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Data ultimo aggiornamento martedì 07 marzo 2006
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Una storia...
Nel rione inferiore di Lauria nell'anno 1947 riapriva i battenti la già famosa fabbrica per la produzione di bevande gassate, rimasta chiusa nel tragico periodo bellico degli anni 40 a causa soprattutto della mancanza di materie prime quali lo zucchero, le essenze ecc. Si è in grado di stabilire la data approssimativa della nascita di tale attività grazie a un articolo rinvenuto solo di recente, risalente al 19 Agosto 1906, che documenta il costituirsi in società i signori "Caputi - Forestieri - Papaleo", successivamente tale società fu Caputi e Cozzi, e poi solo Caputi Francesco. Nei primi del 1900 la ditta produceva, in dimensioni molto contenute, la gassosa nella famosa bottiglia con la pallina (bottiglia ben presto radiata perché antigienica e sostituita con bottiglie a tappo meccanico), lo schampagnino e l'aranciata. Il trasporto al consumatore finale veniva eseguito dallo stesso acquirente mediante l'utilizzo di muli, che come si può immaginare avevano una portata assai limitata, carichi più consistenti erano effettuati da carrettieri locali, copiosi in quel periodo. L'attività più lunga e ininterrotta fino ad oggi è stata quella che riparte dal 1947, quando la nuova Ditta "Caputi & Sarubbi" traslando la sede da Via Fontana a Piazza Insorti d'Ungheria riavviò il processo produttivo con la dicitura: "FABBRICA DI ACQUE GASSATE - SINALCO E ARANCIATA di Caputi & Sarubbi" e produceva Gassose, Sinalco, Aranciata e Chinotto. In seguito furono introdotte nella produzione altre bibite come la Spuma , la Limonata, l'acqua amara e il Bitter; alcune delle quali scomparvero in seguito all'avvento dei contenitori in plastica. Pur se in breve è doveroso citare che dei due nuovi soci il primo, Caputi Francesco originario di Torre S. Susanna in quel di Brindisi, era un ex carabiniere trapiantato a Lauria ed ivi sposato ove impiantò per primo questa attività insieme ad altri e in contemporanea era proprietario di un negozio tipo Bazar con annessa rivendita di sali e tabacco, nonché alcolici e superalcolici. Del secondo socio Sarubbi Biagio nato a Lauria, era originariamente architetto costruttore e il suo operato tecnico pratico trova dimora oltre che da noi, sopratutto nelle lontane Americhe, Recife, Buenos Aires ecc. ove si era portato giovanissimo per necessità di lavoro e sostenimento della propria famiglia di sei persone a suo carico dopo la morte del padre mancato a soli 45 anni. Ritornato per qualche anno in Italia dove espletò la stessa attività nonché quella di insegnante presso la locale scuola tecnica, riattraversò l'oceano per portarsi a Mogadiscio dove fu prigioniero civile fino al 1947 anno in cui rientrò proponendosi all'avvio dell'attività di cui sopra. I segni ancora tangibili della guerra e la generale crisi perdurante, permisero una riapertura molto lenta; in quel periodo non c'erano ne lavoro ne pensionati!! Dopo qualche anno, nel 1950, il sig. Caputi Francesco mancò e successe alla guida il sig. Sarubbi Biagio. Ai tempi di Caputi & Sarubbi la produzione era ovviamente manuale, i contenitori in vetro venivano lavati, imbottigliati, tappati ed eventualmente etichettati uno per volta . Manodopera era necessaria anche per la costruzione dei contenitori in legno destinati a contenere le bottiglie, addetti falegnami si adoperavano per la costruzione di dette casse ed eventualmente per la riparazione delle stesse. Negli anni '60, caratterizzati dal boom economico, cominciò ad evolversi il processo produttivo, furono acquistati nuovi macchinari come la lavabottiglie meccanica evitando cosi il lavaggio manuale delle bottiglie che causava un grave dispendio di manodopera e scarso risultato igienico finale. Negli anni '70 passò alla guida dell'azienda il figlio del titolare, Vincenzo, nel frattempo mancato e l'intestazione divenne: da Sarubbi Biagio a Sarubbi Biagio di Vincenzo.Pur rimanendo di piccole dimensioni, a piccoli passi continuò l'evoluzione dell'azienda con l'acquisto di imbottigliatrici automatiche ed etichettatrici aumentando notevolmente le quantità produttive. Tutto si sussegue ed in questo continuo trasformismo anche le gestioni cambiano, così da Sarubbi Vincenzo (anni '70) passa alla moglie Iannini Italia (anni '80) e quindi al figlio Sarubbi Biagio (anni '90). Oggi nel 2000 la tecnologia ha fatto passi da gigante, i contenitori per le bottiglie sono comode e leggere casse di plastica o cartone ondulato per prodotti a perdere e il trasporto su gomma ci permette in breve tempo di consegnare la merce ovunque. Anche l'imbottigliamento e il confezionamento dei prodotti è cambiato notevolmente, è ormai completamente automatizzato, e pur essendo il nostro uno fra i più piccoli impianti siamo in grado di imbottigliare circa 3.500 bottiglie per ora, pur conservando inalterate le qualità di una produzione artigianale.
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