La strategia del senso di colpa
Si potrebbe riassumere nella frase: "per i tuoi scrupoli qualcuno muore" e si articola su due punti:
1) Le reticenze e resistenze dei paesi ricchi bloccano sviluppi tecnologici che potrebbero salvare vite umane risolvendo il problema della fame nel mondo. Si sintetizza nella frase "la bioetica è un lusso per i ricchi".
2) Le riserve sull'utilizzo di materiale genetico umano ed embrionale in particolare stanno ostacolando ricerche che potrebbero salvare la vita di milioni di ammalati.
Per quanto riguarda il punto 1)La stessa FAO (FAO report reveals GM crops not needed to feed the world) ha dichiarato che l'ingegneria genetica non rappresenta oggi e non rappresenterà in futuro la soluzione per la fame nel mondo. Il problema riguarda molto più la distribuzione delle risorse che la loro insufficienza: l'India, ad esempio, è uno dei paesi con le maggiori esportazioni di cibo. Anzi, le biotecnologie agricole e la biopirateria rischiano di creare gravi danni alle economie già disagiate del terzo mondo aumentando la fame. (Genetically Modified Organisms: Implications for Mexico and Chiapas)
I dati di una recente agenzia ONU sull'importanza della tecnologia per i paesi in via di sviluppo sono stati molto gonfiati e strumentalizzati. Un recente articolo sulla Stampa titolava "Le biotech? Fanno paura ai ricchi: nessuno chiede ai poveri della terra cosa ne pensano" (La Stampa 9/7/2001). Nell'articolo si confonde biotech con hitech (informatica) e con altri progressi della medicina che non hanno nulla a che vedere né con l'una né con l'altra (es. penicillina). L'articolo si conclude così: "il cibo di Frankenstin - ricorda l'Undp - da tre anni è stato bloccato in Europa perché nell'Occidente che non ha fame si discute dei futuri pericoli per la salute e l'ambiente. Tutto giusto, avverte l'agenzia dell'ONU, " ma le voci delle popolazioni dei paesi poveri -che hanno più da guadagnare che da perdere da queste tecnologie - finora non sono state ascoltate…" un capolavoro della strategia del senso di colpa. Il fatto che le preoccupazioni europee siano considerate legittime dall'agenzia ONU passa completamente in secondo piano. A parte il fatto che non si capisce in che modo il rifiuto europeo di coltivare OGM possa ripercuotersi sulla fame di popoli lontani, qual è la voce dei paesi più poveri?
Ventidue nazioni africane (Sudafrica escluso) hanno presentato una dichiarazione congiunta alle Nazioni Unite nel Giugno 1988 dichiarando di considerare le manipolazioni genetiche "né sicure, né ecocompatibili, né economicamente vantaggiose per noi".
Vandana Shiva, vice presidente del "Third World Network" che di paesi poveri ne rappresenta parecchi ha dichiarato: "L'argomento che il terzo mondo non si possa permettere la bioetica viene sistematicamente usato dall'industria biotech, la quale afferma che per gli affamati l'etica e la sicurezza sono irrilevanti[…] Sono le potenti nazioni industrializzate ad insistere sul fatto che la bioetica sia un lusso per il terzo mondo Bioethics a third world issue
Secondo la RAFI (Rural Advancement Foundation International) "L'estendersi del sistema dei brevetti a livello mondiale, il monopolio del controllo sui processi e sui prodotti biologici mette a rischio la sicurezza del cibo a livello planetario, minaccia la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità e minaccia di marginalizzare i poveri del mondo ancora di più".
Nel bollettino del Ciepac (Centro de Investigacion Economicas e politicas de action comunitaria) che sorveglia le politiche agro-economiche dei paesi dell'America Latina "In generale le grandi corporazioni multinazionali hanno riportato enormi profitti dall'incoraggiamento all'uso degli OGM. I più probabili perdenti, nel medio e lungo termine, saranno le piccole e medie agricolture dei campesinhos, che non avranno le risorse per acquistare le specie modificate e, di conseguenza, perderanno di sompetitività nell'Agro Business. (Genetically Modified Organisms: Implications for Mexico and Chiapas)
Per quanto riguarda il punto 2) "Oggi c'è l'incontenibile bisogno intellettuale di cimentarsi con le forze della natura per combattere vistosi errori che l'evoluzione naturale porta con sé: mostruosità, malattie genetiche, tumori" (fonte "Veronesi: con gli scienziati, contro Pecoraro";"Corriere della sera";12/2/01)
Qui siamo di fronte ad un argomento "trave/pagliuzza". Vogliamo mettere a confronto la morte e la sofferenza che derivano da errori e politiche umani con quelle che derivano dall'evoluzione naturale? E' forse l'evoluzione naturale che porta ad un aumento del 30% dei tumori ogni anno? Come è possibile attribuire alla natura l'aumento esponenziale di malattie degenerative che si verifica solo nei paesi più industrializzati?
Naturalmente l'unica risposta alle malattie genetiche è nella ricerca genetica, e in questo campo è giusto ed utile proseguire ma è fuorviante confondere le malattie genetiche con le predisposizioni genetiche. Questa mistificazione punta a minimizzare l'intervento sulle cause scatenanti (es. inquinamento) favorendo l'avvento di un mondo in cui il non sottoporsi a manipolazioni genetiche equivarrà ad una sempre più alta probabilità di ammalarsi.
Inoltre è importante chiedersi: se questa tecnologia è per il bene dell'umanità, sarà essa alla portata dell'intera umanità? Nel mondo, ancora oggi, le cause prime di morte sono la fame e malattie che si potrebbero tranquillamente evitare con vaccini e farmaci che esistono già da un secolo…Inoltre lo stesso Ministro della Sanità, nel summenzionato articolo ammette la possibilità - attraverso le manipolazioni genetiche della "creazione di animali mostruosi".
Inoltre dobbiamo chiederci: dov'è il limite? Se può sembrare lecito -e probabilmente lo è - intervenire per correggere anomalie genetiche che comporterebbero gravi handicap, intervenire su malattie come il Parkinson o l'Alzheimer per le quali non si conosce altra cura, è altrettanto lecito intervenire su un codice il cui funzionamento è ancora in gran parte sconosciuto - estendendo l'effetto in buona parte imprevedibile di un'azione presente a tutte le generazioni future che erediteranno quella manipolazione - magari solo per garantire qualche beneficio estetico?
E' lecito intervenire sull'aspetto caratteriologico di individui sani?
E' lecito riprodurre un essere esattamente identico ad un altro?
E' lecito creare artificialmente dei "superuomini" e dividere di fatto l'umanità fra individui 'manipolati' e non? Per non parlare di possibili conseguenze catastrofiche, come potranno esserci ad esempio competizioni sportive fra 'manipolati' o 'pronipoti di manipolati' e 'non manipolati'?
Una volta varcato il confine quali norme potrebbero mai garantire che in futuro la manipolazione genetica sia usata solo nei casi gravi in cui risulta indispensabile?
"Diversi paesi con avanzatissime strutture biotech non hanno passato alcuna legge che vieti la clonazione umana. Fra questi: Singapore, India, Russia, Brasile. […] Esistono diverse associazioni e personaggi che stanno promuovendo la clonazione umana: Clonaid, fondata da Claude Voilhon nel 1997, la Human Cloning Foundation, Cold Spring Harbor di Nathan Myrhvold ecc." (fonte "Fra i campi del Wisconsin il clone bambino";"affari e finanza";5/3/01)
Negli Stati Uniti l'attività di clonazione è totalmente legale a meno che non sia finanziata con fondi pubblici. (fonte "Un medicin italien annonce son intention de cloner un etre humain";"Le monde";31/1/01)
Torna all'indice
|