biotech e mercato transgenico lesivi dei diritti umani
Biotecnologie, globalizzazione, OGM: difendiamo il futuro

Ogm: bugie e mistificazioni nei mass media

biotech e mercato transgenico lesivi dei diritti umani

Le costanti mistificazioni che troppo spesso inquinano i mezzi di comunicazione di massa sono molto più pericolose delle bugie, le menzogne possono essere clamorosamente smentite, sono potenzialmente perseguibili per legge; le mistificazioni invece agiscono in maniera sottile ed impunemente con un micidiale dosaggio fra verità ed omissioni spesso confondendo i fatti con le opinioni ed i fatti fra loro. Ad esempio titolare un articolo "l'agricoltura transgenica potrebbe provocare danni per la salute/ ma i pesticidi sono peggio" è un modo per mentire dicendo due verità: è vero che l'agricoltura biotech potrebbe provocare danni alla salute; è anche vero che i pesticidi provocano sicuramente danni maggiori di quelli sinora accertarti per le coltivazioni transgeniche, ma non è affatto vero che l'alternativa alle coltivazioni transgeniche sono i pesticidi. Anzi, a dire il vero, uno dei prodotti agricoli transgenici più diffusi è la soia "roundup" che è stata modificata geneticamente per poter sopportare una maggiore quantità di pesticida (naturalmente prodotto dalla stessa corporazione biotech).

I PR (addetti alle pubbliche relazioni) delle Multinazionali sono reclutati fra i migliori del mondo; il loro compito è quello di creare consenso nell'opinione pubblica. Per gentile concessione del PSRAST (Physicians and scientists for Responsible Application of Science and Technology) abbiamo tradotto in italiano Le strategie dei PR per manipolare l'opinione pubblica sui cibi geneticamente modificati, un'analisi chiara e disincantata su quello che sta avvenendo negli Stati Uniti e su ciò che dobbiamo aspettarci in Europa. A questo proposito è particolarmente significativa la parte del documento che - grazie ad un fuga di notizie - rivela le strategie del marketing per l'Europa (Creare consenso nell'opinione pubblica). Ne anticipiamo la conclusione:

"Il documento […] rivela la natura fuorviante delle strategie usate dalla lobby biotech. Esse sono state indirizzate a nascondere o sopprimere la verità, utilizzando in modo scorretto fonti d'informazione che ispirano fiducia e diffondendo un'informazione distorta e non obiettiva con l'intento di cambiare l'opinione pubblica e far sì che i legislatori favoriscano l'interesse dell'industria."

Nella pagina presente trovate dati e spunti di riflessione importanti per difendersi dagli inganni dell'informazione falsata. Le affermazioni propagandate dai mezzi di comunicazione di massa vengono messe a confronto con i fatti accertabili.

Strategie dell'inganno

La strategia del ribaltamento dell'onere della prova La strategia dell'"omissis" e del controllo dei media
La strategia del "fatto compiuto" La strategia del "due pesi e due misure"
La strategia dell'annuncio La strategia del minimizzare
La strategia del senso di colpa La strategia del discredito
La strategia del complesso d'inferiorità La stragegia del contrapporre "scienza" ed "oscurantismo"

La strategia del ribaltamento dell'onere della prova

Si sintetizza nella frase: "non è provato che i cibi geneticamente modificati siano dannosi per la salute"
E' una specie di tormentone dei mezzi di comunicazione di massa, recentemente applicato anche alla controversa questione dell'inquinamento elettromagnetico. Ci sono due aspetti da considerare:

Primo - Non si può ribaltare l'onere della prova. Sta all'establishment scientifico-governativo dimostrare che OGM e le manipolazioni del genoma umano NON producano danni. Allo stato attuale dei fatti nessuno scienziato può affermare con certezza che le manipolazioni genetiche siano innocue per l'ambiente e per la salute. Il protocollo di Cartagena sulla biodiversità, ratificato dall'Unione Europea, sancisce infatti che le Nazioni non debbono avere la "certezza scientifica" per bloccare l'importazione di un prodotto geneticamente modificato che pensano potrebbe essere dannoso alla biodiversità e per estensione alla salute umana. Proprio perché allo stato attuale dei fatti nessuna certezza è possibile. Appare quindi ancor più paradossale che oltre al ribaltamento dell'onere della prova si pretenda dai detrattori degli OGM quella stessa "certezza scientifica" che allo stato attuale nessuno può garantire.

Secondo- "l'assenza di prove non è la prova dell'assenza". Il non avere conferme scientifiche può significare semplicemente che i mezzi, le teorie, la strumentazione, i tempi (per non parlare della volontà) sono insufficienti a raccogliere prove. In realtà le tecnologie per la certificazione di sicurezza in questo campo sono ancora molto carenti (Lettera aperta al governo). Tanto per fare un esempio, i nostri laboratori sono in grado di riconoscere solo 6 OGM su 24 che sono in circolazione ("I laboratori non riconoscono tutti gli Ogm";"Corriere della Sera";8/4/01). In un documento intitolato The safety of genetically Engineered Foods, firmato da dieci scienziati fra cui Professori emeriti di genetica, genetica molecolare e biologia molecolare di varie università canadesi, statunitensi e britanniche si afferma: Ci sono diversi modi noti per cui l'inserzione di un gene può causare complicazioni impreviste del tipo che mai si verificherebbero nelle ibridazioni convenzionali. Alcuni effetti imprevisti sono già stati sperimentalmente verificati (The reason why Hazardous substances may be created because of genetic engineering). Inoltre, poiché la conoscenza del DNA è ancora molto incompleta, possono prodursi effetti che allo stato attuale non possono nemmeno essere immaginati…"

Terzo- non è vero. La letteratura scientifica disponibile su Internet (ossia quella meno soggetta alla soppressione del dissenso) mostra che ampia parte del mondo scientifico è molto seriamente preoccupata per i possibili danni alla salute derivati dai cibi transgenici, il mondo civile è inquieto per i danni alla dignità dell'essere umano che possono derivare da alcune applicazioni dell'ingegneria genetica, gli ecologisti sono in allarme per gli irreversibili danni alla biodiversità e alla biosfera e gran parte degli economisti sostengono che l'attuale monopolio di queste tecnologie e la biopirateria (esclusiva di utilizzo con brevetti sul vivente) saranno letali per la già fragile economia dei paesi più poveri. Solo per fare un piccolo esempio elenchiamo di seguito i plausibili rischi individuati dall'Union of Concerned Scientists, alla quale aderiscono 50.000 fra cittadini e scienziati del prestigioso MIT (Massachuessets Institute of Technology):

1. Danni potenziali per la salute:

  • Nuovi allergeni nel cibo
  • Resistenza agli antibiotici
  • Produzione di nuove tossine
  • Concentrazione di metalli tossici
  • Sviluppo di terreni favorevoli a funghi tossici
  • Altri pericoli ancora ignoti (imprevedibilità sullo sviluppo delle specie viventi e conoscenze ancora molto parziali del funzionamento dei geni)
2. Danni potenziali per l'ambiente
  • Incremento delle erbe infestanti
  • Trasferimento genico a specie selvatiche affini
  • Cambiamento [in peggio] delle modalità di utilizzo dei pesticidi (e possibilità che la resistenza ai pesticidi si trasmetta alle erbe infestanti)
  • Danni ai preziosi geni che rendono i parassiti suscettibili agli anticrittogamici
  • Avvelenamento della flora e fauna selvatica
  • Creazione di nuovi o peggiori virus
  • Pericoli ancora sconosciuti

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La strategia dell'"omissis" e del controllo dei media

Di recente, due giornalisti americani hanno vinto una causa con la televisione Fox, caso clamoroso, a causa dei tagli imposti ad un loro servizio sulle alterazioni che il latte bevuto da un pubblico ignaro subisce a causa della somministrazione alle mucche di un ormone (BGH), prodotto da una delle maggiori corporazioni del biotech, che ne aumenta la produzione del 30%. Il latte così prodotto contiene però un altro ormone (IGF-1) che secondo diversi specialisti, fra cui S. Epstein, scienziato dell'Università dell'Illinois, aumenterebbe notevolmente nei consumatori di questo latte il rischio di cancro al seno e al colon.

Nel sito americano (Reporters win lawsuit to thwarth fox-TV cover-up) viene riportata tutta la storia, come la coppia di giornalisti resistette ai tentativi di corruzione e di insabbiamento, come vinse la causa ma perse la possibilità di continuare a lavorare nei media, come nessuno riuscì ad imporre che l'utilizzo di questi ormoni fosse segnalato nell'etichetta, come enormi pressioni impedirono ai piccoli produttori di latte genuino di segnalare sull'etichetta che il loro latte non conteneva ormoni e, soprattutto, vengono riportate integralmente le due versioni del servizio, quella tagliata dagli stessi giornalisti per la messa in onda e quella con i tagli che la Fox voleva loro imporre. E' un documento esemplare per comprendere come piccole omissioni qua e là, senza bisogno di negare i fatti, ne presentino una visione totalmente distorta.

La strategia dell'omissis è una delle più efficaci e più difficili da individuare. Ne esistono varie forme che vanno dai tagli che si decide compiere sulle notizie alla scelta di quali notizie pubblicare, quali esperti intervistare, quali domande e in che forma porre al pubblico, quale spazio e peso dare alle diverse opinioni…

" La Royal Society ha quindi pubblicato una "guida per gli editori" […]

I giornalisti -afferma la "guida"- "debbono produrre ogni sforzo per stabilire la credibilità degli scienziati e del loro lavoro". La Royal Society pubblicherà un elenco che fornisce una lista di scienziati. Prima di intervistare qualsiasi scienziato al giornalista è richiesto di consultarsi con gli esperti del campo ufficialmente nominati [dalla Royal House medesima n.d.r.], che saranno in grado di dirgli se lo scienziato in questione ha idee corrette. […]E questa non è certo las fine della storia. Recentemente, il Social Issue Research Centre (SIRC) e le Royal Institution hanno congiuntamente promulgato un Codice di Prassi della Comunicazione Scientifica e Medica […]

Il codice non riguarda solo i giornalisti ma anche gli scienziati. Un compendio del Codice raccomanda ai giornalisti di consultarsi solo con "contatti esperti", una lista segreta dei quali verrà fornita solo a "giornalisti iscritti con credenziali di buona fede". Gli scienziati vengono scoraggiati dal rivelare risultati non pubblicati persino ai congressi scientifici professionali, rompendo così l'onorata ed antica tradizione di libera comunicazione fra scienziati. […]

Il Codice richiede che le affiliazioni e gli interessi di coloro che indagano [inclusi i giornalisti n.d.r.] debbano essere chiaramente dichiarati e ciò si applica non soltanto a "ricercatori che siano affiliati o finanziati da compagnie ed organizzazioni commerciali ma anche a coloro che abbiano risapute simpatie per gruppi di difesa dei consumatori o organizzazioni caritatevoli". I due casi non sono naturalmente equivalenti. Per i ricercatori finanziati dalle compagnie c'è tutto da guadagnare in termini di reputazione scientifica e compenso economico nel promuovere l'agenda delle corporazioni. Per gli scienziati che vanno controcorrente, c'è tutto da perdere, compresi lavoro e carriera." (La nuova polizia del pensiero)


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La strategia del "fatto compiuto"

Nonostante la legge italiana vieti l'importazione di sementi geneticamente modificate, le multinazionali, in particolare quelle statunitensi, cercano di metterci davanti al fatto compiuto. Negli ultimi tempi sono state accertate moltissime violazioni a questa legge (notizie utili sul sito di verdi ambiente e società ). Purtroppo per ogni violazione accertata ce ne sono altre di cui non sapremo mai nulla. Già l'unione Europea ha dovuto stabilire un limite dello 0,1% di tollerabilità alla presenza di DNA modificato perché le partite di alimenti naturali possono essere inquinate, nelle operazioni di stoccaggio e trasporto, da piccole quantità di alimenti geneticamente modificati. Ora però siamo arrivati al punto che nessuno sembra più in grado di garantire un prodotto naturale al 100%.

Le soglie minime infatti non sono infatti - per fortuna - tollerate nel caso di alimenti destinati alla primissima infanzia. Ma quando negli alimenti c'è presenza di soia (uno degli ingredienti più comuni nelle sue varie forme nel cibo che acquistiamo) riuscire ad avere un prodotto senza alcuna presenza di geni modificati è già diventata un'impresa davvero ardua. La ditta Plada è stata recentemente costretta a ritirare dal commercio i suoi biscotti per neonati intolleranti al glutine, perché la ASL di Palermo ha riscontrato una percentuale di soia geneticamente modificata che pur rimanendo nei limiti accettati per gli adulti non può essere ammessa per un prodotto destinato ai neonati. Giampaolo Ricci, responsabile della comunicazione della società produttrice Plada, si è difeso dicendo: "né noi né altri saremo più in grado di produrre biscotti dietoterapeutici per celiaci perché sotto allo 0,08 per cento, che è la presenza di organismi geneticamente modificati risultata nei nostri prodotti, nessuno è in grado di scendere". (fonte "Via dagli scaffali i biscotti transgenici";"Il resto del Carlino online";15/4/01).

La presenza di organismi geneticamente modificati nei semi destinati alle coltivazioni sul suolo nazionale è ancora più pericolosa, poiché è stata provata la capacità delle piante geneticamente modificate di creare mutazioni anche in quelle naturali, ibridandole. Il sequestro di una partita di semi della Monsanto ha scatenato sconcertanti polemiche, per evidenti manipolazioni e probabile corruzione dei responsabili dell'informazione a finire sotto accusa è stato il Ministro dell'Ambiente che cercava di far rispettare la legge del nostro stato anziché la multinazionale che l'aveva violata.

Qualcuno ha immediatamente provveduto a far sì che il divieto di seminare OGM sul territorio nazionale (condiviso dalla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica) fosse ricollegato alla polemica sui limiti da dare alla ricerca scientifica sugli OGM sui quali l'opinione pubblica è molto più divisa. Così la contesa che avrebbe opposto da una parte lo Stato, la legge, l'opinione pubblica e dall'altra interessi privati, si è spostata mettendo ai due lati del contendere il Ministro della Sanità da una parte e quello dell'Agricoltura dall'altra. La Monsanto si è eclissata dalla gogna ed il tutto si è trasformato in una polemica interna al governo italiano.

La "fortuita coincidenza" di un tentativo di incendio al deposito dove erano custoditi i semi della suddetta multinazionale ha poi contribuito a deviare l'interesse dell'opinione pubblica dal vero problema. Così le pagine dei giornali sono state riempite da questo incidente attribuito ad "ecoterroristi" e non dalle conseguenze legali che avrebbe dovuto avere l'accertamento della violazione (revoca della licenza di commercio).

Perché poi definire "ecoterroristi" questi teppisti probabilmente prezzolati che hanno bruciato qualche sacco di semi? Non sarebbe questo epiteto più idoneo a definire chi inquina di prepotenza la nostra agricoltura per far sì che le norme di cautela dell'unione Europea - unica parte del mondo ancora indenne dall'uso massiccio di agricoltura OGM - divengano di fatto inapplicabili? Tutti noi sappiamo qual è stato l'atteggiamento degli Stati Uniti di fronte a terribili tragedie quali quella di Ustica e la più recente del Chermis. Ebbene, in questo caso -per qualche sacco incendiato- l'ambasciata americana si è scomodata ad inviare al nostro governo una lettera in cui "deplora l'incendio doloso alla Monsanto di Lodi e auspica che sia garantita sicurezza agli impianti della multinazionale" (fonte "Il governo USA deplora l'incendio alla Monsanto";"La Repubblica";7/4/01). L'antifona è chiara, la strategia anche.

Un altro e più pernicioso aspetto della strategia del fatto compiuto è che quando gli interessi e i capitali in gioco, anche se illecitamente costituiti, superano una certa misura, pongono l'economia sotto ricatto rendendo altissimi i costi di un'inversione di rotta.

Per questo le Multinazionali alimentano la vacatio legis: i tempi burocratici lunghissimi per l'approvazione di protocolli urgenti come quello sulla biodiversità fanno il gioco delle corporazioni: quando gli interessi sono troppo alti i costi di una regolamentazione diventano insostenibili, questo è l'aspetto più pericoloso della strategia del "fatto compiuto".

In pratica le corporazioni biotech spingono al massimo l'acceleratore degli investimenti approfittando dell'inadeguatezza, della mancanza o della scarsa applicabilità delle norme esistenti (quando non addirittura infrangendole impunemente come nel caso succitato) per poi dire "sorry, l'impatto economico di una regolamentazione non è più sostenibile".

Inoltre la maggiore produttività industriale dell'agricoltura biotech (es. la soia biotech sopporta quantità di pesticidi che uccidono tutte le altre erbe infestanti) costringe i concorrenti ad adottarla per rimanere competitivi sul mercato. E' quindi in corso un'escalation incontrollabile delle colture transgeniche

Facciamo un esempio:

Percentuale di piantagioni geneticamente modificate negli U.S.A.: grano oltre 30%, soia oltre 50%, cotone oltre 50%. Un terzo delle esportazioni di cibo dagli U.S.A. all'Asia è geneticamente modificata. In sintesi il giro d'affari dell'importazione transgenica degli Stati Uniti in Asia ha raggiunto livelli colossali (4,8 bilioni di dollari nel 1998).

Il governo Australiano, inizialmente propenso a varare con urgenza una legge che imponesse una severa etichettatura, ha fatto marcia indietro per paura dell'impatto economico che il paese avrebbe dovuto subire sul piano del commercio internazionale. L'Australia esporta anch'essa grandi quantità di cibo in Asia. Fino al 2000 nessuna coltivazione Australiana era transgenica. Le autorità australiane hanno dichiarato che per mantenere il passo con le nazioni concorrenti varie colture diverranno transgeniche, a partire dal 2001. (fonte: Genet news))

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La strategia del "due pesi e due misure"

Il trattamento riservato al Dr. Arpad Pusztai è uno degli esempi più noti di doppio standard. Pusztai presenziò alla conferenza OECD a Edimburgo, sugli aspetti scientifici e sanitari dei cibi geneticamente modificati [il prof Pusztai è stato uno dei primi scienziati a verificare sperimentalmente la potenziale tossicità delle patate OGM ed è stato da allora bersaglio di una vera e propria persecuzione che lo ha portato a perdere anche il lavoro (World renowned scientist lost his job when he warned about GE foods)], durante la quale una serie di oratori mise in dubbio la sua integrità, nonostante il fatto che almeno una parte della ricerca in questione fosse stata pubblicata da The Lancet.

Al contrario, il professor Zhangliang Chen, vice-presidente dell'Università di Pechino, incontrò approvazione quasi universale dopo aver comunicato ai conferenzieri che in Cina i topi nutriti con cibo geneticamente modificato non avevano avuto effetti collaterali, il tutto in assenza di una qualsiasi ricerca pubblicata e senza alcun dettaglio o schema metodologico…(la nuova polizia del pensiero)

Due pesi e due misure sono adottate anche per l'analisi cost-benefit degli OGM. xxxI presunti vantaggi, ancora tutti da dimostrare e visti i ripetuti fallimenti nemmeno troppo probabili nel futuro immediato, pesano moltissimo, come se forreso

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La strategia dell'annuncio

Due aspetti: propagandare informazioni assolutamente false, collegare un fatto vero ad una ragione falsa, oppure enfatizzare tutti i possibili benefici futuri (possibili ma spesso improbabili) come se fossero già realtà.

Un esempio del primo caso:

Ben documentata e resa popolare l'affermazione che le sementi geneticamente modificate avrebbero talmente ridotto l'uso degli erbicidi negli U.S.A. da mandare in rovina coloro che li distribuivano con aereoplani. Persino i rapporti ufficiali negano che ci sia stato un qualsiasi significativa diminuzione dell'uso degli erbicidi negli U.S.A.. C'è stata un'effettiva diminuzione della loro diffusione aerea perché, come ha spiegato il dott. Charles Benbrock, ex direttore esecutivo del comitato per l'agricoltura del governo degli Stati Uniti "ci sono sempre meno pesticidi che si possano diffondere per via aerea a causa delle correnti d'aria. Virtualmente tutta la nuova chimica è incompatibile con l'uso aereo perché gli erbicidi anche a bassa dose sono devastanti per tutte le altre vegetazioni e notoriamente si spandono oltre l'area prevista. I nuovi biopesticidi sono troppo costosi e richiedono di conseguenza un'applicazione precisa"…nulla a che vedere con gli OGM.

Un esempio del secondo caso:

il Prof. Baulcombe ha asserito che nella famosa ricerca sulla farfalla monarca [una delle prime ricerche a dimostrare il potenziale nocivo degli OGM n.d.r.], le larve della farfalla sarebbero state danneggiate in misura pressoché identica da polline di mais geneticamente modificato e di mais normale. Ciò è totalmente inventato e i commenti del Prof. Baulcombe sono stati energicamente rigettati dal Dott. John Losey (11), il principale autore della ricerca, che di fatto mostrava che solo il polline del mais geneticamente modificato era letale per la larva della farfalla monarca

Un esempio del terzo caso:

L'enfatizzazione di possibili futuri vantaggi come se fossero realtà è la strategia di maggior successo per ingannare l'opinione pubblica. Di fatto l'unico prodotto direttamente mirato a questo scopo è stato il cosiddetto "Golden Rice" un riso geneticamente modificato che avrebbe permesso anche alle popolazioni più povere di sopperire all'insufficiente apporto di vitamina A nella loro alimentazione. Nei fatti il Golden Rice non raggiunge questo scopo, anche perché per poter assimilare la vitamina A è necessaria un'alimentazione con apporto proteico. Un altro esempio sbandierato come possibile aiuto ai contadini del terzo mondo (si veda il controverso articolo di Suman Sahai nella cosiddetta "campagna genetica: priorità per i paesi in via di sviluppo") è una varietà di pomodoro che resiste più a lungo sugli scaffali. La campagna va avanti ma il pomodoro si è rivelato inutilizzabile ed è stato un disastro commerciale tanto che la Calgene, che lo produceva, è stata buttata fuori dalla Monsanto. Comunque persino la FAO ritiene che le manipolazioni genetiche non saranno di nessun aiuto per il problema della fame nel mondo (si veda sezione su "strategia del senso di colpa").

E' stato annunciato di aver trovato la soluzione per le aree desertificate del pianeta. Per ora si è solo individuato un gene di una singola specie che resisterebbe alla siccità. L'innesto non è stato per ora fruttuoso: le colture sperimentali di cotone geneticamente modificato che avrebbe dovuto resistere a siccità e parassiti in Indonesia si sono dimostrate più fragili ad entrambi rispetto al cotone nativo [Torna all'indicewww.i-sis.org/indonesia-pr.shtml].

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La strategia del minimizzare

Si sintetizza nella frase: "L'ingegneria genetica non fa altro che ripetere processi già esistenti in natura"

Nel sito della Monsanto appare in rilievo nella homepage questa citazione del segretario all'Agricoltura Dan Glickman:

Biotechnology's been around almost since the beginning of time. It's cavemen saving seeds of a high-yielding plant. It's Gregor Mendel, the father of genetics, cross-pollinating his garden peas. It's a diabetic's insulin, and the enzymes in your yogurt... Without exception, the biotech products on our shelves have proven safe."

Niente di più falso. Gli incroci di razze non hanno nulla a che vedere con le manipolazioni genetiche. Nel primo caso si tratta di selezionare l'unione fra esseri della stessa specie, senza alcuna intrusione aliena nel loro patrimonio genetico. Nel secondo caso si tratta di creare esseri con caratteristiche che non avrebbero mai potuto avere per via naturale, mischiando anche animali con piante. I geni sono mutevoli e cambiano le loro caratteristiche e anche la loro struttura sulla base dell'interazione con altri geni o per l'influenza di condizioni specifiche della cellula e dell'ambiente. Quindi un gene non è portatore di una specifica proprietà indipendentemente dal contesto, come credeva l'ingegneria genetica al suo esordio, venti anni fa. L'inserzione di un gene in una specie diversa può di conseguenza dar luogo ad effetti imprevedibili. (The new understanding of genes).

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La strategia del senso di colpa

Si potrebbe riassumere nella frase: "per i tuoi scrupoli qualcuno muore" e si articola su due punti:

1) Le reticenze e resistenze dei paesi ricchi bloccano sviluppi tecnologici che potrebbero salvare vite umane risolvendo il problema della fame nel mondo. Si sintetizza nella frase "la bioetica è un lusso per i ricchi".

2) Le riserve sull'utilizzo di materiale genetico umano ed embrionale in particolare stanno ostacolando ricerche che potrebbero salvare la vita di milioni di ammalati.

Per quanto riguarda il punto 1)La stessa FAO (FAO report reveals GM crops not needed to feed the world) ha dichiarato che l'ingegneria genetica non rappresenta oggi e non rappresenterà in futuro la soluzione per la fame nel mondo. Il problema riguarda molto più la distribuzione delle risorse che la loro insufficienza: l'India, ad esempio, è uno dei paesi con le maggiori esportazioni di cibo. Anzi, le biotecnologie agricole e la biopirateria rischiano di creare gravi danni alle economie già disagiate del terzo mondo aumentando la fame. (Genetically Modified Organisms: Implications for Mexico and Chiapas)

I dati di una recente agenzia ONU sull'importanza della tecnologia per i paesi in via di sviluppo sono stati molto gonfiati e strumentalizzati. Un recente articolo sulla Stampa titolava "Le biotech? Fanno paura ai ricchi: nessuno chiede ai poveri della terra cosa ne pensano" (La Stampa 9/7/2001). Nell'articolo si confonde biotech con hitech (informatica) e con altri progressi della medicina che non hanno nulla a che vedere né con l'una né con l'altra (es. penicillina). L'articolo si conclude così: "il cibo di Frankenstin - ricorda l'Undp - da tre anni è stato bloccato in Europa perché nell'Occidente che non ha fame si discute dei futuri pericoli per la salute e l'ambiente. Tutto giusto, avverte l'agenzia dell'ONU, " ma le voci delle popolazioni dei paesi poveri -che hanno più da guadagnare che da perdere da queste tecnologie - finora non sono state ascoltate…" un capolavoro della strategia del senso di colpa. Il fatto che le preoccupazioni europee siano considerate legittime dall'agenzia ONU passa completamente in secondo piano. A parte il fatto che non si capisce in che modo il rifiuto europeo di coltivare OGM possa ripercuotersi sulla fame di popoli lontani, qual è la voce dei paesi più poveri?

Ventidue nazioni africane (Sudafrica escluso) hanno presentato una dichiarazione congiunta alle Nazioni Unite nel Giugno 1988 dichiarando di considerare le manipolazioni genetiche "né sicure, né ecocompatibili, né economicamente vantaggiose per noi".

Vandana Shiva, vice presidente del "Third World Network" che di paesi poveri ne rappresenta parecchi ha dichiarato: "L'argomento che il terzo mondo non si possa permettere la bioetica viene sistematicamente usato dall'industria biotech, la quale afferma che per gli affamati l'etica e la sicurezza sono irrilevanti[…] Sono le potenti nazioni industrializzate ad insistere sul fatto che la bioetica sia un lusso per il terzo mondo Bioethics a third world issue

Secondo la RAFI (Rural Advancement Foundation International) "L'estendersi del sistema dei brevetti a livello mondiale, il monopolio del controllo sui processi e sui prodotti biologici mette a rischio la sicurezza del cibo a livello planetario, minaccia la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità e minaccia di marginalizzare i poveri del mondo ancora di più". Nel bollettino del Ciepac (Centro de Investigacion Economicas e politicas de action comunitaria) che sorveglia le politiche agro-economiche dei paesi dell'America Latina "In generale le grandi corporazioni multinazionali hanno riportato enormi profitti dall'incoraggiamento all'uso degli OGM. I più probabili perdenti, nel medio e lungo termine, saranno le piccole e medie agricolture dei campesinhos, che non avranno le risorse per acquistare le specie modificate e, di conseguenza, perderanno di sompetitività nell'Agro Business. (Genetically Modified Organisms: Implications for Mexico and Chiapas)

Per quanto riguarda il punto 2) "Oggi c'è l'incontenibile bisogno intellettuale di cimentarsi con le forze della natura per combattere vistosi errori che l'evoluzione naturale porta con sé: mostruosità, malattie genetiche, tumori" (fonte "Veronesi: con gli scienziati, contro Pecoraro";"Corriere della sera";12/2/01)

Qui siamo di fronte ad un argomento "trave/pagliuzza". Vogliamo mettere a confronto la morte e la sofferenza che derivano da errori e politiche umani con quelle che derivano dall'evoluzione naturale? E' forse l'evoluzione naturale che porta ad un aumento del 30% dei tumori ogni anno? Come è possibile attribuire alla natura l'aumento esponenziale di malattie degenerative che si verifica solo nei paesi più industrializzati?

Naturalmente l'unica risposta alle malattie genetiche è nella ricerca genetica, e in questo campo è giusto ed utile proseguire ma è fuorviante confondere le malattie genetiche con le predisposizioni genetiche. Questa mistificazione punta a minimizzare l'intervento sulle cause scatenanti (es. inquinamento) favorendo l'avvento di un mondo in cui il non sottoporsi a manipolazioni genetiche equivarrà ad una sempre più alta probabilità di ammalarsi.

Inoltre è importante chiedersi: se questa tecnologia è per il bene dell'umanità, sarà essa alla portata dell'intera umanità? Nel mondo, ancora oggi, le cause prime di morte sono la fame e malattie che si potrebbero tranquillamente evitare con vaccini e farmaci che esistono già da un secolo…Inoltre lo stesso Ministro della Sanità, nel summenzionato articolo ammette la possibilità - attraverso le manipolazioni genetiche della "creazione di animali mostruosi".

Inoltre dobbiamo chiederci: dov'è il limite? Se può sembrare lecito -e probabilmente lo è - intervenire per correggere anomalie genetiche che comporterebbero gravi handicap, intervenire su malattie come il Parkinson o l'Alzheimer per le quali non si conosce altra cura, è altrettanto lecito intervenire su un codice il cui funzionamento è ancora in gran parte sconosciuto - estendendo l'effetto in buona parte imprevedibile di un'azione presente a tutte le generazioni future che erediteranno quella manipolazione - magari solo per garantire qualche beneficio estetico?

E' lecito intervenire sull'aspetto caratteriologico di individui sani?

E' lecito riprodurre un essere esattamente identico ad un altro?

E' lecito creare artificialmente dei "superuomini" e dividere di fatto l'umanità fra individui 'manipolati' e non? Per non parlare di possibili conseguenze catastrofiche, come potranno esserci ad esempio competizioni sportive fra 'manipolati' o 'pronipoti di manipolati' e 'non manipolati'?

Una volta varcato il confine quali norme potrebbero mai garantire che in futuro la manipolazione genetica sia usata solo nei casi gravi in cui risulta indispensabile?

"Diversi paesi con avanzatissime strutture biotech non hanno passato alcuna legge che vieti la clonazione umana. Fra questi: Singapore, India, Russia, Brasile. […] Esistono diverse associazioni e personaggi che stanno promuovendo la clonazione umana: Clonaid, fondata da Claude Voilhon nel 1997, la Human Cloning Foundation, Cold Spring Harbor di Nathan Myrhvold ecc." (fonte "Fra i campi del Wisconsin il clone bambino";"affari e finanza";5/3/01)

Negli Stati Uniti l'attività di clonazione è totalmente legale a meno che non sia finanziata con fondi pubblici. (fonte "Un medicin italien annonce son intention de cloner un etre humain";"Le monde";31/1/01)

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La strategia del discredito

Si scatena soprattutto su chiunque esprima qualche dubbio sulla pretesa assoluta oggettività e verità delle opinioni scientifiche quando queste vertano su organismi geneticamente modificati o su protocolli terapeutici. E non si scatena a caso. Ad esempio la campagna diffamatoria contro l'attuale presidente del Sudafrica Thabo Mbeki è stata quasi esclusivamente britannica. Mbeki, accogliendo le tesi di medici 'dissidenti' sull'attuale interpretazione dell'AIDS e sulla terapia incentrata sui farmaci antiretrovirali, ha istituito una commissione 'mista' di ortodossi e dissidenti col compito di affrontare gli aspetti più controversi dell'AIDS, come la non specificità del test o la tossicità dei farmaci antiretrovirali spiegando, in una lettera del 3/4/2000 indirizzata a tutti i leaders del mondo la sua posizione. La sua linea è attualemnte condivisa da diversi paesi dell'area subsahariana. Qualche titolo dai giornali britannici:

  • The Observer: "Mbeki lascia morire nel dolore i bambini malati di AIDS"
  • The Times: "Mbeki soffre di un complesso di persecuzione"
  • The Telegraph: "L'Africa dovrebbe essere ricolonizzata"
  • The Sunday Times: "Mbeki nemico della gente"
  • International Herald Tribune: "Il Sudafrica rifiuta un prestito di un miliardo di US$ per comprare farmaci antiretrovirali"
La GlaxoSmithKline, leader mondiale nel commercio di farmaci HIV/AIDS è una multinazionale inglese.
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La strategia del complesso d'inferiorità

Si sintetizza nella frase: "Non possiamo restare indietro"

Forse sarebbe meglio dire: "cambiamo direzione prima che sia troppo tardi".

Troppo tardi ecologicamente: già oggi è difficile poter garantire ad esempio che in una qualsiasi partita di soia non ci siano OGM perché l'estensione delle piantagioni transgeniche ha portato ad ibridazione di quelle naturali

Troppo tardi eticamente: Dice l'economista J. Rifkin- "Uno dei nostri migliori biologi molecolari, W. Andersen, ha chiesto al Governo Federale il permesso di fare il primo esperimento su un feto umano…Certo il prossimo passo è programmare neonati su misura, anche prima del concepimento, nell'ovulo e nello sperma. […] Se fra 25 anni lei fosse un genitore e sapesse ancor prima del concepimento che trasmetterà la leucemia a suo figlio, non vorrebbe eliminare questa possibilità all'interno dello sperma? […] I genitori adesso sono nella condizione di poter programmare il loro figlio, e il figlio diventa l'ultima esperienza di shopping. Dov'è che si può tracciare un limite? […]Il problema, una volta che abbiamo dato il via a questa costruzione dei nostri stessi figli, è che stiamo andando pericolosamente verso una civiltà eugenico-commerciale in cui costruiamo la nostra progenie sulla base di una specie di standard di costruzione come quello che usavamo nell'era industriale con i prodotti chimici. Come fa un genitore a decidere come dovrebbe essere il figlio perfetto? E che ne è di te se sei un bambino e crescendo non ti piace il programma genetico che i tuoi genitori hanno costruito per te?" (fonte

Inoltre si potrebbe obiettare: perché inseguire quando possiamo precedere? L'accesissima competizione che nel mondo scientifico sta pericolosamente facendo dimenticare prudenza saggezza e filantropia, ci porta a voler correre dietro alla potenza tecnologicamente ed economicamente più forte (gli U.S.A.). Si sente l'urgenza di adeguarsi al passo della corsa e non c'è tempo per fermarsi a chiedersi in che direzione.

In questa grande potenza, i cittadini stanno rimanendo sempre più spesso senza corrente, i poveri non hanno diritto ad essere curati, i consumatori non hanno diritto di avere sulle confezioni nemmeno la data di scadenza del prodotto, chi può pagarsi i migliori avvocati si avvicina all'immunità mentre diversi innocenti sono stati condannati a morte, la violenza minorile è ai livelli più alti del globo l'economia oligarchica, la politica estera aggressiva e la coesione sociale ai minimi termini. Siamo sicuri di voler correre nelle direzione di questo modello di sviluppo?

Si dirà che è necessario essere al passo con il know-how per non rimanere arretrati e conservare i diritti civili per i quali l'Europa può vantare la supremazia mondiale. Certo è molto importante procedere con la ricerca, non lasciarsi sfuggire l'occasione di poter curare malattie sino ad oggi incurabili, avere tecniche abbastanza raffinate da poter effettuare gli opportuni controlli su organismi genetici illegalmente introdotti. Ma c'è molta differenza fra un sapere utile a tutti e una tecnologia sfruttata da pochi a fine di lucro.

Le multinazionali hanno mezzi che nessuna ricerca pubblica potrà avere e la finalità delle loro ricerche è il guadagno. Ne consegue che la tecnologia che esse promuovono è a beneficio esclusivo di chi se la potrà permettere; per essere competitivi su questo terreno dovremmo abdicare ai diritti civili ed in particolare al diritto della salute per tutti. Se vogliamo - come è giusto - mantenere la dignità del nostro status di cittadini d'Europa, saremo sempre comunque eterni inseguitori, consolati magari dal vedere che altri arrancano alle nostre spalle.

Perché invece non essere noi europei ad offrire al resto del mondo un altro modello di sviluppo? Perché non competere in civiltà, visto che ne abbiamo la supremazia? Scommettiamo sull'andare piano e lontano!

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La stragegia del contrapporre "scienza" ed "oscurantismo"

E' molto semplice: si procede a tacitare gli scienziati che esprimono pareri dissenzienti e anziché dibattere delle diverse opinioni di persone qualificate si dà la falsa impressione che il mondo scientifico sia unanime nell'apprezzare le biotecnologie ed il loro utilizzo immediato. D'altra parte il dissenso anche quando ben argomentato viene confuso con un imprecisato 'oscurantismo' con richiami all'astrologia, alla magia e alla new age.

Il dissenso nel mondo scientifico è molto più vasto di quel che si possa immaginare, ma non tutti sono disposti a perdere il posto di lavoro e la reputazione. In un recente articolo -con ampia bibliografia - pubblicato su Research in Social Problems and Public Policy intitolato Suppression of dissent in Science (Suppression of dissent in science) L'autore rileva: "La censura è uno dei modi per sopprimere il dissenso, ma non tutte le soppressioni prendono la forma di censure. I casi di censura aperta ed esterna, che già di per sé pongono numerose sfide metodologiche, sono relativamente poco problematici rispetto all'auto-censura, ossia quando le persone, consciamente o inconsciamente decidono di non parlare apertamente a causa delle probabili conseguenze o perché le loro convinzioni si sono adattate alla realtà di ciò che viene comunemente considerato essere consentito. Come risultato di interviste con numerosi scienziati, ho osservato che buona parte di loro evitano di fare ricerche o di fare affermazioni su temi 'caldi' perché sono consci, a qualche livello, del pericolo di essere attaccati se lo fanno. Ciò è coerente con le scoperte di Wilson e Barnes (1955) che hanno analizzato 70 scienziati affermati di scienze ambientali chiedendo loro, fra altre cose, "Crede che uno scienziato possa compromettere la propria carriera o il proprio accesso a fondi di ricerca parlando apertamente di temi ambientali" Più di metà ha risposto 'sì' e solo uno su cinque ha risposto 'no', gli altri restando incerti."

Esistono diversi siti di scienziati che si sono riuniti per dar voce al dissenso, ma le loro perplessità non trovano eco nei media. Segnaliamo una lettera aperta degli scienziati aderenti al PSRAST (Lettera aperta al governo) firmata da 206 scienziati e medici, dei quali 130 nel campo delle bioscienze e la maggior parte professori universitari che inizia dicendo:

Noi scienziati e medici sottoscrittori di questa petizione, chiediamo che tutti gli alimenti a base di organismi geneticamente modificati (OGM) siano ritirati dal mercato a meno che non siano stati sottoposti a rigorose verifiche che ne testino l'innocuita`, comprendenti test a lungo periodo su animali e umani. Questa domanda si applica a tutti gli alimenti a base di OGM che sono stati approvati in base al principio della "sostanziale equivalenza"...

Un'altra (Lettera aperta degli scienziati mondiali a tutti i governi riguardo gli organismi geneticamente modificati) è firmata da 440 scienziati di 54 nazioni ed è stata presentata in diverse occasioni in conferenze mondiali negli ultimi due anni. Nell'abstract si legge:

  • Gli scienziati sono molto preoccupati dai rischi che gli OGM presentano per la biodiversità, per la sicurezza del cibo, per la salute umana ed animale, e domandano una moratoria del loro rilascio nell'ambiente in accordo con il principio di precauzione.
  • Si oppongono alle colture GM che intensificano il monopolio corporativistico, esacerbano le diseguaglianze e impediscono il necessario passaggio ad un'agricoltura sostenibile.
  • Domandano che siano banditi i brevetti sulle forme viventi e sui processi vitali che minacciano la sicurezza alimentare; di sanzionare la biopirateria delle risorse genetiche e conoscenze indigene che viola i diritti umani e la dignità umana.
  • Vogliono maggiore sostegno alla ricerca e sviluppo di un'agricoltura non corporativistica e sostenibile che possa beneficiare le famiglie di contadini in tutto il mondo.

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