (oltre alla solita e fluviale intervista con Michele Placido) persino
un'intervista con il regista del film "made-in-Taiwan" Mizu
no Onna di Hidenori Sugimori con tanto di traduttore
simultaneo! Ma che raffinatezza! Ma quale gusto per l'esotismo orientale!
Bello tutto questo, ma di Bear's Kiss e di Rebecca Liljeberg nulla
di nulla! Vabbé: andiamo ai programmi della seconda serata. A La7 la
trasmissione Cartoline da Venezia ha dedicato un servizio al film,
facendo vedere pure qualche scena dal film, ma niente su Rebecca e sul suo
trascorso con Fucking Åmål. Poi, la trasmissione di Gigi
Marzullo Venezia cinema 2002 ha anch'essa avuto un servizio sul film
di Bodrov, ma con la stessa impronta di quella vista a La7. Infine, la giornata
si è chiusa con la trasmissione Off Holliwood su Rai2, nella
quale, per accodarsi alla tendeza più estremista della giornata, non
si è affatto parlato del film! Silenzio totale!
L'indomani acquisto
i tre più importanti quotidiani italiani, Il Corriere della Sera,
la Repubblica e la Stampa, ed in più prendo anche
Il Messaggero ed il Giornale. Il Messaggero di
Roma non menziona neanche per inciso il film di Bodrov, come
se nella giornata veneziana di ieri non ci fosse stato alcun film di un famoso
regista russo; Il Corriere della Sera, la Repubblica e la
Stampa lo stroncano bollandolo come maldestro tentativo di imitare il
Federico Fellini de La Strada e
deridendo l'usanza russa di chiamare tutti gli animali del cinema Misha.
Ma ecco, inattesa, una piacevole eccezzione con il Giornale, dove, finalmente
e con immenso stupore, scopro di non essere il solo in Italia a sapere che
Rebecca Liljeberg non nasce ieri come attrice ma è
stata l'"attrice rivelazione" del film Fucking Åmål.
In fondo all'articolo viene persino riportata una frase di Rebecca da lei
rilasciata durante la conferenza stampa che si è tenuta la mattina
del 4 settembre, nella quale Rebecca dice: "Credo di assomigliare molto
alla protagonista perché come lei mi piace vivere in una specie di
sogno. Siccome il mondo è duro e difficile credo che sia salutare essere
un pò sognatori. Così sarà anche più facile riuscire
a cambiare le tante cose che non vanno." Tutto grasso che cola!!! Mentre,
per il resto, anche quest'articolo boccia il film come tentativo di imitazione
felliniana (il titolo dell'articolo, significativamente, è "Quell'orso
russo "bacia" alla maniera degli italiani").
Questa è stata
la povera cronaca dei commenti al film nella tv, nella radio e nei quotidiani
italiani.
Il film non l'ho visto, purtroppo, e non posso esprimermi: aspetteremo l'uscita
della videocassetta per saperne parlare. Ma tuttavia, dalle poche immagini
viste, devo dire che forse il fondo delle critiche alla regia di Bodrov potrebbe
essere azzeccata: si notava un'interesse per l'immagine trasognata, onirica,
effettivamente di marca felliniana. Poi c'è questa strana cosa del
figlio del regista che è stato scelto per la parte del ragazzo-orso...
scelta alquanto sospetta...
Sarà forse un film debole, ma nulla toglie che avremmo voluto sapere
qualcosa di più sull'interpretazione di Rebecca Liljeberg, che, ne
sono certo, non potrà non essere di alto livello.
Vedremo in futuro se questo è vero, sperando in una buona distribuzione
anche italiana del film in videocassetta.
Da notare infine, e siamo ad un altro vero e proprio scandalo per certi versi
addirittura più grave di quello fin qui denunciato (perché in
questo caso si tratta non di un esordiente alle prime armi o di un outsider
qualunque, ma di un grande artista pienamente affermato e conosciuto in tutto
il mondo, meno che in Italia, a quanto pare!), che il film di Bodrov si pregia
delle musiche nientemeno che di Giya
Kancheli, uno dei più importanti compositori dell'intero
panorama mondiale della musica contemporanea "colta", il cui nome
avrebbe senza meno meritato molto, molto di più di una semplice citazione,
che pure è clamorosamente venuta a mancare! Davvero scandaloso! Dovremmo
a tal proposito aprire un altro doloroso capitolo, quello dello stato della
cultura musicale in Italia e della sua diffusione. Ma sarebbe un'altra (brutta)
storia.
la conferenza stampa del Bacio dell'orso il 4 settembre scorso a Venezia |
un altro momento della conferenza stampa a Venezia |